«Bibliotime», anno VII, numero 3 (novembre 2004)

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Gianmario Merizzi

Classical Music Library: un servizio di ascolto della musica classica per le biblioteche



Sgombriamo subito il campo da possibili equivoci: non si tratta di un iTunes music store per la musica classica. Tuttavia un confronto di massima con il più noto servizio di distribuzione (legale) di musica on line aiuta a focalizzare il nostro oggetto.

Due le differenze maggiori, a mio avviso:

  1. qui la musica non si scarica ma si ascolta in "tempo reale", velocità di connessione permettendo (il download della traccia da parte dell'utente, con relativo esborso a suo carico, è funzionalità attivabile ma accessoria);
  2. il servizio non è rivolto direttamente all'utente finale ma richiede la mediazione organizzativa e finanziaria della biblioteca.

Questo secondo punto merita la nostra attenzione. Se qualcuno ancora pensa che il ruolo delle biblioteche sia destinato ad estinguersi nell'epoca di Internet, beh, ecco una valida smentita. Classical Music Library (<http://www.classical.com>) si qualifica essenzialmente come "the world's first classical music listening service for libraries". Esistono su Internet altri servizi analoghi (come Naxos Music Library, <http://www.naxosmusiclibrary.com>), ma il primato temporale rivendicato è omologabile proprio in virtù della destinazione bibliotecaria di CML. Potremmo pensare che si tratti di una mera scelta commerciale: qui si vende solo fumo (l'ascolto "volatile") e niente arrosto (la registrazione musicale), dunque l'utenza individuale non sarebbe granché interessata a pagare per una sorta di radio "on demand", ma le biblioteche che devono comunque offrire un servizio di ascolto della musica sì. Ad ogni buon conto le biblioteche entrano in certa misura a fare parte di CML anche dalla parte dei bottoni. Accanto ad un management team d'eccellenza, dove siedono tra gli altri Ron Rietdyk e Béla Hatvany, già fondatori di SilverPlatter, Roger Press già dirigente di PolyGram e EMI Classics, e Janice Kuta, già presidente del gruppo editoriale che inaugurò il Grove dictionary of music and musicans on line, esiste un Library advisory board dove troviamo tra gli altri Massimo Gentili Tedeschi, che è un po' la colonna dorsale della biblioteconomia musicale nazionale. Sul sito web è presente inoltre un Library Center destinato a fornire ai bibliotecari le informazioni e la documentazione necessarie per ottimizzare il servizio e istruire l'utenza.

Dunque credenziali di tutto rispetto e "vocazione bibliotecaria" del servizio. Ma cosa offre in concreto CML alle biblioteche e ai loro utenti, e cosa chiede in cambio? Schematizzerò in tre punti: 1. la collezione sonora; 2. l'apparato informativo e informatico; 3. il prezzo e le risorse richieste per far funzionare il servizio.

1. La collezione sonora

Il repertorio di riferimento è quello della musica colta occidentale, "musica classica" nella sua accezione più lata, in ogni caso dal gregoriano alla musica contemporanea. Se qualcuno ha provato a vendervi CML promettendo "tutta la musica classica a disposizione degli utenti della vostra biblioteca", beh, spero che non ci siate cascati. Anche se non esistessero decine di migliaia di composizioni musicali pubblicate su carta ma mai eseguite ed altre decine di migliaia sepolte dalla storia negli anfratti di fondi manoscritti ancora insondabili, lo slogan suonerebbe comunque offensivo del buon senso del bibliotecario medio, anche di quello non specializzato in musica. Tanto più che proprio la ricchezza e l'assortimento della collezione sonora di CML appaiono al momento l'aspetto più debole. Non a caso gli sforzi dell'azienda sembrano attualmente concentrarsi sull'espansione del repertorio attraverso nuovi accordi con le case discografiche. 32 le etichette sinora presenti, tra cui spicca indubbiamente il contributo della EMI Classics. È stato annunciato un poderoso accordo con la BMG Classics che porterebbe ad un raddoppio della collezione, ma ahimè le registrazioni sarebbero disponibili unicamente per le biblioteche americane (USA).

Attualmente vengono dichiarate oltre 37.000 tracce musicali, con un incremento mensile di circa 2.000 tracce. Tracce, appunto. La già citata pubblicità nostrana traduce con "registrazioni", che è termine tendenziosamente più ambiguo. In sostanza CML non è che una raccolta di CD audio il cui contenuto, come è noto, si articola appunto in "tracce" (ing. tracks). Questo significa ovviamente che ci vogliono più tracce per fare un CD, ma significa anche che la maggior parte delle composizioni musicali dal Seicento in poi è rappresentata su CD da più tracce, ad esempio 4 per una sinfonia e anche più di 50 per un'opera lirica. Se aggiungiamo il fatto che un certo numero di opere sono offerte da CML in più esecuzioni (cosa in sé apprezzabilissima), possiamo stimare che le opere presenti non arrivino a 10.000, e se uno considera che il solo Mozart ha più di 600 numeri d'opera... Inoltre, proprio perché basata su reali edizioni discografiche, che come è noto spesso pubblicano degli estratti, CML presenta numerose opere incomplete, per cui non troverete ad esempio la registrazione integrale del Quintetto Op. 13 n. 5 di Boccherini, ma troverete tre esecuzioni/registrazioni del celebre minuetto [1].

Inizialmente l'assortimento della collezione si è ispirato al "canone" musicale proposto dalla Music Library Association (A basic music library: essential scores and sound recordings, 3. ed., Chicago, American Library Association, 1997). Sebbene encomiabile una soluzione di questo tipo è un'arma a doppio taglio. Facciamo due casi concreti: lavorate in una biblioteca di pubblica lettura sostanzialmente priva di una discoteca? Ottimo: con CML vi troverete in un baleno nella condizione di soddisfare le richieste di ascolto di un ampio pubblico di amatori. Siete una biblioteca specializzata che dispone già di una discoteca e ricevete richieste relative a repertori "di nicchia"? Allora è meglio valutare bene: verosimilmente siete già in possesso di buona parte delle opere offerte da CML che, viceversa, in pochi casi vi consentirà di accontentare le richieste più specifiche. Naturalmente nessuno nega che interpretazioni differenti delle medesime opere possano costituire comunque un arricchimento dell'offerta da parte della biblioteca e, in ogni caso, sembra che CML sia cosciente del problema e si stia muovendo, saggiamente, per coprire repertori più specifici, come la musica contemporanea e le opere di autori femminili.

Non si può comunque nascondere la presenza di lacune evidenti anche nel repertorio "di base". Tra i motivi possiamo ipotizzare condizionamenti commerciali legate agli accordi con le case discografiche (difettano ad esempio gli interpreti viventi più blasonati); possiamo invece più fondatamente rilevare, ad esempio, il particolare accento posto sugli autori angloamericani. Ad esempio, se facciamo un browsing per genere e selezioniamo Renaissance/Madrigal troviamo quasi solo compositori inglesi. Ora è vero che il madrigale inglese vanta una tradizione illustre, ma è pur sempre nato da una costola del madrigale italiano, che fu il genere principe della civiltà musicale profana europea del Cinquecento e aprì le porte all'estetica del melodramma. All'ascoltatore italiano (e allo storico musicale di qualsiasi nazione) farà dunque specie questa eccentrica selezione, e ancor più il fatto di non trovare traccia di autori come Jacob Arcadelt o Luca Marenzio. In compenso potete trovarci Bonanza (sì, quella del telefilm).

Come prevedibile, abbastanza frequente è il ricorso a registrazioni datate. Nulla da dire sul loro (eventuale) interesse storico, apprezzabile soprattutto in presenza congiunta di registrazioni più recenti. Meno positiva la ricaduta sull'aspetto interpretativo che vede la musica antica penalizzata da registrazioni degli anni Cinquanta e Sessanta, quando la riscoperta delle prassi esecutive coeve era solo agli albori.

La qualità sonora delle registrazioni appare (anche in questi casi) mediamente buona, spesso molto buona, considerato che lo streaming audio avviene, a scelta dell'utente, a 22 o 64 kbps, valori non eccelsi corrispondenti in termini generali a quelli di una trasmissione radiofonica o di un file MP3 a compressione elevata. Disponendo di una connessione veloce optate per i 64 kb che assicura, nel caso di produzioni recenti, risultati sonori eccellenti. Nelle prove svolte su una rete universitaria i tempi di attesa si sono rivelati minimi e il flusso dei dati sempre uniforme. Il volume delle tracce appare invece piuttosto basso. Se la vostra scheda audio non consente di amplificare sufficientemente il segnale servirà silenzio assoluto nella sala di ascolto. Facilissimo e indolore passare da una traccia all'altra anche senza interrompere l'ascolto corrente. Da ricordare: la tecnologia streaming (= il file audio non è presente sul vostro computer bensì trasmesso in modo frazionato e cancellato dopo la riproduzione) non consente di spostarsi all'interno del brano che, pur con tutte le pause che desiderate, deve essere ascoltato in modo sequenziale, dall'inizio alla fine. È indubbiamente un elemento di arcaicità insito in questa tecnologia; nelle prove che abbiamo condotto è risultato aggravato dal mancato funzionamento del contatore del player, che ha reso impossibile controllare l'avanzamento della riproduzione. Per il resto il player appare essenziale, semplice da usare e sufficientemente esplicativo ma piuttosto obsoleto nell'aspetto.

2. L'apparato informativo e informatico

I contenuti di CML non sono esclusivamente musicali. Una sezione denominata Reference offre una banca dati, ancora lacunosa, di informazioni biografiche su compositori e interpreti, note storiche sulle composizioni, un glossario e alcune sintesi di storia della musica, il tutto in lingua inglese. La provenienza dei testi non è dichiarata (originali ovvero tratti dalle edizioni discografiche?) e in generale il contenuto non soddisferà l'utenza accademica o specializzata. A questo supplisce un sistema di link a risorse esterne di "alto profilo", segnatamente il Grove dictionary of music and musicians e i Wilson Web's Humanities, Social Science and Biography databases. Si tratta di risorse a pagamento, accessibili dunque solo per le biblioteche che ne possiedano la sottoscrizione. La presenza dei link manca tuttavia di sistematicità. Esiste anche un piccolo apparato di immagini (ritratti di compositori, frontespizi, qualche pagina manoscritta, etc.) di mediocre qualità e assolutamente laconico. Ugualmente avvolta nel mistero è la presenza di una raccolta di files midi (codifica musicale non audio che impartisce alla scheda sonora del computer o a un sintetizzatore le istruzioni per "eseguire" una composizione musicale). La qualità è disparata, ignoti i compilatori e il tutto è accessibile dalla medesima sezione di reference (!).

I contenuti di CML sono gestiti attraverso un reticolo di metadati relativi a opere, esecuzioni, registrazioni ed edizioni discografiche correlati rispettivamente a indici di compositori, strumenti, generi, periodi storici; interpreti (distinti in solisti, direttori, ensembles); etichette discografiche. I titoli delle opere sono completi di numeri di opus, di catalogo tematico (ma solo per i cataloghi più noti) e tonalità (per le composizioni strumentali), elementi utilizzabili per la ricerca. Considerata la ben nota complessità di un catalogo musicale, il tutto appare ben architettato e ben presentato ma non sempre completamente e coerentemente compilato, forse a causa di procedure automatizzate di inserimento di dati provenienti da fonti eterogenee. La lingua può costituire un limite evidente per l'utente non anglofono: in inglese sono non solo l'interfaccia generale e le pagine di aiuto ma anche gli indici di strumenti, generi musicali, periodi storici, tonalità, le traslitterazioni dei nomi e i titoli uniformi delle opere (un titolo generico come Concerto per flauto e orchestra in re minore, sarà da cercare come Flute concerto in D minor). A questo proposito dobbiamo lamentare che l'autority file dei nomi è piuttosto rozzo e non contempla forme varianti del cognome (il famigerato Cajkovskij è presente solo nella forma "Tchaikovsky" mancando anche la variante anglofona "Tchaikowsky" ufficializzata dal Grove), che i titolo distintivi in lingua originale non sono sempre presenti, e comunque il titolo "in primo piano" è quello in inglese (Magic flute, piuttosto che Zauberflöte). Il tutto suona, oltre che funzionalmente limitante, culturalmente scorretto in una base dati rivolta ad un'utenza internazionale.

Nonostante questo limite, i sistemi di ricerca avanzata e soprattutto di browsing si mostrano duttili e facili da utilizzare e in definitiva consentono di interrogare la base dati anche solo sulla base di una conoscenza passiva della lingua inglese. La compilazione dei campi di ricerca può attingere ai relativi indici (purtroppo non esenti da duplicazioni e curiose omissioni) e un sistema di automatic spell checking aiuta a rimediare a eventuali errori di scrittura o a disfunzioni del sistema stesso che, purtroppo, non mancano. Ad esempio capita che valori selezionati da quello che dovrebbe essere l'autority file dei compositori, nel caso di autori con varianti del nome o con caratteri speciali non diano risultati in ricerca! In questo caso l'automatic spell checking è in genere in grado di rimediare, proponendoci la forma corretta del termine da cercare.

Il sistema di ricerca base garantisce un richiamo molto alto, che nella maggior parte dei casi risulterà eccessivo (l'operatore booleano di default è "OR"). Al contrario la funzione avanzata consente ricerche molto raffinate, talune impossibili nell'ordinaria gestione catalografica di una discoteca "reale". Potremo cercare ad esempio "le opere di Mozart interpretate da Martha Argerich", "le arie del 20. secolo" o "le sonate per violino in La maggiore, di qualsiasi autore". Purtroppo l'incongruenza o incompletezza di parte dei metadati inseriti pregiudicano la corretta riuscita di alcune ricerche. Quello che sicuramente batte ogni possibilità offerta dal catalogo di una discoteca reale, è la gestione analitica delle opere (relativamente alle famose tracks), per cui se non ricordate in quale opera di Mozart qualcuno canta l'invito a "cenar meco" CML non avrà difficoltà a proporvi una registrazione del Don Giovanni. Accanto alla ricerca per campi possiamo attivare un ricerca a testo pieno (keyword) estesa a tutte le componenti testuali di CML, incluse biografie e presentazioni delle opere. È una ricerca di alto richiamo, quindi "rumorosa", ma attualmente è l'unico modo, ad esempio, per effettuare ricerche in base ai librettisti, il cui cognome è inserito nei metadati dell'opera lirica ma non dispone di un indice specifico e quindi di un canale di ricerca.

La prospettazione dei risultati della ricerca non è ineccepibile. L'elenco mostra direttamente il dettaglio delle tracce di ogni opera e relativa registrazione per cui l'elenco può rivelarsi piuttosto lungo da "sfogliare". A complicare l'orientamento dell'utente, la schermata tace il numero dei record trovati e questi, all'interno di un sommaria bipartizione (maggiore/minore rilevanza), sono elencati per titolo (opere di uno stesso autore si trovano quindi in diversi punti della lista) secondo un ordine alfabetico che considera anche gli articoli. A proposito: le vocali con Umlaut sono ordinate dopo la "z", per cui Arvo Pärt è l'ultimo dei compositori della lettera P.

Il sistema di raffinamento della ricerca, così come le funzionalità di browsing con cui molto hanno in comune, sono invece eccellenti, consentendo rispettivamente di operare ulteriori selezioni o di ricercare i contenuti desiderati seguendo una molteplicità di criteri. Il browsing è tra l'altro un modo sicuramente affascinante per esplorare CML e venire a contatto con autori, opere e repertori sconosciuti. Possiamo dunque procedere alfabeticamente per compositore, per interprete, per strumento solista, per etichetta discografica; sistematicamente per periodo storico (o classe storiografica) e per genere su una doppia articolazione (macro generi, tipo Orchestral, Chamber, Opera & Operetta; e sottogeneri, tipo Agnus Dei, Anthem, Antiphon, Aria, etc.). I risultati sono sempre raffinabili in base ad un criterio alternativo. Molto apprezzabile la possibilità di visualizzare la produzione dei singoli compositori organizzandola per anno di composizione o per genere. Infine una sezione "didattica" offre una serie di interessanti percorsi di ascolto per temi.

In definitiva, fatto salvo il problema della lingua, il sistema di navigazione/ricerca e l'interfaccia utente nel suo complesso si presentano chiari, semplici da usare, ricchi di pop up esplicativi, e persino stimolanti. È comunque auspicabile che almeno il materiale informativo e didattico presente sul Library Center venga al più presto fornito anche in altre lingue.

Il servizio offre infine delle interessanti funzionalità aggiuntive: la gestione di playlist personali memorizzabili, editabili e organizzabili a piacimento, e il linkaggio telematico delle tracce, per esempio interno di ipertesti didattici, grazie all'attribuzione di un URL statico.

 

3. Il prezzo e le risorse richieste (e risparmiate) per far funzionare il servizio

Il costo attuale è di poco meno di 1.000$ per 3 utenti simultanei (non ci sono stati forniti dati per un numero maggiore di utenze). Poco o tanto? Facciamo l'avvocato del diavolo: con mille Euro la biblioteca può comprarsi circa una sessantina di CD, che potrebbero equivalere a circa 400-500 tracce, ed è tutta roba che scegliete voi, magari sulla base di richieste dell'utenza, e che resta alla biblioteca, salvo danneggiamento o furto. Ovviamente gli oneri per la biblioteca non finiscono con l'acquisto: dovete inventariare, etichettare, trovare il posto per la conservazione, il personale dovrà andare avanti e indietro per consegnare i CD o per controllare che siano in ordine e soprattutto dovrete collocare e catalogare e, si sa, i CD sono brigosi, pieni di titoli, richiedono spogli e, come materiale musicale, titoli uniformi, anche per ogni spoglio. Può andarsene tranquillamente mezz'ora per catalogare come si deve un CD. E nessuna biblioteca che io conosca fa lo spoglio sistematico delle tracce, anche se corrispondono a composizioni diverse piuttosto che a porzioni della stessa. Con CML tutto questo lo trovate già pronto (con i limiti sopra evidenziati). Come già detto l'interfaccia è facile da usare, per cui il tempo per istruire un utente che già sappia cos'è un mouse non è molto maggiore di quello che impieghereste a spiegargli come funziona il vostro impianto audio. Servono ovviamente connessioni e computer veloci con software non vetusto (min.: Windows 98, Internet Explorer 5.5 o Netscape 6+, Windows Media Player 8 / Apple Mac OS9, Internet Explorer 5.1 o Netscape 4.7; Mac OS10, Internet Explorer 5.2 o Netscape 6.2; Flash Player 6), una buona scheda audio e cuffie.

L'aspetto probabilmente più limitante in tutta la faccenda è quello del prestito. E il limite maggiore non è tanto nella mancata comodità dell'uso domestico. Tecnicamente infatti l'abbonamento a CML consente l'accesso anche da casa, e forse lo attiverete per un'utenza speciale, quale potrebbe essere quella dei docenti in una università o un conservatorio, magari raccomandandone l'uso negli orari di chiusura della biblioteca. Il problema vero è il numero degli accessi. Il grande vantaggio del prestito dei dischi (dal punto di vista della missione della biblioteca) è che consente di servire un numero elevato di utenti, numero (questo è importante) non limitato da quello degli impianti d'ascolto presenti in biblioteca: teoricamente ogni documento è una fruizione simultanea possibile. Con CML ovviamente non è così, il numero massimo di utenze simultanee è definito da quello che avete pagato, e servire tre utenti per volta appare, nel confronto, un servizio irrisorio.

Conclusione

Nel complesso CML si presenta come una banca dati di grandi potenzialità. Un significativo incremento della collezione sonora, un miglioramento dell'efficienza del data base e della qualità dei metatati, l'offerta multilingue della documentazione e degli autority files lessicali sono gli sviluppi immediati che auspichiamo. Resta da vedere quale incidenza potranno avere questi miglioramenti sul prezzo di vendita. Ci pare difficile pensare che le case discografiche già presenti e quelle che, auspicabilmente, si aggiungeranno siano disposte a dividersi la medesima torta. Tuttavia il mercato si muove e tutti invochiamo i benefici effetti della concorrenza.

Ci asteniamo dal pronunciare previsioni sul futuro dei supporti fisici e da considerazioni sulla dialettica tra diritto d'autore e diritto di accesso all'informazione, che qualcuno potrà considerare nella fattispecie sbilanciata a vantaggio del primo. Quello di cui dobbiamo prendere atto è che la distribuzione della musica su Internet è una strada destinata ad essere sempre più percorsa e le biblioteche non possono, sin da ora, ignorarla.

Il prezzo attuale del pacchetto appare abbordabile e mi sentirei di poter dire che CML costituisce un buona occasione per sperimentare e valutare questo tipo di servizio, in particolare per quanto riguarda l'accoglienza che esso può ricevere da parte dell'utenza. Nelle mie previsioni tale accoglienza sarà molto buona in una biblioteca di pubblica lettura che non disponga già di una discoteca attrezzata, ma attenzione: poi sarà difficile disdire l'abbonamento! Per le biblioteche specializzate o già altamente "discografizzate" forse un prodotto come CML o Naxos ML non sarà mai (?) più che un complemento della collezione fisica e di un servizio comprensivo del prestito, ma credo che proprio tali biblioteche non possano sottrarsi a una concreta valutazione degli scenari futuri.

Un ultimo consiglio ai colleghi: se volete ascoltare musica mentre lavorate, non "occupate" una delle utenze disponibili. Usate un CD.

Al momento di chiudere questa recensione apprendiamo l'acquisizione di CML da parte della Alexander Street Press (3 novembre) che vorrebbe utilizzare le risorse audio in combinazione con le proprie collezioni di testi umanistici. Non sono sinora annunciate significative variazioni alla politica del progetto e alla sua offerta commerciale.

Gianmario Merizzi, Dipartimento di Musica e Spettacolo - Università di Bologna, e-mail: merizzi@muspe.unibo.it


Note

[1] Segnaliamo al proposito un piccolo inconveniente: la divisione in tracce crea una cesura nell'ascolto on line (assente nell'ascolto da CD), evidente e fastidiosa quando all'articolazione di traccia non corrisponde una effettiva soluzione di continuità nel flusso sonoro.




«Bibliotime», anno VII, numero 3 (novembre 2004)

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