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AIB. Commissione nazionale biblioteche scolastiche

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Ipotesi di integrazione del Piano di lavoro

La figura del bibliotecario scolastico

Le circolari n228 del 1999 e n.229 del 2000 hanno avuto non solo il merito di aprire delle concrete possibilità di sviluppo per le biblioteche scolastiche, ma -fatto forse ancora più importante- hanno dato visibilità a precedenti esperienze già attivate in questo campo, ed hanno favorito la possibilità di porre la questione della biblioteca scolastica multimediale-centro di documentazione all'interno del dibattito nel mondo della scuola. In più sedi e, soprattutto, nei Collegi dei Docenti delle singole scuole si è cominciato ad affrontare la problematica del ruolo della biblioteca scolastica in rapporto all'autonomia scolastica e alla necessità, da parte della scuola che cambia, di dare adeguate risposte ai bisogni formativi e di crescita culturale dei suoi membri e della comunità sociale più allargata in cui è inserita. Si è cominciato ad individuare nella biblioteca-centro di documentazione una risorsa strategica per la progettazione didattica e la formulazione del Piano dell'Offerta Formativa, in quanto ad essa si connettono tutta una serie di funzioni fondamentali della scuola: la promozione della lettura libera, lo sviluppo delle abilità di uso competente delle informazioni, anche in un'ottica di educazione permanente, l'utilizzazione consapevole delle nuove tecnologie dell'informazione, l'innovazione didattica, la documentazione delle attività della scuola, l'apertura al territorio e l'integrazione coi sistemi informativi più ampi.

I processi di sviluppo in tal modo innescati rischiano però ora l'implosione per la mancanza di un'assunzione di impegno sul fronte del personale adibito alla biblioteca scolastica. Come è noto la situazione attuale su questo terreno è sconfortante: la maggior parte delle persone che si occupano di biblioteca sono insegnanti costretti a conservare in tutto o in parte la loro cattedra di insegnamento, e ai quali i dirigenti scolastici richiedono per lo più compiti di catalogazione (spesso sovrapposti o confusi coi compiti di inventariazione). Una piccola parte del personale adibito alla biblioteca è invece costituito dai cosiddetti "ex centotredicisti", cioè docenti esonerati dall'insegnamento per problemi di salute; altri ancora sono invece provenienti dal personale ATA, distaccato dalle segreterie. Per chi voglia impegnarsi seriamente in biblioteca non esiste quindi il tempo materiale per occuparsi esaurientemente di tutti gli aspetti del lavoro bibliotecario. C'è da aggiungere inoltre che per tutti/e costoro non esiste ancora un percorso formativo unico e riconosciuto. Anche su questo piano qualcosa si è mosso ultimamente e sono state avviate interessanti iniziative di formazione sostenute dal Mpi: moduli formativi multiregionali destinati al personale dei Progetti B1 e B2, (Asti e Napoli), corsi di formazione post-lauream frutto di protocolli di intesa tra Ministero e Università della Tuscia, prima, di Padova e Bari, ora. Tuttavia siamo ancora lontani dall'aver definito un percorso di formazione che individui un chiaro profilo professionale e delle modalità di accesso a tale ruolo professionale.

In attesa che il Ministero ponga mano all'intera questione, certamente complessa e di non facile ed immediata soluzione, riteniamo importante proporre ipotesi intermedie per affrontare il problema.

Al termine del secondo anno di sperimentazione del Programma per la promozione e lo sviluppo delle biblioteche scolastiche sono circa 800 le scuole finanziate. Tali scuole hanno dimostrato di avere un Collegio dei Docenti attento alla problematica della BS e attivo nel sostenere tale iniziativa ed inoltre hanno ricevuto i finanziamenti previsti, quindi hanno già iniziato a mobilitare delle risorse e a realizzare i progetti presentati. Ci sembra essenziale dotare al più presto le biblioteche di tali scuole di personale competente ad esse assegnato.

Chiediamo perciò che le scuole cosiddette B1 e B2 (sia capofila che scuole della rete) possano presentare un Progetto che preveda il distacco di personale della scuola per un monte ore settimanale pari all'orario di cattedra (18 h), affiancato da un monte ore di 20 h settimanali ricoperte da personale amministrativo. L'utilizzazione delle risorse della biblioteca necessita infatti di una disponibilità di tempo da parte di personale formato. Si tratta di un monte ore minimo che può venire coperto da una sola figura o da una pluralità di figure a seconda delle scelte effettuate dalle singole scuole in base alla reale situazione ed ai bisogni interni, ferma restando la necessità di una figura di responsabile e coordinatore del progetto, a cui eventuali altre figure impiegate in biblioteca facciano capo.

Tale progetto dovrà contenere alcuni punti essenziali, tra cui almeno:

1.individuazione dei bisogni formativi dell'utenza interna alla scuola (alunni, insegnanti, famiglie) e dei bisogni culturali del territorio (in un'ottica di diritto di cittadinanza e long life learning)

2. rapporto con il processo dell'autonomia : connessione dell'attività della BS con il curricolo (uso didattico delle library ed information skills in una logica di problem solving) e con la multimedialità (uso delle nuove tecnologie nei processi di recupero e trattamento dell'informazione); apertura della biblioteca all'esterno e sua integrazione con le reti informative e le agenzie educative del territorio

3. sostegno al lavoro dei docenti (documentazione in entrata e aggiornamento, documentazione in uscita delle attività didattiche svolte a scuola) e degli studenti (servizio di reference)

4. valutazione dei risultati

Secondo questa modalità il personale sarebbe distaccato in biblioteca su progetto, dovrebbe gestirlo per la durata di un anno scolastico (o due?) e rendere conto dei risultati ottenuti al termine del suo mandato.

Il personale incaricato della biblioteca deve essere in possesso di specifiche competenze e, qualora non lo abbia già fatto, impegnarsi a seguire specifici percorsi formativi. In questo senso si dovrebbe vincolare la possibilità di realizzare il progetto alla frequenza dei corsi di formazione post lauream previsti a Padova, Viterbo e Bari (?).

Ci sembra che questa proposta possa costituire una prima fase di avvicinamento alla soluzione definitiva del problema della figura professionale del bibliotecario scolastico, che, pur nella sua precarietà, consenta per lo meno nei prossimi anni di far vivere le realtà di BS avviate o potenziate grazie agli interventi previsti dalle circolari 228 e 229.



Copyright AIB2001-09-14 a cura di Elena Boretti
URL: https://www.aib.it/aib/commiss/cnbse/biblscol.htm

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