«Bibliotime», anno XX, numero 1-2-3 (novembre 2017)

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Silvia Bruni

Riunione di famiglia: l'attività del MAB Toscana



Abstract

MAB is a coordination promoted by professional associations (AIB, ANAI, ICOM) in order to improve the collaboration between archives, libraries and museums. In this context MAB Toscana started an experimentation based on working groups. These are reflecting on the possibilities of making the semantic standards interoperable, testing RDA on archival context, improving the collaboration with Wikimedia projects. Despite their different methods, archives, museums, libraries look like brothers and sisters that meet again after a lot of time; so they need to test ways of cooperation in order to create 'paths' between their collections, to improve the quality of their services and the research opportunities for their users.

1. Introduzione

Con la nascita del MAB [1] si è avviata, finalmente, la riflessione sulle possibilità di collaborazione tra archivi, biblioteche e musei. Archivisti, bibliotecari, operatori museali si occupano professionalmente di conservare, organizzare, descrivere beni culturali; tuttavia sono molte le differenze dovute alla specificità degli oggetti trattati e alle modalità di fruizione storicamente determinatesi. L'ascolto di assonanze e dissonanze porta in un territorio, in gran parte inesplorato, ma ricchissimo di potenzialità.

La strada che da un oggetto di una collezione museale, ad esempio un quadro, arriva ai documenti di archivio e alle pubblicazioni che lo riguardano (o viceversa) non è, quasi mai, tracciata e percorribile. Ci sono muri analogici e digitali che ostacolano una reale interconnessione. I motivi sono molteplici e poco studiati. Sarebbe molto interessante ricostruire, in chiave comparata, la biografia di questi fratelli (archivi, biblioteche e musei, appunto) separati in culla.

Non è tuttavia, lo scopo di questo testo, che vuole creare curiosità intorno a questi temi e, semmai, limitarsi a suggerire spunti di ricerca possibili. D'altra parte lo stesso MAB non ha ancora trovato la giusta attenzione nelle tre comunità professionali. Dare visibilità alle esperienze regionali può essere un'occasione per fare un bilancio. Scattare una fotografia serve a vedere con maggiore chiarezza "l'aria di famiglia".

2. Il MAB Toscana

In Toscana esisteva già un gruppo [2], confluito poi nel MAB, che stava sperimentando la descrizione semantica dei documenti di archivio con il Nuovo soggettario curato dalla Biblioteca nazionale centrale di Firenze (BNCF). Proprio il lavoro di gruppo è diventato l'aspetto caratterizzante l'esperienza in corso. L'accento è sul fare secondo un approccio progettuale: obiettivi di medio periodo, definiti e verificabili, controllo dei tempi, valutazione in itinere. I gruppi, che nel tempo sono nati, si sono attivati sulla base di interessi e competenze dei partecipanti. Eccoli:

E' nato anche un gruppo sulla didattica, mai davvero decollato. Di questo, come dei risultati delle attività, si dirà nel paragrafo successivo.

La cooperazione, spesso sottovalutata nei contesti lavorativi, presenta molti vantaggi. Il primo è che tutti sono coinvolti e devono mettersi in gioco, nessuno è escluso. Quindi più teste e più mani, più idee, minore spreco di creatività (Wenger, 2006). Nel caso dei gruppi di lavoro del MAB Toscana i partecipanti si differenziano per istituzione di appartenenza e per professionalità; sono, infatti archivisti, bibliotecari, operatori museali provenienti da istituzioni pubbliche, private o liberi professionisti [3]. Il punto di partenza è stato confrontare l'approccio disciplinare, le prassi, gli strumenti, affidandosi gli uni alle competenze degli altri e orientando progressivamente il tiro. Quando necessario sono state organizzate iniziative di formazione, ad esempio sul Nuovo soggettario [4], ma, in generale, la complementarità si è rivelata un punto di forza.

Le sperimentazioni in corso non sono fini a se stesse; l'auspicio è che le proposte, ancora in forma di prototipo, possano essere sperimentate, valutate, implementate e, infine, adottate da archivi, biblioteche e musei e dagli istituti nazionali di riferimento. Per questo è stata curata particolarmente la disseminazione dei risultati [5].

Ultimo aspetto che connota il MAB Toscana è l'inclusività. Non solo chi è interessato può entrare nei gruppi, ma viene fatta un'attività che potrebbe essere definita di valutazione del "potenziale MAB" delle istituzioni da cui provengono i partecipanti, così da proporre progetti di lavoro costruiti "su misura". E' il caso dell'attività che si sta avviando a Siena, dove la biblioteca universitaria umanistica, l'archivio di Stato, la rete dei musei dell'università, la Fondazione dei musei senesi stanno elaborando un progetto che consenta una maggiore integrazione.

3. I risultati

Applicazione del Nuovo soggettario a collezioni diverse da quelle bibliografiche

Il gruppo si è a sua volta diviso in due sottogruppi, uno lavora sui musei, l'altro sugli archivi. L'obiettivo è applicare l'indicizzazione per soggetto a risorse documentarie non bibliografiche, utilizzando il Nuovo soggettario. Il vocabolario controllato è, infatti, uno strumento che ha innegabili punti di forza: il metodo rigoroso, la flessibilità, la manutenzione e l'aggiornamento (Biblioteca nazionale centrale di Firenze, 2006).

Sottogruppo musei

I repertori terminologici realizzati dall'ICCD (Istituto centrale per il catalogo e la documentazione) per la descrizione semantica nei musei sono liste di termini non strutturati. Per questo verificare la tenuta del Nuovo soggettario in questo ambito sembrava particolarmente interessante. La sperimentazione ha, per ora, riguardato la definizione e la descrizione di un campione di strumenti scientifici storici conservati presso il museo della Fondazione Scienza e tecnica di Firenze. Una parte dei nuovi termini individuati è stata strutturata gerarchicamente e inserita nel thesaurus del Nuovo soggettario.

Oltre a portare a eventuali notizie bibliografiche sul catalogo della BNCF, i termini consentono un ponte con i cataloghi dei musei; questi, a loro volta, sono stati inseriti, ed è una novità, tra le fonti di adozione dei termini. A titolo di esempio si può prendere il caso di un oggetto che è diventato la mascotte del gruppo: si tratta del cosiddetto "cilindro saliente", denominato in due modi diversi nei cataloghi di due musei che lo conservano [6]. I nomi "Cilindri su piano inclinato" e "Paradossi del cilindro saliente" sono ora nel vocabolario controllato come forme non preferite di "Cilindri salienti". Il soggetto diventa, così, l'elemento chiave per l'interoperabilità tra banche dati diverse.

Sottogruppo archivi

Analogamente si sta sperimentando la descrizione semantica nei fondi archivistici. Il sottogruppo ha fatto le prime prove di lavoro sull'archivio di Giovanni Pascoli [7]. Attualmente si sta lavorando sul fondo archivistico di Ernesto Rossi, conservato dagli Archivi storici dell'Unione europea. La sperimentazione ha in sé caratteri innovativi, perché la soggettazione non rientra tra gli strumenti della descrizione archivistica. Si tratta quindi di applicare il metodo di analisi concettuale dei documenti e di attribuzione di un soggetto, definendo il livello archivistico specifico rispetto al quale si vuole condurre l'analisi [8].

L'obiettivo è rappresentare il focus tematico di un documento in una stringa di soggetto composta da termini controllati, correlati tra loro da una sintassi, in modo da renderne possibile il recupero. Questo criterio può essere applicato a una singola unità documentaria, ad esempio la lettera di un carteggio (qualora lo si ritenga utile perché in essa sono trattati argomenti insoliti rispetto a quelli prevalenti nell'archivio) o a tutte le unità documentarie dell'archivio.

Analogamente la descrizione semantica può riferirsi ai diversi livelli in cui un archivio si articola, ovvero il fascicolo, la sottoserie, la serie, l'intero complesso archivistico (Carucci - Guercio, 2009). Salendo di livello, ovviamente, il soggetto diventerà meno specifico. Con le dovute differenze si può fare un'analogia con la soggettazione di un singolo contributo in una miscellanea o dell'intera monografia. Anche in questo caso il Nuovo soggettario si è arricchito di termini nuovi, specialmente di tipo formale. In un archivio, infatti, si possono incontrare supporti estremamente eterogenei con la conseguente necessità di farne una descrizione coerente. Anche per questo un vocabolario controllato può rivelarsi estremamente utile.

Il MAB Toscana è stato aggiunto dalla BNCF alle altre agenzie catalografiche che collaborano al Nuovo soggettario come proponenti i termini; segno di riconoscimento del lavoro dei due sottogruppi.

RDA e collezioni archivistiche

Le linee guida RDA (Resource Description Access) sono idealmente  pensate per  "tutti coloro che vogliono catalogare una raccolta di beni culturali [...]: bibliotecari, conservatori dei musei, archivisti e operatori di qualsiasi altro settore disciplinare" (Bianchini - Guerrini, 2014, p. 15). Nate in contesto bibliotecario, si propongono (in linea con FRBR e ICP) di descrivere e consentire l'accesso a qualsiasi tipo di risorsa.

Dopo un'analisi  comparativa con standard archivistici tradizionali come ISAD(G) e ISAAR(CPF) (Carucci - Guercio, 2009), il gruppo ha descritto alcune parti di un archivio [9] seguendo le indicazioni fornite dalle linee guida RDA (Bianchini - Guerrini 2014). Le considerazioni conseguenti l'analisi sono state descritte in un articolo in fase di pubblicazione [10]. L'attività proseguirà facendo un lavoro analogo su una collezione museale.

Wikipedia e beni culturali

Esistono ormai molte esperienze di collaborazione tra archivi, biblioteche e musei e i progetti coordinati da Wikimedia Italia (Giaccai, 2015). I risultati delle attività in corso evidenziano come questa alleanza amplifichi la visibilità e, spesso, la qualità e l'efficacia dei servizi promossi dalle istituzioni raggruppate sotto l'acronimo GLAM [11] (Forziati, 2017). Tenendo conto di questo, il gruppo MAB Toscana si è configurato come luogo di riflessione, progettazione e mediazione.

Si sta lavorando per migliorare le voci Wikipedia relative a archivi, biblioteche e musei e sull'organizzazione classificatoria dell'enciclopedia libera. Sono in fase di stesura linee guida per un maggiore coinvolgimento di archivisti, bibliotecari e operatori museali. Vengono organizzate maratone finalizzate alla scrittura collettiva di voci Wikipedia, in luoghi diversi dalle biblioteche, dove questi eventi si realizzano con maggiore frequenza. La prossima giornata si svolgerà a dicembre al Museo Novecento di Firenze, con il quale si vorrebbe avviare anche uno sportello di supporto al lavoro nell'enciclopedia libera, come strumento didattico e di coinvolgimento dei visitatori.  Su questo stesso tema nel 2015 è stato presentato un progetto [12] (non è stato finanziato, ma un progetto nel cassetto è comunque un piccolo tesoro). 

Didattica MAB e un nuovo, strano, fratello

Questo gruppo, che aveva lo scopo di valutare le possibilità di interazione della didattica svolta in archivi, biblioteche e musei, non è mai decollato veramente nonostante l'interesse dei partecipanti. I gruppi sono organismi viventi, a volte ci sono tempi fisiologici di maturazione, a volte le forme assunte nel processo di crescita sono diverse dalle aspettative e, proprio per questo, sorprendenti.

E' Intorno a quel tavolo, ad esempio, che è nata la collaborazione con il progetto Museomix, una maratona creativa che si svolge ogni anno contemporaneamente in più musei del mondo. Vengono selezionati volontari  con professionalità diverse (esperti di didattica, grafici, programmatori, artigiani, ecc.) con l'obiettivo di ripensare il modo di vivere il museo. Quest'anno, a novembre, grazie all'incontro tra la comunità toscana di Museomix e il MAB Toscana, si lavorerà anche sulla relazione tra archivio, biblioteca e museo. L'iniziativa non poteva nascere sotto stelle migliori, visto che si terrà nella sede del MMAB di Montelupo fiorentino; l'acronimo in questo caso sta per museo (della ceramica), archivio e biblioteca che condividono la stessa struttura, ma non hanno (ancora) servizi in comune.

4. Conclusioni

La "leggerezza" del MAB, che non ha personalità giuridica e struttura organizzativa, consente una grande flessibilità e favorisce l'adattamento a contesti diversi. D'altra parte alcuni aspetti si complicano. Ad esempio avere finanziamenti mirati favorirebbe una maggiore continuità alle sperimentazioni in corso in Toscana, consentendone un salto di qualità. Non è, però, facile superare le differenze statutarie e organizzative tra AIB, ANAI e ICOM. Se le associazioni hanno l'indubbio merito di aver avviato questo processo di "ricongiungimento" non hanno ancora investito abbastanza per superare queste criticità e per dare al MAB e alle sue articolazioni regionali visibilità e coordinamento maggiori .

La lunga separazione necessita di tempo per conoscersi e ri-conoscersi, per trovare terreni di condivisione di pratiche e metodi. Per molto tempo l'approccio alle collezioni è stato diverso. Per limitarsi alla presenza nel Web, i servizi delle biblioteche trovano un centro ideale negli OPAC, a differenza, degli archivi, ancora lontani dall'avere raggiunto la piena accessibilità on line del loro patrimonio, e dei musei, concentrati maggiormente sull'organizzazione delle collezioni pensate in funzione delle visite in loco. L'enfasi, di conseguenza, è sull'ambientazione delle raccolte, sulle attività didattiche e di mediazione (Negri, 2016). Il catalogo svolge prevalentemente una funzione di tipo inventariale di gestione e supporto alla conservazione delle collezioni [13].

Anche dal punto di vista terminologico parlare di "utenti", come fanno le biblioteche e gli archivi (che pure si rivolgono prevalentemente a esperti in discipline storiche) o di "visitatori" come fanno i musei (Negri 2016) incide, probabilmente, sulla percezione del proprio ruolo e sull'organizzazione di collezioni e servizi. La metafora di Raganathan del faro e della torcia, seppure applicata a un contesto diverso da quello originario [14], è ugualmente suggestiva. Si potrebbe infatti, affermare che archivi, biblioteche e musei possono scegliere se costruire fari, per attrarre pubblico, facendolo entrare in modo indifferenziato nei loro edifici (analogici e digitali) oppure possono rifornirlo di torce (e magari di mappe) perché ciascuno possa scegliere quale strada intraprendere sulla base di un bisogno informativo specifico.

I tempi sono maturi per avviare la costruzione di percorsi tra le collezioni e i documenti conservati da istituti diversi (Rossi, 2016). Si aprirebbero, così, nuove possibilità di ricerca tra risorse interconnesse, ma separate da convenzioni e culture professionali autoreferenziali, i cui limiti sono ormai evidenti. Questa prospettiva è perfettamente in linea, pur ampliandone i confini di applicazione, con la prescrizione della quarta legge della biblioteconomia di Ranganathan: "Non far perdere tempo al lettore". E' ora di rischiare e riunire la famiglia.

Silvia Bruni, Biblioteca di Scienze sociali - Università degli studi di Firenze, e-mail: silvia.bruni@unifi.it


Bibliografia

Biblioteca nazionale centrale di Firenze (2006), Nuovo soggettario: guida al sistema italiano di indicizzazione per soggetto: prototipo del Thesaurus, Milano, Bibliografica.

Bruni, Silvia - Capetta, Francesca - Lucarelli, Anna - Pepe, Maria Grazia - Peruginelli, Susanna - Rulent, Marco (2016), Verso l'integrazione tra archivi, biblioteche e musei: alcune riflessioni, "Jlis.it", 7, 1. Ultima visita 10/10/2017.

Le professioni dei beni culturali: affinità, differenze, sviluppi futuri (2015), atti del convegno MAB FVG,  Trieste, 13 dicembre 2013, a cura di Cristina Crocever, Trieste, Edizioni Università di Trieste. Ultima visita 10/10/2017.

Forziati, Claudio – Forziati Maio, Tania (2017), Information needed: comprendere e anticipare i bisogni informativi al tempo di Wikipedia, "Biblioteche oggi Trends", 3, 1, p. 71-80.

Giaccai, Susanna (2015), Come diventare bibliotecari wikipediani, Milano, Bibliografica.

Giusti, Luca, Matematica, cibernetica e modello APUPA di Ranganathan, intervento al'ottavo Incontro ISKO Italia, Bologna, 22 maggio 2017, su questo numero di Bibliotime all'URL < …………………..>.

Carucci, Paola - Guercio, Maria (2009), Manuale di archivistica, Roma, Carocci.

Manzoni, Laura (2017), MAB Linguaggi Toscana: presentazione delle attività svolte nell'anno 2015-2016, "Bibelot" 23, Ultima visita 10/10 2017.

Negri, Massimo (2016), La grande rivoluzione dei musei europei: Museum Proms, Venezia, Marsilio.

Il nome delle cose, il linguaggio come punto d'incontro tra archivi, biblioteche e musei: l'esperienza del gruppo linguaggi di MAB Toscana, a cura di Francesca Capetta (2016), "Il mondo degli archivi: quaderni", n. 1. Ultima visita10/10/2017.

Rossi, Federica (2016), Per i beni culturali d'Ateneo: riflessioni e prospettive, "Bibliotime", 19, 3, <https://www.aib.it/aib/sezioni/emr/bibtime/num-xix-3/rossi.htm>. Ultima visita 10/10/2017.

Wenger, Etienne (2006), Comunità di pratica: apprendimento, significato e identità, Milano, Cortina.

Note

[1] Il MAB - Musei archivi e biblioteche è un coordinamento nazionale permanente promosso nel 2011 oltre che dall'AIB, da ANAI (Associazione nazionale archivistica italiana) e da ICOM Italia (International Council of Museums -Comitato nazionale italiano). Lo scopo è quello di sviluppare esperienze di collaborazione tra archivi, biblioteche e musei, di confrontarsi sui rispettivi ambiti disciplinari e di promuovere soluzioni organizzative, normative, tecnico-scientifiche condivise (si veda l'atto costitutivo ). Il MAB è organizzato in coordinamenti regionali. Quello toscano si è costituito nel 2012 (Atto costitutivo ).

[2] Composto da Biblioteca nazionale centrale di Firenze, l'allora Soprintendenza archivistica della Toscana, Regione Toscana e Centro servizi volontariato toscano. Il gruppo era formalizzato con una lettera di intenti.

[3] Per formalizzare il rapporto con gli enti il cui personale partecipa alle attività del MAB Toscano e per avviare la creazione di una rete effettiva, si sta procedendo alla stipula di protocolli di intesa tra le associazioni professionali e gli enti il cui personale partecipa alle attività. Ad oggi sono stati firmati due accordi: con la Fondazione Scienza e tecnica e con la Biblioteca nazionale centrale di Firenze.

[4] Era infatti importante che lo strumento fosse conosciuto nel suo funzionamento generale in modo da valutarne il potenziale applicativo anche in contesti diversi da quello bibliotecario.

[5] Convegni: Il nome delle cose, organizzato da ANAI Toscana, 8 ottobre 2015. L'alleanza fra musei, archivi e biblioteche: il MAB come strategia, 25 maggio 2017, organizzato da ICOM Toscana. Per gli articoli si rimanda alla bibliografia. Si segnala, inoltre: S. Bruni, F. Capetta, Caterina Del Vivo, S. Peruginelli, M. Rulenti, C. Vivoli. RDA e archivi: ricerca di un raccordo tra mondi diversi, in uscita su JLIS di gennaio 2018.

[6] Il Museo Galileo e la Fondazione Scienza e tecnica di Firenze.

[7] Giovanni Pascoli nello specchio delle sue carte. Ultima consultazione 10 ottobre 2017. L'archivio è interamente digitalizzato, caratteristica indispensabile per un lavoro di analisi e attribuzione di soggetto ai documenti.

[8] Trattandosi di una sperimentazione l'interesse è valutare il metodo, indipendentemente da un'analisi delle risorse finanziarie necessarie , cosa che sicuramente potrebbe entrare in gioco in un progetto di lavoro vero e proprio.

[9] Si tratta del fondo della Ligue européenne de coopération économique, conservato presso gli Archivi storici dell'Unione Europea. Inizialmente si sono create tabelle per la raccolta dei dati; successivamente si è usato il software didattico rimmf3.

[10] Sul numero di JLIS di gennaio 2018.

[11] Galleries, libraries, archives and museums < https://it.wikipedia.org/wiki/Progetto:GLAM>.

[12] Tessitori di voci: una tela di documenti e voci Wikipedia ordita da archivi, biblioteche, musei, cittadini per raccontare il territorio (presentato sul bando Che fare 2015).

[13] Tra le poche eccezioni che abbiamo individuato, senza aver svolto una ricerca sistematica, si segnala Il catalogo del Musée d'Orsay, vero e proprio strumento di informazione e contestualizzazione delle opere, con molteplici possibilità di ricerca .

[14] Ne ha parlato Luca Giusti nello stesso convegno in cui questa relazione è stata presentata. L'immagine si riferisce a ai concetti di ombra e penombre nei risultati della ricerca nei cataloghi delle biblioteche: Matematica, cibernetica e modello APUPA di Ranganathan.




«Bibliotime», anno XX, numero 1-2-3 (novembre 2017)

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