[AIB]AIB. Sezione Toscana. Bibelot, n. 3 (2001)

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Convegno nazionale a Pistoia

PROGETTI DI NUOVE BIBLIOTECHE IN TOSCANA

di Patrizia Lùperi

Lo spazio è stato il grande protagonista del convegno pistoiese "Costrui-re la conoscenza. Nuove biblioteche pubbliche dal progetto al servizio", svoltosi nei giorni 6 e 7 dicembre 2001.
Uno spazio quanto più possibile trasparente, penetrabile, flessibile, aperto e modulare, ripetibile all'infinito, dove la circolazione di libri (e di idee) avviene con la massima libertà di percorso e dove l'utente può muoversi autonomamente, accolto e confortato da arredi esteticamente gradevoli e da postazioni multimediali realizzate secondo i più aggiornati criteri ergonomici.
L'edificio biblioteca, dunque, ha perso l'originaria funzione prevalentemente conservativa, per divenire un centro culturale integrato, anzi secondo uno dei maggiori architetti del nostro tempo, Lord Norman Foster, le biblioteche possono rientrare in quella categoria di "edifici quasi industriali" insieme ai musei, alle scuole e ai teatri, per i quali è possibile una iniziale progettazione unitaria di elementi standardizzati e soluzioni ripetibili, che saranno successivamente associati, di volta in volta diversamente, a seconda della particolare identità della struttura di arrivo. Ma quali sono le biblioteche effettivamente coinvolte in questo frenetico processo di costruzione di nuovi edifici e nuove conoscenze? Utilizzando le parole di Giovanni Solimine, visto che è l'offerta che crea la domanda, e soprattutto un'offerta di qualità, saranno innanzi tutto i centri maggiormente dotati di moderni ed efficienti servizi, con un alto numero di utenti, che sentiranno l'esigenza di spazi sempre più ampi, nei quali poter programmare e pianificare le proprie risorse (documentarie, tecnologiche e umane).
In Toscana esistono numerose biblioteche che in questi ultimi anni si sono trasformate in luoghi di aggregazione sociale, dove il libro non è il solo protagonista, ma sono ben visibili numerosi altri mezzi di comunicazione, in uno spazio non più dedicato solo alla studio e al silenzio, ma anche a momenti di incontro, di dibattito e di ristoro. Ne è un ottimo esempio la mediateca recentemente inaugurata a Quarrata e i vari progetti presentati nella seconda giornata del Convegno in questione, apertasi con l'intervento di Alessandro Bonechi, il quale ha sintetizzato chiaramente i criteri posti alla base del progetto della nuova Biblioteca comunale M. A. Martini di Scandicci, che sarà dislocata in una sede diversa, composta da un edificio scolastico ristrutturato e da una struttura attigua, opportunamente realizzata. Oltre allo spazio e agli arredi, che dovranno possedere le caratteristiche descritte all'inizio di questo testo, saranno indispensabili orari prolungati e personale competente e disponibile, per far fronte alla grossa scommessa di conquistare nuove fasce di utenza, prestando particolare attenzione al comfort dei piccoli lettori e alle istanze pedagogiche insite in un percorso formativo di educazione alla lettura.
Il compito dell'architetto Annalisa Baracchi è stato invece quello di sottolineare l'importanza che assumono alcuni locali finora trascurati, come ad esempio il settore d'ingresso, dove si devono cogliere velocemente tutte le attività e funzioni che la struttura è in grado di offrire, oppure gli spazi dedicati a zone di studio e a piccoli gruppi e incontri, posti nella corte esterna opportunamente ricoperta con una struttura metallica vetrata, oltre a ulteriori insolite postazioni di lettura all'aperto, ricavate da alcune terrazze interne ("a tasca"), presenti lungo tutta la superficie del primo piano dell'edificio.
Successivamente Maria Stella Rasetti ha illustrato l'ampliamento della Biblioteca comunale R. Fucini di Empoli, che può attualmente contare anche su una preziosa sezione dedicata ai ragazzi denominata "Isola del tesoro", composta da cinque spazi differenziati, dove svolgere molteplici attività, al di fuori del tradizionale rapporto di sudditanza con la scuola, mentre il sindaco del Comune di Montemurlo ha annunciato l'acquisto di un imponente edificio che, oltre a ospitare la nuova sede della biblioteca comunale, avrà il compito di ricomporre il tessuto urbano di una città sorta recentemente, senza nessun centro visibile; la funzione-biblioteca diventa, in questo caso, parte di una composizione urbanistica più generale, nella quale l'istituzione si apre ai flussi esterni, entrando in dialogo con gli utenti-cittadini, dove lo spazio-biblioteca diventa spazio della città.
In seguito l'architetto Adriano Marsili ha presentato il grandioso progetto di riconversione degli stabilimenti ex Piaggio di Pontedera, alcuni dei quali verranno recuperati ed adattati a contenere un centro universitario, una biblioteca, una pinacoteca, un archivio e alcune sale convegni. Attualmente, gli edifici industriali rappresentano senz'altro un ottima risorsa, in quanto possono essere facilmente convertiti in centri culturali o bibliotecari, visto che la struttura tipologica di una biblioteca moderna (e postmoderna) non ha più un carattere unitario formale, ma è divenuta la somma delle parti che la compongono: diversi tipi di biblioteca si sovrappongono, oggi, all'interno dello stesso edificio, ognuna con i propri spazi, i propri utenti, con le proprie raccolte, a scaffale aperto o disponibili in rete. Questa caratteristica è emersa anche durante la presentazione della nuova Biblioteca Forteguerriana da parte dell'architetto Pica Ciamarra, intervento particolarmente appassionato che ha suscitato un generale senso di coinvolgimento e di approvazione nella platea.
La nuova biblioteca pistoiese troverà casa negli stabilimenti ex Breda, opportunamente riqualificati e recuperati secondo i dettami dell'architettura bioclimatica, che garantisce sistemi di illuminazione e ventilazione naturali (ne sono un esempio i camini di sole), ambienti rifiniti in legno per garantire un senso di calore e spazi disegnati a misura d'uomo, come è ben emerso dalle diapositive proiettate. L'architetto ha ricordato che il compito principale della sua categoria professionale dovrebbe essere quello di trasformare le idee in spazi, impegno particolarmente arduo in Italia, dove il tradizionale spirito conservativo ha impedito, fino ad oggi, una dinamica programmazione e progettazione di biblioteche, che peraltro non hanno mai ricoperto quel ruolo centrale, tipico dei paesi anglosassoni. Creare una biblioteca significa sostanzialmente impegnarsi in uno sforzo progettuale enorme che comprende anche la riqualificazione di tutto lo spazio fisico e non, che la circonda; quindi spazio linguistico, sociale, culturale, energetico, virtuale e del mercato. Ci sarebbe molto da dire anche rispetto agli altri progetti presentati, sia quello inerente alla nuova Biblioteca comunale A. Lazzerini di Prato, che quello relativo alla Biblioteca comunale degli Intronati di Siena, ma ci limitiamo a constatare che questo generale attivismo può contare sulla vasta solidarietà di ogni tipo di utente, reale e potenziale, che vede nel nuovo volto amichevole della biblioteca un alleato sicuro, in grado di organizzare, mediare e distribuire ogni tipo di informazione, qualsiasi sia il supporto che la contenga.
Emerge a questo momento l'urgente necessità di ridisegnare il ruolo del bibliotecario e del documentalista che dovranno, d'ora in avanti, possedere elevate capacità tecniche e gestionali, per non incorrere in situazioni come quelle descritte da Igino Poggiali in apertura del Convegno, riferendosi alla Bibliomediateca di Terni di recente costruzione, che non avendo un organico adatto a fronteggiare nuove funzioni e nuovi servizi, ha un ridottissimo numero di utenti, nonostante i quindici miliardi impiegati per la sua edificazione. Non resta quindi che augurarci che l'attenzione puntata su queste nuove strutture, non solo teoricamente concepite ma effettivamente realizzate o in via di costruzione, si concentri quanto prima sul problema formativo del personale a cui verranno richieste, oltre al tradizionale curriculum da umanista, competenze tecniche di alto livello e doti comunicative interpersonali, che favoriscano l'educazione alla creazione, condivisione e utilizzo di nuove forme della conoscenza.


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Copyright AIB 2002-02-18, ultimo aggiornamento 2002-02-18 a cura di Vanni Bertini
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