AIB. Commissione nazionale Biblioteche e servizi nazionali | |
8 dicembre, ore 12.00 Sala Corallo
Come in altri paesi, di pari passo con gli sviluppi dell’editoria, in particolare la sempre maggior diffusione di contenuti su supporti non tradizionali, anche in Italia è maturata l’esigenza di rinnovare la legge sul deposito legale: la legge precedente risaliva al 1939 ed era motivata soprattutto dalla volontà di esercitare un controllo di tipo censorio su ogni stampato che uscisse dalle tipografie. La nuova normativa si rivolge direttamente agli editori, è entrata in vigore dal mese di settembre dello scorso anno (legge 15 aprile 2004, n. 106, e D.P.R. 3 maggio 2006, n. 252), e risponde alla necessità di raccogliere, documentare, preservare in tutte le sue forme la produzione editoriale, che concorre alla costituzione della nostra eredità culturale nazionale.
Ogni editore in base alla legge deposita i suoi prodotti presso alcune biblioteche – le due biblioteche nazionali centrali di Firenze e Roma per l’archivio nazionale, e una o più istituzioni individuate dalle Regioni per l’archivio regionale – “al fine di conservare la memoria della cultura e della vita sociale italiana” (legge 106/2004, art. 1). Le biblioteche a loro volta rendono un servizio alla collettività producendo servizi bibliografici, assicurando la conservazione nel lungo termine dei documenti nella loro integrità, garantendone la disponibilità nel rispetto delle norme sul diritto d’autore e sui diritti connessi.
Ma quanto sono conosciuti i servizi organizzati dalle biblioteche e le possibili ricadute positive di questi nel mondo dell’editoria? La nuova legge non è stata esente da critiche da parte delle associazioni di categoria dei soggetti obbligati al deposito dei loro prodotti. Questo incontro, organizzato nell’ambito di Più libri più liberi proprio con l’intento di suscitare la partecipazione dei singoli editori, si propone di mettere a confronto le loro istanze, insieme ad eventuali richieste di chiarimento, e le risposte di alcuni esponenti del MiBAC e delle biblioteche, che hanno fortemente voluto la riforma della legge e si propongono di migliorarne l’applicazione attraverso gli strumenti di informazione, monitoraggio ed aggiornamento previsti.