«Bibliotime», anno VI, numero 1 (marzo 2003)

Precedente Home Successiva



Claudio Gnoli

Coordinazione, ordine di citazione e livelli integrativi in ambiente digitale *



Nell'ambito del recente studio per il rinnovamento del "Soggettario" della BNCF [1], è stata tra l'altro riproposta l'attenzione alle modalità con cui i cataloghi in rete trattano le informazioni semantiche. Come è noto, la potenza espressiva dei sistemi di soggettazione e di classificazione nelle nostre biblioteche non è pienamente sfruttata: a penalizzarli, infatti, concorrono sia una pratica di catalogazione ancora scarsamente basata su principi rigorosi e coerenti, quali sono invece quelli individuati dalla "Guida GRIS" [2], sia il loro inadeguato utilizzo nei cataloghi in rete, dove, quando pur sono presenti, spesso vengono relegati a campi secondari, non pienamente interrogabili e navigabili [3, 4 p. 254-258].

Tra le caratteristiche metodologiche raccomandate dallo "Studio" vi è la precoordinazione, ossia la formulazione di soggetti nei quali i diversi descrittori siano giustapposti a costituire un'unica stringa che esprima il contenuto del documento, piuttosto che rimanere indipendenti e associabili in una specifica combinazione solo nella fase di interrogazione (postcoordinazione). Quest'ultimo sistema è invece più comune nelle bibliografie digitali, che spesso per indicizzare ciascun documento utilizzano un semplice insieme di parole-chiave sciolte, attribuite dagli indicizzatori oppure dagli stessi autori.

La scelta della precoordinazione può apparire controcorrente rispetto alla tendenza degli ambienti digitali, nei quali le tecniche di information retrieval permettono di combinare facilmente al momento della ricerca i termini desiderati, fornendo in risposta un insieme di schede risultante dall'intersezione di tutte le condizioni poste dall'utente [5]. Gli autori dello studio, però, ricordano che anche soggetti inseriti nel catalogo in forma precoordinata, e in tale forma visualizzati, possono essere ricercati dall'utente in modo postcoordinato, ossia richiedendo singoli descrittori [6]. Per esempio, il descrittore Francia può comparire in molte stringhe di soggetto in posizioni e con ruoli diversi: come concetto chiave, come ambito geografico di studio di un determinato problema, e così via. Ad esempio, nell'opac dell'Università di Pavia [7] troviamo:

...
FILOSOFIA POLITICA - FRANCIA - SEC. 18 (1)
FILOSOFIA POLITICA - FRANCIA - SEC. 19. (1)
FILOSOFIA - STUDI - FRANCIA - SEC. 20. (1)
FINANZA STATALE - AMMINISTRAZIONE - FRANCIA (1)
FLAUTO TRAVERSO - COSTRUZIONE - FRANCIA - SECC. XVII-XX (1)
FONDAZIONI (DIRITTO) - FRANCIA (1)
FONDI COMUNI DI INVESTIMENTO - FRANCIA (1)
FORMAZIONE PROFESSIONALE - FRANCIA (1)
FORMAZIONE PROFESSIONALE - VALUTAZIONE - FRANCIA (1)
FORTIFICAZIONI - FRANCIA (1)
FORTIFICAZIONI - FRANCIA - MEDIOEVO (1)
FORTIFICAZIONI - FRANCIA MERIDIONALE - STORIA - MEDIOEVO (1)
FORTIFICAZIONI - FRANCIA - STORIA - ORIGINI-SEC. 20. (1)
FRANCESCO (RE DI FRANCIA ; 1.) (2)
FRANCIA - 1108-1137 - DOCUMENTI - EDIZIONE CRITICA (1)
FRANCIA - 1648-1653 - ICONOGRAFIA (1)
FRANCIA - AMBIENTE SOCIALE - RIABILITAZIONE (1)
FRANCIA - AMMINISTRAZIONE PUBBLICA - 1945-1993 (1)
FRANCIA - AMMINISTRAZIONE PUBBLICA - ASPETTI ETICI
...

Cercando "Francia" nel campo del soggetto, l'utente dovrebbe poter recuperare tutte queste registrazioni, indipendentemente dalla posizione del termine Francia in ciascuna di esse; tuttavia, in molti cataloghi in rete purtroppo non è così. Ad esempio, nel software per opac EasyWeb, adottato da numerosi cataloghi italiani compreso quello pavese, i descrittori in posizione diversa dalla prima vengono recuperati solo nella modalità di ricerca per campi; nella ricerca per liste, invece, nel primo insieme di risultati proposto tali voci non compaiono: per ottenerle è necessario utilizzare una funzione disponibile solo in una seconda fase, indicata nell'interfaccia con la didascalia "ricerca per termini nella lista", tra l'altro poco visibile e non immediatamente comprensibile agli utenti inesperti.

A questo proposito lo studio raccomanda: "Il sottosistema per l'utente dovrebbe mettere a disposizione modalità di ricerca trasparenti e di facile comprensione e impiego per lo scorrimento e la navigazione attraverso le relazioni semantiche del vocabolario, per la navigazione dai termini alle stringhe che contengono quei termini ed infine dalle stringhe ai documenti collegati." In relazione a questi requisiti funzionali, il Nucleo operativo per l'opac di ateneo dell'Università di Pavia, coordinato da Paolo Nassi, si propone di studiare lo sviluppo di nuove funzionalità nelle interfacce di EasyWeb, in modo da rispondere più efficacemente alle esigenze della ricerca semantica.

In questo quadro appare chiaro come, ai fini di un accesso per soggetti efficace, abbia grande importanza l'impiego di criteri logici coerenti nella formulazione delle stringhe. Lo studio a questo proposito si rifà chiaramente all'esperienza del GRIS: come si esprime la "Guida all'indicizzazione per soggetto" [2 sezione 2.1.3], "allo scopo di garantire l'intelligibilità delle stringhe di soggetto e una loro coerente formulazione, occorre che la disposizione dei termini all'interno di ogni stringa sia fondata su criteri logico-linguistici, dipenda cioè dalla funzione logica che ciascun concetto adempie nella definizione del soggetto". Nell'identificare i metodi per tale analisi logico-linguistica, la guida del GRIS è a sua volta ispirata al sistema di soggettazione PRECIS, sviluppato negli anni Settanta dal Classification research group inglese e a lungo applicato alla British national bibliography [4, 8]. In questo approccio, i concetti che costituiscono un soggetto vengono distinti in categorie semantiche [2 sezione 3.2]:

  • agenti (organismi, persone e gruppi, organizzazioni)
  • attività (azioni, avvenimenti, processi, discipline)
  • strumenti (oggetti e attrezzature, strutture, forme, credenze e sistemi ideologici)
  • proprietà
  • materiali
  • spazio
  • tempo
  • L'identificazione della categoria a cui un concetto appartiene contribuisce anche ad indivuare il suo ruolo nella stringa di soggetto; su una successione standard di tali ruoli (concetto chiave, azioni, agenti, strumenti, ecc.) è fondata la definizione dell'ordine di citazione corretto, applicando il quale si ottiene appunto una strutturazione della stringa di soggetto coerente con il resto del sistema. Questo tipo di ordine è stato sperimentato anche per l'indice sistematico della sezione "Contributi" di "AIB-Web" [9].

    L'idea di categorie da citare secondo un ordine standard può essere fatta risalire alla teoria dell'analisi a faccette di Ranganathan, secondo il quale le categorie fondamentali (ispirate probabilmente dagli studi scientifici e filosofici di fine Ottocento, ma in parte rintracciabili anche nella filosofia jainista [10]), sono:

  • personalità
  • materia o proprietà
  • energia
  • spazio
  • tempo
  • e conviene siano disposte in quest'ordine (abbreviato con la sigla PMEST) nel determinare la notazione corrispondente ad una certa classe dello schema della Colon classification -- ovvero nella seconda parte del procedimento analitico-sintetico che, dopo la scomposizione del contenuto di un documento nei suoi aspetti (facet [11]), permette appunto la loro coordinazione in una sequenza standard. Ad esempio:

    (medicina) polmoni -- tubercolosi -- trattamento -- raggi X -- India -- 1950

    polmoni = personalità
    tubercolosi = materia/proprietà
    trattamento = energia
    raggi X = personalità 2
    India = spazio
    1950 = tempo

    L'ordine di citazione, dunque, fornisce un criterio conveniente e coerente secondo il quale si succedono gli elementi componenti i soggetti oppure le classi: nel primo caso in un catalogo per soggetti, anche sottoforma di lista consultabile attraverso un elaboratore; nel secondo in un catalogo sistematico, ed eventualmente nella collocazione dei documenti sugli scaffali fisici della biblioteca, o negli scaffali virtuali di un archivio digitale. (Non a caso uno dei testi più autorevoli sull'indicizzazione semantica, quello di A. C. Foskett [12], organizza la sua efficacissima esposizione considerando in generale principi e tecniche validi tanto per la soggettazione quanto per la classificazione; è interessante notare che il suo titolo originale, "The subject approach to information", praticamente identico al sottotitolo di questo seminario, è diventato nella traduzione italiana semplicemente "Il soggetto": il che, tra le altre cose, probabilmente riflette lo scarso interesse nel nostro paese per le applicazioni della classificazione.)

    A questo punto, può essere interessante considerare un sistema di indicizzazione semantica che, invece, è strutturato in modo sostanzialmente postcoordinato: la Mathematics subject classification, schema di classificazione mantenuto dall'American mathematical society e ampiamente applicato nei principali repertori bibliografici della letteratura matematica, comprese le loro versioni in rete [13-14]. La MSC si articola in tre livelli gerarchici, dei quali il primo comprende 63 classi espresse da due cifre, il secondo è costituito da sottoclassi (fino a 24 per ogni classe) espresse da una lettera maiuscola, e il terzo da sottosottoclassi, a volte corrispondenti a una "faccetta di genere" ("general reference works/historical/proceedings/data analysis/..."), espresse da altre due cifre. Possono essere utilizzati solo il primo, il primo e il secondo, oppure tutti e tre i livelli, a seconda delle esigenze della bibliografia, del catalogo o del sistema di collocazione al quale si applica la classificazione.

    35
    35J
    35J70
    Partial differential equations
    Partial differential equations of elliptic type
    Elliptic partial differential equations of degenerate type

    Fin qui, la struttura della MSC può essere assimilata a quella di una tipica classificazione gerarchica, come la CDD: l'unica e limitata possibilità di precoordinazione è offerta, per alcune classi, dalle due cifre finali di genere, assimilabili alle "suddivisioni standard" della CDD. La possibilità di specificare i contenuti, come si vede, è quindi limitata a tre livelli; questo tuttavia non impedisce una classificazione accurata: in primo luogo perché classi e sottoclassi sono molto numerose, tanto da ricordare addirittura una classificazione enumerativa (come la LCC); in secondo luogo grazie alla pratica di assegnare a ciascun documento numerosi codici di classe diversi. Infatti, le sottodiscipline della matematica, espresse con i primi due livelli, si caratterizzano per essere strettamente interconnesse tra loro: così che, ad esempio, un articolo di analisi matematica sulle equazioni differenziali parziali (35) può comprendere anche riferimenti alle equazioni differenziali ordinarie (34), alla teoria degli operatori (47) e al calcolo delle variazioni (49), o anche a varie discipline applicate.

    98d:47101 Gianazza, Ugo; Vespri, Vincenzo Generation of analytic semigroups by degenerate elliptic operators. NoDEA Nonlinear Differential Equations Appl. 4 (1997), no. 3, 305--324. (Reviewer: Gabriele Grillo) 47F05 (35J70 47D06)

    97h:35077 Gianazza, Ugo; Savaré, Giuseppe Abstract evolution equations on variable domains: an approach by minimizing movements. Ann. Scuola Norm. Sup. Pisa Cl. Sci. (4) 23 (1996), no. 1, 149--178. (Reviewer: W. P. Ziemer) 35K22 (34G20 47N20 49Q20)

    L'ordine delle classi principali della MSC risale all'indice per discipline del "Zentralblatt für Mathematik" negli anni Trenta, ed è stato poi arricchito della notazione fra 1957 e 1958 per applicarlo ai "Mathematical reviews" [15]; tale ordine esprime in qualche misura le interconnessioni fra i settori della matematica: quelli più fondamentali, generali e astratti (logica, fondamenti della matematica, teoria degli insiemi) sono elencati per primi, seguiti da quelli più centrali e classici (algebra, analisi, geometria) e da quelli tipicamente strumentali (statistica, informatica), mentre per ultime compaiono le applicazioni della matematica a discipline scientifiche e tecnologiche (metodi matematici dell'economia, della fisica, della biologia, ecc.).

    00-xx General
    01-xx History and biography
    03-xx Mathematical logic and foundations
    05-xx Combinatorics
    06-xx Order, lattices, ordered algebraic structures
    08-xx General algebraic systems
    11-xx Number theory
    12-xx Field theory and polynomials
    13-xx Commutative rings and algebras
    14-xx Algebraic geometry
    15-xx Linear and multilinear algebra; matrix theory
    16-xx Associative rings and algebras
    17-xx Nonassociative rings and algebras
    18-xx Category theory; homological algebra
    19-xx $K$-theory
    20-xx Group theory and generalizations
    22-xx Topological groups, Lie groups
    26-xx Real functions
    28-xx Measure and integration
    30-xx Functions of a complex variable
    31-xx Potential theory
    32-xx Several complex variables and analytic spaces
    33-xx Special functions
    34-xx Ordinary differential equations
    35-xx Partial differential equations
    37-xx Dynamical systems and ergodic theory
    39-xx Difference and functional equations
    40-xx Sequences, series, summability
    41-xx Approximations and expansions
    42-xx Fourier analysis
    43-xx Abstract harmonic analysis
    44-xx Integral transforms, operational calculus
    45-xx Integral equations
    46-xx Functional analysis
    47-xx Operator theory
    49-xx Calculus of variations and optimal control; optimization
    51-xx Geometry
    52-xx Convex and discrete geometry
    53-xx Differential geometry
    54-xx General topology
    55-xx Algebraic topology
    57-xx Manifolds and cell complexes
    58-xx Global analysis, analysis on manifolds
    60-xx Probability theory and stochastic processes
    62-xx Statistics
    65-xx Numerical analysis
    68-xx Computer science
    70-xx Mechanics of particles and systems
    73-xx This section has been deleted
    74-xx Mechanics of deformable solids
    76-xx Fluid mechanics
    78-xx Optics, electromagnetic theory
    80-xx Classical thermodynamics, heat transfer
    81-xx Quantum theory
    82-xx Statistical mechanics, structure of matter
    83-xx Relativity and gravitational theory
    85-xx Astronomy and astrophysics
    86-xx Geophysics
    90-xx Operations research, mathematical programming
    91-xx Game theory, economics, social and behavioral sciences
    92-xx Biology and other natural sciences
    93-xx Systems theory; control
    94-xx Information and communication, circuits
    97-xx Mathematics education

    I numerosi codici di classe assegnati ad un dato documento, talvolta anche una dozzina, sono semplicemente giustapposti, separati da spazi, come delle parole-chiave, senza che le relazioni fra l'uno e l'altro siano espresse in un modo particolare: per questo possiamo considerare l'approccio adottato dalla MSC prevalentemente postcoordinato. Ai fini della ricerca in ambiente digitale, questo sistema risulta assai pratico, in quanto la richiesta di una determinata classe produce in risposta tutti i documenti che contengono almeno il codice di quella classe, ciascuno affiancato dai codici degli altri aspetti che in quel particolare documento vengono considerati in relazione ad esso. In altre parole, è qui massima l'espressività della notazione ai fini della ricerca digitale; quando invece nella CDD essa è carente, in quanto non esiste una scomposizione del contenuto nei concetti elementari. Anche le suddivisioni comuni della CDD, che rappresentano una sorta di embrionali faccette, sono espresse con pezzi di notazione attaccati al resto delle cifre, identificabili solo per l'essere introdotte da uno 0: in un archivio digitale, perciò, sarebbe possibile ricercarle separatamente solo attraverso algoritmi abbastanza complessi, capaci di analizzare singole porzioni di un termine, di fatto non disponibili negli opac e nelle bibliografie digitali attualmente diffusi (pur essendo previsti da UNIMARC [16]).

    Viene naturale, a questo punto, chiedersi secondo quale ordine debbano essere disposte le diverse classi della MSC che descrivono uno stesso documento. In base al principio di inversione [12], ad esempio, questo ordine potrebbe essere quello inverso alla successione delle classi principali: ossia, in questo caso, prima le discipline matematiche più applicative e poi quelle più fondamentali. Invece, nella documentazione che accompagna la versione in rete della classificazione non viene raccomandato alcun ordine particolare, se non la precedenza a una delle classi che appaia costituire l'oggetto principale del documento, che ricorda la voce principale della vecchia teoria della soggettazione:

    "Every item in the [Mathematical Reviews database] receives precisely one primary classification, which is simply the MSC code that describes its principal contribution. When an item contains several principal contributions to different areas, the primary classification should cover the most important among them. A paper or book may be assigned one or several secondary classification numbers to cover any principal contributions, ancillary results, motivation or origin of the matters discussed, intended or potential field of application, or other significant aspects worthy of notice." [17]
    Sia nella versione digitale che in quella cartacea, dunque, all'interno delle schede viene riportata per prima la classe "primary", seguita dalle altre racchiuse tra parentesi e disposte in ordine crescente di classe. L'ordine di citazione interno di tali classi "secondary" risulta quindi essere lo stesso ordine delle classi principali, piuttosto che il suo inverso: ma, più che di una scelta consapevole delle implicazioni per l'indicizzazione, sembra trattarsi di una semplice convenzione.

    L'ordine delle classi principali della MSC, che procede dalle discipline fondanti a quelle da esse derivate, ricorda quello basato sui livelli integrativi, proposto in lavori realizzati negli anni Sessanta dal Classification research group. La teoria dei livelli integrativi, esposta da scienziati e filosofi quali Joseph Needham [18], Alex B. Novikoff [19] e James K. Feibleman [20], ma rintracciabile anche nell'ontologia tedesca [21], considera come gli oggetti della realtà naturale si possano ricondurre a livelli di complessità crescente: il livello atomico, studiato dalla fisica, quello molecolare, studiato dalla chimica, quelli cellulare e organico, studiati dalla biologia, quello delle popolazioni, studiato da demografia e sociologia, quello degli artefatti umani, studiato dall'ingegneria e dalle discipline umanistiche, e così via. Ciascun livello è fondato sui precedenti (non possono esistere molecole che non siano formate di atomi, o popolazioni che non siano formate da individui), e al tempo stesso se ne differenzia in quanto manifesta proprietà emergenti nuove (la vita e la morte sono proprietà degli organismi ma non delle singole molecole che li compongono).

    In questa prospettiva appare naturale pensare di disporre le classi principali di una classificazione secondo la successione dei livelli integrativi, ossia un ordine di complessità e strutturazione crescenti. Il Classification research group compì approfonditi studi in questa direzione [22], abbozzando una classificazione di questo tipo, ma fu successivamente distolto dall'impresa da fattori contingenti, tra i quali l'impegno nella realizzazione dello stesso PRECIS e della seconda edizione della Bliss bibliographic classification (BC2) [23]. Anche le classi principali della BC2, peraltro, seguono un ordine di "specializzazione crescente" (gradation in speciality) [24], già messo a punto decenni prima, in seguito a lunghe riflessioni, dallo stesso ideatore della classificazione originale, Henry Evelyn Bliss: nella BC2, infatti, le discipline più fondamentali e generali, come la fisica e la chimica, precedono quelle che si occupano di fenomeni più specifici, come la biologia, la sociologia, ecc. Tale ordine è sostanzialmente in accordo con la teoria dei livelli integrativi, come viene esplicitamente riconosciuto nell'introduzione della BC2 [25]; nessuno degli altri principali schemi di classificazione considera esplicitamente questo principio [26].

    Per ottenere una successione efficace delle classi composte, appunto dal fondamentale allo specifico, in base al principio di inversione conviene che esse si susseguano secondo un ordine inverso all'ordine di citazione: perciò, nell'ordine di citazione dovrebbero comparire prima le classi che compaiono per ultime nelle tavole, ossia quelle di livello integrativo maggiore [27]. Ad esempio, se nelle tavole le classi principali sono

    Fisica
    Chimica
    Biologia
    Sociologia
    ...

    il contenuto di un documento che tratti degli aspetti fisici di un fenomeno biologico dovrà essere espresso ponendo prima la faccetta biologica e poi quella fisica:

    vita sociale -- api -- peso corporeo

    cosicché nella lista delle classi si ottenga:

    ...
    api
    api -- peso corporeo
    ...
    vita sociale
    vita sociale -- peso corporeo
    vita sociale -- api
    vita sociale -- api -- peso corporeo
    ...

    A questa conclusione pervenne anche una delle direzioni di sviluppo degli studi del CRG [28]: abbozzando una serie di classi principali del tipo

    ...
    3 : Atomi
    4 : Molecule
    5 : Raggruppamenti di molecole
    6 : Cellule
    7 : Organismi
    8 : Esseri umani
    9 : Società umane

    si previde di esprimere il contenuto di un documento sulle interazioni biochimiche nell'uomo secondo l'ordine di combinazione 8x 7y 4z (dove x, y e z sono notazioni per singoli oggetti (isolati) di quel livello); nonché di un documento sulla biochimica generale con 7y 4z, e di un documento sulla chimica con 4z, così da ottenere

    ...
    4z
    ...
    7y 4z
    ...
    8x 7y 4z
    ...
     
    Chimica
     
    Biochimica generale
     
    Interazioni biochimiche nell'uomo
     

    I livelli integrativi, quindi, offrono un criterio definibile oggettivamente per stabilire un ordine di citazione utile, in aggiunta o in alternativa al principio di successione dei ruoli (con il quale d'altra parte non è escluso abbia qualche relazione ontologica).

    Come si vede, diversi raffinati principi elaborati negli scorsi decenni dalla teoria dell'indicizzazione semantica attendono ancora di essere applicati e sperimentati nella gestione di grandi masse di documenti, quali quelle che abbiamo di fronte nel caso degli indici digitali [29]: per essi, come e ancora più che per gli indici cartacei, affidarsi a modalità di ricerca approssimative non potrà che produrre risultati poveri e parziali; mentre il massimo recupero di informazioni potrà essere permesso solo da un'indicizzazione fondata su principi precisi e coerenti.

    Claudio Gnoli, Biblioteca del Dipartimento di matematica - Università di Pavia, e-mail: gnoli@aib.it


    Note

    * Questo articolo riprende il testo della relazione tenuta in occasione del Seminario "L'Indicizzazione: problemi e prospettive dell'approccio semantico all'informazione", Modena, 16 dicembre 2002.

    Note

    [1] Biblioteca nazionale centrale di Firenze, Per un nuovo Soggettario. Milano, Editrice bibliografica, 2002.

    [2] AIB. Gruppo di ricerca sull'indicizzazione per soggetto, Guida all'indicizzazione per soggetto. Roma, AIB, 1996. Versione sperimentale WWW a <https://www.aib.it/aib/gris/gris.htm>.

    [3] Rossana Morriello, OPAC punto e a CAPO. Quali cataloghi per il recupero delle informazioni bibliografiche in linea [resoconto del Seminario AIB-Web 4, Roma, 4 ottobre 2001]. "AIB notizie", 13 (2001) 10, p. 6-7. Anche a <https://www.aib.it/aib/editoria/n13/01-10morriello.htm>, 2001.

    [4] Diego Maltese, Alberto Petrucciani, Un'esperienza di indicizzazione per soggetto. Materiali per la versione italiana del PRECIS. Roma, AIB, 1998.

    [5] Claudio Gnoli, Indicizzazione semantica nell'era digitale, in Il progetto di rinnovamento del Soggettario, tavola rotonda a cura di BNCF e GRIS, Roma, 17 ottobre 2002 (49' congresso AIB). Anche in ESB forum <http://www.burioni.it/forum/gnoli-sem.htm>, 2002.

    [6] Per una difesa dell'utilità della precoordinazione si veda anche: Thomas Mann, Is precoordination unnecessary in LCSH? Are web sites more important to catalog than book? A reference librarian's thoughts on the future of bibliografic control, in Bicentennial conference on bibliographic control for the new millennium, Washington, Library of Congress, November 15-17, 2000. Anche a <http://lcweb.loc.gov/catdir/bibcontrol/mann_paper.html>, 2001.

    [7] Università degli studi di Pavia. Sistema bibliotecario di ateneo. OPAC. <http://opac.unipv.it/opac/ricerche.html>.

    [8] Derek Austin, PRECIS. A manual of concept analysis and subject indexing, with assistance from Mary Dykstra. 2. ed. London, British library. Bibliographic services division, 1984.

    [9] AIB-Web. Contributi, a cura di Claudio Gnoli. <https://www.aib.it/aib/contr/contr.htm>.

    [10] Grazie ad Eugenio Gatto per i dettagliati chiarimenti su questi e altri aspetti della CC. Si veda anche: Maria Cristina Lavazza, La Colon Classification. Struttura, radici filosofiche e diffusione, in AIB-Web. Contributi. <https://www.aib.it/aib/contr/lavazza1.htm>, 2001.

    [11] Il termine inglese facet è di solito reso in italiano con "faccetta", che però manca dello stesso significato traslato; come nota Gatto, sarebbe traducibile meglio con "dimensione", da cui si potrebbe parlare anche di classificazione multidimensionale. Quest'ultimo termine è effettivamente impiegato proprio in questo senso in studi esterni all'ambito biblioteconomico, come: Giovanni Maria Sacco, Dynamic taxonomies: a model for large information bases. "IEEE transactions on knowledge and data engineering", 12 (2000) 3. Anche a <http://www.di.unito.it/~sacco/k0468.pdf>.

    [12] A. C. Foskett, The subject approach to information. 5. ed. London, Library association, 1996. Trad. it.: Il soggetto. Milano, Editrice bibliografica, 2001.

    [13] Mathematics subject classification. American mathematical society <http://www.ams.org/msc/>, c2002.

    [14] Antonella De Robbio, Dario Maguolo, Alberto Marini, La versione draft 2000 della Mathematics subject classification. How is mathematics moving on? "Bollettino AIB", 39 (1999) 1-2, p. 81-94.

    [15] Sono grato al prof. Ugo Gianazza, del Dipartimento di Matematica dell'Università di Pavia, per avermi aiutato in questa ricostruzione, condividendo volentieri l'interesse per la questione.

    [16] "661-668: Number building fields. Provide instructions for the classifier in building class numbers from sources within the schedule and tables. The fields are heavily coded and are intended for use in computer processing, to allow the system to do the necessary computations to create synthesised numbers. [...] 665: Synthesised number components. This field may be used to trace components of a synthesised number, showing how the number is formed and where the add instructions appear. It facilitates computer manipulation of synthesised numbers to indicate separately parts of numbers for which it may be desirable to search explicitly, and for computer validation of correct number building. Very useful for classification schemes like DDC and UDC.".

    [17] How to use the Mathematics subject classification (MSC). American mathematical society <http://www.ams.org/msc/usemsc.html>, c2002.

    [18] Joseph Needham, Integrative levels, in Moulds on understanding. A pattern of natural philosophy, Gary Werksey editor. London, Allen & Unwin, 1976.

    [19] Alex B. Novikoff, The concept of integrative levels and biology. "Science", 101 (1945), p. 209-215.

    [20] James K. Feibleman, The integrative levels in nature. "British journal for the philosophy of science", 1954, 5. Anche in Focus on information, Barbara Kyle editor. London, ASLIB, 1965, p. 27-41.

    [21] Roberto Poli, The basic problem of the theory of levels of reality. "Axiomathes", 12 (2001), 3-4. Anche a <http://www.mitteleuropafoundation.it/RP/PoliPapers.htm>.

    [22] Derek Austin, The theory of integrative levels reconsidered as the basis of a general classification, in Classification and information control. London, Library association, 1969, p. 85-.

    [23] D. J. Foskett, The theory of integrative levels and its relevance to the design of information systems. "ASLIB proceedings", 30 (1978) 6, p. 202-208. Trad. it. di Beatrice Della Siega: "Biblioteche oggi", in prep.

    [24] J. Mills, Vanda Broughton, Bliss bibliographic classification, second edition. Introduction and auxiliary schedules. London, Boston, Butterworths, 1977, p. 51, section 6.213.31.

    [25] "Gradation is a theoretical order of the sub-disciplines of science. It correlates quite strongly with another theoretical order, that of integrative levels, which has proved of considerable value in classification theory in the last decade or so and may be said to give additional point to the theory of gradation". Mills & Broughton, cit., p. 51, section 6.213.32.

    [26] In particolare la Colon classification, che si fonda su una profonda analisi dei criteri più utili per la disposizione dei soggetti, considera diversi principi per la determinazione della sequenza delle classi, da applicare però in vario grado a seconda dell'opportunità nelle diverse discipline, piuttosto che in senso generale. Tra essi, quelli che appaiono più vicini all'idea dei livelli integrativi sono "later-in-evolution" e "increasing complexity". Vedi: S. R. Ranganathan, Prolegomena to library classification, [assistance] by M. A. Gopinath. 3. ed. Bangalore, Sarada Ranganathan endowment for library science, 1967, part F.

    [27] Mills & Broughton, cit., p. 50, section 6.212.1.

    [28] "The notion of a series of organized wholes of increasing complexity offers an immediate hint of a comprehensive formula for the location and citation order of composite subjects consisting of elements drawn from different levels. This is that the various elements in combinations might be cited in order of decreasing level of complexity, thus giving location under the element belonging to the highest level." E. J. Coates, CRG proposals for a new general classification, in Classification and information control, cit., p. 21.

    [29] Sistemi di presentazione "faceted" vengono sperimentati in svariati siti web, ma raramente sfruttano a fondo la finezza delle tecniche di classificazione analitico-sintetica; per uno degli esperimenti di applicazione a documenti digitali più significativi e pił saldamente ancorati alla teoria biblioteconomica, si veda invece: Vanda Broughton, Facet analytical theory as a basis for a knowledge organization tool in a subject portal, in Challenges in knowledge representation and organization for the 21st century. Integration of knowledge across boundaries. Proceedings of the Seventh international ISKO conference, 10-13 July 2002, Granada, Spain, editors María J. López-Huertas with the assistance of Francisco J. Muñoz-Fernández. Würzburg, Ergon, 2002, p. 135-142. Anche a <http://www.ucl.ac.uk/fatks/paper2.htm>.




    «Bibliotime», anno VI, numero 1 (marzo 2003)

    Precedente Home Successiva


    URL: http://www.spbo.unibo.it/aib/sezioni/emr/bibtime/num-vi-1/gnoli.htm