[AIB]AIB. Sezione Toscana. Bibelot, n. 1 (2004)

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LA RISPOSTA

Cogliamo volentieri l'occasione offerta dalla lettera di Riccardo Ridi a "Bibelot", per tornare a parlare della nostra esperienza, per chiarire ed approfondire alcuni spunti. Il tono "trionfalistico" del nostro intervento, che Ridi ritiene di dover smorzare, testimoniava la soddisfazione di aver vissuto un evento importante, di 'fondazione' e messa in opera di una realtà bibliotecaria di grandi dimensioni e rilevanza, all'interno di un progetto più ampio su cui molto ha investito l'Ateneo fiorentino, che vede la costituzione di un campus con tre facoltà, 10 dipartimenti, aule informatiche, sale di lettura non attrezzate e, nei prossimi mesi, alloggi, mense, servizi di segreteria. In questo contesto la Biblioteca, che è quella che abbiamo cercato di descrivere, per dimensioni e caratteristiche è diventata il punto di riferimento culturale e logistico di un'area, e di ciò siamo fieri. Crediamo che per i bibliotecari, tutti, questo dovrebbe essere motivo di orgoglio e di soddisfazione. Per quanto riguarda le "sei mani" che hanno firmato il contributo, ce ne scusiamo, ma sarebbero dovute essere molte di più, a rappresentare tutti i colleghi coinvolti in questa avventura sui vari fronti, a gestire un trasloco epocale, un progetto di adeguamento delle collezioni che mette assieme 7 biblioteche e 12 altre raccolte, a redigere capitolati speciali e gestire direttamente gare, appalti, e rapporti con interlocutori i più diversi, dai servizi tecnici e informatici dell'Università, alle varie aziende coinvolte nell'allestimento e nella manutenzione (arredi, rete dati, fonìa, sistemi di controllo e sicurezza, ecc.). Per quanto riguarda le percentuali dello scaffale aperto, conviene ricordare che parliamo di una biblioteca specialistica e che il 57% della collezione a scaffale aperto si traduce in ben 456.000 volumi, tutti del medesimo contesto disciplinare. I restanti 344.000, immagazzinati in una torre libraria, raccolgono, oltre ai fondi storici, una sterminata collezione di tesi di laurea e una quantità di doppie, triple e quarte copie di monografie e riviste provenienti dalle diverse sedi. La torre libraria (che comprensibilmente può anche non piacere) è un locale adatto alla conservazione, è climatizzato e messo in sicurezza. Proprio per garantirne la piena funzionalità e il rispetto delle norme previste in materia abbiamo subìto un ritardo nell'apertura. Siamo fiduciosi di avere già attivato il servizio della distribuzione mentre queste righe vanno in stampa, così come è avvenuto per gli altri servizi, avviati gradualmente dopo l'apertura. Quanto alla nostra organizzazione, il modello "a matrice" del Sistema Bibliotecario di Ateneo è stato e rimane per noi (non solo per le sei mani!) una scelta importante perché fin dalla sua sperimentazione, nel 1995, ha introdotto nei processi lavorativi principi quali la flessibilità, la rotazione, l'abbandono della segmentazione delle procedure, la progettualità e il lavoro per gruppi tanto che, progressivamente, il livello qualitativo dei servizi è andato sensibilmente migliorando. L'accordo che allora "puntellava" la riorganizzazione del lavoro in biblioteca e consentiva la nascita del Sistema Bibliotecario non può dirsi esaurito, casomai è stato esteso ad altri settori dell'Ateneo. Perché affidare anche ai bibliotecari più esperti, "quelli delle qualifiche più alte", attività che prevedono il contatto con il pubblico (sia al bancone con l'attività di distribuzione, che nelle sale con le attività di assistenza e riordino delle collezioni) ha significato migliorare il rapporto con l'utenza, recuperare la stima nel ruolo del bibliotecario da parte dei docenti, abolire lo steccato tra front office e back office e soprattutto valorizzare la professionalità di tutti, anche di quelli inquadrati in livelli contrattuali bassi. In tutto questo non troviamo niente di così lesivo "per l'immagine e la dignità professionale dei bibliotecari". Si tratta piuttosto di riuscire a integrare gli organici perché siamo pochi. Il blocco delle assunzioni e la scarsa disponibilità di risorse finanziarie sta pesando molto in tutto il sistema universitario e dunque anche nelle nostre biblioteche, Novoli compresa. Sicuramente il prossimo futuro dovrà fare i conti soprattutto con questo problema.

Lucilla Conigliello, Gianni Galeota, Giulia Maraviglia, 27 aprile 2004


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Copyright AIB 2004-05-23, ultimo aggiornamento 2004-06-03 a cura di Vanni Bertini e Nicola Benvenuti
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