Vorrei anzitutto ringraziare la Fondazione Querini Stampalia: ritrovarsi
anno dopo anno in occasione dei Seminari Angela Vinay è un piacere
da una parte e dall’altra una importante tappa del nostro lavoro
quotidiano. Riflettendo sugli incontri trascorsi, è facile notare
come questo appuntamento costituisca un punto di riferimento e una realizzazione
che cresce nel tempo. L’insieme degli interventi e delle relazioni che
sono state presentate e che sono state discusse costituiscono un
notevole contributo all’approfondimento dei temi professionali, alla migliore
conoscenza dei sistemi delle biblioteche di cui facciamo parte e di cui
faranno parte anche alcuni dei presenti che, se capisco bene, sono aspiranti
bibliotecari.
Come di solito accade, questo incontro è anche un’occasione
per dare informazioni su quanto l’Istituto Centrale per il Catalogo Unico
sta portando avanti. Vorrei prima fare alcune considerazioni sul tema del
Seminario e mi trovo in perfetto accordo con quanto diceva prima Chiara
Rabitti: la preoccupazione di un bibliotecario che ha ormai i suoi trent’anni
di attività e che vede questa irruzione della multimedialità
come un fenomeno, se non altro, da saper condurre e guidare. Il paragone
che faceva Rabitti con l’entrata dell’automazione nelle biblioteche è
felice, anche se le due situazioni sono diverse, perché mentre allora
la scelta che le biblioteche avevano avuto davanti era particolarmente
difficile perché ci si rendeva conto che non doveva essere una scelta
troppo deviante, troppo subordinata al mercato rispetto agli obiettivi
della biblioteca stessa, questa volta il fenomeno mi appare più
complesso. Infatti ci si trova davanti a materiali nuovi che, come sempre,
devono essere messi al servizio degli utenti; quindi ai bibliotecari spettano
delle scelte cruciali, scelte di qualità, scelte di organizzazione,
in merito a oggetti diversi dal solito, a prodotti la cui complessità
rende difficile un esame di valore e di qualità come quello che
è abituato a fare il bibliotecario che sceglie, compra e mette al
servizio dei propri utenti i libri e gli altri materiali sino ad oggi trattati
nelle biblioteche.
Il termine irruzione, mi piace molto e l’ho trovato una scelta felice
per questo Seminario, perché contiene implicitamente una serie di
interrogativi, di dubbi, di entusiasmi e di problemi che caratterizzano
il nostro atteggiamento nei confronti del multimediale. Il multimediale
sintomo e simbolo di nuovi tempi, è al tempo stesso occasione di
ripensamento dell’attuale organizzazione bibliotecaria, possibilità
di ricerca sui contenuti per quanto attiene alla sua produzione; e ancora
comporta attenzione agli aspetti di scelta, di gestione, di conservazione,
di adeguamento delle modalità di consultazione delle biblioteche,
di valutazione degli aspetti giuridici, così complessi, legati a
questo tipo di supporto e di tecnologia. Si creano nuovi rapporti con il
mondo dell’editoria, per esempio, e più in generale con il mercato
in quanto nel mondo multimediale il rapporto è più stretto.
Si devono fare i conti con la problematica relativa alla formazione e all’aggiornamento
professionale, che sono temi latenti ma presentissimi nel caso delle innovazioni
tecnologiche.
Quindi anch’io credo che questa irruzione debba essere fronteggiata
con giudizio, come con giudizio si dovette fronteggiare l’irruzione dell’automazione.
In questo senso, ritornando alla rete del Servizio Bibliotecario Nazionale,
vorrei portare un esempio che a mio parere costituisce anche una testimonianza
di quanto complesso sia, per le biblioteche, l’impatto con l’innovazione
tecnologica, la cui situazione è molto diversificata. Portavo a
voi come esempio quello che è accaduto, o almeno che stiamo verificando
all’Istituto Centrale del Catalogo Unico, nell’ambito della diffusione
dell’OPAC SBN.
La rete SBN cresce, come sempre: il lavoro delle biblioteche sta portando
sempre maggiori adesioni, l’archivio di dati aumenta, ma soprattutto quello
che si sta cercando di realizzare è l’apertura di questa rete all’esterno
del contesto della rete stessa. Uno degli obiettivi che sono stati raggiunti
è stato quello di creare e rendere accessibile attraverso Internet
l’accesso al catalogo centrale, all’Indice di SBN, il progetto che io ho
chiamato OPAC SBN. Questo nuovo prodotto, che è disponibile in rete
all’indirizzo OPAC.SBN.IT, è un prodotto molto sofisticato, che
cito per due motivi: sia per informare che oggi è possibile, per
qualsiasi biblioteca che abbia un accesso Internet, (e non soltanto quindi
le biblioteche della rete SBN), consultare il patrimonio di informazioni
e di documenti che sono descritti nell’Indice SBN, che attualmente ammonta
a circa 3 milioni di titoli e 1 milione di autori e che comprende, oltre
al libro moderno, il libro antico e la musica e sul quale stiamo per attivare
anche le informazioni relative ai manoscritti e all’anagrafe delle biblioteche
italiane. Questo lancio dell’OPAC SBN ha costituito un’occasione per valutare
quelle che sono le attuali risorse delle biblioteche italiane e non solo
di quelle che sono in SBN, perché, sembrerà strano, ma molte
volte mi sono sentita domandare: “Come è possibile accedere all’Indice
SBN o all’OPAC di Indice se non si possiede una connessione Internet?”
Una domanda abbastanza banale, che però testimonia della diversissima
realtà che c’è nelle biblioteche italiane, cioè una
realtà che vede, accanto a biblioteche già fornite di mezzi
e di sistemi, e che hanno attivato, non solo dal punto di vista tecnologico,
ma anche da quello organizzativo, una certa serie di nuovi servizi per
i propri utenti, quelle invece che di questo aspetto ancora non si fanno
carico. Citavo questo esempio per far capire la difficoltà
di calare mezzi e strumenti nuovi in una realtà così diversificata
come quella italiana. Tornando alle informazioni che riguardano la rete
SBN, attraverso l’OPAC si dà la possibilità di accedere alle
informazioni di una serie di basi dati che sono quelle gestite attualmente
dall’Indice SBN, si sta per sviluppare l’accesso ad altre e si è
anche avviato lo studio di una procedura per richiedere il prestito interbibliotecario,
a partire dalla ricerca in OPAC.
L’altro aspetto innovativo è quello che di multimediale sta
cominciando ad entrare in SBN. Mi riferisco al fatto che attraverso la
rete alcune biblioteche stanno portando avanti dei progetti di trattamento
delle immagini come nel progetto che unisce tre biblioteche della rete
SBN (la Biblioteca Marciana di Venezia, la Biblioteca Angelica di Roma
e la Biblioteca Palatina di Parma) per la creazione di una base dati delle
stampe e delle carte geografiche sulla rete che comprende anche immagini.
Credo che anche Maurizio Messina ci riferirà sui progetti riguardanti
i documenti elettronici in cui è coinvolta la Biblioteca Marciana,
e mi auguro che da varie testimonianze sia in questo contesto che in altri,
possa emergere quanto si sta realizzando di prime aperture verso il trattamento
del multimediale. Volevo anche ricordare due occasioni di apertura internazionale
della rete SBN: la partecipazione a progetti europei in cui l’Istituto
Centrale del Catalogo Unico è impegnato. Il primo è un progetto
europeo che attiene ai periodici e che si chiama CASA; il secondo è
il progetto di OPAC europeo ONE 2, in cui stiamo per entrare. Stiamo lavorando
anche per un nuovo applicativo SBN, un’architettura client-server Unix
e per l’apertura della rete di software non strettamente legati al mondo
SBN. Sta procedendo anche il recupero del patrimonio retrospettivo attraverso
interventi che avvengono in molte biblioteche della rete: ricordo in particolare
che la Biblioteca Nazionale di Firenze, sta per riversare nella rete SBN
il CUBI - il catalogo delle pubblicazioni italiane ’800-’900. Queste iniziative
vanno ad arricchire il patrimonio informativo della rete e anche a facilitare
le operazioni di riconversione, che vengono ormai programmate, e quindi
rendono più semplice l’attività corrente di catalogazione,
attività che ormai presenta una percentuale di catture da parte
delle biblioteche operanti che arriva circa al 66% del lavoro di catalogazione.
Non so se questo excursus sia stato troppo rapido, ma il tempo
a disposizione non è molto e spero che possa esserci occasione di
approfondire alcuni argomenti nel corso del dibattito di oggi: adesso preferirei
lasciare spazio alle altre persone che devono parlare, e quindi cederei
la parola a Maria Luisa Ricciardi, responsabile per l’Associazione Italiana
Biblioteche del progetto MIDAS-NET, nell’ambito del programma comunitario
Info2000. Ricciardi ci darà un contributo sull’iniziativa comunitaria
nel settore della multimedialità, che sarà trattata anche
domani alla tavola rotonda, con la partecipazione della signora Iljon,
che guida la Direzione XIII nella quale i progetti della multimedialità,
soprattutto del 5. Programma Quadro saranno portati avanti.