Biblioteche: valore e valori

Università di Roma La Sapienza
Aula Magna
Roma, Viale Regina Elena, 295
21 maggio 2012

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L’AIB Lazio organizza per il giorno 21 maggio 2012 una giornata di riflessione e discussione sul tema del valore delle biblioteche, con la collaborazione della Scuola di Specializzazione in beni archivistici e librari – Università di Roma La Sapienza, del Goethe-Institut Rom e di Xsystems s.r.l.

Programma

10.00 – 12.30 – Coordina Giovanni Solimine, Università di Roma La Sapienza

Pausa

14.00 – 16.30 – Coordina Anna Galluzzi, Biblioteca del Senato della Repubblica

Iscrizione

Posti disponibili: 70.

Per motivi organizzativi si prega di comunicare la propria adesione all’incontro entro il 15 maggio via posta elettronica a cargini@aib.it specificando che, ai sensi del d.lgs. 30 giugno 2003, n. 196, si autorizza il trattamento dei propri dati personali, limitatamente alle finalità del seminario. Indicare anche un recapito telefonico per eventuali comunicazioni urgenti. La sezione Lazio si riserva il diritto di annullare l’incontro per motivi indipendenti dalla propria volontà.
N.B. In caso di maggiore richiesta, verrà data priorità agli associati AIB. Le adesioni verranno considerate in ordine di ricevimento.

Abstract

Roswitha Poll, Assessing library impact [Valutare l’impatto della biblioteca]

L’intervento descrive i diversi metodi esistenti per individuare, verificare e quantificare l’influenza positiva delle biblioteche sugli individui e sulla società.
In passato la valutazione delle biblioteche si concentrava essenzialmente sulla misurazione della quantità e/o della qualità dei servizi bibliotecari, mentre oggi il dibattito è focalizzato sulla necessità di trovare prove (“evidenze”) del valore delle biblioteche per il singolo utente e per la società – dato che questo valore oggi non è più scontato.
Vengono quindi mostrati i modi in cui si può manifestare l’impatto (sociale, educativo o economico) della biblioteca sugli individui e sulla società, e si descrivono i diversi approcci per individuare un’eventuale influenza positiva delle biblioteche:

  • Evidenza sollecitata: indagini, focus group, interviste, autovalutazione degli utenti, raccolta di “evidenze aneddotiche” ecc.
  • Evidenza osservata: osservazione diretta, confronto tra i dati d’uso della biblioteca e il successo degli utenti, test (come quelli effettuati sugli utenti dopo un corso di information literacy) ecc.
  • Evidenza dedotta: la valutazione dell’impatto dei servizi bibliotecari per mezzo di statistiche di biblioteca, indicatori di performance o indagini di costumer satisfaction.

Al momento i metodi più utilizzati per individuare i benefici prodotti dalla biblioteca sono quelli di tipo qualitativo, sviluppati nell’ambito delle scienze sociali. Sembra tuttavia opportuno sviluppare metodologie miste in grado di combinare l’approccio qualitativo con quello quantitativo.
Al pari di altri strumenti e metodi di valutazione delle biblioteche, anche la valutazione d’impatto può naturalmente essere usata per migliorare la gestione e i servizi della biblioteca, ma i destinatari primari di questo tipo di valutazione sono le persone e le istituzioni deputate al supporto politico e finanziario delle biblioteche.

Roberto Ventura, L’impatto della biblioteca: una questione aperta. Dall’innovazione tecnologica alla conversazione sociale, dalla produttività economica al benessere territoriale

Una delle questioni più dibattute in ambito bibliotecario è quella dell’innovazione e del cambiamento che è necessario intraprendere per scongiurare l’autoreferenzialità e l’obsolescenza culturale, sociale e tecnologica della biblioteca. A partire da una riflessione critica su tale questione, l’intervento evidenzia come l’impatto della biblioteca sia intimamente e paradigmaticamente connesso con la concezione, l’idea, il modello di biblioteca che vogliamo costruire nel futuro, a partire dai controversi rapporti tra mondo cartaceo e dimensione digitale da un lato e tra individuo e società contemporanea dall’altro. Si auspica, infine, il consolidamento degli studi d’impatto e l’inserimento del paradigma della ricaduta bibliotecaria nelle valutazioni economiche e del livello di benessere raggiunto in un dato contesto territoriale.

Elena Brognoli, Per la diffusione di una cultura della valutazione

La valutazione d’impatto può essere considerata, almeno in Italia, l’approdo più recente della valutazione dei servizi bibliotecari.
Prendendo in prestito definizioni e principi dall’ambito sociologico, l’intervento si aprirà con una riflessione di carattere generale sulla pratica della valutazione, al fine di comprendere meglio il significato e la reale portata di questa attività. Di seguito si ripercorreranno le tappe principali della pratica valutativa dei servizi bibliotecari in Italia – dai primi esperimenti all’affermazione delle pratiche di valutazione – allo scopo di verificare come la valutazione è via via entrata a far parte della gestione delle biblioteche. Infine si tenterà di definire lo stato dell’arte della pratica valutativa oggi, illustrando le difficoltà che si incontrano quando si tenta di tracciare un quadro complessivo della situazione italiana e dimostrando la necessità di diffondere il più possibile una “cultura della valutazione” a livello non solo locale, ma anche – e soprattutto – nazionale e internazionale.

Fabio Severino, Il sistema di offerta culturale come collettore per la pianificazione territoriale

L’offerta culturale italiana è caratterizzata dalla dipendenza dal finanziamento pubblico. Le politiche amministrative di decentramento e sussidiarietà diffusesi negli ultimi anni, in aggiunta ad un impoverimento delle risorse statali, impongono un ripensamento del sistema di offerta culturale in Italia, che parta dal principio di inclusione politica per mezzo della concertazione avanzata con tutti gli attori del territorio, anche privati. È lecito quindi pensare alla pianificazione territoriale che ponga al centro dei processi decisionali la cultura, sia nei suoi elementi hard (il patrimonio storico) sia in quelli soft (la produzione artistica e intellettuale). Questo processo sta avvenendo in numerose parti del mondo e si sta avviando anche in Italia, sulla base della considerazione che la cultura è un volano che impatta sull’occupazione, l’imprenditoria e la socialità di un territorio e che per offrirla si mobilitano molte competenze pubbliche (verde, istruzione, sociale, turismo, mobilità, viabilità per citarne alcune) e interessi privati (servizi alla persona e alla PA). Sistemi di cosiddetto cultural planning dimostrano come l’offerta culturale, tra cui quella bibliotecaria, inserita in politiche di sistema e sinergia, comportano impatti e indotti non più trascurabili e obbligatoriamente misurabili sul territorio e la comunità.

Elena Bandirali, Misurazione dell’impatto sociale nelle biblioteche monoposto? Limiti e vantaggi

Oggi più di ieri noi bibliotecari e i nostri amministratori abbiamo bisogno di uno strumento in più per giustificare o motivare a cittadini ed elettori, in questi seri tempi di ristrettezze, un investimento in ambito culturale e nello specifico nella biblioteca. O addirittura per capire se vale la pena di continuare ad investire o ancora, come modificare gli interventi.
Non basta ricordare che grandi progetti importanti per la crescita e l’economia hanno avuto origine in biblioteca.
Capire quindi il tipo di impatto che una biblioteca ha sul territorio di riferimento può essere di grande aiuto, capire come la biblioteca entra nella vita delle persone può essere sorprendente.
La sfida per me era ed è mettere a punto – magari assieme ad altri colleghi, magari condividendo esperienze – uno strumento gestibile da una biblioteca mono o bi-posto.
Perché si tratta della tipologia di biblioteche più diffuse in Italia, perchè sono distribuite capillarmente sul territorio, perché sono terribilmente esposte al rischio dei ‘tagli’ di bilancio.
E poi ancora, perché questo tipo di rilevazione – dal mio punto di vista estremamente significativa in quanto può dare letteralmente voce agli utenti – deve poter essere condotta anche da realtà medio piccole. Quelle realtà dove magari si lotta più che altrove per far quadrare i conti, per garantire l’acquisto di libri, per mantenere buoni standard di servizio. Che poi sono quelle realtà dove il solo pensare di affidare ad una ditta esterna la rilevazione significa già in partenza non potersela permettere, non poterla fare.
E invece è importante che siano esattamente queste biblioteche a misurare il proprio impatto sul territorio, appunto perché sono le più vicine alla gente (oltre che le più diffuse per tipologia).
Partendo quindi da esperienze di rilevazione qualitative effettuate negli Stati Uniti e condotte in comunità metropolitane ho cercato di mettere a punto uno strumento abbastanza snello e gestibile tenendo conto anche del fatto che i bibliotecari non sono – tranne in qualche caso che in questa sede si rivelerebbe fortunato – né economisti né statistici.

Sara Chiessi, La misurazione dell’impatto sociale ed economico delle biblioteche pubbliche in Italia: due progetti pilota. Impostazione, metodologia e risultati

L’intervento illustrerà a grandi linee due progetti pilota di valutazione d’impatto realizzati nel corso del 2011. Si tratta di due progetti affini che tuttavia presentano notevoli differenze quanto a grado di complessità e obiettivi prefissati.
Scopo del primo progetto – realizzato con il supporto dell’IFLA Library Theory and Research Section e con la supervisione della D.ssa Roswitha Poll – era l’individuazione di un metodo di valutazione d’impatto che potesse essere applicato alla realtà italiana, e che fosse al tempo stesso economico e facilmente replicabile. Dati i limiti strutturali (in termini di persone coinvolte, di tempo e di budget) il progetto si è focalizzato su un questionario per gli utenti, somministrato tramite intervista in 4 diverse biblioteche pubbliche emiliane. Il campione analizzato – 81 utenti – non è sufficiente a conferire valore statistico ai dati raccolti, che nondimeno offrono interessanti suggestioni e spunti di riflessione. In base all’analisi dei risultati e alle difficoltà riscontrate durante la somministrazione dei questionari è stata poi formulata una versione riveduta e corretta del questionario, che può essere potenzialmente utilizzata in qualsiasi biblioteca pubblica italiana.
Il secondo progetto (https://www.aib.it/struttura/sezioni/marche/mar-conv/2012/15375-valutazione-dellimpatto-socio-economico-delle-biblioteche-marchigiane-2/), più complesso e strutturato, ha coinvolto 6 biblioteche pubbliche del territorio marchigiano ed è stato promosso dalla sezione Marche dell’AIB con la consulenza del Dipartimento di scienze del testo e del patrimonio culturale dell’Università di Urbino e la collaborazione della Provincia di Pesaro e Urbino. Grazie a un gruppo di lavoro numeroso e articolato i metodi utilizzati sono stati molteplici: statistiche e indicatori di biblioteca, profili di comunità, profili delle strutture, questionari (per gli utenti, per gli studenti delle scuole superiori, su Facebook), focus group e interviste ad alcuni leader di comunità scelti tra gli esponenti locali del mondo della politica, della scuola, dell’informazione, dei sindacati ecc. A febbraio 2012 si è conclusa la fase operativa di raccolta e di analisi dei dati ed è iniziata la fase redazionale, che si occuperà di mettere insieme e analizzare in modo organico e i risultati ottenuti con i diversi metodi. Scopo del progetto – oltre a quello di testare l’efficacia e la fattibilità di un metodo di valutazione nuovo per l’Italia – è l’individuazione delle ricadute dei servizi offerti dalle biblioteche in termini di conoscenze e capacità cognitive degli individui, di prospettive di studio, di lavoro e di vita, e di ricchezza culturale, sociale ed economica di una comunità.

Pieraldo Lietti, Biblioteca e impatto Economico. La soglia di convenienza economica del servizio di prestito: dal libro all’eBook

Obiettivo di questo intervento è quello di introdurre il tema del digital lending nella riflessione sull’impatto del servizio bibliotecario.
Il punto di partenza dell’analisi è costituito dai risultati di una precedente ricerca che aveva per scopo di individuare un metodo in grado di quantificare l’impatto economico del servizio pubblico di prestito, metodo che potesse essere applicato, con un ragionevole grado di attendibilità, alle biblioteche di pubblica lettura utilizzando dati e strumenti di calcolo a loro accessibili.
Fra le diverse modalità offerte dalla letteratura professionale, in particolare in ambito anglosassone, si era scelto di impiegare uno strumento, elaborato da Anne Morris, che quantifica l’impatto economico attraverso un calcolo di risparmio ottenuto dalla differenza di costo fra le due opzioni di accesso all’informazione ed alla conoscenza: acquisto e prestito.
Attraverso alcune elaborazioni, con fattori di costo riferiti in modo specifico ad un insieme di biblioteche, si era pervenuti a determinare l’indice di circolazione da raggiungere affinché il servizio pubblico di prestito produca per la comunità servita benefici economici diretti.
Il concetto di soglia che veniva definito con questo metodo, esprime l’idea che il servizio di pubblica lettura debba raggiungere un livello minimo affinché l’alternativa del mercato sia meno economica.
Ma cosa accade della soglia di convenienza economica con il passaggio dal libro (fisico) al mondo digitale degli eBook?