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Presentazione di
IFLA, Linee guida per la valutazione delle biblioteche universitarie
Edizione italiana di Measuring Quality
a cura della Commissione nazionale università ricerca dell'AIB
Salerno, 26 marzo 1999


Linee guida per la valutazione delle biblioteche universitarie / Gabriele Mazzitelli

Non vi nascondo che sono davvero molto contento di partecipare a questa presentazione, qui a Salerno, ospite dell'Università, dell'amico Giovanni Di Domenico e della Sezione AIB della Campania. La mia, credetemi, è una gioia priva di qualsiasi enfasi o retorica, ma vuole semplicemente essere il modo di manifestarvi la soddisfazione di tutta Commissione nazionale Università ricerca dell'AIB per avere concluso questo lavoro che oggi vi presentiamo, per essere riusciti a raggiungere questo obbiettivo che corona un anno di attività.
Parlando della semplicità, Boris Pasternak ha scritto che «più di ogni cosa è necessaria agli uomini, ma essi intendono meglio tutto ciò che è complesso». Vorrei dire che, forse il primo motivo che ci ha spinto a impegnarci in questa traduzione è stato il desiderio di contribuire a semplificare il nostro lavoro, fornendo uno strumento, come queste Linee guida, capace di analizzare la complessità di un organismo vivente, quale è una biblioteca.
Nel nostro caso specifico una biblioteca universitaria, ed è bene sottolinearlo subito, perché l'aspetto tipologico è fondamentale in un lavoro del genere, anche se, come spesso capita, alcune delle valutazioni e delle indicazioni presenti in queste Linee guida possono senz'altro assumere il valore di riflessioni generali, valide per tutti.
Come abbiamo spiegato nell'introduzione, questo libro è il risultato di un lavoro di équipe che ha visto impegnata l'intera Commissione. Il volume è stato diviso in sette parti uguali e ciascuno di noi ha dilingentemente tradotto la sua parte. Quindi, anche a seguito di alcuni incontri di lavoro, ma soprattutto grazie a un fitto scambio epistolare per posta elettronica, si è passati alla fase di editing che è consistita nell'omogeneizzare da un punto di vista linguistico e terminologico i diversi contributi. Al termine di questa operazione il testo è stato sottoposto al vaglio di Giovanni Solimine e di Elisabetta Pilia. Forti dei loro consigli, si è provveduto a far tesoro delle loro indicazioni e a rendere più scorrevole la traduzione. Un'ultima verifica è venuta anche dalla lettura di Alberto Petrucciani.
Voglio sottolineare che si è fatto il possibile per offrire una traduzione 'leggibile'. Fermo restando la fedeltà all'originale, abbiamo cercato di far in modo che questo libro fosse 'scritto in italiano': speriamo di esserci riusciti, ma è una valutazione che ovviamente altri dovranno dare.
Già da questa rapida descrizione potete capire come in sostanza si sia trattato di un lavoro 'cooperativo', e l'essere riusciti, in tempi abbastanza brevi, a portarlo a compimento, è già di per sé un motivo di grande soddisfazione. Consentitemi di sottolineare questo aspetto cooperativo, anche perché per me si tratta anche del portato più importante che mi sta regalando l'esperienza nella redazione di AIB-WEB. Per quanto possibile ho cercato di trasferire quel modello di lavoro anche all'interno della Commissione che ho il piacere di coordinare. E non v'è dubbio che moderne 'diavolerie', quali la posta elettronica (e, quindi la rete, Internet) ci consentano oggi una rapidità di comunicazione fino a ieri impensabile.

La traduzione

Queste Linee guida sono state pubblicate nel 1996 e sono il frutto dell'opera di un gruppo di lavoro della Sezione biblioteche universitarie e altre biblioteche di ricerca generale dell'IFLA. Scopo del volume è quello di presentare una serie di indicatori, atti a valutare le prestazioni delle biblioteche universitarie. Il libro è diviso in due parti: un'introduzione generale e la descrizione analitica di diciassette indicatori.
La parte introduttiva, oltre a spiegare le ragioni che hanno spinto il gruppo di lavoro dell'IFLA a intraprendere questa iniziativa, si sofferma sull'attività di misurazione, esaminandone le caratteristiche principali. Un capitolo è dedicato anche all'analisi del rapporto costo/efficacia, anche se gli autori sottolineano come questo aspetto non è volutamente approfondito.
La seconda parte del volume è dedicata alla presentazione e all'analisi dei diciassette indicatori. A ciascuno di essi è attribuito un nome, se ne fornisce una definizione, se ne esplicitano gli scopi, si illustra il metodo da seguire per metterli in pratica, si offre un'interpretazione dei dati suggerendo degli interventi possibili per migliorare le prestazioni della biblioteca, si danno dei riferimenti bibliografici per chi voglia approfondirne lo studio.
A proposito della bibliografia va subito detto, anche per giustificare il fatto che presentiamo non una traduzione italiana, ma un'edizione italiana, che per motivi editoriali si è preferito non riportare la ricchissima bibliografia generale presente in calce al volume, ma fornire una bibliografia ragionata in italiano, fermo restando, però, che tutti i riferimenti bibliografici relativi ai singoli indicatori non solo sono stati fedelmente riportati, ma anche controllati uno per uno e integrati laddove necessario.
Nell'originale è presente anche un glossario in cinque lingue, che, invece, si è deciso di tradurre, senza la pretesa, è ovvio, di fornire una terminologia 'certa', ma con l'intento di offrire almeno una bussola a chi voglia orientarsi nel testo.

Come e perché

Ho già di detto della metodologia che abbiamo seguito per affrontare la traduzione del testo. Mi è già capitato di sottolineare a Venezia nel novembre scorso che da subito ci siamo domandati quale potesse essere la traducibilità nel nostro contesto di indicatori del genere, vale a dire se è relamente pensabile che ci siano delle biblioteche universitarie italiane che abbiano la possibilità e la capacità di utilizzarli e metterli in pratica. Ma la risposta che ci siamo dati è stata immediata e, se volete, scontata. Questi indicatori non sono da considerarsi come le 'tavole della legge', anzi gli stessi autori mettono in guardia da un'adozione troppo pedissequa e suggeriscono di operare tutti gli adattamenti necessari ai singoli contesti. Eppure questi indicatori ci suggeriscono una strada da seguire, non necessariamente oggi, forse domani, ma comunque possibile. E vorrei dire che non la surriscono solo ai bibliotecari, la suggeriscono a tutti coloro nei confronti della biblioteca possano avere degli interessi. Se mi consentite un paradosso, vorrei dire, che sarei davvero molto contento se scoprissi che questa traduzione venisse letta da quanti qui vengono definiti come 'utenti istituzionali'. Mi piacerebbe che fossero soprattutto docenti, studenti, direttori amministrativi a leggere questo libro e per questo ho subito condiviso pienamente la scelta di Giovanni Di Domenico di invitare a questa presentazione dei docenti e uno studente. E mi piacerebbe che ne potessero discutere così come faremo oggi, con noi, che naturalmente siamo i destinatari principali di un lavoro del genere.
Ma da questo testo emerge chiaramente come la biblioteca universitaria sia una struttura complessa, inserita in un contesto ormai globale che ne fa, al tempo stesso, il punto di arrivo e il punto di partenza di un flusso informativo continuo che richiede personale specializzato e professionalmente preparato, in grado di rispondere in tempi sempre più brevi alle sempre crescenti richieste dell'utenza.
La centralità dell'utente non è che l'altra faccia della centralità della biblioteca, materiale o virtuale che sia, intesa come il fulcro attorno al quale ruota la conoscenza. In questo senso quella che potremmo definire come l'attenzione a meccanismi tipici del mercato non deve assolutamente spaventarci, ma semmai spingerci a nuove riflessioni sulla vitalità della nostra professione e certo anche sull'inadeguatezza degli attuali profili professionali e dei mansionari. E qui veniamo a un altro perché, a un'altra delle motivazioni che ci hanno spinto a impegnarci nella traduzione: queste Linee guida testimoniano di cambiamenti con i quali anche noi dovremo fare i conti. Ognuno può legittimamente avere idee diverse al proposito, ma è un fatto che certe problematiche sono ormai presenti nelle nostre realtà: possiamo accettarle o combatterle, ma sarebbe un errore ignorarle.

Per concludere

Sono convinto che l'idea di questa traduzione sia stata giusta. Una Commissione come la nostra ha dei compiti scientifici e, credo, che non ci sia modo migliore di assolverli se non offrendo alla comunità scientifica universitaria strumenti come questo. Proprio il lavoro di traduzione ci ha aiutato a comprendere quali possano essere le difficoltà nel redigere degli indicatori che siano davvero coerenti e accettabili per tutti, ma rendersi conto di alcuni limiti non fa che confermare la complessità della materia trattata, a fronte del desiderio di fornire degli standard di riferimento. E gli standard sono comunque perfettibili: anzi, conoscerli serve non solo a accettarli, ma se possibile a migliorarli. Dunque, diciamo che questa nostra traduzione vuole essere, se possibile, un piccolo contributo alla conoscenza. Un piccolo contributo a quella semplicità che è così necessaria a ciascuno di noi, ormai irrimediabilmente abituati a intendere meglio tutto ciò è complesso.



Copyright AIB 1999-04-21, a cura di Serafina Spinelli
URL: https://www.aib.it/aib/commiss/cnur/samazzi.htm

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