«Bibliotime», anno XV, numero 3 (novembre 2012)

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Virginia Gentilini

Librarians are Wikipedians Too. La collaborazione tra biblioteche e progetti wiki, vista dall'Italia



Abstract

The article addresses the latest main events (summer and autumn 2012) in collaboration between libraries and the online free encyclopedia Wikipedia, the birth of an Italian group of interest about this issue, composed by librarians and wikipedians, and describes the different ways of collaboration between libraries and the wiki projects. The aim of the article is brieflly point to the similarities between institutions like traditional libraries and cultures represented by the several communities working on participatory projects, and to increase awareness about the whole wiki world.

1. Premessa

Il 2012 è stato l'anno che ha visto l'apparizione nell'universo bibliotecario italiano di alcuni articoli relativi ai rapporti fra Wikipedia (e i progetti ad essa collegati promossi dall'associazione Wikimedia, come Wikisource, Wikiquote, Commons e diversi altri) e le biblioteche. Resoconti di attività in corso a livello internazionale e spunti di riflessione che, ad esempio, si possono leggere sugli ultimi numeri di "AIB Notizie", a partire dal breve articolo Le biblioteche e l'universo Wikimedia [1] di Andrea Zanni, bibliotecario e responsabile dei progetti di Wikimedia Italia, pubblicato sul numero 2 (2012) della rivista [2].

Nello stesso periodo è nata una lista di discussione italiana dedicata al tema [3], a cui partecipano wikipediani e bibliotecari, il cui primo risultato operativo è stato l'avvio di una pagina di progetto su Wikipedia dal nome GLAM/Biblioteche [4] (dall'acronimo Galleries Libraries Archives Museums, utilizzato per indicare tutte iniziative di collaborazione con le istituzioni culturali). La pagina di progetto è ancora del tutto in fase di definizione e necessita sicuramente di molti arricchimenti prima di poter essere presentata come un punto di riferimento stabile per la comunità dei bibliotecari italiani, ma testimonia di un nucleo di interesse destinato probabilmente a crescere, così come è cresciuto e si è consolidato negli anni l'interesse da parte dei bibliotecari di altri paesi.

Significative, ad esempio, sono le iniziative che hanno contraddistinto l'estate e l'autunno 2012. Wikimania è l'incontro internazionale che ogni anno il movimento Wikimedia organizza per fare incontrare e discutere (sono molte le comunità che ruotano attorno ai progetti wiki), su temi che vanno dal software libero alla diffusione della conoscenza. L'incontro quest'anno si è tenuto a Washington D.C., e una giornata è stata dedicata proprio al progetto Wikipedia Loves Libraries: durante la sessione alcuni wikipediani hanno condiviso le loro esperienze di collaborazione con le biblioteche, affrontando temi che andavano dalla Wikipedia Information Literacy per i bibliotecari a casi di studio concreti. I temi in discussione si possono leggere alla pagina dedicata all'evento [5].

Apriva la giornata la presentazione di Max Klein, wikipediano in residence presso OCLC. Un wikipediano "residente" presso una istituzione è la persona incaricata di consolidare i rapporti fra culture e organizzazioni rette da logiche molto diverse: apparentemente niente appare più distante da una comunità di pratica sostanzialmente basata sul contributo anonimo e il miglioramento incrementale dei contenuti di un ente finanziato a livello pubblico o privato per svolgere un preciso compito di natura culturale. Nella realtà, culture e organizzazioni così diverse possono essere accomunate da forti interessi e valori comuni, e il coinvolgimento di OCLC sta a dimostrare il livello di avanzamento di questa pratica.

A Klein si devono diverse iniziative di alfabetizzazione ai progetti wiki in ottica bibliotecaria, ad esempio fra le più recenti gli interventi al webinar OCLC Wikipedia and Libraries: What's the Connection?, indirizzato in particolare alle biblioteche accademiche [6], a cui è seguito un evento dedicato invece alle biblioteche pubbliche, il WebJunction webinar Librarians are Wikipendians Too [7]. Dedicato invece al mondo dell'Open Access, si segnala il mini-corso Open Access Wikipedia Challenge [8] caricato da Klein su P2PU, la Peer To Peer University che ospita sulla sua piattaforma corsi gratuiti e aperti a tutti nei campi dell'innovazione sociale, della matematica, dell'informatica e delle pratiche di condivisione in ottica open.

2. Problemi e prospettive

I bibliotecari italiani che non abbiano sviluppato un interesse personale verso questo tema possono incontrare due generi di difficoltà nell'avvicinarsi ad esso. Il primo, di natura culturale, deriva dalla percezione ereditata dai primi anni di comparsa sulla rete di Wikipedia come di un'enciclopedia poco affidabile e i cui meccanismi di funzionamento risultano oscuri. Tale percezione tende a mettere in ombra sia lo sviluppo in senso qualitativo oltre che quantitativo che l'enciclopedia ha conosciuto negli anni più recenti [9], sia il fatto che l'universo dei progetti wiki è più ampio della sola e ben più conosciuta Wikipedia e potrebbe offrire diverse aree di contatto con le attività e la cultura proprie delle istituzioni bibliotecarie. Ad esempio pochi conoscono Wikimedia Commons [10], l'archivio multimediale che ad oggi contiene oltre 15 milioni di file liberi, o Wikisource [11], biblioteca digitale wiki in cui la comunità trascrive e rilegge e connette ipertestualmente libri in pubblico dominio.

Il secondo genere di problemi deriva invece da una oggettiva difficoltà nel farsi un quadro che non sia troppo generalista o puramente ideale di quali siano effettivamente tali aree di contatto. Per questo motivo può risultare utile una breve descrizione, senza alcuna pretesa di esaustività, dei possibili livelli di collaborazione, ispirata sia ai materiali sopra citati prodotti da alcuni wikipediani come Max Klein, sia alla riflessione nata all'interno della lista di discussione italiana.

Un primo, elementare livello di coinvolgimento in progetti wiki è la compilazione diretta, o il miglioramento di voci preesistenti su Wikipedia da parte di bibliotecari. Rientrano in questa casistica tutti i tentativi di "portare la biblioteca su Wikipedia" focalizzandosi sulla storia delle singole istituzioni bibliotecarie, sugli edifici che le ospitano (in Italia si tratta spesso di edifici storici di pregio), sugli enti da cui dipendono o sulla descrizione di fondi speciali in esse conservati. Si può leggere di un caso di studio particolarmente ricco in questo senso in Using Wikipedia to Highlight Digital Collections at the University of Washington [12] sul sito The Interactive Archivist della Society of American Archivists.

Ma anche iniziative di minore portata, realizzate da biblioteche di piccole o medie dimensioni, possono costituire un modo concreto per ottenere due risultati: alfabetizzare i bibliotecari all'uso e alle convenzioni dei wiki e aumentare la visibilità di biblioteche, fondi e territori. Wikipedia infatti offre l'occasione di contestualizzare informazioni, siano essi link a opere digitalizzate sul sito della biblioteca, fondi di particolare pregio, informazioni storiche sulla città o su edifici importanti: potenzialmente, ogni informazione relativa ad una biblioteca (sia attorno, sia in essa) può trovare collocazione in un opportuno articolo di Wikipedia.

Un elemento che spesso rischia di sfuggire alla consapevolezza dei bibliotecari è infatti il grado di reperibilità delle voci di Wikipedia tramite i motori di ricerca. Secondo diverse fonti Wikipedia rientra attualmente fra i dieci primi siti più visitati della rete [13] e risulta il primo in assoluto fra quelli di carattere non profit. Ciò fa sì che il lavoro di miglioramento sui suoi contenuti produca un'economia di scala assolutamente rilevante, di cui è consigliabile tenere conto in tempi di drastica riduzione dei budget a disposizione delle biblioteche e di scarsità di forza lavoro. Diversamente da quanto può sembrare a prima vista, la collaborazione coi progetti wiki, almeno in alcune aree di attività, può essere non un'ulteriore carico da affrontare in biblioteca, quanto piuttosto l'ottimizzazione di un flusso di lavoro teso alla massima diffusione possibile della conoscenza.

Un secondo livello di coinvolgimento si può individuare nell'area sicuramente ricca di possibilità dell'arricchimento bibliografico. Il controllo delle fonti è una regola fondamentale di Wikipedia [14] e la pratica di citare fonti cartacee è alla base della struttura attuale della maggioranza delle sue voci. Sarebbe dunque particolarmente utile che i bibliotecari mettessero a frutto le opere conservate nei propri fondi per l'arricchimento delle voci, in particolare nel caso di bibliotecari esperti di specifiche discipline, di periodi storici particolari, di storia locale eccetera. L'attività avrebbe inoltre il vantaggio di essere modulabile a seconda delle singole situazioni e della effettiva disponibilità di tempo, senza necessariamente richiedere la messa in atto di progetti di ampio respiro.

Ad un livello successivo, volto al coinvolgimento diretto delle proprie comunità di utenti, si trovano le attività di promozione dei progetti wiki. Ne costituiscono degli esempi classici le Edithaton, vere e proprie "maratone di edit" abbastanza diffuse in biblioteche estere, in cui i wikipediani e i comuni utenti vengono invitati ad un evento ospitato in biblioteca il cui scopo è arricchire le voci dell'enciclopedia utilizzando le opere messe a disposizione da questa. Particolarmente efficaci se la biblioteca dispone di materiale raro o di pregio, hanno come positivi effetti secondari il richiamo di nuovi utenti potenziali in biblioteca e la promozione di fondi speciali che rischierebbero altrimenti di restare noti a pochi studiosi. Celebri ad esempio le Editathon tenute presso la British Library [15].

Ma costituiscono ottimi esempi di questo livello di collaborazione anche i workshop organizzati in biblioteca con l'intento diretto di alfabetizzare gli utenti interessati ai progetti wiki. Si tratta di un tipo di attività che necessita della presenza di un wikipediano esperto, ma che possono attrarre pubblico in biblioteca e incoraggiare utenti potenzialmente interessati ma esitanti a fare proprie le tecniche di base per la corretta compilazione di una voce su Wikipedia, l'inserimento di un file multimediale su Commons e così via, aprendo anche il campo ad una alfabetizzazione di base sui temi della proprietà intellettuale. Un esempio di questo tipo di attività, che mostra come sia applicabile a contesti anche accademici, è costituito dai workshop tenuti alla Harward University [16], ma eventi di questo tipo sono calibrabili su target di pubblico molto differenziati, a partire da quello delle scuole superiori.

Proseguendo, ad un livello ulteriore che si può vedere come il coronamento ideale di quello appena descritto, le biblioteche potrebbero proporsi come enti promotori della cultura partecipativa e degli strumenti wiki nelle comunità, anche andando oltre il coinvolgimento diretto con Wikipedia e i suoi progetti paralleli. Si tratta di una strada ancora tutta da esplorare, ma che potrebbe costituire un campo di attività molto proficuo, in grado di raccogliere l'eredità della biblioteca come luogo in cui si svolgono anche attività formative di stampo tradizionale per portare gli utenti ad un maggiore livello di autonomia nella costruzione dei propri percorsi di creazione e condivisione della conoscenza. Anche in questo caso si possono immaginare campi di applicazioni per biblioteche di diversa natura, ad esempio insegnando a gruppi di ricerca come usare i wiki o gli strumenti social per fare e-science, ai ragazzi delle scuole come cooperare online per un progetto comune, alle comunità locali nuovi modi per aumentare la partecipazione attiva alla vita del territorio.

L'ottica in cui ci si porrebbe sarebbe dunque quella delineata da autori provenienti da campi differenti, ma accomunati dalla stessa visione di come gli strumenti sociali della rete dischiudano possibilità inedite (per quanto non piattamente concepite come aproblematiche) di costruzione di una vita attiva ed informata per vaste fasce di cittadinanza. A puro titolo esemplificativo si possono citare qui il sociologo Henry Jenkins [17] e il bibliotecario americano David R. Lankes [18] che è stato di recente ospite di diversi incontri professionali anche in Italia.

Un livello più tecnico di cooperazione fra biblioteche e wiki, e che potrebbe quindi interessare chi si occupa del macro-livello di coordinamento fra progetti di biblioteche digitali di vaste dimensioni, è quello che si attua a livello di applicazioni software in grado di editare i database wiki in modo estensivo ed integrare dati provenienti da fonti diverse. Un esempio recentemente citato in questo campo è quello dell'integrazione fra VIAF, Authority control internazionale promosso da OCLC, British Library, Library of Congress, Deutsche Nationalbibliothek e BNF e Wikipedia. L'integrazione è resa possibile sulla base della comune natura aperta dei dati residenti sui rispettivi database e richiede quindi, più che l'intervento diretto di un alto numero di bibliotecari o di altri utenti, una corretta strutturazione dei dati e lo sviluppo di software apposito [19].

A livello di macro-cooperazione si possono leggere anche le donazioni di materiale testuale o iconografico posseduto da biblioteche e musei, ad esempio testi o collezioni di immagini in pubblico dominio o rilasciate con licenze aperte, ai progetti Wikisource o Commons. Sulla Wikisource italiana si può vedere ad esempio il caso della piccola e specializzata Biblioteca La Vigna di Vicenza, col suo progetto di digitalizzazione di testi antichi nelle discipline legate all'agricoltura [20]. A livello più esteso, invece, il progetto attuale del National Archives and Records Administration statunitense [21], o la donazione, risalente a qualche anno fa, di 1200 testi digitalizzati di Gallica alla Wikisource francese [22]. Si tratta in ogni caso di rendere disponibili documenti di valore su piattaforme esterne ai repository propri delle istituzioni, approfittando di spazi che risultano facilmente ricercabili dai motori di ricerca ma che non sono soggetti al rischio di volatilità o di modifica unilaterale delle condizioni d'uso di piattaforme di media sharing a natura commerciale come Flickr o altre.

3. Considerazioni conclusive

Per finire, si può sottolineare come – a prescindere dalle profonde e innegabili differenze di questi due mondi – i progetti wiki nella loro attuale estensione e livello di qualità e il mondo delle istituzioni culturali abbiano in comune diversi valori e obiettivi di fondo. Wikipedia, l'enciclopedia che, come professionisti dell'informazione, possiamo certo vedere come infinitamente migliorabile, è la prima manifestazione nella storia della cultura umana di un'opera accessibile potenzialmente a chiunque, e che viene peraltro aggiornata e, appunto, migliorata continuamente.

L'intero processo di creazione dei contenuti è caratterizzato da un elemento di totale trasparenza e pubblicità: grazie all'architettura del software wiki, la storia della nascita e dello sviluppo di ogni voce e le discussioni intorno ad essa restano sempre disponibili e leggibili per gli interessati. La possibilità di partecipazione diretta da parte di chiunque, anche con piccoli o piccolissimi contributi personali, definisce i progetti wiki come un felice terreno di applicazione della cultura partecipativa, che difficilmente potrà non avere effetti rilevanti sul mondo della formazione e della ricerca. I progetti sostenuti da Wikimedia Foundation sono fra quelli che in rete affrontano in modo più esplicito il tema del copyright e lo declinano in direzione del rispetto della proprietà intellettuale e della massima applicazione possibile di un principio di apertura e riutilizzo. Accesso, conoscenza, trasparenza, partecipazione e una visione equilibrata del copyright: da un certo punto di vista è difficile immaginare qualcosa che sia più vicino alle biblioteche di Wikipedia.

Un'ultima osservazione: come ogni comunità professionale anche quella dei bibliotecari rischia un certo grado di autoreferenzialità. Il confronto con una comunità di pratica come quella dei wikipediani potrebbe portare un elemento di stimolo e di arricchimento reciproci, mettendo uno di fronte all'altro stili di lavoro e convenzioni d'uso nate in contesti diversi ma tesi ad obiettivi simili. Si potrebbe trattare di una buona palestra in cui imparare ad affrontare un panorama professionale che si va facendo sempre più complesso, e che è destinato ad intrecciare sensibilità e professioni diverse, provenienti dal settore pubblico come da quello privato e della partecipazione attiva dei cittadini alla definizione e allo sviluppo dei servizi.

Virginia Gentilini, Bologna, e-mail: virginia.gentilini@gmail.com


Note

[1] <https://www.aib.it/pubblicazioni-aib/aib-notizie/aib-notizie-2012-2/2012/25605-biblioteche-e-wikimedia/>.

[2] Sullo stesso tema vedi anche Susanna Giaccai, La biblioteca in Wikipedia, "AIB Notizie, n. 3 (2012), <https://www.aib.it/pubblicazioni-aib/2012/28267-biblioteca-in-wikipedia/> e il post di Laura Testoni Biblioteche (accademiche) e Wikipedia: affinità elettive <http://refkit.wordpress.com/2012/08/02/biblioteche-e-wikipedia-webinar/>.

[3] <http://mailman.wikimedia.it/listinfo/bibliotecari>.

[4] <http://it.wikipedia.org/wiki/Progetto:GLAM/Biblioteche>.

[5] <http://wikimania2012.wikimedia.org/wiki/Wikipedia_Loves_Libraries>.

[6] <http://www.oclc.org/research/events/2012/07-31.html>, 31 luglio 2012.

[7] <http://www.webjunction.org/events/webjunction/Librarians_are_Wikipedians_Too.html>, 2 agosto 2012.

[8] <https://p2pu.org/en/groups/open-access-wikipedia-challenge/>.

[9] Vedi ad esempio: Andrew Lih, La rivoluzione di Wikipedia: come un gruppo di illustri sconosciuti ha creato la più grande enciclopedia del mondo, Torino, Codice, 2010.

[10] <http://commons.wikimedia.org>.

[11] <http://it.wikisource.org>.

[12] <http://interactivearchivist.archivists.org/case-studies/wikipedia-at-uw/>.

[13] Vedi ad es., con risultati solo leggermente diversi, Google Ad Planner <http://www.google.com/adplanner/static/top1000/> e SEOMZ <http://www.seomoz.org/top500>.

[14] Vedi <http://it.wikipedia.org/wiki/Wikipedia:Uso_delle_fonti>.

[15] <http://uk.wikimedia.org/wiki/Editathon,_British_Library>.

[16] <http://en.wikipedia.org/wiki/Wikipedia:WLL_at_Harvard>.

[17] Utile ad esempio la lettura di Henry Jenkins, Culture partecipative e competenze digitali: media education per il 21. Secolo, Milano, Guerini studio, 2010, oltre al più noto e precedente Cultura convergente. Milano, Apogeo, 2007.

[18] David R. Lankes, The atlas of new librarianship, Cambridge, Mass., MIT, 2011 e Expect More: Demanding Better Libraries For Today's Complex World, Smashwords Edition, 2012.

[19] Il progetto è descritto da Laura Testoni nel post sopra citato.

[20] <http://www.lavigna.it/it/centro/scientifico.php/1543>.

[21] <http://en.wikipedia.org/wiki/Wikipedia:NARA>.

[22] <http://cibernewsletter.caspur.it/?p=9334>.




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