I primi approcci dell’Istituto Veneto di Scienze, Lettere ed Arti con
Internet risalgono ormai a una decina di anni, quando grazie alla collaborazione
con il Centro di Calcolo dell’Università di Venezia, si avviò
il primo collegamento alla rete allo scopo di fornire ai frequentatori
delle nostre scuole internazionali di specializzazione un servizio che
presso molte Università straniere era ormai diventato uno strumento
di lavoro indispensabile.
L’Istituto si trovò allora chiamato a rispondere a una sfida
che proprio in quegli anni iniziava a mostrarsi in tutta la propria importanza
e complessità e con la quale, era chiaro, ogni realtà culturale,
ogni istituzione di ricerca e di promozione degli studi, prima o poi, avrebbero
dovuto fare i conti.
Un primo approccio con il mondo informatico, in realtà, l’Istituto
l’aveva avuto con l’inizio della sperimentazione e poi con l’ingresso di
SBN nelle biblioteche: fu un primo passo determinante che obbligò
tutti noi ad accostarci ad un mondo nuovo. Biblioteche, Istituti culturali,
Accademie che talvolta fino ad allora erano rimaste del tutto lontane da
questa realtà, furono messe in grado di confrontarsi con una mentalità,
con uno spirito nuovo. Ricordo ancora la curiosità, direi anche
l’entusiasmo, suscitati dalle prime riunioni tra i bibliotecari veneziani
che si svolsero nel 1988 presso l’Istituto Veneto e presso la Fondazione
Querini, e credo che tutti noi dobbiamo essere grati a questa esperienza
che fu certamente di grande spessore e che ha in qualche modo generato,
anche se non direttamente, molte altre e importanti iniziative.
Grazie al collegamento alla rete Internet l’Istituto Veneto ha potuto
in questi ultimi dieci anni sviluppare un ampio sistema di relazioni con
ambienti scientifici sparsi in tutto il mondo, contribuendo non poco al
successo di quella serie di scuole di specializzazione post laurea che
sono state uno degli elementi caratterizzanti della nostra attività:
nel campo delle scienze ambientali soprattutto (ma vanno ricordate anche
quelle successive in Economia ambientale, in Economia teorica, in Biofisica
e - ultima nata - quella in Storia dell’arte) si è dato vita a seminari
della durata di due settimane ai quali partecipano trenta giovani ricercatori,
ammessi su concorso per titoli, provenienti da Università europee
e nordamericane, riservando agli Italiani una decina posti, guidati da
quattro o cinque docenti stranieri di chiara fama. Nell’organizzazione
dei seminari è fondamentale la possibilità offerta da Internet
di preparare prima e di continuare poi i corsi e la collaborazione tra
i componenti i vari gruppi di lavoro attraverso frequenti scambi di corrispondenza,
di testi, di notizie, facendo in modo che quelle due settimane di lavoro
comune in realtà diventino molte di più, prolungandosi nei
mesi successivi fino a giungere alla stesura di relazioni e di saggi scritti
a più mani destinati alla pubblicazione nell’apposita collana Environmental
Dynamics Series edita dall’Istituto a partire dal 1991.
Il bagaglio di esperienze così costituito si è poi sviluppato,
a partire dal 1994-95, nell’incontro con il Progetto Sistema Lagunare Veneziano,
che ha sollecitato l’Istituto ad intraprendere una strada nuova, certo
molto impegnativa: la creazione di una banca dati ambientale, consultabile
via Internet. Il Progetto Sistema Lagunare Veneziano è un progetto
di ricerca promosso dal Ministero per l’Università e la Ricerca
Scientifica e Tecnologica (MURST), coordinato dal Consiglio Nazionale delle
Ricerche, e al quale hanno partecipato circa 500 ricercatori provenienti
da varie Università italiane e straniere, riuniti in venti linee
di ricerca cui facevano capo oltre 140 gruppi di lavoro. Nel corso dell’avanzare
delle ricerche, si pose il problema di come conservare l’ingente mole di
dati che venivano utilizzati e prodotti, dati territoriali e dati bibliografici
che, se mantenuti su carta potevano solo occasionalmente in parte essere
ripresi dalla comunità scientifica. Sorse quindi l’idea di raccogliere
quei dati su una base informatica e di renderli consultabili su Internet,
affidando all’Istituto Veneto il compito di dare corpo al progetto e di
dedicarvi un apposito sito, aperto al collegamento con altri siti informatici
e ad accesso gratuito. Progetto per certi versi avveniristico e certamente
ambizioso, non solo perché le basi finanziarie necessarie per avviarlo
apparivano allora abbastanza incerte, ma anche proprio perché non
si disponeva allora di alcun esempio di precedenti analoghe realizzazioni,
né di un software adeguato. Si è quindi lavorato, sotto la
direzione del prof. Alessandro Marani dell’Università di Venezia,
per circa un anno proprio per elaborare un programma capace di soddisfare
alle esigenze del progetto e per dotare l’Istituto di un proprio server,
sufficientemente capace di ospitare e gestire una mole considerevole di
dati, rendendoli consultabili via Internet. Contemporaneamente bisognava
collegare convenientemente il palazzo Loredan, sede dell’Istituto, al Centro
di Calcolo dell’Università raggiungendo livelli di velocità
di trasmissione compatibili con le esigenze del sito. L’inserimento dei
dati ha richiesto la collaborazione di borsisti e di professionisti informatici,
così che nel giro di due anni si sono già potuti presentare
i primi risultati concreti. Inoltre, in questi ultimi mesi, la banca dati
si è allargata a comprendere vari archivi non facenti parte del
Progetto Sistema Lagunare, ma comunque relativi alla realtà veneziana:
ricordo qui ad esempio i dati dell’Osservatorio Meteorologico dell’Istituto
Cavanis di Venezia, dell’Ente Zona Industriale di Porto Marghera, dell’ENEL
e del Museo di Storia Naturale di Venezia.
La banca dati è strutturata in tre grandi sezioni: i dati territoriali
propriamente detti (cartografici, meteorologici, idraulici, morfologici,
ecc.), i dati bibliografici, i modelli. Qui ci interessano particolarmente
i dati bibliografici: nella banca dati sono riportati gli estremi di una
ricca bibliografia che è servita di riferimento ai ricercatori del
Progetto. Oltre ai dati bibliografici consueti, si è cercato nel
possibile di riportare anche in italiano e in inglese un breve riassunto
degli articoli scientifici schedati. Certo, si sarebbe potuto allargare
ancora di molto la letteratura citata, disponendo di mezzi più adeguati;
ciononostante il prodotto ora disponibile è di tutto rispetto almeno
per due ragioni: vi è infatti raccolta una messe non piccola di
dati bibliografici uniformi e riguardanti specifiche ricerche e che altrimenti
sarebbero stati dispersi in una miriade di pubblicazioni di carattere specialistico,
e vi è al tempo stesso offerta una base informatica efficiente e
sperimentata sulla quale è possibile depositare ulteriori dati,
capace cioè di essere costantemente arricchita di nuovi contributi,
come di fatto avviene. Ricordiamo qui, ad esempio, la bibliografia di migliaia
di titoli relativi proprio ai saggi pubblicati dall’Istituto in materia
lagunare a partire dal 1840 fino ad oggi e alla bibliografia di scienze
ambientali e idrauliche conservata nella sezione “consultazione” della
nostra Biblioteca, che saranno inserite e rese consultabili entro breve
tempo.
Parallelamente alla banca dati, anzi come inevitabile complemento,
l’Istituto Veneto ha costituito nello stesso sito (http://www.ivsla.unive.it),
una sezione riservata alle proprie attività e descrittiva delle
varie iniziative di studio di volta in volta promosse. In questa sezione
hanno trovato proprio negli ultimi mesi adeguata collocazione due OPAC
bibliografici, che ci paiono di particolare interesse e che siamo lieti
di poter presentare oggi, in questa occasione così significativa.
Il primo catalogo riguarda le opere del Seicento possedute dalla Biblioteca
dell’Istituto, il quale aveva avuto modo di ribadire il proprio interesse
per il libro antico già con la pubblicazione, nel 1989, del catalogo
breve curato dalla dott.ssa Caterina Griffante, delle opere del Cinquecento
conservate nella nostra Biblioteca. Ora, proseguendo in quel progetto,
la bibliotecaria dell’Istituto dott.ssa Griffante ha nel corso degli ultimi
mesi intrapreso la schedatura delle opere del Seicento. I dati bibliografici
così raccolti saranno pubblicati in un volume che si prevede uscirà
nel corso del 1998 o nei primi mesi dell’anno successivo. Già alla
fine dello scorso novembre, però, si è voluto mettere a disposizione
degli studiosi questo utile strumento bibliografico, inserendo in linea
la schedatura breve delle circa 800 opere. La ricerca può essere
effettuata per autore, titolo, città, anno di edizione e stampatore.
Si tratta di un fondo di notevole interesse, pervenuto all’Istituto per
la maggior parte grazie al lascito del socio effettivo Serafino Minich,
professore di Matematica all’Università di Padova, attento bibliofilo
e profondo conoscitore della letteratura italiana.
Il secondo catalogo bibliografico consultabile nel sito è costituito
dagli oltre 16.000 titoli della biblioteca Luigi Luzzatti, il grande statista
veneziano, che fu tra i protagonisti della vita politica e culturale italiana
per circa un cinquantennio, a cavallo tra Otto e Novecento. Una biblioteca
ricca di opere spesso rare, italiane e straniere, che riflette con efficacia
i molti campi di interesse e di studio del Luzzatti: economia politica
e finanziaria, storia, problemi religiosi, legislazione sociale, cooperazione,
credito e problemi bancari, ecc. In questo importante fondo le ricerche
si possono compiere per autore, titolo e soggetto.
Stiamo inoltre computerizzando l’intero catalogo delle pubblicazioni
edite dall’Istituto, con lo spoglio degli «Atti» e delle «Memorie»:
si tratta di decine di migliaia di saggi che rappresentano una parte essenziale
della produzione scientifica delle regioni venete di questo ultimo secolo
e mezzo. Anche in questo caso le ricerche potranno essere fatte per autore,
per titolo e per parole chiave e confidiamo di rendere accessibile la consultazione
in Internet nel corso del 1999.
Concludo queste brevi notizie consapevole di rivolgermi a persone che
meglio di chiunque sono in grado di valutare l’importanza dell’informazione
bibliografica, un’informazione che si avvale sempre più di strumenti
tecnici di straordinaria efficacia e che riesce a raggiungere un numero
ogni giorno maggiore di studiosi.
Ma le realizzazioni che abbiamo qui brevemente descritto hanno avuto
per l’Istituto anche l’effetto di sollecitare una serie di importanti collaborazioni
scientifiche oltre che con Enti e Istituti veneti e veneziani, anche con
Università italiane e straniere. Penso in particolare al Massachussetts
Institute of Technology di Boston e all’Università di Reading per
le materie ambientali, penso all’Ecole du Louvre per gli studi storico
artistici, e alla Fondation Nationale de Sciences Politiques di Parigi
che, interessata da principio alla consultazione della biblioteca Luzzatti,
ha maturato con l’Istituto un accordo di collaborazione che riguarda nel
complesso lo studio dell’archivio Luzzatti e quindi la promozione di incontri
internazionali di studio sui rapporti italofrancesi tra l’Unità
d’Italia e la metà del Novecento. Segno questo che, ancor oggi,
attorno agli interessi bibliografici, anzi, grazie proprio ad essi, nascono
e crescono sempre nuovi accordi e nuove relazioni di studio e di autentica
promozione culturale.