«Bibliotime», anno XI, numero 1 (marzo 2008)

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Carlo Bianchini

La ISBD consolidata: uno standard unico e aggiornato per la descrizione delle risorse documentarie *



L'intervento si propone di approfondire il tema dei lavori svolti dallo Study Group on future directions of the ISBDs, costituito dall'ISBD Review Group nel 2003 [1] per la redazione del testo dell'ISBD consolidata. In particolare si cercherà di mettere in evidenza: 1) gli obiettivi del Gruppo di Studio; 2) le principali novità introdotte nel nuovo testo della ISBD [2]; 3) le questioni ancora aperte nella descrizione standard; e infine, 4) si darà un ragguaglio sul lavoro e sui problemi di traduzione del testo in italiano.

La pubblicazione del rapporto FRBR [3] nel 1998 ha contribuito in modo rilevante al processo di rinnovamento degli studi nell'ambito della catalogazione. L'impatto di FRBR è stato notevole anche sul processo di revisione dell'intera famiglia delle ISBD, perché ha reso ancora più evidente la mancanza di omogeneità tra i vari testi, ed ha posto la necessità di verificare se gli standard in uso dovessero essere rivisti per accogliere la terminologia e il modello logico introdotti da FRBR. Nel 2004, su suggerimento di Patrick Le Boeuf, [4] si era ritenuto opportuno non trasferire direttamente la terminologia di FRBR nel testo delle ISBD (in particolare relativamente ai termini opera, espressione, manifestazione e item) e quindi il Gruppo di Studio aveva deciso di affidare a Tom Delsey -- oggi relatore di RDA -- un lavoro di "mappatura" -- ovvero di individuazione delle corrispondenze logiche -- tra gli elementi previsti nelle ISBD e gli attributi delle entità di FRBR. [5]

In ogni caso, già durante la revisione dell'ISBD(G), era stato comunque deciso di sostituire i termini "item" e "pubblicazione" con il termine "risorsa", soprattutto per evitare ogni possibile confusione tra il valore tradizionale del termine "item" nelle ISBD e il nuovo significato attribuito a "item" all'interno di FRBR. A partire dal 2002, tuttavia, erano rimasti aperti diversi problemi che il gruppo di revisione dell'ISBD doveva affrontare:

  1. il problema terminologico, al quale si è già accennato;
  2. il problema dell'armonizzazione delle norme dell'area 6 per le serie all'interno della famiglia delle ISBD, che era stato affidato a un apposito gruppo di lavoro presieduto da Françoise Bourdon;
  3. il problema della designazione (o indicazione) del materiale, che si era posto in modo sempre più evidente con il diffondersi di risorse che richiedevano l'uso di più di una designazione -- generale o specifica -- di materiale (un esempio tipico è una pubblicazione cartografica elettronica e seriale), [6] che era stato affidato a un gruppo di lavoro diretto da Lynne Howarth.

In ogni caso, il problema più urgente da risolvere nel processo di svecchiamento degli standard era stato quello determinato dalla revisione necessariamente non contemporanea dei singoli testi delle ISBD, e dall'assenza di norme pratiche per l'aggiornamento automatico dei testi già pubblicati quando venivano introdotte importanti novità negli altri testi in corso di revisione o di pubblicazione. Per questo motivo erano state evidenziate difficoltà pratiche nella descrizione di risorse in più formati che, per essere descritte correttamente, richiedevano il ricorso a più testi delle ISBD, proprio perché in questi casi risultava evidente che i testi non erano omogenei tra loro né dal punto di vista sincronico né dal punto di vista terminologico.

Per questi motivi, al congresso IFLA di Berlino del 2003 l'ISBD Review Group ha istituito un gruppo di studio per verificare la fattibilità di un testo unico delle ISBD; è nato così l'IFLA Study Group on the Future Directions of the ISBDs, la cui presidenza è stata affidata a Dorothy McGarry. Il Gruppo di Studio ha lavorato assiduamente per tre anni (2003-2006), tramite posta elettronica e incontri periodici, per raggiungere due obiettivi: a) preparare un'ISBD unica e aggiornata; b) fornire norme coerenti per la descrizione di tutti i tipi di risorse documentarie (e indicazioni specifiche per particolari tipi di risorse), in modo che le registrazioni presentassero la massima uniformità possibile. Il lavoro di conseguenza si è basato su questi principi:

  1. fornire norme per descrizioni interscambiabili in tutto il mondo, per favorire lo scambio internazionale delle registrazioni bibliografiche, incluse quelle prodotte dagli editori;
  2. prevedere livelli diversi di catalogazione, compresi quelli richiesti dalle agenzie bibliografiche nazionali, dalle bibliografie nazionali, dalle università e da altri enti di ricerca;
  3. specificare gli elementi descrittivi necessari a identificare e selezionare una risorsa;
  4. porre l'accento sull'insieme dei dati descrittivi piuttosto che sulla loro presentazione o sul loro uso all'interno di uno specifico sistema informatico;
  5. tenere conto delle procedure più economiche.

Un aspetto fondamentale del nuovo testo quindi è che la struttura interna dell'ISBD- testo unico privilegia l'elemento bibliografico (titolo, indicazione di responsabilità, editore, serie, …) rispetto al tipo di materiale (libri, carte geografiche, seriali …). Fin dall'inizio del progetto fu raggiunto un accordo sullo schema generale da seguire in ciascuna area; inoltre, fu stabilito che:

In base a uno dei principi stabiliti dall'ISBD Review Group -- secondo il quale il focus dello standard è costituito dall'insieme degli elementi descrittivi necessari a identificare e selezionare una risorsa, più che dalla loro visualizzazione -- e nel tentativo di migliorare l'interoperabilità fra sistemi di reperimento dell'informazione bibliografica e formati di visualizzazione, la punteggiatura prescritta è stata lievemente modificata. Per esempio, il punto può essere ripetuto se un'area termina con un punto e l'area seguente comincia con un punto. Inoltre, se diversi elementi della stessa area vengono suppliti, ciascuno si racchiude singolarmente entro parentesi quadre. Ciò assicurerà la coerenza in altre visualizzazioni diverse da quella ISBD: [7]

3rd ed.. -- non 3rd ed. –

And then … . -- 4th ed. non And then ... -- 4th ed.

By J. Smith, Esq.. -- non by J. Smith, Esq. –

. -- [S.l.] : [s.n.] non . -- [S.l. : s.n.]

. -- [2nd ed.]. -- [S.l.] : [s.n.] non . -- [2nd ed.]. -- [S.l. : s.n.]

Tra i cambiamenti rilevanti da segnalare:

Si è stabilito che, in via generale, gli esempi dovrebbero esemplificare solo le norme in esame. Esempi completi saranno pubblicati separatamente in un supplemento, anziché essere inseriti nella stessa ISBD. A tal scopo è stato costituito un apposito gruppo di lavoro, presieduto da Jaesun Lee e da William Garrison, che si è riunito per la prima volta a Durban lo scorso agosto e che ha definito uno scadenziario [8] per i lavori, in base al quale il supplemento dovrebbe essere pubblicato in luglio-agosto dell'anno 2008.

Durante la fase di revisione internazionale, sono stati inviate parecchie centinaia di commenti da parte di organizzazioni e istituzioni internazionali, nazionali e da singole persone. In alcuni casi i commenti contenevano opinioni contrastanti su aspetti particolari: ad esempio, qualcuno apprezzava la ripetizione del punto, come si accennava sopra, e qualcuno no; altri invece preferivano definizioni diverse da quelle fornite nella bozza. Il Gruppo dunque ha deciso di accogliere i suggerimenti quando c'era accordo generale sulla questione. Tra i suggerimenti presi in esame si possono segnalare i seguenti: [9]

L'edizione unica dello standard è anche una edizione provvisoria (e per questo è stata scelto il formato a fogli mobili). Rimangono infatti aperti alcuni problemi, in parte sollevati dai commenti ricevuti durante la revisione internazionale, in parte lasciati aperti dallo stesso Gruppo di studio, e che saranno affrontati in futuro; essi riguardano:

Per quanto riguarda il futuro immediato del testo, si possono individuare due indirizzi principali di aggiornamento:

  1. continuerà il processo di revisione, e a) verranno apportate le modifiche in base ai risultati del lavoro del Material Designation Study Group, che terrà conto anche dei commenti già inoltrati fino ad oggi; b) le norme saranno ulteriormente riviste per quelle risorse per le quali le ISBD specifiche non erano state riviste di recente;
  2. si perseguirà l'interoperabilità con altri modelli e schemi, come FRAD (già FRANAR, Functional Requirements for Authority Data, già FRANAR). Un altro compito consisterà nello sviluppare un ISBD XML Document Type Definition (DTD), con il relativo foglio di stile, e nel cercare altre possibilità di integrazione con nuove applicazioni come ONIX, [11] che può aprire nuove opportunità per la redazione delle descrizioni bibliografiche. A questo proposito, va ricordato che l'8 marzo 2007 si è tenuto a Torino un importante incontro sul tema, promosso dall'IFLA e dall'IPA, International Publisher Association.

Ulteriori informazioni sull'ISBD unica si possono trovare sul sito dell'ISBD Review Group. [12]

Il problema terminologico nella ISBD unica, determinato dalla storia delle ISBD e delle loro revisioni, ma anche dalla rapida e continua elaborazione teorica in ambito catalografico che ha caratterizzato gli ultimi tempi, ci consente di introdurre il tema della traduzione italiana. A partire dall'aprile 2007, su impulso dell'ICCU, si è costituito un gruppo di traduzione diretto da Mauro Guerrini. Nel corso dell'estate successiva, il Gruppo di lavoro ha lavorato, si è incontrato e ha prodotto una bozza della traduzione dell'introduzione e dei primi paragrafi dell'area 1, che è stata controllata dall'ICCU a fine settembre 2007. Le osservazioni ricevute sono già state riportate nel testo in corso di elaborazione e sono state inserite in una lista di controllo che il Gruppo di Lavoro utilizza sistematicamente.

I problemi legati alla traduzione della ISBD unica sono determinati da almeno tre ordini di fattori. Un primo fattore, di ordine generale, dipende dalla difficoltà intrinseca nelle procedure stesse di traduzione di un testo da un lingua all'altra, e in particolare dalla scelta di maggiore o minore fedeltà alla lingua di partenza o di arrivo. La traduzione non è mai una semplice trasposizione o una semplice corrispondenza di termini tra la lingua di partenza e la lingua di arrivo, ma deve rendere conto della corrispondenza dei concetti e dei valori semantici nei due sistemi linguistici. Nel caso specifico della traduzione di norme e standard di catalogazione, ciò sarebbe possibile in modo compiuto soltanto se i modelli concettuali e teorici di partenza e di arrivo fossero esattamente coincidenti. Al contrario la teoria e la prassi internazionale differiscono dalla tradizione italiana, che ha seguito un proprio sviluppo e un proprio percorso;

Un secondo insieme di problemi dipende dalla storia del testo inglese, che nasce -- per esplicita affermazione del Gruppo di Studio -- come sintesi di testi elaborati e pubblicati in modo eterogeneo, in un arco temporale ampio, redatti spesso sotto l'influenza di specifiche esigenze di catalogazione e sottoposti a revisioni non costanti e puntuali come si sarebbe voluto e programmato. Il terzo fattore è connesso al contesto di arrivo, composto da una molteplicità di traduzioni -- che partono dai testi di singole ISBD (l'ultima delle quali uscita quest'anno) [13] ma comprendono anche la traduzione delle regole di catalogazione anglo-americane [14] e numerose edizioni della CDD -- che costituiscono comunque una "tradizione".

Riguardo al primo punto, si è deciso di mantenere la massima fedeltà possibile al testo originale, soprattutto in considerazione della sua funzione normativa, eventualmente anche a discapito della resa linguistica in italiano, se questa dovesse compromettere la corretta comprensione dell'originale. Perciò la traduzione ideale deve trovare il giusto punto di equilibrio tra la fedeltà al testo internazionale e la piena comprensibilità e applicabilità delle norme per la comunità scientifica e professionale italiana.

In relazione al secondo punto, la traduzione richiede un lungo lavoro di controllo continuo e puntuale dei termini, delle espressioni e dei testi originali nelle singole ISBD, dell'esistenza e della qualità della loro eventuale traduzione italiana e infine della forma assunta nel testo definitivo e unico inglese, aggiornato e rivisto.

Nel terzo caso, che costituisce il problema più articolato e più delicato, si è stabilito che la traduzione -- proprio per il suo valore normativo internazionale -- deve comunque rispecchiare il modello bibliografico di origine, senza introdurre contaminazioni terminologiche proprie del contesto di arrivo. Allo stesso tempo, non è possibile, sotto il profilo pratico, non tener conto della tradizione comunque rappresentata dalle traduzioni già in essere, adottando le soluzioni che mantengono validità ancora oggi e intervenendo su termini di traduzione ancora incerta o opinabile.

Mentre è ancora in corso la traduzione dell'ISBD consolidata, si profila già all'orizzonte un nuovo lavoro per la comunità professionale italiana. Le definizioni dei termini che denotano gli oggetti bibliografici sono di importanza fondamentale per veicolare idee condivise all'interno della comunità professionale e scientifica. Si pone quindi in modo evidente, anche alla luce dell'ISBD consolidata, la necessità di un thesaurus italiano di catalogazione, di ambito nominale e semantico, che rappresenti non solo i termini italiani in uso, o da usare preferibilmente, e ne espliciti i rapporti reciproci, ma anche che chiarisca i rapporti, di equivalenza completa o parziale, che tali termini hanno almeno con i termini in uso nella lingua inglese.

Carlo Bianchini, Biblioteca del Museo Friulano di Storia Naturale - Udine, e-mail: c.bianchini@iol.it


Note

* Questo articolo riprende il testo della relazione tenuta in occasione del Seminario " Il catalogo oggi: le norme catalografiche fra consolidamento e fluidità", Modena, 13 dicembre 2007.

[1] Per una panoramica sulla storia e lo sviluppo delle ISBD e sul loro processo di revisione si veda John Byrum, The birth and re-birth of the ISBDs: process and procedures for creating and revising the International Standard Bibliographic Descriptions, 66th IFLA Council and General Conference, (Gerusalemme, 2000), <http://www.ifla.org/IV/ifla66/papers/118-164e.htm>. Per un'analisi del processo di elaborazione del testo unico adottato dallo Study Group si veda Elena Escolano Rodriguez, ISBD: the challenge of updating standards whilst maintaining stability, relazione presentata all'IME ICC4 (Seul, 2006), <http://www.nl.go.kr/icc/paper/1-1.pdf> oppure, in italiano, Mauro Guerrini, ISBD Consolidated edition: E pluribus unum, in La descrizione del libro antico secondo la nuova ISBD. Seminario di studio, Trento, Biblioteca comunale, 14 maggio 2007, direzione scientifica di Mauro Guerrini, atti a cura di Maria Enrica Vadalà, Roma, AIB, 2007, p. 15-24.

[2] International Federation of Library Associations and Institutions, International standard bibliographic description (ISBD), preliminary consolidated edition, recommended by the ISBD Review group; approved by the Standing committee of the IFLA Cataloguing section, München, Saur, 2007. Versione elettronica: <http://www.ifla.org/VII/s13/pubs/ISBD-consolidated-July2006.pdf>.

[3] IFLA Study Group on the Functional Requirements for Bibliographic Records, Functional requirements for bibliographic records. Final report, approved by the Standing Committee of the IFLA Section on Cataloguing, München, Saur, 1998. Ed. italiana: Requisiti funzionali per record bibliografici, Roma, ICCU, 2000. L'edizione originale inglese è consultabile all'indirizzo: <ttp://www.ifla.org/VII/s13/frbr/frbr.pdf>.

[4] Patrick Le Boeuf, Brave new FRBR world, in LA Cataloguing Principles: steps towards an International Cataloguing Code: report from the 1st IFLA Meeting of Experts on an International Cataloguing Code, Frankfurt, 2003, München, K.G. Saur, 2004. Disponibile anche in linea all'indirizzo <http://www.d-nb.de/standardisierung/pdf/papers_leboeuf.pdf>.

[5] Il documento con la "mappatura" è disponibile sul sito Web dell'IFLA: <http://www.ifla.org/VII/s13/pubs/ISBD-FRBR-mappingFinal.pdf>.

[6] A tal proposito si veda Tom Delsey, Riesaminare i paradigmi convenzionali per la descrizione dei documenti, in Le risorse elettroniche. Definizione, selezione e catalogazione: atti del convegno internazionale Roma, 26-28 novembre 2001, a cura di Mauro Guerrini, con la collaborazione di Stefano Gambari e Lucia Sardo, Milano, Bibliografica, 2002, p. 127-136; Dorothy McGarry, ISBD(CR) e ISBD(CM). Problemi nella catalogazione delle risorse elettroniche in continuazione e dei materiali cartografici, in Le risorse elettroniche. Definizione, selezione e catalogazione: atti del convegno internazionale, Roma, 26-28 novembre 2001, a cura di Mauro Guerrini, con la collaborazione di Stefano Gambari e Lucia Sardo, Milano, Bibliografica, 2002, p. 157-165.

[7] Cfr. ISBD, § 0.3.2.7 e § 0.3.2.8.

[8] <http://www.ifla.org/VII/s13/isbdrg/Examples-SG-Mtg2007.pdf >.

[9] Per un elenco più completo dei suggerimenti pervenuti si veda la relazione presentata all'ultimo WLIC da Elena Escolano Rodriguez, Dorothy McGarry, Consolidated ISBD: a step forward, disponibile in linea a: <http://www.ifla.org/iv/ifla73/index.htm>.

[10] Cfr. Edward Swanson, Editing ISBD(CR): approach, scope, definitions disponibile in linea a <http://www.ifla.org/IV/ifla68/papers/148-162e.pdf>; Unni Knutsen, ISBD(CR) and title changes - applied in practice, disponibile in linea a <http://www.ifla.org/IV/ifla68/papers/152-162e.pdf>.

[11] ONIX for Books Product Information Message è lo standard internazionale per la rappresentazione e la trasmissione delle informazioni dell'industria del libro in formato elettronico. Cfr. <http://www.editeur.org/onix.html>.

[12] <http://www.ifla.org/VII/s13/isbdrg/index.htm>.

[13] International federation of library associations and institutions, ISBD(CR): International standard bibliographic description for serials and other continuing resources: revisione dell'ISBD(S): International standard bibliographic description for serials, raccomandata dall'ISBD(S) Working Group, approvata dagli Standing Committees dell'IFLA Section on Cataloguing e dall'IFLA Section on Serial Publications, ed. italiana a cura dell'Istituto centrale per il catalogo unico delle biblioteche italiane e per le informazioni bibliografiche, Roma, ICCU, 2007. Il testo originale inglese è disponibile in linea all'indirizzo <http://www.ifla.org/VII/s13/pubs/isbdcr-final.pdf >.

[14] Joint steering committee for revision of AACR, Regole di catalogazione angloamericane: seconda edizione, revisione del 1988, a cura di Michael Gorman e Paul W. Winkler, ed. italiana a cura di Rossella Dini e Luigi Crocetti, Milano, Bibliografica, 1997.




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