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Boicottare gli scrittori dell'appello pro Battisti non è un segno di civiltà ma un pericoloso ritorno all'indice dei libri proibiti
Ferma è l'opposizione dell'AIB all'iniziativa lanciata nel veneziano dall'Assessore Raffaele Speranzon

Al Presidente della Regione del Veneto
Luca Zaia
Palazzo Balbi - Dorsoduro 3901
30123 Venezia

Al Presidente della Provincia di Venezia
Francesca Zaccariotto
Palazzo Ca' Corner, San Marco 2662
30124 Venezia

Egregio Presidente,
sono venuto a conoscenza dalla stampa dell'intento, da parte di un suo Assessore, di intraprendere iniziative volte a eliminare dagli scaffali delle biblioteche civiche e scolastiche del territorio tutti i libri i cui autori firmarono nel 2004 una petizione a favore di Cesare Battisti.
Desidero pertanto sottoporre alla Sua attenzione la posizione dell'Associazione Italiana Biblioteche. L'Associazione esprime la propria solidarietà e vicinanza ai parenti delle vittime. In uno stato di diritto sorretto da istituzioni democratiche e da una società libera e aperta, chiunque sia condannato a quattro ergastoli con sentenze passate in giudicato deve scontare la propria pena. In democrazia, tuttavia, non sono ammissibili liste di proscrizione, censure, divieti espliciti o impliciti di accesso ai documenti della biblioteca. Immaginare provvedimenti di questo tipo, oltre che violare la nostra carta costituzionale, produrre un imbarbarimento del nostro vivere civile e costituire un precedente gravissimo, rischia di danneggiare gli stessi sacrosanti tentativi di far estradare nel nostro paese Battisti.
Questo tipo di iniziative è in netto contrasto con le finalità della biblioteca pubblica, che è strumento essenziale per la democrazia solo se viene garantita la pluralità delle opinioni e l'accesso senza filtri o pregiudiziali ideologiche "a ogni genere di conoscenza e informazione", come recita il Manifesto UNESCO per la biblioteca pubblica.
Intraprendere azioni simili implica anche una sorta di dichiarazione di sfiducia nei confronti della società civile e dell'intelligenza dei cittadini, che evidentemente non sono ritenuti in grado di formarsi un giudizio critico sulla questione senza un intervento censorio da parte delle istituzioni.
Le biblioteche sono l'emblema stesso della libertà e della democrazia, sono un patrimonio di tutti. La censura è la negazione delle ragioni per cui le biblioteche vengono finanziate dalla collettività.
A nome dell'Associazione Italiana Biblioteche mi appello a Lei e alla alta carica istituzionale che ricopre affinché impedisca ogni intervento che miri a limitare direttamente o indirettamente l'accesso alle collezioni e ai documenti delle biblioteche.
Nell'anno che celebra il centocinquantesimo dell'unità d'Italia l'Associazione Italiana Biblioteche si augura che vengano evitati provvedimenti illiberali e che prevalga piuttosto il rispetto per il nostro vivere civile e democratico.
Confidando sulla sensibilità per le questioni di libertà e democrazia che La contraddistingue e su una risposta positiva a questo appello, Le porgo distinti saluti.

Il Presidente dell'Associazione Italiana Biblioteche
Prof. Mauro Guerrini


Roma, 19 gennaio 2011
Prot. n. 7/2011 [Zaia]
Prot. n. 8/2011 [Zaccariotto]


Copyright AIB 2011-01-20 a cura della Redazione AIB-WEB.
URL: <https://www.aib.it/aib/cen/stampa/c1007l.htm>

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