[AIB]

AIB. Commissione nazionale biblioteche scolastiche

AIB-WEB| Le Commissioni| Commissione biblioteche scolastiche


 

Bozza di relazione con le proposte di analisi e discussione per la CNBS

Paolo Odasso
Bibliocom 2001

I compiti scientifico-culturali della CNBS

In base allo statuto dell'associazione le Commissioni, inclusa la CNBS, hanno compiti di natura scientifica. La CNBS deve fornire contributi scientifici che qualifichino l’associazione ed al tempo stesso la proiettino all’esterno in modo da poter essere percepita come un valido punto di riferimento dalle varie figure (bibliotecari, insegnanti, altro personale ecc.) che hanno responsabilità di gestione delle biblioteche scolastiche (BBSS).

Nel recente passato la CNBS ha fornito un notevole contributo scientifico e culturale con la traduzione e divulgazione dei due testi dell’IFLA: Linee guida per le biblioteche scolastiche e Bibliotecari scolastici: competenze richieste: linee guida (Frances Laverne Carroll. Linee guida per le biblioteche scolastiche. Ed. italiana / a cura della Commissione nazionale AIB Biblioteche scolastiche. Roma: Associazione italiana biblioteche, 1995. (Rapporti AIB; 5), Sigrún Klara Hannesdóttir. Bibliotecari scolastici: competenze richieste: linee guida / Traduzione italiana a cura dell'AIB Commissione nazionale Biblioteche scolastiche. Roma: Associazione italiana biblioteche, 1998. 47 p. (Rapporti AIB; 11). ISBN 88-7812-042-1). Due testi che sono diventati punto di riferimento obbligato di tutte le iniziative che in questi anni sono state promosse da Ministero della (ex Pubblica) Istruzione, Università. Irrsae, altri enti ecc.

Nel prossimo futuro l’attività di studio e ricerca dovrà cercare di compiere un passo in avanti. Non più solo indicazioni relative a strutture e risorse ma indicazioni relative a servizi ed attività. Non più solo indicazioni di modelli astratti di biblioteca scolastica ideale, ma elaborazioni e suggerimenti di ipotesi di lavoro da sperimentare con progetti pilota su un campione pre-selezionato di BBSS che aiuti a verificarne la praticabilità ed utilizzabilità nell’intero universo delle BBSS italiane.

Nell’attività di tipo scientifico occorrerà cioè immaginare non più solo una dimensione di divulgazione teorica ma anche una dimensione pratico-operativa che serva a misurare se e in che misura le suggestioni teoriche via via individuate ed elaborate possano risultare efficaci nello sviluppo delle BBSS italiane ed in particolare nella funzione che esse possono svolgere sul piano della qualità dell’apprendimento. Per fare ciò sarà necessario che il processo di produzione scientifico-culturale della CNBS venga visto come risultato di un forte interscambio di conoscenze, riflessioni, esperienze con i soggetti (docenti e bibliotecari scolastici) che in questo momento rappresentano le realtà più vive e dinamiche della scuola italiana. Compito primario dell’attività scientifico-culturale della CNBS è cioè quello di essere riconosciuta come uno degli interlocutori dalle scuole che in mezzo a mille difficoltà stanno in questi anni aprendo dei varchi perché la funzione della BS esca dalla condizione di precarietà in cui è finora rimasta. Occorrerà inoltre che la CNBS metta in campo progetti di indagine e monitoraggio che aggiornino gli studi sulle BBSS in Italia che sono stati condotti dalla BDP nel 1997 (cfr. http://www.bdp.it/servizi/crems  e poi cliccando su Lettura) per conto del MPI e che forniscano degli indicatori sul rapporto tra presenza di una BS pienamente inserita nel curricolo e quantità/qualità dei risultati scolastici.

Si tratta naturalmente di ipotesi di lavoro che per la loro complessità richiederanno forme di collaborazione della CNBS con altri soggetti interessati ad impegnarsi in questo campo, quali Ministero Istruzione, Università, IRRE, INDIRE, INVSI, Direzione regionali, CIS, ecc.

La situazione delle BBSS oggi in Italia: panoramica schematica

Un punto importante per qualificare il lavoro futuro della CNBS verso le BBSS è quello di capire qual è oggi il panorama delle BBSS con cui confrontarsi. Una realtà che è profondamente cambiata rispetto a pochi anni fa, ad es. rispetto all’inizio della passata legislatura.

Che cosa sono oggi le BBSS in Italia? Prendo spunto da una fonte giornalistica. Su La Repubblica del 29 settembre 2001 (nel supplemento ad Internet pag. 41) in un trafiletto sul congresso AIB a BIBLIOCOM a Roma si riportano alcuni dati che vale la pena richiamare. Si dice che

Da dove sono stati attinti questi dati relativamente alle BBSS? Presumibilmente dal fatto che in Italia ci sono all’incirca 12.000 scuole. In linea di massima questa indicazione numerica ci dice che in ogni scuola italiana c'è una BS.

Sul piano strettamente amministrativo si tratta di una stima corretta. È difficile pensare ad una scuola senza un inventario che identifichi dei libri od altre risorse educative di proprietà pubblica della scuola. È probabile, anzi certo, che in ogni scuola ci sia un luogo, anche un semplice magazzino od armadio, nel quale queste risorse sono ammassate. Si tratta di un dato imponente. Stando a questi dati le BBSS rappresenterebbero il 48% delle BBPP in Italia, cioè il suo sotto-insieme sicuramente più esteso. Si tratta di un dato imponente che trova conferma nel fatto che nelle scuole italiane ci sarebbero circa 40.000.000 di volumi (Così è stato dichiarato da funzionari del MPI nel corso di BIBLIOCOM 2000 a Roma, nella giornata di lavoro sulle esperienze della CM 228/99 e 229/00: questi dati sono presumibilmente stati derivati dagli inventari )

Non basta tuttavia, come ovvio, il dato oggettivo della quantità delle risorse per fare di queste delle BBSS vere e proprie. Molte di queste che sono state definite BBSS non sanno neppure di esserlo.

Diciamo quindi che quella de La Repubblica è la fotografia di quelle che sono le BBSS potenziali. Del poter essere. Del dover essere. La fotografia cioè dei compiti immani che le BBSS hanno sul fronte della formazione dell’utenza se vogliono contribuire a rendere il nostro paese più simile ai più avanzati paesi occidentali.

Ma quale il dato delle BBSS reali, almeno oggi? Il dato più attendibile – quello nel quale la BS non è solo struttura e risorse, ma anche un insieme di attività (dai servizi di prestito e consultazione a quelli più complessi di reference, assistenza, formazione alle attività di ricerca) - è quello che ci viene da una recente indagine ministeriale, il cosiddetto monitoraggio dell’autonomia (Ministero della Pubblica Istruzione, Monitoraggio sperimentazione autonomia 1999-2000, Allegati n.1; Firenze INDIRE 2001, p.69 ). In base a questa indagine, che contiene dati disaggregati a livello regionale, circa 30% delle scuole italiane su un universo di circa 8700 scuole (Tale numero che è poco meno del 70% delle scuole italiane corrisponde al numero di scuole che nel primo anno ha partecipato a questa indagine ministeriale ) dichiara di avere in dotazione quello che INDIRE (ex-BDP), secondo la sua tradizione documentalista, chiama la biblio-mediateca, centro di documentazione centro risorse educative multimediali scolastiche (CREMS)

Si tratta di un dato che è molto vicino a quel 33% delle scuole italiane che, stando ad altre fonti ministeriali (cfr. relazione in file PPT del preside d’Itollo, che ha negli anni passati coordinato a livello nazionale le esperienze della CM 228 e 229. Tale relazione è oggi visibile sul forum sulle BBSS della BDP http://www.bdp.it ), ha in questi ultimi tre anni chiesto di partecipare ai finanziamenti delle CM 228/99 e 229/00. Non sono le 12.000 BBSS potenziali, ma si tratta comunque di una dimensione di massa del tutto impensabile fino a pochi anni fa. Fino a pochi anni fa infatti, - grosso modo la metà degli anni ’90 – le BBSS intenzionate e capaci di proiettarsi nel curricolo scolastico erano poche. Pochissime. Le BBSS non avevano ancora una loro specifica identità funzionale in quanto Biblioteca scolastica. Duplicavano, con diversi livelli di qualità, la funzione della biblioteca pubblica territoriale, organizzando nella migliore delle ipotesi un efficiente servizio prestito e consultazione e, più raramente, qualche pregevole iniziativa di promozione della lettura. Quelle che avevano percepito ed organizzato una specifica e distinta attività di formazione dell’utente – che è il compito della BS - si potevano contare sulle dita di una mano. Ne ricordiamo alcune. L’ITC Abba di Brescia, l’ITC Levi di Bollate, il liceo Cornaro di Padova. È da quelle esperienze che sono venuti fuori i primi documenti in Italia sulle library skills, information skills, ecc.

Oggi quindi la realtà delle BBSS che si sono messe in movimento (naturalmente si tratta di una realtà molto variegata al suo interno con gradi di sviluppo molto differenziati sia sul piano delle strutture che sul piano della offerta dei servizi ) ruota come ordine di grandezza attorno alle 4000 scuole. È verso questa platea ideale che la CNBS deve immaginare di comunicare nei prossimi anni. È questo infatti il numero delle BBSS che - previa discussione ed approvazione dei propri collegi docenti, - con le CM 228/99 e 229/00

Da dove deriva questa dimensione quantitativamente e qualitativamente nuova con cui la CNBS di oggi deve confrontarsi e comunicare?

Si tratta di una dimensione quantitativamente e qualitativamente nuova che è il frutto di una serie di iniziative che è bene avere presenti perché danno la visione d’insieme dei problemi con cui CNBS e docenti bibliotecari scolastici devono fare i conti. Un insieme di iniziative tutte avviate nella passata legislatura che, seppur non pensate a priori come progetto organico, certo, a posteriori, sembrano invece rilevarsi tali.

Si tratta di un insieme di iniziative, di un movimento sul cui futuro possiamo solo augurarci che non ci siano pause o peggio ancora dei passi indietro.

Proprio questo insieme di iniziative carica di compiti nuovi la figura del bibliotecario scolastico e spiazza un certo dualismo che era ancora presente nella CNBS al momento del suo insediamento con le dimissioni di parte dei precedenti componenti. Alludo al dualismo relativo alla figura del bibliotecario scolastico tra chi pensa che debba essere un docente e chi pensa che debba essere un bibliotecario.

Se si guarda all’evoluzione del sistema bibliotecario nella società dell’informazione e se si concorda sul fatto che obiettivo della biblioteca-centro di documentazione scolastico è la produzione di un cittadino che impara ad imparare lungo l’arco di tutta la vita (an autonomous lifelong learner come si dice nel mondo anglosassone pienamente inserito nella learning society) noi vediamo che entrambe queste figure vengono oggi messe in discussione

Nella scuola c’è un progressivo slittamento del baricentro dalle conoscenze alle competenze, dal teaching al learning, da un modello basato sulla sola lezione frontale ad un modello che coniuga la lezione frontale con forme di apprendimento basato anche e non meno sulla capacità di ricerca prima guidata poi autonoma del discente. Nella scuola della società dell’informazione l’insegnante non può più pensare alla sua funzione nei limiti della semplice trasmissione di conoscenze. Deve invece sempre più pensare a se stesso nei termini di chi aiuta gli studenti a diventare soggetti autonomi capaci di costruire conoscenze lungo il corso di tutta la vita. Capaci cioè di avvalersi della BS per procedere autonomamente nel ricercare e trovare informazioni per risolvere problemi, capaci imparare ad imparare.

Nella biblioteca, anche in relazione ai processi di disintermediazione resi possibili dagli accessi telematici, oggi assistiamo ad una riflessione nella quale c’è un progressivo slittamento del baricentro dalle risorse all’utente. Nella biblioteca il bibliotecario, anche grazie ai processi di automazione e a quelli relativi alla catalogazione derivata, è sempre meno chiamato a spendere il proprio tempo nella organizzazione delle risorse e sempre più chiamato a fornire quel valore aggiunto che è l’attività di reference, i servizi informativi.

In entrambe – scuola e biblioteca - c’è una sempre più accentuata focalizzazione sul soggetto. Per entrambi – docente e bibliotecario – è in atto un processo di ridefinizione della funzione di mediazione tra sapere ed utenza. Entrambi sono sollecitati a reinventarsi la funzione di mediazione. Componente sempre più importante della loro professionalità è quella di sapere comunicare, mettersi in relazione, sapere interpretare e rispondere ai bisogni informativi e formativi dell’utente o del discente. Si tratta di un processo che vale in generale ma vale ancor più nella BS dove per definizione ch’è un compito di formazione dell’utenza e dove, meno che altrove, c’è il rischio della disintermediazione. In altre biblioteche, con internet l’utente esperto può accedere a cataloghi e risorse autonomamente, a prescindere dalla mediazione del bibliotecario. Nella scuola, nella BS l’utente va costruito da zero. Da non-utente ad utente, da utente-inesperto ad utente-esperto. Nelle altre biblioteche l’utente è un presupposto, un dato, nella BS invece è un traguardo, un obiettivo.

Prospettive di lavoro futuro per la CNBS

Quali le possibili prospettive di studio-lavoro per la CNBS? Per dare indicazioni concrete sul futuro propongo alla CNBS come ipotesi di riflessione comune quella di partire da un’esperienza che conosco direttamente, (assieme a Ernesto Seassaro con cui ho condiviso progettazione e gestione): quella del progetto Documentare la scuola in Piemonte (DSP) dell’IRRSAE Piemonte che si è avviato nell’a.s. 2000-01. Propongo di assumere questa prospettiva anche perché tra quelle nate all’interno del mondo della scuola (da questo punto di vista escludo le iniziative di formazione avanzate dei corsi di perfezionamento, master universitarie) è quella che in qualche modo si è impegnata a tenere più in conto l’insieme di tutte le novità sopra elencate, e di vedere in esse una vera e propria "svolta" di sistema.

Quale la logica che ha sotteso questa iniziativa, quale la logica con cui proseguire il progetto nel prossimo futuro?

L’iniziativa si è prefissa di lavorare in direzione della costruzione di una figura professionale che nella scuola sappia essere contemporaneamente

Per questo scopo sul piano delle risorse deve gestire i servizi relativi a informazioni

Per questo scopo sul piano delle infrastrutture deve procedere nella direzione della costruzione di una biblioteca che sia un laboratorio di lettura e ricerca dotato di strumenti logici e tecnologici adeguati per l’accesso locale e remote a tutte le tipologie di risorse informative oggi disponibili (ad es. 20-25 computer, tanti quanti sono gli studenti nelle classi nella scuola) per gli accessi ai cataloghi elettronici locali, alle risorse elettroniche locali, alle banche dati educative, agli OPAC ecc.

Questi compiti immani posti come meta ultima del corso DSP non hanno spaventato per la loro mole le scuole. Anzi. È significativo che quest’offerta formativa, una vera e propria fuga in avanti, ha intercettato sul piano della domanda una partecipazione che ha coinvolto oltre 220 scuole, circa il 33% delle scuole della regione. Non è qui la sede per riassumere nel dettaglio i contenuti culturali dell’iniziativa per i quali rimando al sito IRRE, http://www.arpnet.it/irrsaeto  o al resoconto in Biblioteche Scolastiche 2001 ("Formazione dei documentalisti" in Biblioteche Scolastiche 2001, Edizioni Bibliografiche ).

Voglio qui richiamare l’attenzione sul significato generale del lavoro svolto.

Presupposto dell’iniziativa è stata l’analisi del rapporto tra formazione e società dell’informazione. Emblematicamente ad inaugurazione del corso è stata posta la seguente citazione di De Mauro. " Alla valanga informativa che ci avvolge la scuola non deve credere di poter rispondere dilatando il sapere che presume di trasmettere. Deve rispondere cercando di capire che cosa è veramente necessario di tutto ciò che pretende di insegnare… Se vogliamo dare attraverso la scuola una formazione che consenta di vivere produttivamente nella società dell’informazione non dobbiamo mirare a dare una impossibile carta dell’Impero grande quanto l’impero stesso. Ma dobbiamo dare bussole, mappe, dobbiamo dare punti cardinali, dobbiamo dare l’esperienza viva di come si organizza e come si fa un viaggio. Dobbiamo dare il gusto di viaggiare e se ci piace, dove ci piace, di sostare."

Finalità ultima del corso DSP è stata quella di valorizzare il ruolo della BS-CREMS come strumento fondamentale per una scuola che voglia garantire ai discenti il pieno esercizio del diritto di cittadinanza nella società dell’informazione. La BS-CREMS è stata cioè presentata come il laboratorio che dentro il curricolo scolastico deve svolgere il ruolo di ponte tra scuola e società dell’informazione,

Nel progetto DSP è la BS-CREMS che, in quanto laboratorio di lavoro che gestisce gli strumenti di organizzazione logica dell’informazione (soprattutto quelli di indicizzazione semantica, dai thesauri, ai soggettari, ai sistemi di classificazione, in generale agli strumenti di astrazione e riduzione del molteplice ad unità nonché di gerarchizzazione logica dell’informazione ecc.) possiede o fa accedere alle bussole, alle mappe, ai punti cardinali del sapere della citazione di De Mauro che altro non sono se non le "mappe cognitive" di una scuola sempre più obbligata dall’overload informativo a dare non solo "conoscenze" ma soprattutto la capacità di costruirsele, cioè le "competenze". Nel progetto DSP è la BS-CREMS che, come laboratorio delle risorse informative possedute ed accessibili, può e deve farsi carico di implementare forme di apprendimento individualizzato che servano a costruire un autonomous lifelong learner.

Per dar vita a questo tipo di BS-CREMS le linee seguite nella formazione del bibliotecario scolastico sono state quelle delle su richiamate linee IFLA, cioè le competenze biblioteconomiche (soprattutto quelle semantiche), quelle gestionali (soprattutto quelle info-telematiche), quelle didattiche (soprattutto la formazione sulle information-problem-solving-skills). Delle tre competenze è stato tuttavia sottolineato che è soprattutto quella didattica quella che connota la specificità professionale di chi gestisce la BS. Il bibliotecario scolastico condivide con il bibliotecario tout court le competenze biblioteconomiche e gestionali, ma in misura specifica (anche se non esclusiva) deve farsi carico di competenze di tipo didattico di formazione dell’utente, di formazione (in collaborazione con i docenti disciplinari) delle capacità di ricerca.

La proposta di lavoro futuro può nascere di qui. La CNBS - se vuole orientare le attività del bibliotecario scolastico a svolgere questi compiti didattici di formazione dell’utente, del lettore esperto, dell’utente ricercatore esperto, di quello che domani sarà un autonomous lifelong learner - deve disporre di una logica la più possibile unitaria ed integrata per le risorse possedute o per le risorse accessibili. Senza questo tipo di organizzazione logica (per il locale ed il remoto) la BS-CREMS non avrà nessuna possibilità di implementare forme di attività didattica finalizzate allo sviluppo della abilità di ricerca.

Per questo quindi le prospettive di lavoro su cui la CNBS può orientare il lavoro delle BBSS e anche richiedere interventi finanziari a sostegno da parte del Ministero della Pubblica Istruzione possono essere:

Indicazioni operative

Per comunicare al suo interno e verso il suo esterno la CNBS dovrà sempre più usare posta elettronica e cominciare ad allestire delle pagine web sul sito AIB. Questa è la strada obbligata se si vuole essere all’altezza della dimensione di massa che hanno le BBSS attive oggi in Italia. I componenti della CNBS sono tutti espressione di realtà e relazioni con questa dimensione nuova. Della stragrande maggioranza dei docenti e dei bibliotecari coinvolti si possiede un indirizzario di e-mail. Ad es. dei docenti dei master di Viterbo (circa 100) e Padova, di quelli del B1 e B2 della CM 228 e 229, (circa 400) di quelli delle altre esperienze di riqualificazione professionale (ad es. i 220 del Piemonte) dal Veneto, al Lazio, alle Puglie ecc.

Riempire le pagine web del sito è importante, ma non sufficiente. Non appena le pagine web della AIB-CNBS saranno attivati occorrerà organizzare servizi di alerting e dei veri propri virtual reference desk distribuendo gli incarichi per le comunicazioni con le realtà più vive che vorranno rapportarsi alla CNBS per chiedere consulenza, informazioni, per dibattere ecc..

A titolo esemplificativo viene qui fatta una prima proposta di indice delle pagine web CNBS-AIB .

Il lavoro sulle pagine web è impegnativo. Un conto è immaginarlo, un altro gestirlo, con i continui aggiornamenti e con i compiti di comunicazione che esso comporta. Per questo occorrerà che dentro la CNBS e tra i referenti regionali si avvii rapidamente una riflessione che coinvolga tutti per la fase di avvio e per la sperimentazione al fine di determinare come far sì che tutti possano alimentare il sito, e come suddividere le responsabilità di gestione e comunicazione. I tempi per una prima fase pilota dovrebbero concludersi entro il prossimo BIBLIOCOM.

dati da Indire, Monitoraggio sperimentazione autonomia 1999-2000, allegati n.1- Firenze, Indire 2001 p.69. Il dato riportato indica la percentuale di scuole che in ogni regione hanno dichiarato di avere una biblio-mediateca/centro di documentazione.

regioni

biblio-mediateca/centro di documentazione

   

bolzano(lingua italiana)

47,4

emilia romagna

41,1

veneto

35,9

marche

35,7

friuli venezia giulia

33,8

lombardia

32,1

piemonte

31,8

liguria

31,3

toscana

30,8

lazio

30,5

trento

29,5

puglia

28,2

abruzzo

28,2

calabria

26,8

sardegna

25,5

sicilia

25,4

campania

22,8

basilicata

22,5

umbria

22,1

valle d'aosta

19,2

molise

16,9

   

media nazionale

29,39



Copyright AIB2001-11-01 a cura di Elena Boretti
URL: https://www.aib.it/aib/commiss/cnbse/odasso01.htm

AIB-WEB| Le Commissioni| Commissione biblioteche scolastiche