«Bibliotime», anno IV, numero 3 (novembre 2001)


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Anna Galluzzi

Cooperare: un concetto in evoluzione [*]



All'incontro con una visione sistemica in ambito biblioteconomico si è giunti nel nostro paese a tappe lente e, prima ancora che per teorizzazione concettuale, attraverso approcci empirici dettati da quell'impulso ad uscire dal chiuso di una tradizione cloroformizzata che si andò affermando sul finire degli anni '50.

Nei decenni successivi il nostro microcosmo bibliotecario ha conosciuto forse una delle sue stagioni più vitali ottenendo risultati innovativi [...].

È stato un episodio - o un'avventura? - che forse un giorno meriterà di essere storicamente ricostruito anche per comprendere meglio i successivi sviluppi ossia la realtà, in continuo movimento, che stiamo vivendo ai nostri giorni [1].

 

Queste parole sono state scritte da Luigi Balsamo nella Presentazione del volume di Giambattista Tirelli, Il "sistema" biblioteca, nel 1990.

Credo sia già arrivato il momento della ricostruzione storica e biblioteconomica ipotizzata da Balsamo, allo scopo di ricercare le motivazioni che si nascondono dietro lo scollamento tra la ricchezza del dibattito relativo al fenomeno cooperativo e i ritardi nelle realizzazioni concrete (tranne che in poche realtà fortunate). In particolare, è legittimo chiedersi perché, a distanza di trent'anni circa dall'avvio del dibattito, si è ancora impegnati a convincere e a convincersi dell'opportunità di cooperare e a commentare i numerosi, ma stentati e zoppicanti tentativi di cooperazione.

Per questi motivi, oggetto del presente intervento è l'analisi del concetto di cooperazione nella sua evoluzione diacronica attraverso l'esame della letteratura professionale sull'argomento e la rassegna delle occasioni di dibattito e commento ad esso relativi.

La storia della cooperazione si può dire cominciata in Italia già prima degli anni '70, se già nell'ottobre del 1970 si teneva un convegno su Lettura pubblica e organizzazione dei sistemi bibliotecari [2].

In particolare, sono degli anni '60 alcuni storici contributi che hanno posto le basi della discussione, cui ancora oggi è doveroso richiamarsi- come è stato puntualmente sottolineato da Fausto Rosa [3]; si tratta del libro di Virginia Carini Dainotti La biblioteca pubblica istituto della democrazia (Milano: Fabbri editori, 1964) e del documento prodotto dall'Associazione Italiana Biblioteche La biblioteca pubblica in Italia: compiti istituzionali e principi generali di ordinamento e di funzionamento, pubblicato nel 1965.

Dopo questa prima fase, che potremmo considerare di fondazione teorica, all'inizio degli anni '70 è stato (come spesso accade e come accadrà più volte in seguito nel contesto sia delle biblioteche pubbliche che delle universitarie) un evento legislativo a innescare il dibattito teorico e la concreta realizzazione dei sistemi bibliotecari; si tratta del D.P.R. n. 3 del 14 gennaio 1972, con il quale vengono trasferite alle Regioni a statuto ordinario le funzioni amministrative statali in materia di assistenza scolastica e di musei e biblioteche di enti locali e dei relativi personali ed uffici. A perfezionamento di questo decreto seguiranno la L. n. 382 del 22 luglio 1975 (Norme sull'ordinamento regionale e sulla organizzazione della pubblica amministrazione) e il successivo decreto attuativo, il D.P.R. n. 616 del 24 luglio 1977.

Il dibattito cominciò quando, in seguito al trasferimento delle competenze, il testimone dell'organizzazione bibliotecaria regionale passò alle Regioni, attraverso lo strumento delle Leggi regionali.

Alcune delle prime leggi regionali in materia di biblioteche, come quella della Regione Lombardia [4] e più tardi quella toscana [5], già prevedevano la costituzione dei sistemi bibliotecari.

Non è un caso che furono proprio le realtà nelle quali esisteva già un documento legislativo che avesse introdotto la problematica della cooperazione ad essere protagoniste dell'elaborazione teorica; le prime occasioni di pubblica analisi del fenomeno sono infatti quasi tutte iniziative nate nel contesto lombardo e in quello toscano [6].

Il fatto di essere ancora in epoca pre-automazione e pre-SBN non impedisce di riflettere sulla cooperazione sia dal punto di vista teorico che dal punto di vista pratico delle concrete realizzazioni.

Tra fine anni '70 e inizi anni '80 si moltiplicano i tentativi di sistematizzazione teorica e di riflessione sulle esperienze concrete. Si configura come particolarmente rilevante il fatto che una delle voci più autorevoli della biblioteconomia italiana, Alfredo Serrai, pubblica nel 1980 un volume dal titolo Sistemi bibliotecari e meccanismi catalografici [7], ancora oggi punto di riferimento delle riflessioni teoriche sulla cooperazione e sui sistemi bibliotecari - e non solo.

A conclusione di questa fase e mentre si comincia a sentir parlare di Servizio bibliotecario nazionale, anche all'interno dell'Associazione si sente il bisogno di un momento allargato di discussione, che arriva con il 30° Congresso nazionale, svoltosi a Giardini-Naxos dal 21 al 24 novembre 1982, dal titolo "La cooperazione, il servizio bibliotecario nazionale" [8].

Dai tempi dell'emanazione del decreto di trasferimento di competenze alle regioni sono ormai passati 10 anni circa e le riflessioni sulla cooperazione si sono prevalentemente spostate sul piano politico-ideologico e su quello concettuale; si discute molto dell'opportunità della cooperazione, delle ragioni politiche di essa, del carattere strategico della scelta di cooperare da un lato e delle strutture e modelli organizzativi dall'altro. In questo solco si sono inizialmente incanalati anche la riflessione e il dibattito teorico che hanno preceduto la nascita di SBN. Parallelamente si assiste all'esplosione di un altro fenomeno destinato ad avere pesanti ricadute sulla cooperazione, la diffusione dell'automazione nelle biblioteche pubbliche italiane.

Quanto era stato fin qui elaborato su organizzazione e automazione dei sistemi bibliotecari trova la sua naturale convergenza nel dibattito sul Servizio Bibliotecario Nazionale.

Risale, infatti, al 1984 il Protocollo di intesa tra il Ministero per i beni culturali e ambientali e le Regioni per il progetto speciale Servizio Bibliotecario Nazionale; nel 1985 poi si costituiscono i primi Poli.

Contemporaneamente a questi eventi che segnano la nascita di SBN si avvia una nuova fase di iniziativa legislativa regionale, nonché di attività convegnistica, entrambe fortemente orientate a esplorare e ad analizzare le possibilità presenti e future di SBN e le modalità di partecipazione al sistema.

Si veda, a questo proposito, la nuova legge regionale lombarda per le biblioteche, la n. 81/1985 [9] oppure il convegno tenutosi a Perugia nel febbraio del 1985 dal titolo "Il servizio bibliotecario in Umbria. Esperienze e prospettive di applicazione dell'automazione" [10], oppure il volume a cura di Rosaria Campioni e Giuseppina Tonet su "I sistemi bibliotecari in Emilia-Romagna: materiali per l'applicazione della legge regionale sulle biblioteche degli enti locali o di interesse locale" [11], seguito alla promulgazione della Legge Regionale dell'Emilia Romagna n. 42 del 27 dicembre 1983 [12].

Uno dei primi convegni specificamente dedicati ai contenuti di SBN è quello tenutosi a Ravenna (sede, tra l'altro, del primo Polo attivato) dal 17 al 19 aprile 1986 dal titolo: "SBN e reti di automazione bibliotecaria" [13], in cui sempre più spesso il piano della riflessione si sposta dal livello concettuale a quello tecnologico, ossia quello dell'hardware e dei software, così come il concetto di integrazione dal punto di vista tecnologico si sostituisce - o quantomeno diventa prioritario - rispetto a quello di integrazione delle modalità di lavoro e dei servizi offerti: la costruzione delle reti viene prima della costruzione dei sistemi bibliotecari.

L'affermarsi di SBN a livello nazionale e il buon livello di maturità raggiunto dalla riflessione teorica sui sistemi stimola l'approfondimento in nuove direzioni, ad esempio la cooperazione interistituzionale e i diversi modelli e possibilità di interazione tra biblioteche di diversa tipologia e appartenenza istituzionale.

Nella seconda metà degli anni '80 si affacciano alla ribalta nazionale nuove realtà bibliotecarie territoriali impegnate nei processi di costituzione dei sistemi bibliotecari locali o interessate al dibattito teorico-pratico che in quegli anni si era andato sviluppando. Tra questi ultimi si ricordino il nord-est (Veneto e Friuli Venezia Giulia), la Liguria [14] e la Sicilia [15].

La fine degli anni '80 inaugura un periodo di grande intensità e ricchezza di punti di vista e di occasioni di confronto, il cui esito è la sintesi di una serie di problematiche sollevate ma lasciate aperte negli anni precedenti. I contributi più interessanti e più significativi provengono dal contesto lombardo [16], forte di un'esperienza sul piano cooperativo che ha già più di 10-15 anni e dunque in grado di elaborare diverse soluzioni organizzative più o meno riuscite.

In particolare, in Lombardia, in seguito ad alcune verifiche di inefficienza e di inadeguatezza funzionale, ci si interroga molto sulle dimensioni più opportune dei sistemi bibliotecari (l'idea di mantenere in vita piccoli e piccolissimi sistemi cede sempre più il passo all'opportunità di creare intersistemi e di dimensionare i sistemi di nuova costituzione su bacini territoriali più ampi). Le esperienze più avanzate di cooperazione tra biblioteche di enti locali producono il modello teorico dell'organizzazione su tre livelli (singola biblioteca, sistema di biblioteche pubbliche di base, biblioteche di conservazione), secondo un'impostazione, che - seppure parzialmente modificata nei contenuti - si può ritenere valida ed efficace anche oggi.

Anche la Toscana continua ad essere protagonista del dibattito, a cui dedica numerose occasioni di approfondimento; tra queste il convegno dal titolo "La cooperazione interbibliotecaria: livelli istituzionali e politiche" tenutosi a Firenze nel novembre del 1989 [17].

Il 1989 vede anche l'avvio dei Seminari Angela Vinay, organizzati dalla Fondazione Querini Stampalia di Venezia, che, nell'affrontare buona parte delle tematiche connesse con il tema della cooperazione, si dimostreranno capaci di andare ben oltre l'ambito locale e in grado di acquistare un respiro non solo nazionale, ma rappresentativo degli umori e delle tendenze che la letteratura biblioteconomica sull'argomento farà registrare di anno in anno.

Sempre nel 1989 viene inoltre emanata la legge (la n. 168) che da un lato istituisce il Ministero dell'Università e della Ricerca Scientifica e Tecnologica, dall'altro sancisce l'autonomia delle università, anche dal punto di vista amministrativo e contabile. A seguito di questa legge e in base all'autonomia da essa sancita, gli atenei si attivano per emanare gli statuti, documenti di organizzazione e gestione interna che hanno contribuito, tra le altre cose, a definire meglio l'assetto strutturale delle biblioteche delle università. In particolare, alcuni di essi hanno definito una struttura centrale a cui corrisponde una funzione di coordinamento generale, che viene frequentemente denominata "Sistema bibliotecario di Ateneo".

Questo importante avvenimento legislativo ha acceso il dibattito sui sistemi bibliotecari anche all'interno del mondo universitario, come è precocemente testimoniato sia da un convegno dal titolo "Le biblioteche universitarie verso l'Europa" tenutosi a Firenze il 2 e 3 novembre 1989 [18] (alcuni interventi già discutono di Sistemi bibliotecari di ateneo e di progetti in questo senso), sia da un articolo di Anna Maria Tammaro dal titolo "Sistemi informativi e sistemi bibliotecari nell'università" comparso nel numero 2/3 del Bollettino AIB dello stesso anno [19].

La ricchezza dei contributi e il confluire delle riflessioni via via elaborate dalla letteratura professionale sia nell'ambito delle biblioteche di ente locale che di quelle dell'università trovano un primo vero momento di sistemazione teorica in quello che rimane ad oggi l'unico contributo puramente teorico sul concetto di sistema in generale e di sistema bibliotecario in particolare. Si tratta del volume di Giambattista Tirelli Il sistema biblioteca, preceduto da un articolo del 1989 del medesimo autore comparso su "Biblioteche oggi" dal titolo Biblioteche: sistemi aperti: per una teoria dei sistemi bibliotecari [20].

Negli anni seguenti, la riflessione sui sistemi bibliotecari d'ateneo conquista le pagine delle riviste professionali, sottraendo spazi al dibattito relativo alle biblioteche pubbliche, così come cresce il numero dei convegni dedicati specificamente o collateralmente alla cooperazione di ambito universitario. Tra gli altri, nel 1988 si svolge un convegno dedicato alle "biblioteche delle università" [21], poi nel febbraio del 1990 si tiene a Bologna una tavola rotonda sul tema "L'autonomia universitaria e il mondo della ricerca e della produzione" [22].

Ben presto le riflessioni sulla cooperazione in ambito universitario confluiscono, almeno parzialmente, nelle riflessioni più generali sull'evoluzione ed i possibili sviluppi del Servizio Bibliotecario Nazionale e sulle problematiche connesse all'applicazione dell'automazione e delle reti di telecomunicazione alle biblioteche, come testimoniato dai convegni organizzati negli anni 1991-1992 e dagli interventi ad essi relativi [23].

In questi anni SBN diventa di nuovo protagonista in quanto si è alla vigilia di almeno due eventi molto importanti nella sua storia: nel 1992 viene attivato il Sistema centrale denominato Indice e si realizza effettivamente la rete nazionale attraverso il collegamento tra i Poli locali e l'Indice centrale; sempre nel 1992 viene firmato l'Accordo di programma tra il Ministero dell'Università e della Ricerca scientifica e tecnologica ed il Ministero per i Beni culturali e ambientali, che sancisce ufficialmente la partecipazione delle biblioteche dell'università ad SBN.

La confluenza del mondo delle biblioteche pubbliche e di quelle delle università in SBN fa convergere anche i termini del dibattito; infatti, i contributi e gli interventi prodotti in questa fase si incentrano prevalentemente su SBN e automazione [24].

Nell'ambito delle biblioteche pubbliche il dibattito si ravviva all'inizio degli anni '90 per effetto di un nuovo evento legislativo, l'emanazione della L. 142/1990 (ordinamento delle autonomie locali) [25], che contempla nuove forme di gestione di servizi all'interno degli Enti Locali. In particolare la legge prevede particolari forme di gestione coordinata o associata di funzioni, servizi, attività o singoli interventi, ossia le convenzioni, i consorzi, le unioni di comuni e gli accordi di programma. Si tratta di modalità di gestione tutte variamente applicabili e applicate al caso della cooperazione tra biblioteche, con risultati più o meno soddisfacenti, ma sicuramente stimolanti.

Nello specifico l'emanazione di questa legge ridà linfa al dibattito - già emerso nelle fasi iniziali di costituzione dei sistemi - sull'opportunità di dare personalità giuridica o di istituzionalizzare i sistemi e sulle forme istituzionali più adeguate per gestirli [26].

Agli inizi degli anni '90, i contributi legislativi e biblioteconomici alla cooperazione tra biblioteche pubbliche, i progressi di SBN, l'accelerazione dei processi di costituzione dei sistemi bibliotecari di ateneo delineano un quadro composito e particolarmente attivo.

L'analisi di questo panorama mette però in luce almeno due fattori di debolezza; innanzitutto, la sostanziale divaricazione o - almeno separatezza - dei percorsi cooperativi che riguardano le biblioteche di ente locale e le biblioteche universitarie; in secondo luogo l'attenzione all'aspetto tecnologico, sempre più esclusiva e sganciata dalla riflessione sulle finalità. Per quanto riguarda la prima delle due questioni poste sul tappeto, se da un lato si parla sempre più spesso dei problemi di cooperazione tra biblioteche di base, biblioteche di conservazione e biblioteche speciali, sulla falsariga di quanto già teorizzato qualche tempo prima all'interno dei sistemi bibliotecari lombardi [27], si è invece ancora piuttosto lontani dal teorizzare e progettare forme di collaborazione istituzionalizzata e consolidata tra biblioteche di enti locali e biblioteche delle università; queste ultime vengono se mai considerate, parafrasando il titolo di un intervento di Giuseppe Giannantonio [28], variabili indipendenti di un sistema bibliotecario eterogeneo. Anche nell'ambito SBN, che pure coinvolge biblioteche di diversa appartenenza istituzionale, i percorsi continuano ad essere piuttosto dissimili, fors'anche in conseguenza dei diversi stati di avanzamento tecnologico e organizzativo vissuti dal contesto delle biblioteche pubbliche e da quelle universitarie. Per quanto riguarda il secondo aspetto della questione, il dibattito sulla cooperazione risente delle stesse forme di ubriacatura tecnologica che vivono in questi anni le biblioteche e delle stesse rigidità concettuali che caratterizzano SBN.

La ricchezza ed ampiezza delle riflessioni che si muovono intorno alla cooperazione e il coinvolgimento complessivo del mondo bibliotecario stimolano l'analisi anche all'interno delle associazioni professionali; cosicché a conclusione di questa fase, Associazione Italiana Biblioteche e Associazione Italiana per la Documentazione Avanzata organizzano un convegno (che è poi il XXXVIII Congresso nazionale dell'AIB) dal titolo "Biblioteche insieme: gli spazi della cooperazione", tenutosi a Rimini dal 18 al 20 novembre 1992 [29].

All'avvicinarsi della metà degli anni '90 (1992-1993), in conseguenza della crisi economica e dei tagli ai bilanci, l'attenzione generale si sposta sulle tematiche dell'efficienza dell'organizzazione cooperativa, quindi sull'opportunità di cooperare in termini di economicità e di migliore utilizzo delle risorse. La ricerca dell'efficienza porta con sé l'approfondimento dei contenuti della cooperazione e lo stimolo a mettere in atto una politica concertata degli acquisti e delle procedure coordinate di catalogazione corrente e retrospettiva. Questi due aspetti vengono infatti individuati come cruciali dal punto di vista della realizzazione di economie di scala che i sistemi bibliotecari possono garantire rispetto alle singole biblioteche [30].

I seminari organizzati dalla Fondazione Querini Stampalia dedicati ad Angela Vinay - ormai organizzati con cadenza annuale - spesso in questi anni sono lo specchio di quello che si muove nella riflessione sui temi della cooperazione, e proprio dagli umori emergenti dalla letteratura e dal contesto bibliotecario acquisiscono spunti sui quali articolare i contenuti del dibattito. A conferma di ciò basti ricordare che nel 1994 il titolo del seminario è: "Oltre l'automazione: cooperare per l'efficienza dei servizi bibliotecari nel Veneto".

Intanto non si spengono gli echi del dibattito sulle forme istituzionali dei sistemi bibliotecari, in particolare a seguito della L. 142 del 1990 [31].

La metà degli anni '90 non vede significativi progressi nella riflessione né dal punto di vista teorico, né dal punto di vista dei contenuti. Si continua a parlare diffusamente degli aspetti tecnologici della cooperazione, soprattutto dal punto di vista dei software e delle possibili interazioni con SBN [32].

I progressi delle reti telematiche e l'attenzione riservata alle componenti tecnologiche sono il terreno di coltura da cui scaturiscono i primi discorsi sulle possibili ripercussioni del world wide web e di Internet sulla condivisione delle risorse e, dunque, sull'evoluzione del concetto di rete [33].

Ancora una volta, mi sembra significativo registrare che il seminario in onore di Angela Vinay tenutosi nel 1995 ha per titolo: "L'automazione delle biblioteche nel Veneto: dalla catalogazione all'informazione" [34].

Sempre più spesso infatti le potenzialità degli strumenti tecnologici a disposizione, in particolare delle reti di telecomunicazione e, nello specifico, del world wide web, vengono percepite non tanto in funzione di una maggiore efficacia ed efficienza delle procedure, ma del potenziamento dei meccanismi di disseminazione dell'informazione. Mi sembra che per la prima volta si guardi alla cooperazione come uno degli strumenti che la biblioteca deve gestire in maniera flessibile per ampliare la propria offerta di servizi per l'utente.

La scoperta delle reti e del world wide web va di pari passo con la crescita di interesse verso la multimedialità e le possibilità di acquisto cooperativo e condivisione delle risorse su supporto elettronico, in primo luogo i CD-ROM [35].

Ancora una volta è il seminario Angela Vinay a registrare questa tendenza in atto e così nel 1997 è dedicato all'"irruzione della multimedialità" [36].

Il 1997 - dopo qualche anno di appiattimento della riflessione su temi già affrontati in precedenza o su aspetti puramente tecnologici - mostra una molteplicità di tendenze e di punti di vista; nel frattempo due sono diventati i principali fronti aperti della letteratura biblioteconomica, Internet [37] e la digital library [38], che si traducono, rispetto alla cooperazione, nella riflessione sulle possibilità create e/o supportate da Internet di attivare nuove forme cooperative.

In questa nuova fase sono le biblioteche delle università a svolgere un ruolo trainante, grazie ai più potenti strumenti finanziari e alle infrastrutture che permettono loro di sperimentare diverse delle nuove possibilità legate agli sviluppi delle reti e delle tecnologie di rete; nonostante questo, però, l'impressione è che anche nel caso delle università, se già è ipotetica la cooperazione tra tutte le biblioteche dell'ateneo, quella tra atenei diversi o tra biblioteche accomunate dalle medesime specializzazioni disciplinari resta confinata a singole attività e ad esigenze momentanee (acquisto di una banca dati, attivazione di un contratto con un editore, confronto sulle procedure) e difficilmente si inserisce in un progetto organico, mantenendo di fatto del tutto eterogenei i percorsi individuali.

Nel contesto delle biblioteche delle università non si parla però solo di infrastrutture e servizi legati a strumenti tecnologici, ma proprio nel 1997 viene rilanciata la riflessione sugli aspetti organizzativi, legislativi e istituzionali relativi ai sistemi bibliotecari di ateneo, grazie alla costituzione presso il MURST del Gruppo di Lavoro sui Sistemi Bibliotecari (il cosiddetto GLSB) che ha prodotto un certo numero di documenti conoscitivi ed ha avanzato interessanti proposte di livello teorico e di intervento su questo fronte [39].

Neanche le biblioteche pubbliche stanno però a guardare e, in particolare le realtà più attive, si inseriscono appieno nella riflessione sulle reti telematiche, come è testimoniato dagli interventi ad alcuni convegni e seminari tra cui quello tenutosi a Empoli il 5 giugno 1998 dal titolo "Biblioteche, clicca qui: reti telematiche e sviluppo della cooperazione tra le biblioteche della Toscana" [40].

La rete viene riconosciuta e proposta da più parti come spazio virtuale di scambio di opinioni e di cooperazione formale e informale, grazie anche agli strumenti che essa mette a disposizione, liste di discussione, web forum, posta elettronica.

Parallelamente a quello tecnologico e telematico si sviluppa un filone dedicato ai servizi che dovrebbero scaturire dalla cooperazione, sia se supportata dalla rete sia in caso contrario. Prestito interbibliotecario, document delivery, disseminazione dell'informazione locale ecc. sostituiscono negli interventi e negli articoli le analisi dei software e delle procedure di catalogazione [41].

Lo spostamento di prospettiva dalle procedure ai servizi stimola la riflessione nella direzione della valutazione dei risultati della cooperazione [42], tema oggi di sempre maggiore attualità. Compare sempre più spesso la prospettiva della qualità, come obiettivo primario di un sistema bibliotecario. Si reitera d'altra parte una certa tendenza alla incomunicabilità tra aspetti tecnologici e aspetti di servizio, che ad un primo sguardo d'insieme sulla vicenda bibliotecaria italiana appare come il principale punto debole del percorso e forse uno dei principali motivi di incompleta attuazione delle prospettive iniziali della cooperazione.

Negli ultimissimi anni, a partire dal 1999, anche all'interno delle biblioteche pubbliche si riprendono le fila della riflessione teorica sui contenuti e i modelli organizzativi dei sistemi bibliotecari e gli esiti della riflessione mi sembrano incentrarsi principalmente su due temi: l'interistituzionalità, che porta con sé il processo di costituzione di sistemi culturali e informativi integrati (reti di istituzioni che gestiscono beni culturali e reti civiche) e il decentramento come risposta alle forti centralizzazioni del passato. Questi due aspetti più o meno nuovi della cooperazione sono presenti entrambi nella nuova legge regionale toscana sulle biblioteche [43].

L'aspetto istituzionale e legislativo torna in primo piano dopo le proposte e l'attuazione delle modifiche alla L. 142/1990, mediante il Decreto Legislativo 18 agosto 2000, n. 267 "Testo unico delle leggi sull'ordinamento degli enti locali" e il d.d.l. 7042 [44].

Il fenomeno del decentramento delle funzioni non è solo tipico delle biblioteche pubbliche, ma investe anche le altre tipologie di biblioteca, come conseguenza della deregulation resa possibile nella cooperazione dalla macroscopica esplosione di Internet e dei collegamenti via web.

Pur riconoscendo la positività di questa ripresa di interesse verso la cooperazione dopo la nascita e la diffusione di Internet, mi pare che il rischio possa essere quello di vedere diluiti i contenuti della cooperazione all'interno delle riflessioni complessive sulle prospettive di sviluppo offerte dalla rete e sulle possibilità di interazione e di condivisione delle risorse senza strutture sistemiche formalizzate.

Nell'ultimo anno l'accento è tornato sulla necessità di ripensare i sistemi bibliotecari ("Palla al centro"; reti documentarie toscane; qualità dei servizi) [45], ma non è chiara al momento la direzione intrapresa.

In conclusione, è difficile trovare una risposta al nostro interrogativo iniziale, ossia il perché delle tante false partenze e dei tanti finti decolli del fenomeno cooperativo in Italia. Certamente, mi pare che oggi si è ad un punto in cui non si può più prescindere da una sistemazione organica delle riflessioni, delle idee e delle esperienze sia sul piano istituzionale che organizzativo, tecnologico e dei servizi, e da un'impostazione degli interventi futuri interamente volta alla crescita e al miglioramento dei servizi, rispetto ai quali la componente tecnologica ed efficientista è solo di supporto.

Gli ambiti di riflessione su cui credo valga la pena di insistere e verso cui bisogna spingere le realizzazioni sistemiche sono l'approccio interistituzionale (reti che si fondano su rapporti formalizzati ma non necessariamente di tipo omogeneo né gerarchico tra biblioteche di diverse tipologie), l'integrazione dei sistemi bibliotecari in reti informative più ampie (comprendenti anche archivi, altre istituzioni culturali, altri strutture con finalità informative), l'adozione di modelli flessibili di rete (flessibilità che si intende dal punto di vista tecnologico, di funzioni, di ruoli, di livelli di cooperazione ecc.), la pluralità dei rapporti sistemici (ogni biblioteca può inserirsi all'interno di più percorsi cooperativi relativi ad attività e funzioni diversificate), infine la valutazione delle reti come occasione e modalità di verifica dell'effettiva efficacia dello strumento.

Ritengo che la cooperazione in Italia abbia risentito e sofferto in passato degli stessi limiti di mentalità e di impostazione che hanno pesantemente condizionato anche le singole biblioteche, ossia l'assenza di metodi di lavoro fondati sulla gestione per obiettivi, la tendenza al tecnicismo e alla sopravvalutazione delle procedure, la limitata cultura del servizio, la scelta del "campanile" e dell'isolamento culturale.

Difficile dire perciò se la scelta cooperativa sia una scelta vincente. Difficile dirlo soprattutto finché la corretta impostazione di questa modalità di gestione non ci consentirà di esprimere un giudizio motivato in un senso o nell'altro.


Anna Galluzzi, Biblioteca centrale Facoltà di Ingegneria -
Università degli studi di Bologna, e-mail: galluzzi@cib.unibo.it


Note

[1] Luigi Balsamo, Presentazione, in Giambattista Tirelli, Il "sistema" biblioteca. Milano: Editrice Bibliografica, 1990, p. 9. (Quaderni di "Biblioteche oggi"; 6).

[2] Lettura pubblica e organizzazione dei sistemi bibliotecari: atti del convegno di Roma 20-23 ottobre 1970. Roma: Fratelli Palombi, 1974 (Supplemento al n. 6 di Accademie e biblioteche d'Italia).

[3] Fausto Rosa, La cooperazione bibliotecaria alle origini di uno strumento necessario, in 10. Seminario Angela Vinay. L'automazione delle biblioteche nel Veneto: tra gli anni '90 e il nuovo millennio. Consultabile su: <https://www.aib.it/aib/sezioni/veneto/vinay10/rosa99.htm> (ultima consultazione: 10/10/01).

[4] Legge regionale 4 settembre 1973, n. 41 (Norme in materia di biblioteche di enti locali o di interesse locale). Riferimenti normativi estesi consultabili su : <http://194.185.118.3/dati/CS0403/UR01.PDF> (ultima consultazione: 10/10/01).

[5] Legge regionale 3 luglio 1976, n. 33 (Norme in materia di biblioteche di enti locali e di interesse locale e di archivi storici affidati ad enti locali). Consultabile su: <http://www.regione.toscana.it/ius/ns-leggi/?MIval=pagina_2&ANNO=1976&TESTO=NIENTE&TITOLO=NIENTE&MATERIA=0&ANNO1=1976&NUMERO=33&YEAR=1976> (ultima consultazione: 10/10/01). In particolare si veda l'art. 4: "Per assicurare un servizio di pubblica lettura il Comune istituisce una biblioteca pubblica o aderisce ad un sistema bibliotecario gestito da enti locali"; o ancora l'art. 8: "Per l'istituzione, l'ordinamento e il funzionamento delle proprie biblioteche e degli archivi loro affidati, gli enti locali e gli enti proprietari di biblioteche di interesse locale possono unirsi in consorzio o associarsi, tenendo conto della suddivisione del territorio in distretti scolastici ed eventuali loro aggregazione, dando luogo alla formazione di sistemi bibliotecari ed archivistici, che realizzino i principi indicati all'art. 1 della presente legge.
Il sistema bibliotecario, anche mediante l'utilizzazione di una delle biblioteche aderenti che assume le funzioni di centro del sistema, realizza i servizi richiesti dalle biblioteche collegate, ne coordina l'attività, assicura alle biblioteche aderenti il buon andamento dei servizi anche con l'intervento del personale tecnico necessario, cura i rapporti con la competente amministrazione provinciale per le materie di cui all'art. 17 e con i competenti uffici regionali. La gestione del sistema è affidata ad una apposita commissione disciplinata dallo statuto del consorzio o dalla associazione e composta, in quanto possibile, secondo i criteri di cui all'art. 6, II comma, garantendosi comunque la rappresentanza dei proprietari di biblioteche di interesse locale eventualmente associate".

[6] Si vedano a titolo esemplificativo:
Lo sviluppo dei sistemi bibliotecari: atti del Convegno di Monza, 25-27 ottobre 1979, raccolti e ordinati da Massimo Belotti e Giuseppe Colombo. Milano: G. Mazzotta, 1980 (Nuova informazione);
Organizzazione e funzionamento dei sistemi bibliotecari: esperienze e linee di intervento: relazioni presentate al Corso di aggiornamento professionale per bibliotecari organizzato dal Sistema bibliotecario territoriale di Corsico: Milano, Società umanitaria, 10 ottobre-28 novembre 1980, a cura di Antonio Bono e Giovanni V. Moscati. Milano: Unicopli, 1982;
I sistemi bibliotecari in Toscana: atti del Convegno di Castelfiorentino, 26 maggio 1981, a cura di Giovanni Parlavecchia. [Firenze]: Vallecchi, 1983.

[7] Alfredo Serrai, Sistemi bibliotecari e meccanismi catalografici. Roma: Bulzoni, c. 1980.

[8] Associazione Italiana Biblioteche, La cooperazione, il servizio bibliotecario nazionale: atti del 30° congresso nazionale della Associazione italiana biblioteche, Giardini-Naxos, 21-24 novembre 1982, a cura di Antonella Aquilina D'Amore. Messina: Università di Messina, Facoltà di lettere e filosofia, Centro studi umanistici, 1986.

[9] Legge regionale 14 dicembre 1985, n. 81 (Norme in materia di biblioteche e archivi storici di Enti Locali o di interesse locale). Consultabile su: <http://lombardiacultura.it/pdf/reg_81_85.pdf> (ultima consultazione: 10/10/01). Si vedano in particolare i seguenti articoli:
art. 7 (Sistemi bibliotecari locali)
1. I sistemi bibliotecari locali, urbani e intercomunali, costituiscono lo strumento attraverso il quale i comuni attuano la cooperazione bibliotecaria e svolgono i compiti di cui al successivo art. 9 .
2. I sistemi bibliotecari urbani sono istituiti dai comuni capoluogo di provincia o da comuni con popolazione superiore a 70.000abitanti. L'istituzione del sistema bibliotecario urbano non preclude al Comune interessato di associarsi con altri co muni per l'istituzione di un sistema bibliotecario intercomunale.
3. I sistemi bibliotecari intercomunali sono associazioni volontarie istituite dai comuni mediante consorzio o convenzione per ambiti territoriali di norma coincidenti con i distretti scolastici o laddove l'ambito territoriale coincida con la zona mon tana, dalla comunità montana.
4. In ogni sistema bibliotecario locale è individuata una biblioteca centro sistema.
5. I sistemi bibliotecari sono aperti alla partecipazione di ogni altra biblioteca, archivio storico e nucleo documentario, pubblico o privato, operanti sul proprio territorio.
art. 8 (Istituzione dei sistemi bibliotecari locali)
1. Il provvedimento istitutivo del sistema bibliotecario locale definisce:
a) l'ambito territoriale e la biblioteca centro sistema;
b) gli organi competenti ad amministrare il sistema, la composizione e le attribuzioni relative;
c) il personale assegnato o comandato al sistema;
d) le modalità di finanziamento e di riparto degli oneri, nonch‚ le modalità di svolgimento dei compiti di cui al successivo art. 9 .
2. L'istituzione del sistema è sottoposta ad autorizzazione della Giunta Regionale da adottarsi su richiesta degli enti locali interessati e previo parere della Provincia competente per territorio.
art. 9 (Compiti dei sistemi bibliotecari locali)
1. Compete ai sistemi bibliotecari locali, secondo quanto definito dai provvedimenti istitutivi e tenuto conto del coordina mento, dell'organizzazione dei servizi predisposti dalle province:
a) il coordinamento dei programmi delle biblioteche associate;
b) il coordinamento degli acquisti del materiale librario e documentario;
c) anche attraverso forme di acquisto centralizzate;
d) curare la formazione dei cataloghi collettivi e predisporre gli eventuali sistemi informativi coordinati;
e) l'eventuale acquisizione e la gestione di un fondo Comune librario e documentario del sistema;
f) l'organizzazione e la gestione del prestito interbibliotecario; la consulenza biblioteconomica e l'informazione bibliografica;
g) il rilevamento periodico dei dati statistici per la conoscenza e la valutazione dello stato delle strutture, dei servizi e dell'utenza;
h) la promozione e il coordinamento delle attività culturali correlate alle funzioni proprie delle biblioteche di diffusione della lettura
e dell'informazione, del libro e del documento;
i) la collaborazione con strutture e servizi sociali e culturali, con particolare riguardo alla scuola;
l) la predisposizione e la gestione dei servizi amministrativi comuni o di carattere generale per le biblioteche e gli archivi storici afferenti al sistema.
2. Alla biblioteca centro sistema compete comunque di assicurare agli utenti del territorio del sistema il servizio di lettura di documentazione e di informazione.
art. 10 (Convenzioni)
1. Al fine di attuare l' integrazione delle risorse bibliotecarie e documentarie e favorire la cooperazione nell' erogazione dei servizi, i comuni, singoli o associati, e le province possono stipulare convenzioni con altri soggetti pubblici o privati.

[10] Biblioteche e cooperazione: il progetto SBN in Umbria: atti del Convegno "Il servizio bibliotecario in Umbria. Esperienze e prospettive di applicazione dell'automazione", Perugia, 21-22 febbraio 1985, a cura di Pierina Angeloni. Milano: Bibliografica, 1986 (Atti e documenti; 6).

[11] I sistemi bibliotecari in Emilia-Romagna: materiali per l'applicazione della legge regionale sulle biblioteche degli enti locali o di interesse locale, a cura di Rosaria Campioni, Giuseppina Tonet. [S.l.: s.n.] (Castelmaggiore: Cantelli, 1985) (Documenti; 24).

[12] Legge Regionale 27 dicembre 1983, n. 42 (Norme in materia di biblioteche e archivi storici di ente locale o di interesse locale), recentemente sostituita dalla nuova Legge Regionale n. 18 del 24 marzo 2000 (Norme in materia di biblioteche, archivi storici, musei e beni culturali).

[13] Cfr. SBN e reti di automazione bibliotecaria: esperienze internazionali a confronto, a cura di Giuliana Bassi, Nadia Borsi, Licia Ravaioli. Bologna: Analisi, 1987 (Emilia Romagna biblioteche archivi; 8). [Atti del convegno internazionale tenuto a Ravenna dal 17 al 19 aprile 1986].

[14] Sebastiano Amande, I sistemi bibliotecari in Liguria. (Cronache e notizie). "Bollettino d'informazioni AIB", 28 (1988), n. 4, p. 444-445;
I sistemi bibliotecari in Liguria: realtà e prospettive: atti del convegno organizzato dalla Sezione ligure dell'AIB con il patrocinio della città di Alassio, Alassio, 3 giugno 1988, a cura di Sebastiano Amande. Genova: Associazione italiana biblioteche, Sezione ligure, 1990 (Biblioteche e fondi librari in Liguria; 5).

[15] Cfr. Provincia regionale di Palermo, Assessorato alla cultura [e] Associazione italiana biblioteche, Sezione Sicilia, Delegazione provinciale di Palermo, Le biblioteche della provincia di Palermo: atti del convegno, Palermo 28-30 aprile 1987; a cura di Concetta Mineo. Palermo: Promopress, 1991;
"BieCo: biblioteche e cooperazione in Sicilia: bollettino bimestrale d'informazione dell'Associazione italiana biblioteche, Sezione Sicilia". Agrigento: AIB Sezione Sicilia. [Direttore Francesco La Rocca; nell'a. 5 n. 3/6 Giuditta Cimino. Dall'a. 5 n. 1 (gen.-feb. 1993) il titolo diventa Bi&Co].

[16] Atti della giornata di studio "Servizi collettivi automatizzati per le biblioteche di pubblica lettura: la catalogazione centralizzata", Milano, 20 settembre 1989, "Bollettino per biblioteche", n. 35 (ott. 1990), p. 17-41;
Comune di Schio, Biblioteche pubbliche per gli anni Novanta: esperienze e progetti di cooperazione nelle regioni di Alpe-Adria: atti del convegno internazionale, Schio, 10-11 novembre 1989, a cura di Giorgio Lotto. Milano: Bibliografica, 1990 (Atti e documenti; 18).

[17] La cooperazione interbibliotecaria: livelli istituzionali e politiche: atti del convegno regionale, Firenze, Palazzo degli Affari, 27-29 novembre 1989, a cura di Susanna Peruginelli, Anna Marie Speno. [Firenze]: Giunta regionale toscana; Milano: Ed. Bibliografica, 1990 (Le biblioteche: quaderni di lavoro; 7).

[18] Le biblioteche universitarie verso l'Europa: atti del convegno, Firenze, Ospedale degli Innocenti, 2-3 novembre 1989, a cura di Lucilla Conigliello, Anna Maria Milizia. Bologna: Progetto Leonardo, 1993. [Convegno promosso da SNU-CGIL Firenze con l'adesione dell'Associazione italiana biblioteche, Commissione nazionale Università ricerca].

[19] Anna Maria Tammaro, Sistemi informativi e sistemi bibliotecari nell'università, "Bollettino d'informazioni AIB", 29 (1989), n. 2/3.

[20] Giambattista Tirelli, Il "sistema" biblioteca. Milano: Editrice Bibliografica, 1990; e prima: Giambattista Tirelli, Biblioteche: sistemi aperti: per una teoria dei sistemi bibliotecari, "Biblioteche oggi", 7 (1989), n. 5, p. 573-581.

[21] Le biblioteche delle università. Esperienze e prospettive. Atti del Convegno di Napoli, 10-12 novembre 1988, a cura di Francesco Balletta. Milano: Bibliografica, 1990 (Atti e documenti; 16).

[22] Università, biblioteche, ricerca: atti della tavola rotonda sul tema: L'autonomia universitaria e il mondo della ricerca e della produzione: occasione di nuove prospettive per le biblioteche e le professionalità, Bologna, Biblioteca universitaria, 24 febbraio 1990, a cura di Patrizia Scola. Bologna: AIB Sezione Emilia Romagna, 1990 (I documenti di Bibliotime). Suppl. n. 1 a "Bibliotime", 2 (1991).

[23] Il Servizio bibliotecario nazionale per l'università: uno strumento per la ricerca: atti del convegno promosso dal Ministero per i beni culturali e ambientali, Ufficio centrale per i beni librari e gli istituti culturali e dal Ministero dell'università e della ricerca scientifica e tecnologica. Convegno tenuto a Roma, 5-7 novembre 1991. Atti, a cura di Maria Antonietta Baffi, Elena Berardi, Patrizia Martini. Roma: ICCU, 1992;
Un decennio di automazione bibliotecaria con il Dobis/Libis: esperienze, confronti, prospettive: atti del convegno, Perugia 27-28 maggio 1991, a cura di Ilde Davoli. Modena: Università degli studi di Modena, 1993. Si vedano in particolare: Francesco Favotto - Alessandro Bertoni, Automazione e sistemi bibliotecari nelle università italiane; Eugenio Gatto, Il Sistema bibliotecario del Politecnico di Torino: alcuni aspetti della sua evoluzione in rapporto all'automazione; Adriana Panza, Ipotesi ed esperienze di interconnessione di sistemi; Sergio Tasso, L'automa interbibliotecario.
L'automazione delle biblioteche delle università: l'esperienza della base SBN delle università lombarde: atti delle giornate di studio svoltesi presso l'Università degli studi di Milano il 26 e 27 ottobre 1992 con il patrocinio del Ministero per l'università e la ricerca scientifica e tecnologica, a cura di Anna Maria Cozzi e Ornella Foglieni. Milano: Regione Lombardia, 1995.

[24] Biblioteche bresciane e automazione: atti del convegno, Brescia, 30-31 marzo 1991. Brescia: Provincia di Brescia, Assessorato alla cultura, Ufficio biblioteche, 1991.
L'indicizzazione condivisa in SBN: atti del seminario svoltosi a Milano dal 3 al 5 aprile 1991, con la collaborazione della Fondazione Giangiacomo Feltrinelli, a cura di Ornella Foglieni. Milano: Regione Lombardia, Settore cultura e informazione, Servizio beni librari e documentari, 1992.
L'automazione delle biblioteche nel Veneto: verso una nuova fase della cooperazione: Venezia, Palazzo Querini Stampalia, S. Maria Formosa, 30-31 ottobre 1992, a cura di Chiara Rabitti. Venezia: Fondazione scientifica Querini Stampalia, [1993] (Collana Queriniana; 18) (Seminari Angela Vinay).

[25] Ora sostituito dal Decreto Legislativo 18 agosto 2000, n. 267 "Testo unico delle leggi sull'ordinamento degli enti locali".

[26] Tra gli altri:
Le biblioteche pubbliche nella nuova statualità locale: convegno nazionale, L'Aquila, 14-15 dicembre 1990: atti. "Provincia oggi: trimestrale dell'Amministrazione provinciale dell'Aquila", n. 25 (gen.-mar. 1991), 48 p. Si vedano in particolare: Giovanni Solimine, Definizione e organizzazione del sistema bibliotecario locale quale strumento strategico dell'informazione, p. 7-12; Giuseppe Sgaramella, La gestione della biblioteca pubblica tra azienda e istituzione, p. 13-16. Terzio Di Carlo, Statuti delle autonomie locali e servizio bibliotecario, p. 17-21; Nazareno Pisauri, Il sistema informativo locale nel quadro del Servizio bibliotecario nazionale (SBN), p. 30 [sintesi redazionale]; Paolo Traniello, La normativa regionale sulle biblioteche alla luce della legge n. 142/90, p. 31-34; Roberto Piperno, Ruolo della Provincia nella realizzazione del servizio bibliotecario locale, p. 35-38; Paolo M. Floris, Forme associative e di cooperazione fra i Comuni per il servizio di biblioteca, p. 39-43; Igino Poggiali, Le risorse umane nel sistema informativo, p. 44-47.
Biblioteche e autonomie locali: problemi e prospettive dopo la legge 142, a cura di Massimo Cecconi. Milano: Ed. Bibliografica, 1991 (Atti e documenti; 20). [Atti del convegno "Biblioteche pubbliche e legge 142", Milano, 15-16 marzo 1991].
I servizi bibliotecari a Roma e la riforma delle autonomie locali: atti del convegno, Roma, Palazzo delle esposizioni, 30 maggio 1991, a cura di Fulvio Stacchetti e Letizia Tarantello. [Roma]: Comune di Roma, Assessorato alla cultura, Sistema bibliotecario: Associazione italiana biblioteche, Sezione Lazio, 1992.
Fausto Rosa, Le biblioteche comunali tra cooperazione e legge 142. "Bollettino AIB", 33 (1993), n. 3, p. 265-267.
Fausto Rosa, Le forme della cooperazione dopo la 142, "Biblioteche oggi", 11 (1993), n. 2, p. 30-32. [Ad Abano Terme il convegno "Gestire la cooperazione bibliotecaria" (16 ottobre 1992) ripropone all'attenzione il ruolo dei consorzi].

[27] Si vedano in particolare due interventi: Maurizio Festanti, La cooperazione tra biblioteche di base, biblioteche di tradizione e biblioteche speciali, in: Progetto biblioteche, a cura di Rosaria Campioni. Bologna: Analisi 1989, p. 178-185; Sergio Conti, I sistemi bibliotecari e la pianificazione dei servizi, in: Associazione Italiana Biblioteche, Cultura organizzativa e pianificazione: ruolo e prospettive per le biblioteche nel mercato dell'informazione: atti del 35. Congresso nazionale dell'Associazione italiana biblioteche: Cefalù, 30 settembre-4 ottobre 1989. Palermo: Regione siciliana, Assessorato dei beni culturali e ambientali e della pubblica istruzione, 1991 (Sicilia/biblioteche; 18), p. 111-135.

[28] Giuseppe Giannantonio, Biblioteche dell'università: variabile in-dipendente di un sistema bibliotecario eterogeneo, in Biblioteche siciliane: costruire un servizio: atti del convegno regionale dell'Associazione italiana biblioteche, Sezione Sicilia, Agrigento, 13-15 dicembre 1990. Palermo: Regione siciliana, Assessorato dei beni culturali e ambientali e della pubblica istruzione, 1991 (Sicilia/biblioteche; 22).

[29] Associazione italiana per la documentazione avanzata - Associazione italiana biblioteche, Biblioteche insieme: gli spazi della cooperazione: atti del XXXVIII Congresso nazionale dell'Associazione italiana biblioteche, Rimini, 18-20 novembre 1992, a cura di Paolo Malpezzi. [Roma]: AIB, 1993. Si vedano in particolare: Anna Maria Mandillo, Cooperazione: norme semplici per grandi obiettivi; Vittorio Italia, Biblioteche e cooperazione culturale tra enti locali dopo la legge 142/90; Agapita Sibilia, La nuova dimensione europea della Biblioteca centrale del CNR al fine della cooperazione tra le biblioteche; Jacopo Di Cocco, Verso sistemi informativi bibliografici territoriali: sintesi della comunicazione; Giovanna Mazzola Merola, La cooperazione in Europa, un'occasione da non perdere; Barbara Casalini, Cooperazione tra biblioteche, librerie ed editori: verso uno scambio elettronico dei dati; Rino Clerici, Una realtà di cooperazione: Intersistema bibliotecario di Novate; Marta De Paolis, Condivisibilità dei dati bibliografici e utilizzo delle tecnologie informatiche: contributo delle cooperative del Coordinamento nazionale cooperative beni culturali; Lorenzo Baldacchini, Bibliografia retrospettiva e cooperazione: bilancio di un decennio; Lotte Hellinga, Il Consorzio delle biblioteche di ricerca europee: sviluppo e progetti; Ornella Foglieni, SBN: un cantiere per la cooperazione: considerazioni sull'attività del decennio 1982-1992; Emilia Lamaro, Il coordinamento per lo sviluppo delle collezioni e le prospettive in Europa del metodo Conspectus; Elvio Pozzana, Relazione tecnica illustrativa del progetto di creazione di una banca dati su CD-ROM relativa ad un catalogo in collaborazione tra le biblioteche venete. Angelo Ferrante, Una risposta alle esigenze dell'utenza in sistemi bibliotecari complessi: l'Università degli studi di Bologna; Alessandra Ensoli - Paola Molinas - Lucilla Pompilio, Le iniziative di cooperazione all'Enea.

[30] Si vedano tra gli altri:
Giovanni Lazzari, La cooperazione strumento dell'efficienza dei servizi, "Bollettino AIB", 33 (1993), n. 3, p. 269-277. [Relazione presentata al Convegno "Gestire la cooperazione bibliotecaria", Abano Terme, 16 ottobre 1992];
Giovanni Solimine, Cooperazione oltre l'emergenza, "Biblioteche oggi", 11 (1993), n. 1, p. 16-19;
Carlo Carotti, Un itinerario per lo sviluppo delle raccolte, "Biblioteche oggi", 11 (1993), n. 5, p. 25-29;
Ivana Pellicioli, Le ragioni "forti" del cliente collettivo, "Biblioteche oggi", 11 (1993), n. 1, p. 38-40;
Un protocollo per l'acquisto coordinato di libri, "Biblioteche oggi", 11 (1993), n. 3, p. 66-68;
Emilia Lamaro, Esperienze di cooperazione nelle biblioteche: il metodo Conspectus, "Libri e riviste d'Italia", n. 507/510 (mag.-ago. 1992), p. 173-181;
Giovanni Valietti, La cooperazione comincia dagli acquisti: si tenta in provincia di Bergamo un'originale formula di "Servizio novità", "La rivisteria, librinovità", n. 16 (lug. 1992), p. 48-49;
Giovanni Solimine, I vantaggi della catalogazione derivata, "Biblioteche oggi" 11 (1993), n. 9, p. 48-52;
Catalogazione, cooperazione, servizî, strumenti: piccoli scritti offerti a Giovannella Morghen in ricordo della sua attività bibliotecaria (1962-1994). Firenze: Titivillus; Grosseto: Biblioteca comunale Chelliana, 1995 (Quaderni di Culture del testo; 1);
Catalogazione retrospettiva: esperienze nelle biblioteche del Lazio: atti della giornata di studio, Roma, 5 dicembre 1995, a cura di Gabriele Mazzitelli e Paul G. Weston. Roma: Associazione italiana biblioteche, Sezione Lazio, 1996.

[31] Fausto Rosa, Le biblioteche comunali tra cooperazione e legge 142, "Bollettino AIB", 33 (1993), n. 3, p. 265-267; Fausto Rosa, Le forme della cooperazione dopo la 142, "Biblioteche oggi", 11 (1993), n. 2, p. 30-32.

[32] Liliana Bernardis - Alessandra Bezzi, Servizi in rete di ateneo, "Biblioteche oggi", 12 (1994), n. 9, p. 36-44;
Esperienze di automazione: cinque anni di Sebina/Produx nelle biblioteche italiane, a cura di Flora Raffa. Milano: Ed. Bibliografica, 1996 (Atti e documenti; 23). [Atti della giornata di studio "Esperienze di automazione bibliotecaria con Sebina/Produx", Parma, 8 giugno 1994];
Giovanni Bergamin, Servizio bibliotecario nazionale ed evoluzione dei sistemi informatici, in Il linguaggio della biblioteca. Scritti in onore di Diego Maltese, a cura di Mauro Guerrini. Milano: Bibliografica, 1996, p. 141-145.

[33] Università degli studi di Trento, Biblioteca d'ateneo, Università: quale biblioteca?: atti del seminario-dibattito, Trento, 25 marzo 1994; a cura di Rodolfo Taiani. Trento: Università degli studi di Trento, 1995 (Collana di pubblicazioni della Biblioteca d'ateneo dell'Università degli studi di Trento. Quaderni; 2). Si vedano in particolare: Aldo Chiocchetti, Reti informatiche e organizzazione del lavoro in biblioteca: l'esperienza della Biblioteca di ateneo dell'Università degli studi di Trento; Adriana Magarotto, Anchors on Web: ricerca e servizi documentali basati su un protocollo di cooperazione telematica di grande successo (HTML/WWW);
Anna Maria Tammaro, I protocolli OSI per le biblioteche, "Biblioteche oggi", 13 (1995), n. 2, p. 52-61.

[34] L'automazione delle biblioteche nel Veneto: dalla catalogazione all'informazione: Venezia, Palazzo Querini Stampalia, 15-16 dicembre 1995, a cura di Chiara Rabitti. [Venezia]: Fondazione Scientifica Querini Stampalia, stampa 1996 (Collana Queriniana).

[35] Franco Fanelli - Stefano Gambari, Sperimentare il multimediale, "Biblioteche oggi", 14 (1996), n. 4, p. 58-63;
Riccardo Ridi, Istruzione all'uso dei CD-ROM: quanta, quale, quando, "Biblioteche oggi", 14 (1996), n. 9, p. 26-34. [Intervento alla giornata di studio "CD-ROM nelle biblioteche toscane: prospettive e proposte di cooperazione", Pisa, 15 aprile 1996. Anche col titolo Istruzione all'uso dei CD-ROM: alfabetizzazione informatica e bibliografica, "ESB forum". Consultabile su: <http://www.burioni.it/forum/ridi-cdist.htm> (ultima consultazione: 10/10/01).

[36] L' automazione delle biblioteche nel Veneto: l'irruzione della multimedialita:Venezia, Giardini di castello: 5-6 dicembre 1997, a cura di Chiara Rabitti [Venezia]: Fondazione Scientifica Querini Stampalia, stampa 1999 (Collana Queriniana).

[37] Fernanda Canepa, Ateneo di Genova e Biblioteca Berio: una cooperazione su Internet, "Vedi anche", 9 (1997), n. 1/2, p. 6. Seguono, a p. 7, Lucia Casanova, Le fasi operative del progetto, e Gregorio Montanari, L'elaborazione dei dati.

[38] From database networking to the digital library: atti degli incontri organizzati dal Centro di ateneo per le biblioteche con il patrocinio dell'Università degli studi di Padova, Padova, 5-6 marzo 1997, a cura di Luca Bardi, Luca Ciano, Marina Corbolante. Padova: Unipress, 1997.

[39] Una parte dei documenti e degli interventi dei componenti del gruppo di lavoro sono consultabili e scaricabili alla pagina: <http://www.crui.it/forum-bibl/index.html> (ultima consultazione: 10/10/01).

[40] Biblioteche, clicca qui: reti telematiche e sviluppo della cooperazione tra le biblioteche in Toscana: atti del seminario, Empoli, 5 giugno 1998 , a cura di Maria Stella Rasetti. Empoli: Rea.net, 1998.

[41] Giornata di studio: "l prestito interbibliotecario.Problematiche generali e servizi locali, Udine, 13 novembre 1998;
Centro Provinciale di Documentazione Di Modena, Istituzione della Provincia di Modena, in collaborazione con l'Associazione Italiana Biblioteche, con il patrocinio dell'Istituto Beni Artistici Culturali Naturali Regione Emilia-Romagna, Convegno: Servizi formativi e informativi in rete, Modena, 3-4 giugno 1999.

[42] Anna Maria Tammaro (con la collaborazione di Francesca Landi), La biblioteca universitaria quantificabile, "Biblioteche oggi", 15 (1997), n. 2, p. 66-77;
Serafina Spinelli, Problemi di valutazione: qualche elemento per un approccio sistemico, "Bibliotime", n.s. 1 (1998), n. 2, <http://www.spbo.unibo.it/bibliotime/num-i-2/spinelli.htm> (ultima consultazione: 10/10/01);
Amministrazione Provinciale di Grosseto, Comune di Follonica-Biblioteca Comunale, Associazione Italiana Biblioteche, con il patrocinio della Regione Toscana, La biblioteca un servizio in rete: Quali strumenti per le reti bibliotecarie? La gestione delle collezioni e i servizi di rete: acquisti, valutazione, revisione. Follonica, 1-2 ottobre 1998.

[43] Legge regionale 1 luglio 1999, n. 35 (Disciplina in materia di biblioteche di enti locali e di interesse locale e di archivi di enti locali). Consultabile su: <http://www.cultura.regione.toscana.it/leggir/lr35_99.htm> (ultima consultazione: 10/10/01). Si veda in particolare il seguente articolo: "ARTICOLO 5 (Le reti locali)
1. La rete locale costituisce la modalità ordinaria di gestione delle attività e dei servizi documentari integrati. Essa è lo strumento che realizza la condivisione delle risorse interne e la piena utilizzazione di quelle esterne alla rete.
2. Alla costituzione della rete locale provvedono gli enti locali interessati, sulla base dei requisiti essenziali stabiliti dal Piano d'Indirizzo di cui all'art. 2 della LR 1 febbraio 1995, n. 14. Al momento della sua costituzione, gli enti locali adottano una carta dei servizi i cui contenuti sono periodicamente aggiornati.
3. Alla rete locale possono partecipare, oltre alle biblioteche e agli archivi degli enti locali, le biblioteche di interesse locale, nonché gli istituti bibliotecari, archivistici e documentari, pubblici e privati, presenti nel territorio di riferimento.
4. Per ciascuna rete, i soggetti interessati, individuano uno o più istituti, fra quelli aderenti alla rete, quali responsabili del coordinamento dei servizi di rete, sulla base dei requisiti stabiliti dal Piano d'Indirizzo della LR 14/1995.
5. Le reti locali, assieme alla Regione, costituiscono la rete documentaria regionale.
6. La Regione incentiva, anche con i propri finanziamenti, la costituzione, il funzionamento e lo sviluppo di reti locali.
7. I finanziamenti regionali destinati alle reti locali sulla base del Piano d'Indirizzo della LR 14/1995, sono assegnati dalle Province agli istituti attuatori dei progetti di rete.
8. Le reti locali sono tenute a comunicare i dati per la statistica. L'avvenuta comunicazione dei dati è condizione per l'accesso ai finanziamenti regionali.

[44] Si veda il dibattito sviluppato su AIB-CUR a questo proposito: <http://list.cineca.it/archives/aib-cur.html> (ultima consultazione: 10/10/01). Si vedano inoltre le relative proposte AIB: <https://www.aib.it/aib/cen/l142c.htm> (ultima consultazione: 10/10/01).

[45] Biblioteche in rete: prestito interbibliotecario e qualità dei servizi, incontro nell'ambito della Manifestazione "Dire e fare nella pubblica amministrazione", tenutosi il 23 novembre ad Arezzo;
Associazione Italiana Biblioteche, Commissione Nazionale Biblioteche Pubbliche, in collaborazione con Istituzione Biblioteca Civica Bertoliana - Centro Servizi Provinciale di Vicenza, Amministrazione Provinciale di Vicenza, Palla al "Centro". Primo incontro nazionale dei Centri servizi per le biblioteche pubbliche. Vicenza 2 giugno 2000. Relazioni consultabili su: <https://www.aib.it/aib/commiss/cnbp/centro.htm> (ultima consultazione: 10/10/01);
AIB, Commissione nazionale Biblioteche pubbliche. "Palla al centro": incontro nazionale dei Centri servizi per le biblioteche pubbliche, convegno tenutosi il 25 ottobre 2000 nell'ambito del XLVII Congresso nazionale AIB "AIB2000". Relazioni consultabili alle pagine: <https://www.aib.it/aib/congr/c47/c47.htm> (ultima consultazione: 10/10/01);
Giornata di studi sui sistemi bibliotecari ed archivistici della provincia di Firenze, dal titolo Reti documentarie come e perché? organizzata dalla Provincia di Firenze, Servizio Beni Culturali, tenutasi il giorno 13 giugno 2000 a Firenze;
Regione Toscana, Giunta regionale - Associazione italiana biblioteche Sezione Toscana. 1° conferenza delle reti documentarie della Toscana. Dalle politiche di cooperazione alla qualità del servizio. Firenze, 22-23 gennaio 2001.



[*] Questo articolo riprende il testo della relazione presentata in occasione del Convegno di studio su Reti, cooperazione, biblioteche, tenutosi ad Aviano il 24 febbraio 2001, organizzato dall'AIB Sezione Friuli-Venezia Giulia e dal Comune di Aviano, con il patrocinio della Provincia di Pordenone.

«Bibliotime», anno IV, numero 3 (novembre 2001)


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