«Bibliotime», anno VIII, numero 1 (marzo 2005)

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Pat Dixon

L'istruzione degli utenti e la formazione dei bibliotecari *



Introduzione

Ogni sistema bibliotecario affonda le sue radici nel passato e guarda al futuro. Oggi le biblioteche si stanno muovendo lungo una linea di continuità che va dal tradizionale all'elettronico: dunque i bibliotecari non definiscono più se stessi sulla base dei luoghi e alle raccolte, ma sulla base dei servizi e degli utenti.

E tuttavia al giorno d'oggi esistono sia gli spazi fisici che quelli accessibili attraverso la rete; i bibliotecari sono presenti in entrambi questi contesti, operando sia con i materiali cartacei sia con quelli elettronici, e la stessa cosa fanno i nostri utenti (La Guardia et al., 1996). Gli utenti rappresentano la nostra ragion d'essere; i loro desideri e le loro esigenze dovrebbero essere la nostra assoluta priorità. Ottenere i documenti di cui essi hanno bisogno nel modo più semplice e veloce significa centrare l'obiettivo finale degli utenti. In ogni caso, nei loro confronti abbiamo la responsabilità di progettare sistemi, interfacce e servizi che rendano la loro vita non solo più facile ma anche più produttiva; perciò non sorprende più di tanto che da molte parti si riconosca il crescente coinvolgimento dei bibliotecari nelle attività educative e di istruzione. Questa relazione propone alcuni principi e alcune possibilità di istruzione dell'utente che ognuno, nel proprio ambito, potrà prendere in considerazione e decidere se offrire all'utente, dandogli un'opportunità che egli potrà sfruttare nel modo migliore.

L'Istruzione degli Utenti (d'ora in avanti IU) è un tema assai vasto; quest'intervento dunque rappresenta solo una delle possibili strade; è un percorso semplice che può essere intrapreso su qualsiasi tema di carattere complesso. Il "perché", il "che cosa", il "come" e anche il "chi" della IU saranno considerati dal punto di vista dell'autore; tutto ciò potrà indurre nel lettore più domande che risposte, ma anche il desiderio di saperne di più.

Affinché la IU sia realmente efficace, i bibliotecari devono in prima persona poter accedere alla formazione: nel momento in cui si avviano a sviluppare attività di IU, essi stessi hanno bisogno di imparare. I bibliotecari devono poter riflettere oltre le pratiche professionali e predisporre momenti formativi per i colleghi e per se stessi.

Perché la IU?

Se davvero intendiamo dare compimento alle nostre potenzialità di educatori, non dobbiamo far riferimento soltanto ai nostri utenti, ma comprendere il più ampio contesto in cui essi vivono (Wilson, 1981): difatti, prendendo in considerazione il mondo degli utenti, familiarizzandoci con esso ed esplorando il "perché", il "che cosa" e il "come", i bibliotecari hanno maggiori possibilità di diventare figure meritevoli di fiducia, professionalmente sicure di sé, in grado di promuovere i propri servizi con energia e con la profonda convinzione di essere decisivi e di poter davvero fare la differenza.

Credo che questo tipo di esplorazione debba comprendere sia il livello "macro" sia quello immediatamente successivo. Il "sé", il nostro utente, è al centro di una complessa ragnatela di mondi che Layder (1993) identifica come una mappa che può essere adattata per dare significato a qualsiasi situazione complessa:

 

 

CONTESTO

Organizzazioni sociali "macro"

Valori implicati nel settore sottostante

(l'economia della conoscenza)

AMBIENTAZIONE /SCENARIO

Organizzazione sociale intermedia

Lavoro

(l'organizzazione dell'apprendimento)

SITUAZIONE

Attività sociale

Attività faccia a faccia

(creazione e condivisione di conoscenza)

IL SÉ

 

(colui che apprende in modo indipendente

lungo tutto l'arco della vita)

Figura 1. La mappa di ricerca di Layder (1993)

 

Nell'odierna economia della conoscenza i paesi dell'OCSE stanno ponendo una particolare enfasi sui concetti di produzione, distribuzione e uso della conoscenza; si tratta del risultato diretto della rivoluzione informativa, in cui le tecnologie dell'informazione e della comunicazione hanno ampliato la capacità di padroneggiare una mole enorme di informazioni, ma si tratta anche della convergenza di computer e telecomunicazioni, che ha reso possibile l'utilizzo delle informazioni ad un livello assolutamente impensabile con le tecnologie precedenti.

L'enfasi oggi viene posta sui termini di produttività/efficacia/efficienza, e questo ci rende sempre più consapevoli dell'importanza dell'informazione e della necessità di una comunicazione efficace. L'economia della conoscenza richiede lavoratori più abili (knoledge workers), in grado di muoversi sin dall'inizio in modo più autonomo, in un ambiente improntato ad uno stile flessibile ed ad più un marcato spirito di squadra (lifelong learning skills; cfr. Maior and Warren, 2000).

Dunque, l'economia della conoscenza dipende dalla capacità delle persone di adattarsi a nuove situazioni, di aggiornare le proprie conoscenze, di sapere dove cercare e trovare nuove forme di sapere (networking), di applicare queste ultime a nuove situazioni, di essere flessibili e aperti al cambiamento, innovativi, creativi e capaci di risolvere i problemi.

I bibliotecari, in tutti i settori, sono nella posizione veramente unica di poter essere di supporto nella realizzazione di questa forma di economia della conoscenza, ma perché ciò possa accadere occorre che i servizi, compresa la IU, siano in grado di sostenere l'apprendimento degli utenti lungo tutto l'arco della vita. I bibliotecari devono rivendicare il proprio ruolo in questo mondo, perché la conoscenza è il loro terreno di competenza.

Ritorniamo ora al modello della scienza dell'informazione relativo alla creazione della conoscenza.

Dati grezzi

Informazione

Conoscenza

Comprensione/intelligenza

Ad ogni stadio del percorso viene aggiunto valore, ed il processo è impregnato di trasformazione. L'informazione, essendo al centro della conoscenza, è anche al centro del processo di apprendimento; apprendere significa incamerare nuove informazioni, metterle in rapporto con conoscenze preesistenti e trasformarle in elaborazioni personali. Ne consegue che sia la creazione di conoscenza sia il processo di apprendimento sono sotto la responsabilità del bibliotecario. La IU non può essere soltanto una parte delle funzioni del bibliotecario, ma deve compenetrare a pieno il suo lavoro.

Che cos'è la IU?

L' istruzione degli utenti

riconosce la necessità di garantire che gli utenti siano in grado di individuare e raffinare i propri bisogni informativi, trovare le informazioni di cui hanno bisogno, valutare e utilizzare le informazioni che servono nell'arco della vita (Snavely and Cooper, 1997).

La IU quindi dev'essere strettamente connessa con l'alfabetizzazione informativa e con le abilità informative. Queste ultime riguardano la pianificazione, la localizzazione e la raccolta, la selezione e la stima, la comunicazione, la comprensione e la valutazione. Queste abilità non sono innate: dal momento che le utilizziamo con successo senza pensarci, molte persone sono convinte che lo siano; tuttavia, in situazioni di apprendimento molto complesso, notiamo che non lo sono. E poiché una mole crescente di informazioni è disponibile per tutti noi, gli utenti devono essere consapevoli che non si tratta di doti innate.

Trovare e usare le informazioni in modo efficace può non essere così facile e rapido come i nostri utenti vorrebbero che fosse. Queste abilità richiedono pratica, allenamento e applicazione ad un contesto che sia ricco di significato per chi si dispone di apprendere.

Non esiste soltanto un tipo corretto di istruzione: LaGuardia et al. (1996) identificano un'ampia gamma di possibilità:

Tutto questo può essere presentato in forma tradizionale, così come con strumenti elettronici. Un programma di IU può comprendere una o più modalità fra quelle sopra elencate; comunque, l'istruzione inclusa in un corso e legata a temi e/o gruppi specifici è quella che ha maggiori probabilità di formare persone alfabetizzate dal punto di vista informativo, e non mi riferisco soltanto a quelle organizzazioni che più di frequente sono associate alla IU, come le università e le scuole, ma alle biblioteche pubbliche e ai servizi informativi nel settore commerciale.

Un programma di questo tipo riguarda davvero l'istruzione e non ne è un mero supporto. Le persone alfabetizzate sotto il profilo informativo tendono ad essere avidi lettori, comunicatori efficaci, interessati e disposti ad apprendere, pensatori creativi e dotati di spirito critico. (Loertscher, 1996). Possiamo così renderci conto di come le abilità informative racchiudano sia quelle cognitive sia quelle tecniche. Questo è ciò che, attraverso l'istruzione, noi contiamo di poter ottenere dai nostri utenti: è una grande responsabilità, che potremo soddisfare al meglio solo osservando più da vicino l'istruzione stessa.

Gli elementi dell'istruzione sono stati definiti da Rogers (1996) nel modo seguente:

Figura 2. Gli elementi dell'istruzione (Rogers, 1996).

 

Prima di rispondere adeguatamente alla domanda "che cos'è l'istruzione?", dovremo rispondere all'altra domanda "che cos'è l'insegnamento?". Lo scopo dell'insegnamento, è presto detto, è di rendere possibile l'apprendimento.

Come dovremmo trasmettere la IU?

Gli esiti di alcune ricerche sia in campo educativo che biblioteconomico c'informano che l'apprendimento coinvolge un'attiva costruzione personale, si basa su esperienze o conoscenze già esistenti, ed è di natura intrinsecamente psicologica e sociale, mentre le differenze nell'apprendimento sono da riferirsi a fattori biologici, culturali e di esperienza. L'apprendimento contiene in sé il cambiamento (Maier and Warren, 2000); la visione dello studente come di una persona che apprende in modo attivo è emersa in piena evidenza nell'enfasi posta sul pensiero critico, piuttosto che sulla conoscenza delle risorse e sulle "abilità bibliotecarie", ed è un modello utile per il nostro specifico ruolo educativo.

Al giorno d'oggi uno dei concetti più importanti nel campo dell'istruzione è quello definito di apprendimento situazionale. Userò un esempio per essere più chiara (Laurillard, 1993). Il coltellino svizzero è riconosciuto in tutto il mondo, chiunque lo conosca può dire a chiunque altro di cosa si tratta, identificarne e descriverne ogni parte e perfino spiegarne le modalità d'uso. Un insegnante metterà in campo una situazione e verificherà, ad esempio, se gli studenti riescono ad identificare lo strumento che toglie i sassi dallo zoccolo di un animale. Un buon insegnante dimostrerà questa capacità ed aiuterà lo studente ad applicarla.

Tuttavia, l'insegnante migliore si assicurerà che lo studente riesca a riconoscere che un animale è ferito, che una possibile causa di ciò è un sasso nel suo zoccolo, che lo studente sa come confermare ciò e come togliere il sasso: è come portare il coltellino svizzero ed avere la sicurezza necessaria per saperlo usare. Le abilità informative vanno viste come uno strumento per la vita. Affinché lo studente acquisisca al meglio le abilità informative, esse dovranno essere trasmesse in maniera sequenziale, in un programma di sviluppo inserito in un contesto tematico che sia significativo. Hanno bisogno di essere applicate, rinforzate ed estese nel contesto di questi temi e nel processo di soluzione dei problemi.

Chi ha il compito di trasmettere la IU?

Chi apprende può dare prove decisamente migliori se è assistito da persone competenti e bene informate. Il bibliotecario potrà insegnare le abilità informative, affiancato da un esperto della materia o da uno specialista; insieme verificheranno le reali necessità, fisseranno gli obiettivi, e costruiranno un programma in grado di puntare alla soluzione dei problemi. Se tutto lo staff della biblioteca può essere chiamato a dare aiuto e supporto agli utenti, non a tutti dovrebbe essere richiesto di fare da docente; chi è chiamato a insegnare dovrà essere impegnato nello sviluppo curricolare, lavorare fianco a fianco con lo specialista e l'esperto del settore nel progettare e trasmettere il curriculum delle abilità informative. Nell'economia della conoscenza sono ben pochi quelli destinati a lavorare in isolamento.

Il bibliotecario/docente dovrà essere altamente sensibile alle esigenze degli utenti e agli elementi concreti di ogni situazione bibliotecaria, dal momento che occorre prendere delle decisioni. Quale tipo di istruzione soddisfa al meglio il bisogno dell'utente in determinate circostanze? c'è sufficiente personale adeguatamente preparato per soddisfare le richieste? vi sono sufficienti attrezzature idoneamente predisposte per soddisfare le esigenze? quali sono i valori dell'organizzazione? un bibliotecario determinato e motivato può fare la differenza, può far partire il processo e la sperimentazione formativa.

Formazione per i bibliotecari

Per poter essere efficaci, i bibliotecari/docenti hanno bisogno a loro volta di formazione. Più il bibliotecario è competente e preparato, più è in grado di applicare quelle conoscenze in modo significativo, e più prezioso risulta nella loro organizzazione. La formazione dovrebbe essere parte dell'esperienza di apprendimento aperta ai bibliotecari nella loro funzione di progettisti e fornitori di IU.

Il "che cosa" è semplice: implicherà, in parte o interamente, quanto detto sopra. Come? In uno qualsiasi dei modi già identificati come appropriati per i nostri utenti. Chi impartirà la formazione dovrà capire le necessità dei bibliotecari/docenti; potrà essere parte dell'istruzione professionale iniziale o uno sviluppo dell'aggiornamento professionale continuo: ognuno ha il proprio ruolo da giocare.

Alla fine del programma di formazione il bibliotecario dovrebbe possedere le seguenti conoscenze e abilità:

Se i bibliotecari apprendono ciò possono modificare il loro stesso comportamento: possono cioè agire in modo nuovo, attraverso l'elaborazione e la gestione di efficaci attività di IU, in grado di condurre verso la creazione di utenti alfabetizzati sotto il profilo informativo. Da qui ha inizio la formazione; in realtà in questo ruolo c'è molto di più che non la semplice applicazione di abilità e conoscenze. Aggiungiamo che il docente esemplare ha modi rilassati e amichevoli, è convinto che i suoi studenti creino il proprio bagaglio conoscitivo attraverso un impegno attivo, ed è particolarmente sensibile al cambiamento (Tobin and Fraser, 1988, citato in Entwistle, 1992).

I docenti dovranno essere pazienti, divertenti, empatici, stimolanti, adattabili, motivanti, entusiasti, pronti alle sfide, interessati, collaborativi. La formazione che produce risultati tangibili e misurabili inizia con un cambiamento nei comportamenti, e questo alla fine modifica anche gli atteggiamenti.

"Coltivare il cambiamento è qualcosa di diverso dal gestire il cambiamento, poiché suggerisce un atteggiamento di crescita e di indirizzo piuttosto che di controllo, di apprendimento piuttosto che di istruzione" (Ransom, 1992).

La formazione dovrebbe soddisfare le esigenze dei bibliotecari nel loro ruolo di IU, che a sua volta dovrebbe soddisfare le esigenze degli utenti come persone destinate ad apprendere lungo tutto l'arco della vita. Una prospettiva eccitante! I migliori insegnanti sono quelli che amano imparare e che lo fanno sempre e costantemente.

Concludendo

Perché la IU?

Per dare corpo alle potenzialità insite nell'economia della conoscenza.

Che cos'è la IU?

Al suo massimo grado di efficacia, è lo sviluppo dell'alfabetizzazione informativa.

Come dovremmo trasmettere la IU?

Attraverso la progettazione e la costruzione di un atteggiamento di apprendimento attivo e contestualizzato.

Chi è coinvolto nella IU?

Una squadra di soggetti, tra cui comprendiamo il bibliotecario.

Formazione per il bibliotecari:

Dovrebbero coltivare il cambiamento.

Pat Dixon, Northumbria University, e-mail: pat.dixon@northumbria.ac.uk


Bibliografia

N. Entwistle, The impact of teaching on learning outcomes in higher education, Sheffield, Committee of Vice-Chancellors and Principals (Staff Development Unit), 1992.

C. La Guardia [et al.], Teaching the new library: a how-to-do-it manual for planning and designing instructional programs, Neal Schumann Publishers, 1996.

D. Laurillard, Rethinking university teaching, Routledge, 1993.

Derek Layder, New strategies in social research, Polity Press, 1993.

D. V. Loertscher, A farewell challenge, "School Library Media Quarterly", 24 (1996), 4, p. 192-194.

P. Maier - A. Warren, Integrating technology in learning and teaching: a practical guide for educators, Kogan Page, 2000.

P. Ramsden, Learning to teach in higher education, Routledge, 1992.

Alan Rogers, Teaching adults, Open University Press, 1986.

L. Snavely - Cooper, The information literacy debate, "Journal of Academic Librarianship", 23 (1997), 1, p. 9-14.

T. D. Wilson, On user studies and information needs, "Journal of Documentation", 37 (1981), 1.

Note

* Titolo originale: User education and the training for librarians. Traduzione di Patrizia Lucchini.




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