LETTERA APERTA AI CANDIDATI AL CEN
Il seguente documento intende richiamare l'attenzione dei
candidati all'elezione al CEN su alcuni punti che hanno costituito oggetto del
lavoro della CNSBNT nello scorso triennio e che la Commissione considera
particolarmente rilevanti per le biblioteche italiane e per l'Associazione.
Di più, la Commissione invita coloro fra i candidati al CEN che
verranno eletti a porre tali argomenti al centro della propria riflessione e
della propria azione nel prossimo triennio.
- Uno dei motivi dell'arretratezza complessiva del nonsistema delle
biblioteche italiane consiste nella persistente mancata definizione dei
Servizi bibliotecari nazionali (che non si identificano con i servizi
bibliografici nazionali, ma ad essi si affiancano). Questi,
all'interno di un contesto tipicamente policentrico quale quello che si è
andato storicamente definendo nel nostro paese, non possono che essere intesi
come sistema integrato dei servizi delle biblioteche di rilievo nazionale
orientato all'efficacia e articolato funzionalmente e territorialmente.
- Tale sistema dovrebbe mirare al coordinamento di
quelle biblioteche che, per tipologia dei documenti gestiti, livello dei
servizi, progettualità complessiva, si configurano come tipici
detentori/fornitori di contenuti, e che dovrebbero a loro volta porsi, nel più
ampio contesto dell'organizzazione generale e mai realizzata delle biblioteche
italiane, da una parte come istituti deputati alla conservazione dell'eredità
storica e culturale (e come snodo di sistemi sovraordinati, come il sistema
complessivo dei beni culturali, o la filiera dell'ideazione, produzione,
distribuzione del libro e degli altri supporti), e dall'altra come strutture
di servizio sia per la rete delle biblioteche pubbliche, intese come terminali
tipici per l'accesso pubblico a quei contenuti, sia per la rete della
formazione e della ricerca.
- Il criterio di appartenenza di una biblioteca al Sistema dei servizi
bibliotecari nazionali non può certamente essere quello della tipologia
istituzionale, ma piuttosto quello dell'assunzione attiva di responsabilità in
merito alla copertura di quel livello di servizio. Tipiche componenti del
Sistema sono quelle biblioteche che, con riferimento ad una definizione di
Paolo Traniello, non esauriscono le proprie funzioni in quelle proprie di un
"istituto dell'autonomia locale".
- Una più precisa ed articolata definizione del disegno
qui solo sommariamente e lacunosamente abbozzato dovrebbe costituire una delle
priorità dell'agire politico dell'Associazione. Eppure proprio su questi temi,
e più in generale sulla definizione di un sistema complessivo delle
biblioteche italiane, l'elaborazione dell'AIB appare quanto mai carente, con
conseguenze evidenti nella scarsa incisività della proposta politica e, forse,
conseguenze negative sullo stesso status sociale della professione.
- La proposta di Legge quadro dell'AIB, pur
condivisibile nelle sue finalità generali (specie all'epoca della sua
stesura), lungi dall' avere comportato passi in avanti rispetto alle carenze
sopra evidenziate, sembra avere contribuito ad un certo isolamento
istituzionale dell'Associazione, e merita oggi un'attenta riflessione critica.
In un momento storico-istituzionale caratterizzato dalla perdurante
incompiutezza dei processi, innescati dalla legislazione Bassanini, di
"trasferimento di funzioni, compiti e competenze" dall'Amministrazione
centrale ad altre Amministrazioni (e con tutte le difficoltà conseguenti
all'inserimento forzoso delle biblioteche all'interno di una logica così
angusta), appare evidente come i singoli soggetti istituzionali mal sopportino
qualunque ipotesi tendente a cristallizzare la situazione, nel comprensibile
tentativo di ampliare la propria sfera di competenze e potestà.
- Non è certo questa la sede per individuare ipotesi
alternative, ma una prima indicazione potrebbe essere quella di ragionare
sulla definizione di strumenti tali da favorire l'avvio di "prassi virtuose",
a partire dal livello locale, che configurino di fatto dei modelli di
cooperazione territoriale fra le biblioteche (viste come protagoniste attive,
pur nell'ambito della normativa vigente, più che come soggetti passivi di
interventi legislativi), coerenti con l'impostazione sistemica generale di cui
ai punti precedenti.
- Di fronte a questi temi, inoltre, è l'Associazione
stessa, con la sua cultura organizzativa, la sua struttura, le sue modalità di
funzionamento, ad apparire inadeguata. Valga per tutti l'esempio delle
commissioni permanenti, che ripropongono lo stesso modello di distinzione per
tipologie istituzionali di biblioteca che qui si intende mettere in
discussione. Un (troppo) timido tentativo di riforma delle commissioni è
avvenuto con la costituzione della Commissione servizi bibliotecari nazionali
e tutela, che ha carattere intertipologico e interistituzionale e ha tentato
di mantenere quest'impostazione anche nelle sue iniziative. Ma si è trattato
di una riforma incompiuta, per alcuni strumentale. Vi è necessità di
individuare pochi grandi temi trasversali (due soli esempi, ma se ne
potrebbero individuare altri: diritto d'autore, biblioteca digitale) che non
possono non essere affrontati che fuori dalla logica delle distinzioni
istituzionali.
- A questo proposito la Commissione ha giudicato assai
negativamente il fatto che un documento congiunto a firma dei coordinatori
delle tre commissioni presenti al seminario dell'Impruneta del luglio 1999, e
formalmente presentato al CEN, non sia mai stato preso in considerazione né
pubblicato. In quel documento, peraltro estremamente sintetico, i tre
coordinatori ponevano appunto il problema della necessità del superamento
dell'attuale status delle commissioni, auspicando la loro evoluzione verso
organismi tecnico-scientifici a composizione interistituzionale e
intertipologica, destinati appunto a lavorare su grandi temi trasversali.
- Anche nel Programma per il triennio 2000-2003, il ruolo delle
commissioni resta marginale e sfocato: di queste si parla, all'interno del
capo Organizzazione, più come "problema" (soprattutto di
tipo finanziario) che come "risorsa" per l'Associazione. Si prevede però ad un
tempo la creazione, ed il conseguente sostegno finanziario, di organismi nuovi
e non statutari ("...agili strutture d'intervento su problemi emergenti a
carattere nazionale e locale"), di cui restano da chiarire le modalità di
interazione con tutte le altre istanze dell'Associazione.
giugno 2000
Copyright AIB 2000-06-23, a cura di Elena Boretti
URL: http://www.aib/it/aib/commiss/cnsbnt/lettera.htm
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