«Bibliotime», anno XVI, numero 3 (novembre 2013)

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Walter Scancarello

Federica Depaolis, Tra i libri di Indro: percorsi in cerca di una biblioteca d'autore



Federica Depaolis, Tra i libri di Indro: percorsi in cerca di una biblioteca d'autore, Pontedera (Pisa), Bibliografia e Informazione, 2013 (Quaderni del Notiziario bibliografico Toscano, 9).

La tematica delle biblioteche d'autore ha vissuto un momento di grande popolarità negli anni passati, anche sulla scia delle riflessioni del gruppo di lavoro costituitosi in seno all'AIB; tali riflessioni hanno funzionato da stimolo per pubblicazioni e convegni, diventando occasioni per approfondire il tema delle collezioni private - in genere figlie del Novecento - raccolte da personalità di spicco lungo la propria carriera artistica e professionale.

Le riflessioni metodologiche sulla natura delle raccolte d'autore e sui loro caratteri distintivi costituiscono il punto di partenza del lavoro che Federica Depaolis - bibliotecaria dell'Università di Firenze e da anni collaboratrice della Fondazione Montanelli Bassi di Fucecchio – ha dedicato alla biblioteca privata del celebre giornalista Indro Montanelli. Questa raccolta, oggi ospitata nei locali della Fondazione Montanelli, istituzione privata da lui voluta nel paese natale, viene indagata e percorsa seguendo i parametri delle tipiche biblioteche d'autore, in cerca di segni, tracce d'uso, note d'esemplare lasciate dal proprietario o da altri, che oltre ad impreziosire la collezione, la rendono capace di narrazioni sottopelle che permettono di meglio comprendere biografia e personalità del soggetto produttore - gusti di lettura, testi chiave della formazione personale, fonti utilizzate e condizionamenti ricevuti - e soprattutto rivelano il mondo di contatti e relazioni in cui lo stesso autore si muoveva e lavorava.

Il lungo e articolato lavoro propone al lettore un viaggio tra i volumi del lascito montanelliano con l'obiettivo di partire dai presenti, ossia dalla collezione oggi disponibile, per spingersi verso gli assenti, e cioè i non pervenuti: autori e titoli di certo letti, amati, metabolizzati ma che per vari e talvolta imperscrutabili motivi oggi non sono più disponibili a scaffale. E il lato più originale e interessante del lavoro sta proprio in questo doppio binario, in quest'attenzione resa sia alla biblioteca esistente sia a quella possibile, ideale e totale, nel tentativo di cogliere e delineare la fisionomia di entrambe.

Montanelli è stato uomo di grandi letture e di vastissima cultura, ma la biblioteca a cui ha dato vita non appare assolutamente in linea con la statura intellettuale del suo originatore. Un protagonista così longevo e attivo nel panorama italiano del Novecento doveva per forza aver accumulato più dei 5.000 volumi che costituiscono il suo lascito. Ma Indro – apprendiamo leggendo – non aveva la stoffa del conservatore, del puntiglioso archivista, del geloso bibliofilo, come lui stesso confessa a più riprese. I libri non sono sacri né intoccabili, per lui la libreria personale non è inviolabile. E nemmeno è condizione fondamentale per scrivere: lui può farlo ovunque, liberamente, con una Lettera 22 sulle ginocchia, affascinato dalla vita che gli fluisce intorno. Gli scavi d'archivio, l'isolamento nelle torri d'avorio non gli interessano: il suo mestiere è un altro, i suoi panni sono quelli dell'autore-testimone, dell'appassionato cronista del proprio tempo.

Di qui la relativa esiguità della raccolta che gli è sopravvissuta, e a cui l'autrice ci avvicina passo passo, dopo averci introdotto nel mondo delle biblioteche d'autore, raccolte ricchissime d'informazioni ma anche raccolte "difficili", da analizzare con paziente attenzione e sempre adottando una certa distanza cautelare, onde evitare di prenderle per ciò che non sono e mai potranno essere, ossia uno "specchio di carta" del loro proprietario, un catalogo-archivio di tutto quello che è stato letto e assimilato. Di certo, la formazione culturale di un individuo non si lascia ingabbiare per intero tra le pareti di una libreria privata - per quanto vasta questa possa essere - e la biblioteca che viene messa sotto indagine può darci un'idea, solo un'idea, di quanto il suo proprietario abbia degnato di qualcosa di più di un semplice, fugace sguardo. Gli scaffali sono in questo senso spiazzanti e traditori, disponibilissimi a ospitare zavorre e libri altrui – nel caso montanelliano moltissimi volumi appartenuti alla seconda moglie Colette Rosselli – che servono a confondere e appunto a complicare il quadro.

Il valore aggiunto di questo studio corposo e approfondito sta poi nel "Catalogo d'autore" che completa il volume, ed in cui l'autrice elenca i 1905 volumi che formano il cuore della raccolta firmata Montanelli. Attenzione però: non si tratta del semplice registro dei volumi oggi disponibili presso la biblioteca della Fondazione Montanelli Bassi di Fucecchio e nemmeno della lista di quelli facenti parte del lascito bibliografico del giornalista. Si tratta invece di un originale tentativo di andare oltre questi due insiemi concentrici, selezionando tra i tomi presenti quelli che il proprietario Indro ha davvero letto, studiato e amato: "Tra quelli superstiti e oggi disponibili" – si legge nell'introduzione al catalogo – "siamo dunque andati in cerca dei volumi che meglio di altri riflettessero interessi culturali, esigenze professionali, relazioni interpersonali del possessore Montanelli".

L'operazione di filtraggio l'autrice la compie sulla scorta dei tratti tipici della biblioteca d'autore – i segni di possesso – e di informazioni secondarie, che non derivano dall'esemplare ma dalla viva voce del possessore, che davvero sembrava non perdere occasione per esprimersi su libri, letture, autori letti e amati. Vista così, la raccolta iperfiltrata del giornalista non riserva grandissime sorprese. Saggistica di carattere storico, memorialistica, attualità, letteratura italiana e francese del Novecento, secolo indubbiamente dominante. Maestri indicati in molteplici occasioni, evergreen che rispondono all'appello: Prezzolini, Cecchi, Ojetti, Ansaldo, gli storici britannici, Papini, Buzzati, Soldati, Alvaro, Piovene, molto Proust, i 54 volumi dell'opera completa di Voltaire (Paris, Armand-Aubree Editeur, 1829-1830). Oltre 30 titoli dell'amico Giovanni Spadolini, tutti con firma e dedica autografa. Alcune chicche bibliografiche, sempre applicate però ad autori del cuore: l'esemplare ottocentesco delle Opere complete di Machiavelli (Firenze, Parenti, 1843), il diario inedito di Ugo Ojetti, l'esemplare di Pensieri e battaglie di Camillo Berneri (Parigi, a cura del Comitato Camillo Berneri, 1938), che riporta cuciti all'interno appunti manoscritti dell'autore stesso.

Va infine segnalato il saggio introduttivo di Marcello Staglieno che senza dubbio irrobustisce e impreziosisce l'intero libro. Staglieno, biografo, amico e collaboratore di Montanelli, attinge a piene mani dai propri ricordi per ricostruire il viaggio montanelliano attraverso una serie di librerie private di amici che i due, in diversi momenti della vita, visitarono insieme: quelle di Ugo Ojetti, Giovanni Ansaldo, Giuseppe Prezzolini, Guido Piovene, Henri Furst, Giovanni Spadolini e Giorgio Zampa. Ognuna a suo modo colpì il giornalista, ma nessuna generò in lui rivalse di emulazione: le tre che gli furono più congeniali per titoli e autori di certo furono quelle di Prezzolini, Ansaldo e Furst ma - ci informa Staglieno – per sua stessa ammissione, la libreria "ideale" montanelliana semmai va cercata non su scaffalatura ma in un catalogo, ossia quello dei volumi pubblicati da Leo Longanesi dal 1946 al 1954 con la propria casa editrice, testi chiave per la cultura e la formazione di ognuno che Indro conobbe e amò profondamente.

Walter Scancarello, Biblioteca Umanistica - Università di Firenze, e-mail: walter.scancarello@unifi.it




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