Scontrinisti ovvero l’uso improprio del volontariato

La pubblicazione sui principali quotidiani nazionali di notizie sul caso dei volontari romani detti “Scontrinisti” (perché collezionavano gli scontrini del bar per giustificare le richieste di rimborsi spese) ha il merito di richiamare l’attenzione di tanti sul mondo del volontariato.
Un mondo in cui, all’ombra di politiche del lavoro e dei reclutamenti al ribasso,alcune ONLUS, pur muovendosi nella legalità, traggono vantaggio dalle aspirazioni di studenti o di neo laureati, allettando gli uni e gli altri con la promessa di maturazione di crediti formativi per l’Università e di esperienza sul campo utile per la costruzione di un curriculum, quando non per una futura assunzione.
Il caso degli Scontrinisti della Biblioteca Nazionale Centrale di Roma evidenzia – senza lasciare alcuno spazio all’immaginazione – come e quanto il MiBACT abbia fatto uso del volontariato per sopperire ad evidenti carenze strutturali di organico determinate dal blocco del turn-over.
Volontari che di fatto sono lavoratori precari privi di qualsiasi tutela; costretti a raccogliere scontrini per racimolare, secondo quanto da essi dichiarato, una paga di 400 euro per le 24 ore settimanali di servizio prestato a una associazione convenzionata con il MiBACT.  Lavoratori mandati a casa con un sms per avere osato protestare dopo anni di lavoro mascherato da volontariato. Mandati via loro, altri ne arriveranno: è stato infatti pubblicato un nuovo avviso pubblico per la selezione di una nuova associazione di volontariato. Tutto cambia per rimanere uguale. Nuove energie, nuovi lavoratori precari in abito da volontario.

L’AIB, riaffermando che l’utilizzo di personale non retribuito nel servizio bibliotecario pubblico può avvenire solo per integrare le potenzialità del servizio e offrire occasioni concrete per la partecipazione attiva dei cittadini alla vita della loro comunità, in un’ottica di promozione della biblioteca come strumento del welfare culturale e sociale, deplora ogni diverso uso del volontariato e invita i propri associati, che si trovino nel ruolo di dipendente o consulente delle stazioni appaltanti oppure di amministratore, socio, dipendente e collaboratore di soggetti economici, al rispetto del “Decalogo sulle esternalizzazioni” e delle “Linee di indirizzo per il personale di supporto ai bibliotecari”.

In particolare, l’Associazione Italiana Biblioteche:

    • ribadisce come al bibliotecario professionale spettino in via esclusiva le attività di direzione e organizzazione, nonché quelle di gestione riferibili alle funzioni attualmente individuate come “proprie” delle biblioteche dalla normativa nazionale e regionale vigente, dalla norma UNI 11535:2014 Figura professionale del bibliotecario, dagli statuti e dai regolamenti approvati dalle università nell’ambito dell’autonomia loro riconosciuta dalla legge;
    • promuove la conoscenza delle buone pratiche di volontariato in biblioteca e opera per diffonderle presso le amministrazioni titolari, anche partecipando alla definizione di specifiche esperienze territoriali;
    • non riconosce la legittimità della deroga indiscriminata a favore delle organizzazioni di volontariato per l’affidamento di servizi sotto soglia comunitaria contenuta nel D.L. 95/2012; ribadisce che le esternalizzazioni dei servizi bibliotecari devono essere effettuate nel rispetto delle procedure di affidamento stabilite dal Codice dei contratti pubblici, con rigorosa verifica della formazione, qualificazione ed esperienza professionale degli operatori coinvolti, dell’esperienza maturata nei settori e servizi di riferimento e del rispetto dei trattamenti economici previsti dalla contrattazione collettiva e dalle norme in materia di previdenza e assistenza.

Il Presidente nazionale AIB
Rosa Maiello

Roma, 25 maggio 2017