[AIB-WEB] Associazione italiana biblioteche. 51. Congresso
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51. Congresso nazionale AIB

AIB2004

Venerdì 29 ottobre 2004
ore 10,30-13,00
Roma EUR, Palazzo dei congressi
Sala Campidoglio


Lo staff multietnico in biblioteca


M. Angela Barlotti

Formazione dentro e lavoro fuori: la multicultura e il carcere

Gli interventi di chi mi ha preceduta mi hanno fatta sentire 'colpevole' e 'testimone' ascoltando le parole 'sfida', 'bibliotecari di secondo livello', 'standard in biblioteca', perché so perfettamente che parlare di standard in biblioteca negli Istituti di pena è un po' un'utopia, che mi sento una bibliotecaria di ultimo livello è ancor più vero perché fatico a fare riconoscere questo lavoro come una 'professione da vero bibliotecario' e la parola sfida è certamente la più corretta quanto si parla di cultura e informazione in carcere.
Detto questo la Provincia di Ravenna, durante i dieci anni di attività per favorire il processo di inclusione sociale di tutti, ha organizzato corsi di formazione rivolti a detenuti italiani e stranieri in biblioteca, all'interno di Istituti di Pena, con docenti di provenienze da Paesi diversi dall'Italia.
I risultati della formazione hanno permesso di far parlare il catalogo nelle diverse lingue a disposizione di tutta la Comunità che vive il carcere, comunità che ha potuto finalmente 'leggere' un diritto che non conosceva. All'interno della biblioteca vengono distribuiti, oltre a documenti per la lettura e l'istruzione, materiali di interesse della comunità carceraria come 'I diritti e i doveri dell'arrestato' tradotti in più lingue, così come i messaggi di promozione delle iniziative culturali.
Ai detenuti formati 'bibliotecari di formazione interculturale' [1] vengono rilasciati attestati che possono servire per un eventuale reinserimento nel campo del lavoro come mediatori culturali o come assistenti al servizio di reference all'interno delle biblioteche 'fuori'.

Perché formare come operatori in biblioteca o mediatori culturali i detenuti/e di provenienza diversa dall'Italia?

Perché 'il crescente flusso di persone nel mondo; l'alto numero di individui che vivono con il permesso di soggiorno, di rifugiati, di lavoratori migranti, di detenuti, significa che l'altro non deve più essere cercato in luoghi esotici nei paesi più lontani del mondo, l'altro lavora e vive accanto a noi anche se rinchiuso in un carcere'.

Benefici per le biblioteche

  1. mappa aggiornata dei bisogni informativi e culturali della popolazione di un determinato Paese che vive in Italia e che deve essere servita dalle Biblioteche
  2. fonti per i servizi di reference in biblioteca
  3. l'importanza della traduzione effettuata da una persona di lingua madre
  4. il catalogo e gli OPAC parlano più lingue
  5. link di interesse multi-interculturale sugli OPAC delle biblioteche
  6. fonti per le accessioni di documenti e informazioni in lingua originale
  7. iniziative culturali
  8. stage formativi per studenti universitari

Benefici per la mission della biblioteca

  1. sviluppo di una cultura dell'accoglienza e dell'incontro anche in luoghi come il carcere
  2. il valore della formazione come operatori di biblioteche forma le persone a conoscere e rispettare l'istituto della democrazia
  3. Inclusione di tutti i cittadini in un processo di formazione e informazione, combattere emarginazione verso alcune fasce di utenti
  4. digital divide e barriere in biblioteca
  5. supporto alla biblioteca scolastica per i corsi di scolarizzazione del MIUR rivolti a detenuti soprattutto stranieri
  6. un ulteriore livello di collaborazione è riferito a progetti/iniziative comuni per la diffusione della cultura della solidarietà (detenuti, ecc.), dei diritti, stante il ruolo centrale di carattere culturale ed informativo che le biblioteche ricoprono all'interno delle rispettive comunità.

Benefici per bibliotecari e detenuti

'La mente umana è al momento della nascita
uno scrigno vuoto che si riempie di cultura
attraverso il processo di inculturazione'
(J. Locke)

Per i bibliotecari investire in una formazione a favore dei detenuti per favorire il loro reinserimento sociale, significa favorire ricadute in biblioteca sia fuori che dentro l'istituto di pena.
Il tempo impiegato in formazione personale per i detenuti è tempo 'non perso', è tempo in movimento.
Vorrei incitare le biblioteche a considerare il patrimonio di conoscenze e capacità proprie delle persone straniere, che si nasconde dietro le mura di un carcere e che resta per lo più inutilizzato e a non lasciarsi sfuggire l'occasione di approfittarne.
Da tempo le associazioni private osservano, servono e impiegano persone di provenienza straniera anche in carcere [2] [3] [4] [5] .

Come fare:

  1. centri territoriali per la formazione - piani di formazione
  2. convenzioni-accordi di programma tra scuole, biblioteche, Ministeri competenti (Università, Ricerca e P.I, Giustizia), enti locali e regionali, docenti
  3. piani bibliotecari: inserire richieste di corsi di formazione specifici
  4. borse lavoro in biblioteca per detenuti formati
  5. laboratori misti per progetti in biblioteca

Gli stranieri formati in carcere vengono formati e utilizzati sia dentro che fuori il carcere, anche:

  1. redazione riviste-giornali
  2. case editrici
  3. concorsi letterari
  4. forum
  5. iniziative culturali

L'AIB stessa collabora a progetti tesi a far conoscere alle biblioteche italiane il settore dei centri di documentazione impegnati in area sociale (circa 200 strutture) e dall'altra a innescare nei centri di documentazione soprattutto con scopi sociali (detenuti, anziani, ecc.)

[1] Questa nuova figura operativa da me proposta potrebbe svolgere la professione sia in un ente pubblico o privato che chieda competenze generali di un operatore di biblioteca, in più grazie alla sua condizione di detenuto straniero potrà dare maggiori contributi a gli enti che si occupano di problemi per immigrati e detenuti stranieri. Il suo potrebbe essere un lavoro 'ponte' tra realtà culturali differenti per creare punti di contatto, per aiutare i nostri servizi ad aprirsi concretamente ai bisogni dei cittadini immigrati, e gli immigrati in carcere o ex detenuti stranieri, a farne miglior utilizzo, nel rispetto delle loro culture.
[2] L'Associazione Il Granello di Senape, con l'obiettivo di sviluppare una maggiore attenzione e una più forte solidarietà nei confronti dei detenuti, favorire il loro reinserimento sociale e garantire eventuale sostegno a loro e alle loro famiglie. L'associazione si impegna sia a Padova che a Venezia, soprattutto all'interno del carcere femminile della Giudecca, per sensibilizzare la pubblica opinione sulle tematiche della pena, del carcere e dei rapporti con il territorio, promuovere intese su problemi specifici tra amministrazione penitenziaria, magistratura, enti locali, forze politiche, privato sociale e volontariato, promuovere progetti finalizzati all'inserimento di detenuti e detenute nel mondo del lavoro potenziando le misure alternative alla detenzione, organizzare nelle carceri attività culturali, ricreative e lavorative.
[3] La Sinnos nasce nel 1990 nel carcere romano di Rebibbia dal sogno di alcuni detenuti e volontari che facevano parte dell'Associazione CIDSI Centro Informazione Detenuti Stranieri. Nel 1999-2000 la Sinnos ha attivato un corso di formazione rivolto a cittadini stranieri detenuti e liberi come mediatori culturali.
[4] Rete Nephila, tra gli obiettivi: "Collaborare con la rete delle biblioteche, perché la reciproca conoscenza, la collaborazione e lo scambio con la rete delle biblioteche pubbliche è senz'altro uno degli obiettivi principali soprattutto in campo di disagio sociale per scambio conoscenze e persone".
[5] Cfr. anche il Repertorio di OPAC di interesse sociale di Accaparlante: http://www.accaparlante.it/Nephila/OPAC%20in%20area%20sociale.pdf


Copyright AIB 2005-02, ultimo aggiornamento 2005-02-15 a cura di Gabriele Mazzitelli
URL: https://www.aib.it/aib/congr/c51/barlottint.htm

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