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49. Congresso nazionale AIB

AIB2002

Giovedì 17 ottobre 2002: ore 9,30-13,30
Roma EUR, Palazzo dei congressi
Sala Esquilino

C'e' qualcosa di nuovo in biblioteca anzi di antico. Le collezioni storiche. Dall'analisi al servizio


Claudia Leoncini

EDIT16: da prodotto cartaceo a risorsa elettronica

L'Istituto Centrale per il Catalogo Unico delle biblioteche italiane e per le informazioni bibliografiche (ICCU) al momento della sua fondazione, nel 1975, assunse l'iniziativa di riproporre su basi nuove e con tecniche più moderne l'obiettivo di una bibliografia nazionale del XVI-XIX secolo.
La disseminazione del patrimonio bibliografico sul territorio nazionale e l'impossibilità di utilizzare i cataloghi antichi compilati non sempre con criteri uniformi rendevano impraticabile la strada percorsa dal NUC di un collettivo basato su schede. Per l'attuazione del programma fu così scelta la forma del “censimento”, ritenendo che l'operazione preliminare dovesse essere la ricognizione dell'esistente anche se attuata con dati sommari.
Si convenne di iniziare dal XVI secolo, oltre che come logica prosecuzione dell'IGI, per utilizzare il molto che già esisteva tesaurizzando le esperienze fatte.
Negli anni ottanta EDIT16 dà l'avvio alla bibliografia nazionale retrospettiva intraprendendo il censimento del patrimonio librario antico conservato nelle biblioteche. Per raggiungere questo scopo fu indispensabile coinvolgere il maggior numero di biblioteche e sensibilizzare le Istituzioni per ottenere una partecipazione realmente rappresentativa del paese. Negli anni questa si sarebbe rivelata la caratteristica vincente e distintiva del progetto, preludio ad ogni altra forma di cooperazione.
Diversi furono i problemi da risolvere:
  1. l'economia nell'organizzazione del censimento;
  2. l'individuazione delle biblioteche e il loro coinvolgimento;
  3. l'utilizzazione dei repertori;
  4. il livello di descrizione;
  5. il ricorso all'elaboratore per la registrazione dei titoli.

Il Seminario sul Censimento indetto a Roma nel 1981 mise in luce la necessità di conciliare l'esigenza di una bibliografia, che registrasse sulla base di ogni utile testimonianza le edizioni italiane, con quella di un censimento che assolvesse il compito di una ricognizione analitica degli esemplari esistenti, al fine dichiarato di creare quei cataloghi nazionali alla cui costituzione debbono concorrere tutte le biblioteche quale che sia la loro collocazione amministrativa.
La cooperazione fu considerata l'unica strategia vincente.
Al Censimento va il merito, in un paese caratterizzato da una situazione bibliotecaria così peculiare, di essere riuscito a coinvolgere in un progetto di catalogazione collettiva istituzioni di ogni tipo: Stato, Regioni, Province, Comuni, Enti ecclesiastici e culturali, Collezioni private (a oggi 1200 biblioteche).
Nonostante mezzi, risorse umane e tecniche e spirito cooperativo il progetto, trovando l'unica espressione esterna nella pubblicazione dei volumi, ha suscitato perplessità sui tempi di realizzazione dando l'impressione di momenti di stagnazione. La riserva non ha tenuto conto delle difficoltà che un collettivo deve affrontare rispetto all'identificazione delle edizioni tramite la collazione di esemplari (pensiamo alle problematiche degli esemplari mutili, delle emissioni e delle varianti) e riguardo alla quantità di dati da trattare. D'altronde l'esperienza lavorativa ci ha confermato nella convinzione che in un collettivo l'esattezza di una descrizione sintetica non può prescindere da una base descrittiva analitica. Ciò ha comportato una descrizione che quasi sempre si avvicina inevitabilmente all'analisi bibliologica e approfondita del libro, rivolta sia all'edizione che agli esemplari, assommando, forse ambiziosamente, i compiti della bibliografia, della bibliologia e della storia letteraria.
La metodologia del lavoro si è orientata più in direzione di una bibliografia che di un catalogo, finendo con comprendere entrambi con tutti i rischi e le conseguenze che un'operazione del genere comporta.
Un progetto di così ampio respiro ha evidenziato i compiti propri di un'agenzia bibliografica nazionale riguardo alla definizione di voci d'autorità; in questo caso non solo di autori e titoli uniformi, ma anche di editori/tipografi, marche, luoghi e fonti bibliografiche.
Per questa attività di authority file sono stati impiantati archivi collaterali che garantissero univocità di comportamenti e di forme individuando gli strumenti bibliografici specifici e provvedendo alla loro standardizzazione. Questa architettura ha reso possibile la costituzione di una fitta rete di correlazioni tra le varie forme e delle varie forme con le voci d'autorità, nonché il loro collegamento alle singole notizie con la definizione delle diverse responsabilità intellettuali e materiali.
L'organizzazione della massa di dati, divenuta nel corso di un decennio imponente e utilizzabile solo relativamente, ha reso impellente il ricorso ad una gestione automatizzata: soltanto una base dati, strumento integrato per la gestione e la ricerca delle informazioni, poteva infatti assicurare molteplici chiavi di accesso e diversificati indici e prodotti a stampa. L'opportunità di realizzare la gestione automatizzata del Censimento è stata offerta dalla L. 145/92 che ha consentito di organizzare una base dati locale in rete.

Le notizie bibliografiche attualmente presenti in base dati sono circa 50.000, risultato in parte di conversione in parte di immissione. Si tratta di dati parziali ed eterogenei, comprendendo descrizioni definitive (notizie volumi), descrizioni parzialmente elaborate suscettibili di aggiornamenti e modifiche (notizie tabulati) e descrizioni provvisorie, risultato della semplice cumulazione dei dati d'archivio (notizie archivio). Il livello di affidabilità delle notizie è espresso da un valore: massimo, medio, minimo.
Gli archivi Autori, Editori/Tipografi, Marche, Luoghi, Bibliografia nati come “corollario” dell'archivio Titoli si sono rivelati talmente ricchi di notizie da assumere fisionomia e dimensioni autonome tanto da diventare a loro volta fonti primarie di informazioni.
Il costituirsi della base dati EDIT16 e il recupero dei dati disponibili hanno reso ancora più evidenti le problematiche di sempre: il completamento dell'indagine ricognitiva e l'uniformità descrittiva.
L'obbligo di concludere il censimento su territorio nazionale, di cui il recupero informatico del vecchio archivio ha segnato la prima tappa, viene a trovare la sua logica conclusione nel recupero totale delle notizie da repertori bibliografici. Quest'operazione, di prossima realizzazione grazie ad un finanziamento del MBCA, assicurerà il completamento della ricognizione.
Assolto il primo compito del Censimento, ricognizione e disponibilità dei dati, le operazioni di comparazione, cumulazione e revisione indispensabili in un catalogo unificato si potranno affrontare con maggiore tranquillità.

La messa in rete della base dati EDIT16 (http://edit16.iccu.sbn.it) ha rappresentato il passo naturale, quasi obbligato, del nostro lavoro volendo assolvere ancora una volta al compito che l'ICCU ha sempre perseguito dell'accesso all'informazione e ai servizi (basti ricordare la realizzazione degli OPAC-Indice e alla disponibilità web della base dati dell'Anagrafe delle biblioteche del Censimento).
Dando la priorità alle esigenze dell'utenza più vasta, i dati sono stati resi pubblici nella loro globalità a prescindere dal loro livello descrittivo, ritenendo fondamentale la disponibilà delle notizie anche se incomplete ed eterogenee.
Abbiamo inteso così rendere trasparente la prassi lavorativa del Censimento in ogni sua fase ed in ogni singolo intervento, gestendo dati che non possono mai dirsi "finiti". L'uso della risorsa elettronica permette di disporre delle informazioni con un ampio corredo di collegamenti, il che per gli addetti ai lavori del Censimento presuppone una diversa gestione dei dati, oggetto di costanti revisioni e aggiornamenti al fine di garantirne la coerenza, l'uniformità e la qualità. L'impegno dei responsabili di EDIT16 si esplica su più fronti dovendo gestire archivi paralleli con caratteristiche proprie e peculiari del libro antico (Autori, Editori/Tipografi, Marche, Luoghi). Fiore all'occhiello della base dati, strumento indispensabile di lavoro e di studio, è il repertorio on line delle marche editoriali italiane del XVI secolo realizzato con il recupero delle immagini delle insegne editoriali censite e non. Ad arricchimento e sostegno delle notizie bibliografiche è stato avviato inoltre il recupero delle immagini dei frontespizi e colophon.
A vent'anni dal suo avvio il Censimento, nato indubbiamente come progetto ambizioso e di grande portata, oggetto talvolta di polemiche per i tempi di realizzazione si conferma oggi più che mai il punto di riferimento obbligato non solo per la conoscenza del patrimonio librario e delle collezioni storiche del nostro paese ma anche per lo studio dell'editoria e della cultura italiana rinascimentale.

Si ringrazia la dott.ssa Rosaria Maria Servello per la preziosa collaborazione.


Copyright AIB 2002-10-11, ultimo aggiornamento 2002-12-12 a cura di Gabriele Mazzitelli
URL: https://www.aib.it/aib/congr/c49/leoncini.htm


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