[AIB]

53º Congresso nazionale AIB

Le politiche delle biblioteche in Italia
La professione

Roma, Centro congressi Europa
Policlinico universitario "A. Gemelli"
18–20 ottobre 2006


Programma 53º Congresso AIB

Introduzione.  La professione di bibliotecario ha un ruolo nella società dell'informazione?

Francesco Consoli
Università degli Studi di Roma "La Sapienza"

Abstract

Il titolo della relazione è dovuto al fatto che, malgrado quella dei bibliotecari sia una delle professioni chiave del sistema della informazione e della conoscenza, l'immagine professionale del bibliotecario non sembra beneficiare del crescente ruolo strategico della conoscenza e dell'informazione. Insomma, stiamo ancora a discutere sul riconoscimento dei bibliotecari e del loro servizio; anzi, l'affermarsi della società dell'informazione sembra, paradossalmente, ridimensionare la professione di bibliotecario che sembra divenire obsoleta così come la biblioteca diventa obsoleta come luogo di reperimento dell'informazione.

La parte introduttiva della relazione sottolinea l'importanza del "riconoscimento" nell'affermazione del carattere professionale delle occupazioni e il rapporto che vi è tra riconoscimento, costruzione del mercato professionale, definizione della "giurisdizione" all'interno del campo professionale, ed elaborazione dell'idea professionale del "servizio" intorno ad alcune innovazioni strategiche. Tale riconoscimento è sempre più difficile nel caso delle professioni "invisibili", tra le quali vi è quella del bibliotecario. Ma il concetto di professione invisibile dovrebbe essere superato in una società dei servizi.

Successivamente, la relazione prende in considerazione la questione del riconoscimento della professione del bibliotecario in rapporto alla trasformazione della natura del servizio offerto. Per illustrare questi concetti si farà riferimento a due fasi emblematiche della storia della professione: quella della riprofessionalizzazione dei bibliotecari negli Stati Uniti negli anni '30 e quello che sta avvenendo oggi. Per quello che rigliarda l'oggi tre esempi fanno oggi pensare a una base più avanzata per riformulare la figura professionale dei bibliotecari su cui costruire un nuovo processo di riconoscimento: l'importanza chiave della figura del librarian nel movimento della EBM (Evidence Based Medicine), l'emergenza dell'information literacy come competenza di base professionale (e della figura del formatore di information literacy come attore della didattica e della formazione nell'ambito degli studi universitari) e la frontiera dell'information manager nelle organizzazioni. Il riconoscimento sociale e professionale del nuovo bibliotecario dipende dalla conquista dei punti alti della professionalità su tutti e tre questi tre lati, scientifico, didattico-formativo e organizzativo-manageriale. Come l'esperienza di altre professioni ha mostrato la strada non è facile e bisogna sciogliere il dilemma se continuare a puntare su una figura distinta di bibliotecario o su una nuova professione di "professionista dell'informazione" di cui il bibliotecario sarebbe un livello o una specializzazione. Comunque occorre considerare che la posta in gioco di questo sviluppo professionale è il passaggio ad un nuovo modo di concepire la conoscenza e di produrre conoscenza e il carattere pubblico della conoscenza e dell'informazione. Il librarian, oggi come nel periodo della sua nascita, è caratterizzato non solo dalle sue competenze tecniche (che si sono sviluppate con l'avvento dell'informatica e della e-library globale) ma anche dalla sua etica professionale, dall'idea di servizio per l'utente, dalla democratizzazione della cultura e dell'informazione. La funzione pubblica del bibliotecario e il carattere di bene pubblico del suo sevizio è la premessa per costruire un riconoscimento specifico rispetto ad altre professioni dell'informazione. Ma l'auto riconoscimento passa attraverso l'identificazione, insieme ad un nuovo corpus formativo, di un processo di carriera e sviluppo.


Testo


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