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The Digital Library
Challenges and solutions for the new millenium
Bologna, June 17-18, 1999

Electronic Document Delivery


Document delivery elettronico: nuovi strumenti e opportunità / Antonio Scolari [*]

Document Delivery: dalle applicazioni proprietarie agli standard

La diffusione dei sistemi di automazione, la sempre più ampia disponibilità di cataloghi in linea, l'incremento di uso delle reti, la presenza sempre più significativa di materiali su supporto digitale, hanno prodotto un vertiginoso aumento delle possibilità di accesso alla documentazione remota e anche rendono potenzialmente più semplice ed efficace la gestione delle transazioni di prestito interbibliotecario [1].

Queste nuove opportunità rendono importante avere a disposizione uno standard che si proponga come momento unificatore in un panorama tuttora dominato da applicazioni proprietarie e di certo non particolarmente avanzato dal punto di vista dell'automazione. Usano infatti applicazioni proprietarie sia i moduli di prestito interbibliotecario sviluppati nei programmi di automazione di biblioteca, sia i principali fornitori internazionali di documentazione, quali lo statunitense OCLC (Online Computer Library Centre) e l'inglese BLDSC (British Library Document Supply Centre). Anche nei programmi di automazione per biblioteche più recenti, quelli di cosiddetta terza generazione, il modulo di ILL resta per lo più di tipo proprietario, in grado di solito di preparare delle richieste nei formati proprietari dei grandi fornitori, non in grado però di gestire in modo automatico il colloquio fra il sistema di automazione della biblioteca e differenti fornitori di documenti, né fra differenti sistemi di automazione. I servizi di Document Delivery, che dal canto loro hanno sviluppato da molto tempo sistemi di gestione automatizzata, sono assai cauti nell'investire sul loro adeguamento sulla base degli standard internazionali, mentre – anche per motivi di sicurezza – hanno sempre consentito un'interazione limitata da parte degli utenti, di fatto limitata all'invio da parte degli utilizzatori della richiesta di prestito e di risposte consultabili sul sistema remoto o inviate per posta elettronica.

Inoltre la diffusione degli OPAC e di servizi di fornitura di documenti sulla rete ha modificato in parte il tradizionale modo di fare prestito interbibliotecario e Document Delivery, organizzato secondo un'interazione fissa tra biblioteche o tra biblioteche e fornitori di documentazione. È oramai possibile e diventa sempre più frequente un'interazione diretta degli utenti con le biblioteche e con i servizi di fornitura di documenti, soprattutto per quanto riguarda la fase iniziale della procedura di ILL, la richiesta [2]. Non a caso la terza edizione dello Z39.50 prevede per l'appunto la possibilità da parte dell'utente di inoltrare la richiesta di prestito o di fornitura di documentazione direttamente al possibile fornitore; altrettanto prevedono OPAC di biblioteche e sistemi di ricerca su basi di dati, che consentono ad utenti autorizzati di effettuare operazioni di ILL.

Infine se fino a pochissimi anni or sono l'ILL e il Document Delivery erano fatti su materiali a stampa o loro surrogati (microforme, supporti ottici), oggi diventa sempre più significativa la fornitura di documenti in formato elettronico, sia come riproduzioni di documenti disponibili anche a stampa o anche di documenti disponibili solo in formato elettronico. Anche sotto questo aspetto è necessario disporre di standard diffusi che consentano almeno di ottimizzare la gestione del servizio, in un settore in cui problematica è ancora la standardizzazione a livello di formato dei documenti.

Da tempo è disponibile lo standard ISO dedicato all'ILL, sviluppato sulla base delle analisi e delle esperienze compiute in Canada all'inizio degli anni Ottanta. La necessità di creare uno standard fu dettata dalla constatazione delle numerose difficoltà legate alla efficace realizzazione di un servizio di prestito bibliotecario in un paese in cui le grandi distanze intercorrenti fra le città rendono cruciale questo servizio per gli utenti delle biblioteche. I problemi più sentiti e a cui si voleva rispondere erano: il costo e la insoddisfacente resa dei sistemi manuali, la disomogeneità dei sistemi di automazione dell'ILL, sia sviluppati autonomamente che inseriti in prodotti di automazione integrati, l'impossibilità di scambiare messaggi di prestito interbibliotecario fra utenti di differenti sistemi di telecomunicazione. Per ovviare ad alcune di queste difficoltà la NLC iniziò un progetto pilota che fra il 1983 e il 1985 portò alla creazione di un prototipo di protocollo utilizzato da dieci biblioteche e nel 1987 la NCL firmò un contratto con sei produttori di sistemi di automazione per biblioteche, che si impegnavano a sviluppare sistemi basati sul protocollo. Il prototipo fu successivamente rivisto e presentato all'ente canadese per la normalizzazione, che lo accettò quale standard nazionale preliminare nel 1988. Nel frattempo fin dal 1986 il protocollo era stato sottoposto all'ISO come base per la stesura di una norma internazionale che fu pubblicata nel maggio 1993. Lo standard consiste di due documenti di base: l'ISO 10160 (Interlibrary loan application service definition) e l'ISO 10161 (Interlibrary loan protocol specification) [3]. Nel 1997 è stata pubblicata a seconda edizione dello standard, che si presenta come una edizione consolidata che incorpora correzioni di errori noti e l'aggiunta della funzionalità per la distribuzione di documenti in formato elettronico.

Principali caratteristiche del protocollo ILL

Vediamo gli aspetti salienti dello standard in termini di funzioni, attività e utilizzatori, segnalando anche che nell'area della standardizzazione Open Systems per le biblioteche l'ISO 101060 è lo standard di maggiore "leggibilità" per noi bibliotecari, perché si basa sull'analisi delle normali pratiche di prestito interbibliotecario e fornitura di documenti [4].

Obiettivi dello standard sono:

In ogni applicazione di prestito interbibliotecario possono essere distinti due momenti: in primo luogo le attività locali, quali ad esempio la gestione della base dati dei prestiti interbibliotecari, la gestione amministrativa e contabile, la produzione di stampe, e in secondo luogo le attività di comunicazione. Il modo di gestione delle attività locali è specifico di ciascun prodotto di automazione e quindi non ricade nell'ambito applicativo della norma, sotto cui ricadono soltanto le attività di comunicazione. Gli aspetti delle attività di comunicazione formalizzati dallo standard riguardano:

Sono identificati tre tipi di utilizzatori, cioè partecipanti alla transazione di prestito:

Lo standard descrive la transazione di ILL come un ciclo singolo e completo, dalla richiesta emessa dal richiedente fino alla restituzione del documento, laddove sia prevista; naturalmente una transazione può fare parte di un gruppo di transazioni avviate contemporaneamente dal sistema. Le attività che coinvolgono un intermediario e un fornitore o un successivo intermediario vengono identificate quali sotto-transazioni facenti parti della transazione avviata dalla richiesta emessa dal richiedente. Ogni transazione di ILL è identificata tramite un identificatore univoco, i cui elementi costitutivi sono indicati dallo standard. Rispedizioni di richieste a un nuovo fornitore, o ulteriori tentativi presso lo stesso ricevente, effettuati dopo una risposta negativa, aprono nuove transazioni, che quindi hanno un proprio identificativo, ma che conservano anche l'identificativo del gruppo di transazioni originali.

Le fasi identificate per una transazione di ILL sono due:

La prima fase è obbligatoria e include tutte le azioni comprese fra la richiesta e il ricevimento del materiale, con cui si conclude, ed è riferita a tutti i tipi di prestiti, compresa la fornitura di riproduzioni, che di norma non vengono restituite al fornitore. La seconda fase riguarda soltanto i casi di prestito di materiale originale che deve essere restituito e include tutte le azioni successive al ricevimento del materiale fino alla restituzione, con cui si conclude.

Lo standard prevede tre tipi di transazioni di ILL:

L'intermediario può giocare ruoli differenti, infatti può avere una semplice di una funzione di collegamento, ma può anche svolgere un ruolo attivo durante tutte le fasi della transazione di ILL. In questo caso debbono essere aperte due distinte transazioni in cui l'intermediario assume un duplice ruolo: di fornitore agli occhi del richiedente e di richiedente agli occhi del fornitore effettivo del documento. In questa eventualità non è necessario alcun collegamento fra le due transazioni, che possono anche non essere sincronizzate fra loro. Ogni collegamento fra le due transazioni è sotto il controllo del sistema di automazione dell'intermediario, che assume questo duplice ruolo e quindi non rientra negli scopi dello standard. In questa veste l'intermediario segue la fase della prosecuzione agendo direttamente nei confronti del richiedente, così, ad esempio, può emettere una notifica di scadenza del prestito senza che ne sia fatta richiesta dal fornitore e anche può provvedere alla contabilizzazione dei costi del prestito. Infine l'intermediario può limitarsi al solo inoltro della richiesta al fornitore, senza essere coinvolto in alcuna altra operazione della transazione. In questo caso il fornitore risponde direttamente al richiedente; l'intermediario notifica al richiedente soltanto l'avvenuto inoltro. In questo modo operano alcuni cataloghi unici: la biblioteca effettua la ricerca del documento sul catalogo unico e, una volta localizzato il documento, invia il messaggio di richiesta alla biblioteca in grado di soddisfarla tramite il catalogo unico, che cessa a quel punto la sua attività riguardante il prestito, mentre per il resto della operazioni le due biblioteche entrano in contatto diretto fra loro.

I servizi dell'ILL e la loro sincronizzazione

L'ISO 10160 definisce ventuno servizi, che rappresentano i messaggi che possono essere scambiati fra gli utilizzatori del servizio e che coprono entrambe le fasi della transazione di prestito. Dal punto di vista funzionale alcuni dei servizi sono tipici di uno o più dei tre tipi di utilizzatori.

Ecco la tabella dei servizi previsti [5]:

Servizio

Caratteri del servizio

Messaggio

Utilizzatore

ILL-REQUEST

Richiesta prestito

Obbligatorio

Richiedente

REQUEST FORWARDING

Richiesta di inoltro

Obbligatorio

Fornitore

FORWARDING NOTIFICATION

Notifica di inoltro

Obbligatorio

Fornitore

SHIPMENT

Spedizione dell'oggetto

Facoltativo

Fornitore

ILL ANSWER

Risposta alla richiesta

Obbligatorio

Richiedente

CONDITIONAL REPLY

Risposta alla richiesta

Obbligatorio

Richiedente

CANCELLATION

Cancellazione della richiesta

Obbligatorio

Richiedente

CANCELLATION REPLY

Risposta alla cancellazione

Obbligatorio

Fornitore

RECEIPT

Ricezione avvenuta

Facoltativo

Richiedente

RECALL

Restituzione immediata

Obbligatorio

Fornitore

RETURN

Restituzione effettuata

Facoltativo

Richiedente

CHECK-IN

Restituzione ricevuta

Facoltativo

Fornitore

OVERDUE

Prestito scaduto

Obbligatorio

Fornitore

RENEWAL

Richiesta rinnovo

Obbligatorio

Richiedente

RENEW ANSWER

Risposta al rinnovo

Obbligatorio

Fornitore

LOST NOTIFICATION

Notifica di smarrimento

Obbligatorio

Richiedente/Fornitore

DAMAGED NOTIFICATION

Notifica di danneggiamento

Obbligatorio

Richiedente/Fornitore

MESSAGE

Invio di messaggio

Obbligatorio

Richiedente/Fornitore

STATUS QUERY

Richiesta stato trasmissione

Obbligatorio

Richiedente/Fornitore

STATUS-OR-ERROR-REPORT

Rapporto stato o errore

Obbligatorio

Richiedente/Fornitore

EXPIRY

Richiesta scaduta

Obbligatorio

Fornitore

I primi nove servizi si applicano alla fase di trattamento: in particolare il servizio di REQUEST FORWARDING è quello realizzato da un intermediario o da un fornitore che, non essendo in grado di inviare il documento richiesto, inoltra la richiesta ad altro intermediario o fornitore; a questo servizio è collegato quello di FORWARDING NOTIFICATION, cioè la notifica al richiedente dell'avvenuto inoltro della richiesta a una terza parte. I servizi dal decimo al diciassettesimo si riferiscono prevalentemente a documenti di cui è prevista la restituzione e quindi si applicano alla prosecuzione; gli ultimi quattro servizi sono invece di tipo generale.

Malgrado l'alto numero di servizi previsti, in linea di massima in una transazione di ILL per cui sia prevista la restituzione del documento e sia effettuato anche il rinnovo sono sufficienti a livello minimo solo quattro trasmissioni per effettuare l'intera transazione (invio della richiesta, dell'avviso di scadenza, della richiesta di rinnovo, dell'accettazione di rinnovo): questo allo scopo di minimizzare le necessità di trasmissione, che era particolarmente sentita all'epoca della redazione delle prima edizione dello standard.

Lo standard formalizza anche i tipi di dati che debbono essere contenuti nei messaggi e i loro valori. Così ad esempio il primo messaggio, la richiesta di prestito, dovrà contenere obbligatoriamente l'identificazione della transazione, che identifica in modo univoco quella transazione, la data e ora in cui è stato inviato il messaggio, il tipo di servizio richiesto, ad esempio se si tratta di prestito di originale o di copia da non restituire, l'identificazione del documento richiesto, cioè i dati bibliografici del documento; accanto a questi dati obbligatori, lo standard prevede una serie di dati opzionali che possono far parte o meno del messaggio, quali ad esempio l'indirizzo di fornitura, quello di fatturazione, l'accettazione di copyright, il permesso di rivolgersi anche a terze parti nel caso il ricevente non sia in grado di soddisfare la richiesta.

Fra i dati opzionali è previsto anche il servizio di fornitura (delivery service), cioè il metodo di invio del documento: l'edizione 1997 dello standard ha aggiunto a questo parametro il trattamento della distribuzione di documenti in formato elettronico. La fornitura del documento in senso stretto è al di fuori degli scopi dello standard, che fa riferimento all'utilizzazione di servizi esterni alo standard, però le specifiche del protocollo, contenute nell'ISO 101061, provvedono il supporto della richiesta di documenti in formato elettronico e la specificazione di un appropriato servizio di fornitura (servizi OSI quali l'X.400 o Internet quali ftp, smtp). Come vedremo più oltre queste possibilità sono state già utilizzate dal progetto JEDDS.

Un problema tipico del prestito interbibliotecario, presente anche nella sua gestione manuale, ma enfatizzato dalla gestione automatica è la possibile mancanza di sincronia fra gli utilizzatori del servizio. Infatti durante una transazione ogni momento del processo è identificato da uno stato della transazione, che risulta da una combinazione degli stati del richiedente, del fornitore e di tutti gli intermediari che possono entrare in gioco. Così, ad esempio, quando una richiesta è trasmessa, dal punto di vista del richiedente la transazione è in stato sospeso (PENDING); la medesima richiesta pervenuta al fornitore è, dal punto di vista di quest'ultimo, in stato di lavorazione (IN-PROCESS). Al fine di rendere possibile l'utilizzazione di sistemi preesistenti di ILL dalle funzionalità ridotte e di minimizzare i costi di telecomunicazione, lo standard consente che i messaggi circa lo stato della transazione siano opzionali: ciò comporta che può non esservi completa sincronizzazione degli stati fra gli enti. In questo caso viene delegato al programma di ILL del sistema di automazione di ciascuno degli utenti finali il controllo sullo stato della transazione e quindi anche il consenso ad effettuare una determinata operazione sulla base della sequenza logica predefinita degli stati.

Queste problematiche non sono puramente teoriche, ma toccano l'effettiva praticabilità ed accettazione dello standard al momento di passare alla stesura di standard funzionali internazionali, che siano condivisi da servizi che gestiscono in modo differenziato le transazioni. Tuttavia è anche bene considerare che questa problematica, che era molto sentita all'epoca delle prime applicazioni dello standard, quando ci si basava su protocolli proprietari e i costi di comunicazioni erano alti, è stata drasticamente ridimensionata dalla diffusione di Internet: la maggior affidabilità e il diminuito costo dei collegamenti rendono infatti più facile e meno oneroso applicare meccanismi di collegamento diretto fra differenti sistemi.

Dalla norma all'applicazione: il rischio della inapplicabilità

L'adesione alla norma da parte di differenti istituzioni e produttori non è di per sé garanzia della compatibilità dei prodotti software, infatti per garantire la compatibilità fra più sistemi è necessario affrontare alcuni aspetti problematici nella applicazione degli standard ed effettuare una scelta omogenea fra i numerosi servizi e le opzioni previste dalle norme. Per ottenere questi risultati è necessario disporre di:

Questi aspetti, uniti ai limiti dei sistemi di comunicazione allora disponibili, hanno reso assai lungo e difficile il percorso dalla approvazione dello standard, risalente all'ormai lontano 1991, alla sua reale applicazione. Ha contribuito a questo rallentamento, che alla metà degli anni '90 poteva parere una "morte prematura" dello standard, lo scarso interesse dimostrato dai grandi sistemi di fornitura dei documento e dai produttori commerciali di sistemi di automazione per biblioteche. I grandi gestori di prestito internazionale avevano da tempo sviluppato prodotti proprietari e non erano di fatto interessati fino in fondo a investire risorse per lo sviluppo di nuovi sistemi. Anche i produttori di sistemi d'automazione vedevano come non prioritario e comunque troppo costoso lo sviluppo di prodotti basati sullo standard, anche perché i sistemi, pur importanti, disponibili fino alla prima metà degli anni '90, erano stati sviluppati in un'epoca ancora precedente alla diffusione degli standard di telecomunicazione e spesso si basavano su database totalmente proprietari e quindi i costi da affrontare per applicare lo standard si rivelavano effettivamente troppo alti.

Esemplare è da questo punto di vista la vicenda dell'antesignano progetto ILIAD (Interlibrary Loan International Access Demonstration Project), promosso dall'IFLA nel 1987, che coinvolgeva tre attori di primaria importanza quali la Library of Congress, il BLDSC e la National Library of Canada, allo scopo di verificare l'uso potenziale del protocollo per lo scambio internazionale di messaggi ILL. Il progetto si trascinò per cinque anni, finché nel 1992 fu abbandonato, perché venne giudicato che il volume di transazioni scambiate fra le tre istituzioni non era sufficiente per giustificare l'impegno economico richiesto dalla implementazione. Questo giudizio però fu pesantemente condizionato dalle difficoltà incontrate per far comunicare fra loro sistemi totalmente eterogenei che utilizzavano protocolli di comunicazioni differenti [6].

La rinascita di ILL: iniziative degli organismi internazionali

Una serie di attività di vari enti internazionali ha consentito non solo la sopravvivenza, ma anche un importante aggiornamento dello standard, proprio quando maggiore era lo scetticismo sulla sua effettiva applicabilità.

In prima fila in questa attività si pone la Biblioteca Nazionale Canadese (NLC), che non ha mai smesso sia di favorire l'applicazione dello standard in Canada, sia di attirare l'attenzione sullo standard in sedi internazionali. Logica quindi e positiva la decisione dell'ISO di delegare alla NLC i compiti di agenzia di manutenzione dello standard: decisone che ha avuto indubbi effetti positivi sulla diffusione dello standard. Tra i compiti della NLC si debbono segnalare la tenuta di un registro degli identificatori assegnati agli sviluppatori del protocollo, la diffusione delle notizie sul protocollo e sulle applicazioni via via disponibili, come già si è indicato, la NLC ha aperto un sito WEB ufficiale che è la maggiore fonte di informazione in rete sullo standard.

Inoltre, come già si è accennato, l'IFLA ha attribuito un rilievo particolare alla diffusione del protocollo ILL, sponsorizzando progetti particolari fin dai primissimi anni '90 e contribuendo alla diffusione della conoscenza del protocollo nell'ambito dell'UDT e dell'UAP. Infine la CEE ha promosso a partire dal 1990 ben sette progetti, alcuni dei quali ancora in corso, che avevano per oggetto applicazioni dell'ILL, che hanno coinvolto numerosi paesi della Comunità europea, a cominciare dal progetto ION, il primo e pionieristico progetto dedicato all'ILL, conclusosi nel 1995 [7].

Sono inoltre stati sviluppati vari profili standard e anche "agreements" tra sviluppatori, meno formalizzati, ma la cui realizzazione è assai più rapida rispetto alla lentezza dell'ISO e che risultano più efficaci dal punto di vista della applicazione. Profili standardizzati sono stati sviluppati congiuntamente dall'EWOS (European Workshop for Open Systems) e dall'IFOBS (International Forum for Open Bibliographic Systems) e fanno parte del settore ALD (Applications Library and Documentation). In particolare sono stati preparati dei profili che concernono la specificazione per i livelli OSI dell'Applicazione, Presentazione e Sessione (Interlibrary loan using ACSE Status) e che includono le specifiche per l'uso della posta elettronica (MOTIS e X400) applicate all'ILL (Interlibrary loan using store-and-forward Status), noti anche come ISO/DISP 12066-1/4; tuttavia il processo di standardizzazione ISO è talmente lento che almeno in parte questi profili risultano superati dalla reale applicazione degli standard TCP/IP.

Di maggiore importanza sul piano applicativo è il profilo utilizzato dagli sviluppatori canadesi (Canadian Standardized Profile): il Canada è infatti l'unico paese in cui attualmente lo standard è usato estensivamente, grazie alla politica della NLC, che ha incoraggiato in ogni modo i produttori di programmi di automazione per biblioteche ad integrare nei propri prodotti il protocollo ILL. Inoltre nel 1996 due profili sono stati preparati dallo Z39.50 Implementors Group (ZIG) per l'implementazione della richiesta di prestito all'interno di Z39.50, mentre nell'ambito del progetto DALI è stato sviluppato un Internet Draft per l'uso del protocollo in ambiente TCP/IP ed è da poco è disponibile un RFC Internet per l'utilizzazione di MIME [8].

GEDI: lo standard per lo scambio dei documenti elettronici

Accanto allo standard ILL, va ricordato un altro standard il cui percorso sta giungendo ora a compimento: lo standard GEDI.

Il Group on Electronic Document Interchange (GEDI) fu costituito nel 1990 che da rappresentanti di biblioteche nazionali, consorzi e servizi di fornitura di documenti europei e statunitensi allo scopo di evitare che si sviluppassero sistemi incompatibili per la distribuzione di documenti in formato elettronico, allora ai suoi primi passi, e di definire un quadro strutturale di formati e protocolli standard e standard de facto per lo scambio di documenti elettronici, che potesse essere largamente condiviso a livello internazionale. Nell'ottobre del 1991 fu pubblicata una prima versione della raccomandazione GEDI, una seconda versione fu resa pubblica nel 1995 e contemporaneamente si iniziò in seno all'ISO/TC 46/SC 4 il percorso per giungere a uno standard internazionale. La preparazione dello standard è oramai pressoché terminata e nel dicembre del 1998 è stato pubblicato l'ISO/DIS 17933 dal titolo GEDI – Generic Electronic Document Interchange, con il mantenimento dell'ormai storico acronimo [9]. Scopo dello standard è definire un formato per lo scambio di documenti elettronici fra elaboratori; il formato include la definizione di un'intestazione (header) che contiene informazioni a proposito del richiedente, del fornitore, il formato e le principali informazioni bibliografiche del documento. Un record GEDI viene quindi ad essere costituito dall'insieme dell'intestazione e dalla copia del documento elettronico: di quest'ultima lo standard supporta i più vari formati (TIFF, PDF, JPEG), ma la struttura stessa è aperta ad altri formati che possano essere usati anche in futuro per la rappresentazione dei documenti. Lo standard non si limita a definire il record oggetto della trasmissione, ma definisce anche un modello generale di interscambio, che si attua fra un fornitore (supplier) e un utilizzatore (consumer), collegati tramite una rete che consenta la trasmissione del documento dal fornitore all'utilizzatore. Lo standard prevede la possibilità di interscambio fra domini GEDI che applichino lo standard in modo differente, tramite apposite applicazioni "relay" in grado di tradurre le differenti applicazioni. Come mezzi di trasmissione lo standard GEDI offre la scelta fra i due protocolli Internet per il trasferimento di file (ftp) e per la posta elettronica (MIME). Fin dai suoi inizi il gruppo GEDI considerò esterno ai suoi scopi la gestione, che è presupposta dallo scambio e ne costituisce parte integrante (invio della richiesta, eventuali solleciti, pagamenti ecc.), e per la quale si riferì allo standard ISO dell'ILL. Così all'interno dell'intestazione GEDI sono mappati i dati del messaggio di richiesta di prestito come figurano nello standard ILL. Per questa ragione numerosi progetti e applicazioni dedicati al document delivery elettronico utilizzano entrambi gli standard. Un'ultima osservazione su GEDI: si tratta di uno standard "leggero", il documento sta tutto, compreso tabelle e appendici, in una quarantina di pagine ed è in pratica uno standard de jure che nasce dopo che l'applicazione dell'accordo del gruppo GEDI aveva creato uno standard de facto, già applicato in un prodotto commerciale diffuso come Ariel.

La rinascita di ILL: le scelte applicative

Una spinta decisiva alla diffusione dello standard ILL dell'ILL è stata data dal progetto "North American Interlibrary Loan & Document Delivery" (NAILDD), attivo dal 1993 e sponsorizzato dall'ARL, l'associazione americana delle biblioteche di ricerca, con lo scopo di integrare i differenti sistemi di ILL utilizzati nelle biblioteche associate tramite l'adozione dello standard ISO. ARL raggruppa circa 120 biblioteche accademiche nordamericane, che nel 1994-1995 hanno trattato oltre sei milioni di transazioni ILL, con una significativa crescita delle richieste provenienti da enti, anche europei, esterni al consorzio. Il progetto ha identificato tre aree di azione: lo sviluppo di software di gestione per l'ILL, il miglioramento delle attività di gestione finanziaria e l'uso di standard nazionali e internazionali per l'interoperabilità dei sistemi. NAILDD punta a sviluppi tecnici che consentano ai bibliotecari di ridisegnare i propri servizi di ILL e di document delivery in modo da adeguarli all'ambiente della rete e persegue la strategia di ricercare e stimolare le iniziative dei produttori commerciali che rispondano ai bisogni primari della comunità delle biblioteche in questo settore. Il progetto NAILDD ha indubbiamente avuto un effetto trainante nella preparazione di applicazioni di ILL conformi allo standard, visto il numero e l'importanza delle biblioteche potenzialmente coinvolte [10]. La conseguenza più vistosa è stata che due grandi fornitori internazionali di documenti, OCLC e BLDSC, inizialmente assi freddi nei confronti dello standard, hanno deciso di sviluppare dei prodotti compatibili con lo standard, che vanno ad integrarsi con i tradizionali sistemi proprietari.

OCLC ha aperto nel 1998 il servizio ILL Direct Request Service, che accetta delle richieste in formato ISO provenienti da un sistema esterno. Il servizio, sviluppato con tecnologia Web, consente anche all'utente finale della biblioteca (ovviamente se autorizzato) di inviare direttamente richieste a OCLC, che risponde alla biblioteca inviando i log delle richieste processate col sistema in formato standard, naturalmente la biblioteca deve avere un sistema ILL basato sullo standard ISO [11]. Il BLDSC a sua volta sta sviluppando il progetto BIIIRPS (Building an ISO ILL Interface to the Request Processing System), che ha come scopo lo sviluppo di un gateway fra il sistema proprietario ART, che gestisce le richieste inviate alla British Library, e il protocollo ISO, permettendo così che richieste di prestito siano inviate ad ART tramite client che utilizzino il protocollo ISO ILL. I richiedenti potranno anche inviare richiesta di ricevere i documenti in formato elettronico secondo il modello del GEDI come sviluppato in Ariel. Il progetto di fattibilità è terminato nel giugno 1997 e all'inizio del 1998 la Fretwell-Downing Informatics Limited è stata incaricata di sviluppare il gateway [12].

Nell'ambito del progetto NAILDD è inoltre attivo dal 1995 un gruppo di sviluppatori del protocollo, l'Interlibrary loan Protocol Implementors Group(IPIG), che dapprima è stato ristretto a soli sviluppatori nord-americani, ma che dal 1996 comprende rappresentati di varie altri nazioni Europee e Asiatiche. Come è già accaduto per lo Z39.50, il gruppo internazionale di sviluppatori è diventato un importante punto di riferimento per le applicazioni basate sullo standard. L'IPIG ha anche sviluppato un proprio profilo funzionale, a cui si debbono attenere i prodotti software che vogliano essere compatibili con le applicazioni sviluppate nell'ambito del NAILDD e la cui versione 0.9 è stata rilasciata nell'aprile di quest'anno: a questo profilo si conforma anche il progetto BIIIRPS del BLDSC [13].

Nel 1997 è stato lanciato il progetto Joint Electronic Document Delivery Software (JEDDS), a cui partecipano la biblioteca nazionale dell'Australia l'Australian Vice-Chancellors' Committee e l'inglese e-Lib Program dell' JISC. Scopo del progetto è produrre dei software da utilizzare per il document delivery elettronico in un ambito di sistemi eterogenei, in grado di comunicare fra loro tramite posta elettronica. Per raggiungere questo obiettivo JEDDS ha anche in corso un'attività specifica in collaborazione con il Research Library Group (RLG) per l'aggiunta ad Ariel del supporto del protocollo ILL, che gli consenta di interfacciarsi con sistemi basati sullo standard ISO [14].

Un ulteriore progetto assai interessante è UNIverse, iniziato nel 1996 nell'ambito del quarto programma quadro della CEE, a cui partecipammo 17 biblioteche di vari paesi europei e ha lo scopo di creare un catalogo unico virtuale in grado di offrire differenti servizi sia ai bibliotecari che agli utenti finali, utilizzando Z39.50 come standard per la ricerca, lo standard ILL per la richiesta dei documenti e la raccomandazione GEDI per la fornitura dei documenti in formato elettronico. UNIverse si basa sui risultati di alcuni precedenti progetti europei, in particolare IRIS ed EUROPAGATE per l'utilizzo dello Z39.50 e DALI per l'utilizzazione del protocollo ILL. Il progetto è ora alla sua fase conclusiva di dimostrazione e valutazione, che coinvolge 45 biblioteche europee [15].

Per concludere questa breve rassegna di progetti e realizzazioni recenti ricordo che il progetto di un "Nuovo servizio di prestito interbibliotecario nazionale", presentato al convegno SBN di Firenze lo scorso aprile, nel prefigurare una nuova strategia e un nuovo approccio al prestito interbibliotecario in SBN si basa un sistema logico che tiene in ampio conto l'analisi dello standard ILL; ma soprattutto mira anche alla realizzazione di un sistema distribuito sulla base di server ILL locali (regionali o istituzionali) in grado di operare interscambi utilizzando il protocollo ILL e quindi in grado di operare a questo livello interscambi fra applicazioni SBN e applicazioni basate su altri sistemi di automazione in grado di colloquiare fra loro tramite lo standard ISO [16].

Infine, ma si tratta di un aspetto della massima importanza, accanto a progetti e iniziative nate nell'ambito di consorzi bibliotecari o di programmi di sviluppo governativi, va segnalato l'interesse dimostrato dai produttori privati nei confronti dello standard. Hanno sviluppato prodotti ISO ILL, per lo più sotto lo stimolo di NAILDD:

Come si vede da questo elenco, tratto dal sito della NLC, le iniziative anche commerciali basate sullo standard si stanno moltiplicando in questi ultimi due e tre anni e non è azzardato prevedere una diffusione abbastanza rapida dello standard nell'ambito dei sistemi di automazione, anche tenendo conto che oramai tutti i principali produttori sono presenti nell'IPIG.

Insomma, quella che sembra essere la nuova, e si auspica duratura, rinascita dello standard ILL passa soprattutto attraverso l'inserimento dello standard nell'ambito degli altri standard diffusi nell'ambito più generale della comunicazione. Il protocollo ISO, nato in un'epoca di reti eterogenee, si giova ora della utilizzazione dei protocolli TCP, sia a livello di trasporto che di codifica dei dati [17]; la scelta dello standard Z39.50 di inserire la prima fase della richiesta del documento nella sessione di ricerca consente di prefigurare la possibilità dell'utilizzo dello standard ILL per la gestione della richiesta, sia essa effettuata in modo tradizionale dalla biblioteca o piuttosto (e in prospettiva sempre più di frequente) dall'utente finale al termine della propria ricerca; il collegamento con GEDI consente allo standard di proporsi per la gestione anche del document delivery di documenti in formato elettronico. La nuova filosofia della standardizzazione de facto, assai più rapida di quella ISO, imboccata negli ultimi in ambito OSI, grazie alla spinta di Internet, aumenta la flessibilità dello standard ILL dal punto di vista dei profili applicativi e dei test di conformità dei prodotti. Infine la nuova attenzione di enti e industrie del settore ha determinato un nuovo dinamismo intorno allo standard. Insomma quello che rischiava di restare uno standard interessante, ma chiuso in un cassetto, sembra davvero assumere il ruolo di uno strumento fondamentale per il document delivery del 2000.


NOTE

[1] Segnalo in limine a questo intervento due siti assai ricchi di materiali sul Document Delivery, in particolare di documenti elettronici. Il sito di VirLib un progetto cooperativo tra la Biblioteca Reale Aberto I di Bruxelles e le biblioteche delle Università di Anversa e della Libera Università di Bruxelles IRIS (<http://lib.ua.ac.be/VIRLIB/>) e quello del progetto FIDDO (Focused Investigation of Document Delivery Options), presso la Loughborough University, che ha come principale obiettivo di diffondere dati sia tecnici che economici e gestionali sul Document Delivery (<http://dils2.lboro.ac.uk/fiddo/fiddo.html>).

[2] Cfr. Jackson [1997].

[3] Ai documenti base ISO 10160 e ISO 10161 va aggiunta la serie degli ISO/DISP 12066, dedicati come si accennerà più oltre, ai profili funzionali.

[4] Descrizioni più dettagliate del protocollo in Turner [1990], Scolari [1995], pp. 141-160, Shuh [1998]. Notizie aggiornate sui vari aspetti dell'evoluzione del protocollo, degli standard correlati, dei prodotti disponibili, della bibliografia disponibile si possono ricavare dal sito ufficiale mantenuto dalla National Library of Canada: <http://www.nlc-bnc.ca/iso/ill/main.htm>.

[5] L'indicazione "Obbligatorio" o "Facoltativo" nella tabella è riferito esclusivamente all'eventuale messaggio inviato dall'utilizzatore del servizio al suo corrispondente

[6] Si veda in proposito Swain & Tallim [1992], pp. 29-330.

[7] Al progetto ION (Interlending OSI Network), cominciato nel 1990, parteciparono centri di reti bibliotecarie appartenenti a tre nazioni, l'inglese LASER (London and Southeastern Library Region), l'olandese PICA (Project geIntegreerde Catalogus Automatisering) e il francese SDB/SUNIST (Sous-Direction des Bibliothèques / Serveur Universitaire National de l'Information Scientifique et Technique); Il progetto aveva lo scopo di predisporre una applicazione dello standard, creando un servizio pilota di prestito interbibliotecario internazionale fra centri di tre nazioni, di verificare l'efficacia di servizi internazionali di ILL e di dimostrare le possibilità applicative del protocollo OSI. Alle prove finali parteciparono 45 biblioteche delle tre nazioni (cfr. Deschamps [1994].

[8] I due profili sviluppati dallo ZIG sono: Profile for the use of Z39.50 item order extended eervice to transport ILL protocol APDUs (Z39.50/ILL Profile 1) disponibile all'indirizzo: <http://www.nlc-bnc.ca/iso/ill/document /standard/z-ill-1a.pdf> e Profile for the use of parameters from the ILL-Request APDU in Z39.50 item order (Z39.50/ILL Profile 2), disponibile all'indirizzo: <http://www.nlc-bnc.ca/iso/ill/document/standard/z-ill-2a.pdf>. L'Internet Draft fa parte dei materiali del progetto DALI (<http://dallas.ucd.ie:80/~dali/>), il RFC 2503 MIME Types for Use with the ISO ILL Protocol è del febbraio 1999 (http://www.ietf.cnri.reston.va.us/home.html).

[9] Sull'evoluzione del GEDI e sulla applicazione al progetto EDIL si vedano Buckle [1994], Braid [1995].

[10] Il sito di NAILDD è all'indirizzo: <http://www.arl.org/access/access.shtml>.

[11] Informazioni e accesso al servizio all'indirizzo: <http://www.oclc.org/oclc/menu/drill.htm>.

[12] L'analisi dettagliata del profilo adottato in Fretwell-Downing & British Library [1999].

[13] IPIG-PRO [1999]; il sito WEB dell'IPIG all'indirizzo: <http://www.arl.org/access/naildd/ipig/ipig.shtml>.

[14] Blinco [1997].

[15] Si veda Ward [1998]; ulteriori materiali sul progetto al sito: <http://www.fdgroup.co.uk/research/universe>.

[16] Pasqui [1999].

[17] L'utilizzazione della codifica MIME della posta elettronica di Internet pare risolvere uno dei problemi più gravi dello standard, offrendo un supporto che consente lo scambio di messaggi a 8 bits necessari per gestire l'ASN1 BER, che è la sintassi astratta indicata come preferenziale nel protocollo.


RIFERIMENTI BIBLIOGRAFICI

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Braid [1995] = Andrew Braid, "Standardisation in electronic document delivery", in Library networking in Europe European Conference, 12-14 October 1994, Brussels, proceedings edited bye Hans-Peter Geh and Marc Walckiers, London, TFPL, 1995, pp. 157-166.

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Deschamps [1994] = Christine Deschamps, "The ION project", in Interlending and document supply: proceedings of the 3rd international conference held in Budapest, March 1993, edited by Andrew J. Swies, IFLA office for international lending, 1994, pp. 135-142.

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Scolari [1995] = Antonio Scolari, Gli standard OSI per le biblioteche: dalla biblioteca-catalogo alla biblioteca-nodo di rete, Milano, Bibliografica, 1995.

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Turner [1990] = Fay Turner, The interlibrary loan protocol: an OSI solution to ILL messaging, in "Library Hi tech", 8 (1990), 4 , pp. 73-82.

Ward [1998] = Suzanne Ward, "The UNIverse project: a European demonstration which adds value to the virtual union catalogue", 64th IFLA General Conference, Amsterdam, August 16 - August 21, 1998 <http://www.ifla.org/IV/ifla64/132-160e.htm>.



* Antonio Scolari
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