[AIB]AIB. Sezione Toscana. Bibelot, n. 3 (2003)

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ipertesti e dintorni

MA QUANTE BELLE CATALOGAZIONI, MADAMA DORÈ

di Elisabetta Di Benedetto

Il mondo bibliotecario è tradizionalmente diviso tra i sostenitori della catalogazione e quelli del reference. Di fronte a biblioteche sempre più virtuali e digitali e ad archivi sempre più open, ci si domanda con rinnovata insistenza se non sia il caso di reimpiegare buona parte delle già scarse risorse umane e finanziarie per fornire prodotti bibliograficamente significativi. Prendiamo il caso delle biblioteche delle università, quelle più vicine al mondo della ricerca: si giustifica la replica, in una sorta di tacita competizione, di descrizioni bibliografiche che differiscono spesso le une dalle altre solo per qualche virtuosistico dettaglio? Non credo che nell'avanzato mondo anglosassone si moltiplichino tanto insensatamente gli sforzi. Certo questa realtà può contare su un'ossatura forte del sistema bibliotecario nazionale, sull'omogeneità del software di catalogazione e su compiti ben individuati e ripartiti tra le diverse tipologie di biblioteche e non è un caso che qui si producano i database più importanti (venduti, per altro, a caro prezzo al resto del mondo). Nel deserto bibliografico che contraddistingue il panorama italiano affiorano alcuni tentativi forse timidi, ma non per questo meno lodevoli. Diversi per natura e ambito tematico, ma significativi sono due database bibliografici: l'Emeroteca storica on-line e Italica. Il primo spoglia 11 riviste italiane di storia contemporanea, con una copertura temporale che va dal 1960 della Rivista storica italiana al 2002 di Meridiana, Novecento e Contemporanea, con oltre 5000 titoli e aggiornamento semestrale. Ad una ricerca piuttosto articolata, che consente di incrociare tra loro più campi e di utilizzare i booleani all'interno di un singolo campo, si unisce il vantaggio dell'immediata reperibilità, visto che i periodici sono tutti presenti nella biblioteca della Fondazione Istituto piemontese Antonio Gramsci, disponibile sia alla consultazione che al document delivery. Italica, invece, è un cd-rom con spogli da più di una trentina di periodici italiani di archeologia; la copertura va dal '55 del Bullettino del Museo della civiltà romana al '97 di Acta Istituti Romani Finlandiae, Analecta Romana Instituti Danici e Ocnus. Anche in questo caso è possibile incrociare più campi di ricerca (autori, titolo e parole chiave) e avvalersi dell'abstract di cui è corredato ciascun articolo. Non è forse questa una delle possibili direzioni verso cui le biblioteche delle università potrebbero profondere i propri sforzi e consentire magari agli atenei, afflitti da cronica carenza di fondi, di raggranellare dignitosamente qualche sovvenzione? In tempi in cui sulle nostre teste pende la spada di Damocle della privatizzazione, ci farei un pensierino.


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Copyright AIB 2004-01-30, ultimo aggiornamento 2004-02-12 a cura di Vanni Bertini
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