A questo punto avviamo i lavori secondo la scaletta prevista, con tre
interventi di introduzione che inquadreranno questo Seminario nei vari
contesti in cui va a cadere. Come di rito, io cercherò innanzitutto
di esporre brevemente come siamo arrivati a questa edizione, non
prima però di aver ringraziato la Regione del Veneto, la Provincia
e il Comune di Venezia e la sezione Veneto dell’AIB, che presentano
con la Querini queste giornate, e Veneziafiere, che quest’anno le ospita.
È questa appunto un’edizione un po’ insolita: siamo usciti dal nostro
consueto, ben delimitato ambiente queriniano e ci siamo inseriti nel contesto
di un’iniziativa più ampia e importante, quella del Salone.
Da un lato dunque noi abbiamo inteso mettere questo nostro incontro a disposizione
di un pubblico più vasto, dall’altro Veneziafiere, accogliendo all’interno
del primo Salone quella che è la tradizione dei Seminari Vinay,
ha voluto dare il segno di una continuità nel proseguimento di un
cammino che viene ormai da piuttosto lontano. Inserire un evento che ha
già una sua identità all’interno di un evento nuovo
significa infatti riconoscere in qualche modo il valore di quella identità
e impegnarsi ad arricchirla e ad estenderla. Questo è il nono Seminario
della nostra serie; l’anno prossimo il decimo sarà forse l’occasione
di ripensare al percorso fatto che vorrei recuperare attraverso gli interventi
più interessanti delle precedenti edizioni, che ne costituiscono
il documento e il monumento.
Quest’anno il Seminario Vinay è dedicato alla multimedialità,
anzi, come dice il sottotitolo, all’irruzione della multimedialità:
si usa proprio questa parola, irruzione, per significare un ingresso che
si è imposto quasi con violenza alle biblioteche, lo sviluppo di
qualche cosa che, come già fu agli inizi dell’automazione,
tende a cambiare i termini del nostro lavoro. Qui abbiamo sempre parlato
di automazione delle biblioteche, nel Veneto e anche un po’ più
in là: ma quella che si è andata affermando con la multimedialità
è una realtà del tutto nuova.
L’idea multimediale è partita negli anni ’70, con l’ingresso
degli audiovisivi nelle biblioteche: si trattava però sempre di
supporti diversi, di mezzi diversi, con diverse e limitate possibilità
di integrazione tra loro. Direi che lo sviluppo che noi stiamo vivendo
e sperimentando è quello che, all’interno della tecnologia digitale,
ci consente appunto un mezzo unico e unificante per immagazzinare, trasmettere,
usare l’informazione; c’è quindi un’evoluzione che parte da una
situazione preesistente per intraprendere un cammino completamente
nuovo. Ora, molto ci sarebbe da dire, e forse verrà detto nel corso
di questo Seminario, su tutto ciò che questo significa, e in particolare
sul rinnovato rapporto tra il supporto e l’informazione; è
comunque il momento di cominciare per lo meno di fare il punto sull’attuale
situazione, sui suoi problemi e le sue potenzialità.
Confesso che ho temuto un fantasma, il fantasma di quelle vicende che
tutti abbiamo conosciuto quando abbiamo avviato l’automazione delle
biblioteche: ho avvertito cioè la paura di ricominciare tutto da
capo, le dimostrazioni senza sostanza alle spalle, le mille strade, la
frammentazione del lavoro e dell’impegno di ciascuno di noi, l’ignoranza
colpevole di quello che fa il nostro vicino, la gelosia piccina delle nostre
piccole conquiste; la paura di quella ormai nota tentazione di inseguire
il fascino incantato dello strumento dimenticando il fine, che deve
rimanere sempre per noi il servizio.
Io mi auguro oggi che tutto questo non accada più, che non si
ripetano con la multimedialità gli errori e gli equivoci che hanno
segnato il primo approccio con l’automazione. Credo che in questo tempo
siamo cresciuti, e siamo qui proprio per dimostrarlo, per lavorare insieme
e mettere insieme le nostre esperienze, per fare in modo che la tecnologia
ci aiuti a cooperare, a superare gli ostacoli e le burocrazie che
impediscono a volte di produrre un servizio veramente efficiente. La tecnologia
quindi ancora una volta deve essere strumento di servizio e di cooperazione:
se entra in questo modo nelle nostre biblioteche le trasformerà,
altrimenti non vale la pena di affrontarne i costi e la fatica.
La tecnologia deve quindi inserirsi in un corpo vivo e vitale come
deve essere quello delle biblioteche, organismi che crescono come diceva
Ranganathan, biblioteche che funzionano e che respirano aria nuova.
Apro qui una piccola parentesi, che si collega proprio all’idea delle
biblioteche che crescono, riprendendo anche il tema, affrontato l’anno
scorso, della formazione che queste biblioteche richiedono. Abbiamo pensato
di presentare e di mettere a disposizione presso la segreteria del Seminario
i progetti sui quali gli allievi del secondo anno del Corso
di qualificazione per assistenti di biblioteca intendono lavorare
di qui a giugno: sono quattro progetti relativi a temi diversi, che vanno
dalla gestione delle collezioni alla mediateca, all’uso di Internet, alla
documentazione iconografica. Questi temi, molto vicini ai discorsi che
faremo in questi giorni, saranno oggetto durante questo anno formativo
di studi specifici, che potranno, a corso ultimato, essere presentati nella
sede del prossimo Seminario Vinay. Vi invito quindi a prendere visione
dei progetti, e ad essere curiosi l’anno prossimo di sapere che cosa ne
è stato fatto. Forse non si sarà prodotto proprio quello
che si pensava, forse il risultato sarà diverso dagli intenti di
oggi, ma comunque sarà il frutto di un lavoro fatto nella prospettiva
di lavorare per delle biblioteche nuove.
Tornando al percorso di queste due giornate, dopo questa mia breve
introduzione lascerò la parola a Giovanna Mazzola Merola, che presiederà
il Seminario, e a Maria Luisa Ricciardi, le quali tracceranno il
quadro dello sviluppo attuale della multimedialità nelle biblioteche
a livello nazionale e per quanto riguarda i progetti internazionali. Abbiamo
messo insieme poi nel pomeriggio di oggi tutti gli interventi relativi
a contributi ed esperienze venete, condensando in un’unica sessione quelle
presenze ‘locali’ che attraversavano nelle precedenti edizioni tutto il
Seminario; come sempre è chiaro che non si tratta comunque di una
rassegna esaustiva, in quanto sicuramente molto altro viene fatto nel Veneto
che qui non viene proposto, ma semplicemente di una serie di esempi relativi
a realizzazioni, situazioni, problemi presenti sul nostro territorio.
Domani mattina con una tavola rotonda cercheremo di approfondire strategie,
strumenti e prospettive della trasformazione delle nostre biblioteche nella
prospettiva della multimedialità, mentre nel pomeriggio avremo invece
una serie di interventi relativi ai diversi aspetti della irruzione del
multimediale in biblioteca per quanto riguarda metodi, problemi e tecnologie
dalla produzione alla fruizione. Affronteremo quindi in quella sede una
serie di questioni specifiche, con l’aiuto di relatori che di quelle questioni
in particolare si sono occupati.
Concludo ricordando che anche quest’anno escono, nell’occasione del
nuovo Seminario, gli atti del Seminario precedente: apriamo dunque
ancora una volta i nostri lavori, riprendendo il filo di un discorso che
di edizione in edizione intende svilupparsi non solo nel tempo, sempre
troppo breve, di questi incontri, ma anche e soprattutto attraverso la
consapevole esperienza quotidiana della nostra bella professione.