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"12. Seminario Angela Vinay"
BibliotECONOMIA
dalla cooperazione all'integrazione

DALLA COOPERAZIONE ALL'INTEGRAZIONE: IL LAVORO ISTITUZIONALE

Filippo Maria Carinci
presidente del Corso di laurea in Conservazione dei beni culturali dell'Università Ca' Foscari di Venezia



E' con vero piacere che porgo un cordiale augurio di buon lavoro ai partecipanti al Seminario Vinay 2001, da parte dell'Istituzione che rappresento, il Consiglio del Corso di Laurea in Conservazione dei Beni Culturali della Facoltà di Lettere e Filosofia dell'Università Ca' Foscari.
Mi è stato sufficiente scorrere il programma del Seminario per avere immediata percezione dell'importanza e dell'interesse specifico degli argomenti trattati, che coinvolgono direttamente uno degli indirizzi in cui si articola il Corso di Laurea stesso.

Ancor oggi chi vi parla è un utente, in qualche maniera privilegiato, di biblioteche specializzate ad accesso riservato, con materiale librario disponibile a scaffale aperto, come la Biblioteca dell'Istituto Archeologico Germanico di Roma o quella della American School of Classical Studies di Atene e altre ancora, tutte caratterizzate sostanzialmente dagli stessi sistemi di gestione, con una piena soddisfazione di ogni esigenza di ricerca. Fino a qualche anno fa la particolare condizione determinata dalla natura delle mie attività scientifiche, si può dire fin da quando ero studente, mi aveva tenuto, di fatto, lontano - studiavo a Roma negli anni 60/70 - da Biblioteche, Nazionali o Universitarie che fossero, di più difficile utilizzazione, e parallelamente lontano dalle problematiche legate alla organizzazione bibliotecaria in ogni suo aspetto. Un diverso avvicinamento a tali problematiche è stato determinato per me dall'esperienza che da qualche tempo sto vivendo in prima persona - certamente da studioso di archeologia e non da esperto di biblioteconomia - nella riorganizzazione di una delle più ricche collezioni specializzate esistenti a Venezia. Parlo della Biblioteca della Sezione di Archeologia del Dipartimento di Scienze dell'Antichità e del Vicino Oriente, che proprio per la sua natura di punto di riferimento per la ricerca, in questo specifico settore, nell'Italia Settentrionale, ha ottenuto il riconoscimento di un finanziamento speciale da parte del Ministero dell'Università e della Ricerca Scientifica e Tecnologica. Una riorganizzazione, quella della nostra biblioteca, che se guarda al passato, vale a dire al processo di formazione della Collezione stessa, nata in funzione della ricerca in alcuni settori dell'Archeologia Classica e frutto della iniziativa instancabile di Gustavo Traversari che ne ha, nel tempo, ampliato finalità e contenuti, è ugualmente rivolta al futuro, perché pensata in funzione del suo pieno inserimento nella Biblioteca di Area Umanistica e Orientalistica, nell'ambito del progetto a mio avviso di grande respiro culturale, che l'Università di Venezia ha coraggiosamente portato avanti in questi anni. Un progetto, quello delle biblioteche d'area, nel quale crediamo fino in fondo proprio perché non si tratta (e questa non sarebbe certo un'operazione di avanguardia) di un accorpamento con finalità puramente utilitarie di beni librari di origine, provenienza e storia diverse, ma di un'ottimizzazione, in termini di servizi e ancor più di sviluppo di potenzialità culturali, dei percorsi didattici e insieme di ricerca, ciascuno con una sua peculiare vicenda, che hanno portato alla formazione di quel patrimonio. Il progetto renderà assai più produttiva che in passato la presenza del patrimonio librario Universitario nel tessuto culturale della città di Venezia, con una moltiplicata capacità di interagire, a vario livello, con le altre prestigiose Biblioteche, statali e non, presenti sul territorio. Un potenziale che possiede tutti i requisiti per rappresentare un punto di riferimento a livello interregionale, con finalità che, pur avendo come oggetto centrale la formazione e la ricerca, si pongono in un'ottica di sperimentazione a livelli diversi, per fare delle biblioteche centri propulsori di iniziative culturali proiettate verso un futuro che non può tener conto delle tecnologie avanzate, soprattutto nel campo dell'informatica.La stretta collaborazione con il Sistema Bibliotecario di Ateneo e con il validissimo e qualificato personale operante nella biblioteca, l'aver affrontato insieme tante difficoltà, l'impegno preso, prima di tutto con me stesso, di far fruttare appieno le enormi potenzialità di quella collezione al di là delle diffidenze e delle perplessità di alcuni colleghi, mi ha portato gradualmente, pur da profano quale ancora ritengo di essere, a prendere coscienza degli innumerevoli aspetti che l'Economia di una Biblioteca coinvolge, affinché una operazione solo apparentemente semplice come l'acquisto di un volume confluisca nella compiuta erogazione di un servizio. Questa accentuata sensibilità nata da un'esperienza personale, che mi ha portato a diretto contatto con esperti del settore, ha certamente accresciuto il mio personale interesse verso tematiche, che oggi mi coinvolgono quale Presidente di un Corso di Laurea che ha tra i suoi attuali indirizzi anche quello archivistico-librario. Assieme al settore storico-artistico, esso è senza dubbio l'indirizzo che ha un più diretto impatto con la Città di Venezia, in virtù della sua gloriosa tradizione nella storia stessa del libro, della presenza di una Biblioteca del rango della Marciana e di un Archivio di Stato non meno rilevante per la ricchezza della documentazione che raccoglie. Proprio in questi giorni la nostra Facoltà sta intensamente lavorando alla elaborazione dei nuovi ordinamenti didattici, non senza obiettive difficoltà determinate da un'imposizione, da parte del Ministero, di formule eccessivamente schematiche e rigide. L'attenzione della Facoltà verso l'ambito disciplinare archivistico librario con un percorso didattico ad esso dedicato all'interno della nuova Laurea triennale in Conservazione dei Beni Culturali, già di grande interesse per una formazone di base già indirizzata al mondo del lavoro, ha trovato piena conferma nella istituzione di una laurea specialistica in Archivistica e Biblioteconomia, che dovrebbe produrre, almeno nelle intenzioni del legislatore, uno stadio già notevolmente avanzato di professionalizzazione in questi settori. Al di là delle griglie ministeriali più o meno fitte di vincoli, le cose che a noi (parlo al plurale, perché spero di interpretare gli intenti del Consiglio che presiedo) interessano, sono da una parte i reali contenuti e dall'altra l'effettiva capacità dei due corsi, quello triennale di base e quello biennale, specialistico, di formare, a livello diverso, personale in grado di operare, con mansioni differenziate, nei campi della catalogazione e classificazione, della tutela, della conservazione e della gestione. Un operare che oggi non può sfuggire al confronto con i macroscopici effetti che la rivoluzione informatica e telematica ha creato in questo campo, determinando servizi e figure professionali del tutto nuovi. Le tecniche di classificazione, catalogazione, gestione tutela e conservazione dei Beni Culturali sono oggi inscindibili da questi processi di radicale rinnovamento. L'Università di Venezia è stata tra le prime in Italia ad adeguarsi a questa nuova realtà, privilegiando il settore bibliotecario, ed è quindi vivamente interessata a tradurre questa scelta anche in termini di didattica. Mi piace pensare alle future biblioteche di area come a grandi laboratori di ricerca, certamente, ma anche di formazione; di conservazione, ma anche di produzione e di distribuzione dei propri prodotti. Tra questi immagino, ad esempio, accanto alle ormai quasi correnti diffusioni telematiche di periodici, più sistematiche riproduzioni digitali di manoscritti, di edizioni rare, di raccolte di disegni o di incisioni consultabili in rete assieme a più modesti, ma pure utilissimi supporti didattici di uso più corrente.Per conseguire pienamente, nella formazione, i risultati che ci siamo prefissi è inutile dire che necessitiamo di una totale interazione con le forze attive a Venezia, e anche in ambito regionale, nel settore archivistico bibliotecario. Se è vero che l'Istituzione Accademica è essa stessa detentrice in prima persona di beni archivistici e librari è anche vero che, a prescindere dalla qualità e dalla qualità delle risorse, non può e non deve costituirsi come un sistema chiuso. E' solo dal confronto diretto e costante con le sperimentazioni e le iniziative maturate all'esterno, da parte di altre Istituzioni operanti nello stesso campo, e ugualmente interessate alla formazione di personale professionalmente competente, che può nascere una didattica davvero innovatrice.
Ci confortano in questa direzione gli ottimi risultati che il Corso di Laurea ha avuto modo di ottenere, già nell'attuale ordinamento, affidando ad esperti altamente qualificati in questo settore, alcuni insegnamenti-chiave quali Teorie e tecniche della catalogazione e della classificazione, Tecniche per le basi dati bibliografiche e documentali, Gestione del materiale periodico a stampa.

Nella totale ristrutturazione degli insegnamenti e dei programmi didattici alla quale ci obbliga l'attuazione del nuovo ordinamento abbiamo in programma un potenziamento di queste proficue collaborazioni, e sarà preciso compito dei docenti dell'indirizzo, tra i quali vantiamo personalità di chiaro prestigio a livello nazionale e internazionale, prendere opportuni contatti a tale scopo. Non bisogna infine sottovalutare il fatto che un numero consistente di crediti formativi universitari è stato destinato, nei progetti dei Corsi di Laurea ad attività di tirocinio, in regime di convenzione con Enti pubblici o anche con privati. Ciò comporterà ulteriori sforzi organizzativi, ma potrà mettere a disposizione, distribuendola in diverse aree, anche all'interno del Sistema Bibliotecario di Ateneo, una mano d'opera di apprendistato, che adeguatamente guidata andrà a costituire un elemento di appoggio per lavori ordinari e straordinari promossi dagli Enti e dalle Istituzioni interessate, con un reciproco vantaggio.Se i nuovi progetti andranno, come mi auguro, a buon fine, si avrà contemporaneamente la possibilità di creare all'interno e all'esterno della Istituzione Universitaria sbocchi professionali e nuove possibilità di impiego, di cui potranno usufruire anche i nostri laureati.

Non vorrei apparire troppo ottimista. Lo spirito pragmatico che mi anima e che mi deriva da trenta anni di attività di ricerca archeologica sul campo, mi rende consapevole degli ostacoli e dei problemi ai quali andiamo incontro. Invece di ingigantirli dobbiamo solo studiarli, esaminarli attentamente - direi classificarli - al solo scopo di poterli più agevolmente superare. Anche a questo fine, io credo, un contributo potrà giungere proprio dal vostro lavoro di questi due giorni.
Con sincera gratitudine, in particolare verso la Fondazione Querini Stampalia, benemerita nei confronti del nostro Corso di Laurea, e verso coloro che in maniera davvero encomiabile la rappresentano, torno ad augurare a tutti: buon lavoro.
Ho solo il desiderio che questo augurio mi venga, ci venga, ricambiato: ne abbiamo in questo momento davvero bisogno.


Copyright AIB, 2000-02-03, ultimo aggiornamento 2002-02-22 a cura di Marcello Busato
URL: https://www.aib.it/aib/sezioni/veneto/vinay12/carinci01.htm


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