Valutazione di documenti cartacei e collezioni librarie, difesa e valorizzazione delle collezioni delle biblioteche

Corso di livello intermedio a cura del Dott. Daniele Danesi

organizzato dalle Università degli studi di Trieste e di Udine

con la collaborazione della Sezione AIB FVG

presso l’Università degli studi di Trieste –  Sala Conferenze del Museo dell’Antartide – Via Edoardo Weiss, 21 – ed. W – 34128 Trieste

26-27 maggio 2015

Orario:

26 maggio: 9.00-13.00

27 maggio: 9.00-13.00;14.00-17.00

Sono destinatari del corso i bibliotecari dell’Università di Trieste e di Udine. Per l’AIB FVG sono disponibili 10 posti riservati esclusivamente agli associati che potranno partecipare a titolo gratuito. Per iscriversi utilizzare il form online.

Contenuti

Una breve premessa

Nel contesto delle attività tipiche di un bibliotecario, o funzionario pubblico in genere, ritengo che sia preferibile usare i termini “valutazione” e “valore” piuttosto che “stima” perché quest’ultima tende a coprire un’area concettuale più ristretta rispetto alle prime, vale a dire quella della valutazione economica, se non addirittura di quella puramente monetaria. Le attività di valutazione che afferiscono a figure pubbliche, che si tratti appunto del bibliotecario addetto agli acquisti, del responsabile dei fondi antichi di una biblioteca storica, o del funzionario di una soprintendenza, sono invece molto più complesse e solo in parte di natura economica; anche quando inevitabilmente costituiscono una valutazione economica, presentano modalità e risultati diversi da quelli che potrebbero risultare dalla valutazione di un libraio o di altro operatore economico. Per fare alcuni esempi:

1. La valutazione economica più tipica del funzionario pubblico è quella della congruità, dove non si fa una valutazione diretta di una entità (libro o collezione) ma si stabilisce se quel dato costo è congruo o meno rispetto a dei parametri che non sono tutti strettamente economici;

2. Definizione di un limite massimo di costo di un documento nel caso di partecipazione a un’asta pubblica.

3. Valutazione per prestito per mostra: in questo caso il risultato è una cifra economica, senza se e senza ma.

Comunque anche in questi tre casi entrano in gioco, e sono preponderanti, questioni che sono di opportunità, di copertura finanziaria, ma hanno un ruolo fondamentale considerazioni più specificamente culturali, bibliografiche, documentarie, di sviluppo delle collezioni, etc.
Detto questo, non va sottovalutato l’attore principale di qualunque attività di valutazione, anche culturale, che è il mercato nella sua complessità: abbiamo quindi una attività complessa (la valutazione) che si specchia in un fenomeno estremamente complesso che è il mercato. Questa parte del corso, che potremmo intitolare “Valutazione: il punto di vista del bibliotecario”, ha la finalità principale di mostrare e chiarire queste complessità, cercando però di renderle piane, comprensibili e soprattutto applicabili, non tanto per insegnare a valutare, quanto a capire i processi di valutazione e a poter interagire in maniera proficua, e soprattutto critica, con eventuali valutatori esterni. Cercherò, nella illustrazione dei vari argomenti, di introdurre più esempi pratici possibile, tratti dalla mia esperienza come da quella di altri, librai e bibliotecari.

Programma

1. giorno (26/05/2015)

1. Introduzione teorica: prezzo, costo, valore

L’errore fondamentale che rischia di fare chiunque si avvicini per la prima volta a questo tipo di attività è di fare molta confusione tra i tre concetti qui sopra, o pensare che un dato bene abbia un valore stabile e certo, esprimibile in una cifra oggettiva e inattaccabile. Come vedremo meglio in seguito le cose non stanno così. Non solo: non esiste una identità assoluta tra le grandezze che si possono attribuire, in un dato momento, in un dato contesto, a un oggetto come prezzo, costo e valore. Io posso avere un libro antico che ha un valore z, al quale viene attribuito un prezzo y (z -/+ x) e che viene pagato realmente t (z -/+ v). Questo è solo un esempio. Detto in cifre: posso avere un libro che vale, in base a una valutazione ragionata, 100, al quale prudenzialmente attribuisco un prezzo base 80-100, ma che all’acquirente potrà costare, in base al contesto nel quale avviene la transazione, tra meno di 80 e una cifra molto variabile, anche decisamente più alta. Le variabili che determinano questa escursione tra valore e costo sono numerose e cercheremo di esaminarle compiutamente, anche se per sommi capi, in seguito.
Possiamo quindi dire che il valore è in un certo senso una entità astratta, esprimibile sì in una cifra ma, come abbiamo già accennato, in un giudizio di altro tipo, mentre il prezzo e il costo sono sempre espressi in maniera concreta con una cifra monetaria determinata, sia pure, essi stessi, non assolutamente fissi e immutabili. In molti contesti anche il valore è espresso da una cifra; per esempio in uno dei luoghi tipici dei processi valutativi e commerciali, le aste, l’elemento di riferimento è la valutazione che la casa d’aste fa del bene messo in vendita. Questa valutazione, espressa di solito (ma non sempre) non con una cifra assoluta, ma con un segmento, come per esempio € 200-300 ha una corrispondenza problematica con il valore reale del bene. Potremmo dire che il valore reale verrà stabilito dall’esito dell’asta: se il lotto rimane invenduto potrebbe voler dire che la valutazione era eccessiva; se, al contrario, il lotto viene battuto a un multiplo della valutazione, potrebbe voler dire che la casa d’aste ha sbagliato per difetto. Ma anche questo non è del tutto vero: il costo pagato per quel lotto lo possiamo considerare il valore reale dell’oggetto solo in quel contesto e in quel momento. Faccio un esempio non raro, da un’asta recente:

Valutazione: 150-200 ma realizzato € 5.500; costo finale 5.500 + 25% = 6.875

Come è possibile? Vedremo che le aste sono un contesto molto particolare, per i meccanismi che mettono in atto, per il tipo di partecipazione e per molti altri condizionamenti.

2. Aspetti deontologici

Prima di affrontare le altre questioni che ci interessano, dobbiamo soffermarci brevemente sugli aspetti deontologici che se non riguardano solo i bibliotecari, per loro sono particolarmente pregnanti a causa del ruolo che svolgono.

3. Tipi di valutazione

  • Economica
  • Congruità
  • Culturale
  • Per notifica
  • Per permesso di esportazione
  • Bibliografica/Documentaria

2. giorno (27/05/2015)

4. Come si valuta

  • Singole opere
  • Collezioni
  • Donazioni (ovvero: non esiste un pasto gratis)

5. Finalità

  • Vendita
  • Massimo realizzo
  • Immediato realizzo
  • Acquisto da parte di ente pubblico
  • Divisione testamentaria
  • Altro

6. Il fattore spazio e il fattore tempo

7. Il mercato

  • Aste
  • Cataloghi
  • Internet
  • Fiere
  • Altro

8. Valutare il patrimonio della biblioteca pubblica?

Un caso particolare: la valutazione per prestito per mostre (e le regole per i prestiti)

9. La biblioteca vende?

10. Costi della valutazione

11. I furti dei libri e la loro storia

12. Difese dai furti e altri avvenimenti funesti

  • Descrizione dell’esemplare
  • Digitalizzazione

13. La valorizzazione del patrimonio storico

Mostre, pubblicazioni, etc.

14. Esercitazioni sui vari punti del corso (valutazione, descrizione, etc.)