XLII Congresso AIB, Trieste 27-29 novembre 1996

Relazione introduttiva di Rossella Caffo

Il triennio si avvia alla conclusione. Non è il caso di fare un bilancio dettagliato delle attività di questi tre anni, del resto puntualmente e ampiamente documentate nei raporti redatti a cura del Segretario dell'AIB. Ci sembra però importante richiamare alcuni punti essenziali che hanno caratterizzato il nostro lavoro. Fin dall'inizio ci siamo impegnati innanzitutto a proseguire il cammino intrapreso negli anni precedenti e a sviluppare i risultati già raggiunti in modo da assicurare una crescita costante dell'Associazione, rinforzando la sua presenza in alcuni ambiti nei quali era già presente, ed aprendone di nuovi. La nostra azione è stata impostata su una massima apertura e una costante ricerca di dialogo e confronto sia all'interno che con una molteplicità di interlocutori che vanno dal mondo del libro, dell'informazione e della scuola, ai responsabili istituzionali della politica bibliotecaria e documentaria, agli organismi comunitari competenti in materia di biblioteche. Ma vediamo i punti salienti del cammino di questi anni, in relazione anche ai cambiamenti e agli sviluppi del mondo delle biblioteche. La strada verso l'Europa aperta nel triennio precedente ha portato ad importanti risultati: l'Associazione ha guadagnato terreno in termini di iniziative e di credibilità tanto che si può affermare che oggi le biblioteche italiane sono rappresentate presso l'Unione europea dall'AIB e dall'Osservatorio dei programmi internazionali per le biblioteche, che peraltro interagiscono fra loro e collaborano in modo da dar luogo ad efficaci sinergie. E' cresciuto molto il nostro impegno nel programma IMPACT. Grazie al numero e alla qualità delle azioni intraprese abbiamo acquistato credito e guadagnato importanti apprezzamenti. In forza della credibilità acquisita abbiamo potuto proporci come punto di riferimento per le azioni di sensibilizzazione e diffusione per il programma INFO 2000, aggiudicandoci la partecipazione alla rete MIDAS-Net. Ho sottolineato molte volte il valore della politica comunitaria sulle biblioteche come stimolo per una politica nazionale di più ampio respiro. Per comprendere gli sviluppi futuri del ruolo delle biblioteche nei paesi dell'UE è importante tenere presenti le linee principali su cui si muove l'azione comunitaria. L'obiettivo prioritario delle azioni comunitarie è la creazione della nuova società dell'informazione e della comunicazione, e le biblioteche ne sono un elemento importante. Se nel terzo programma quadro per quanto attiene le biblioteche l'accento era posto sull'applicazione delle nuove tecnologie ai servizi tradizionali incoraggiando ad esempio lo sviluppo di cataloghi automatizzati o di prototipi per le interconnessioni di reti bibliotecarie, il quarto programma quadro ha consolidato gli obiettivi precedenti puntando a collocare le biblioteche nella catena dell'informazione attraverso la creazione di infrastrutture bibliotecarie di rete in Europa che consentano di organizzare nuovi servizi basati sulle risorse informative in formato elettronico e disponibili sulle reti. Nel prossimo futuro, in accordo con il progetto di biblioteca virtuale lanciato nel febbraio 1995 tra gli 11 progetti strategici dai paesi del G7, l'Europa sarà impegnata nella creazione della biblioteca digitale europea da realizzare collegando fra loro i vari progetti di biblioteche digitali nazionali degli stati dell'UE, e affrontando sia i problemi tecnologici che quelli di carattere amministrativo e legale. Questo obiettivo comporterà l'organizzazione di azioni specifiche in merito allo sviluppo di tecniche digitali, di procedure relative al deposito legale per l'archiviazione delle fonti informative europee prodotte su supporti diversi da quelli cartacei. Sarà inoltre necessario studiare strategie per il passaggio da fonti a stampa a fonti digitali con la ricerca di metodi per l'uso integrato di entrambe le tipologie. Si dovranno anche sviluppare politiche coordinate a livello europeo per la selezione delle raccolte da digitalizzare, sulla base della maggiore rilevanza per le esigenze europee e di tutti i tipi di biblioteche. Dalle politiche della Comunità emerge un altro tema fondamentale. Dopo aver puntato sull'innovazione tecnologica, ora la Commissione europea pone l'accento sui contenuti, sottolineando il ruolo e il valore della biblioteca pubblica, considerata un vero e proprio gateway, punto di accesso facilitato all'informazione a livello locale, regionale, nazionale, internazionale, vera e propria interfaccia tra il cittadino e le fonti informative, ma anche strumento di formazione continua e luogo di sperimentazione e diffusione di programmi di apprendimento a distanza. Il ruolo primario delle biblioteche pubbliche nei paesi dell'UE è di garantire il libero accesso democratico alle risorse informative, evitando che la società si divida in ricchi e poveri riguardo all'informazione. In forza di questa consapevolezza l'UE ha avviato una serie di iniziative mirate sulle biblioteche pubbliche per promuovere e sviluppare la loro modernizzazione nei paesi europei e incrementare la loro partecipazione in progetti di ricerca. All'interno dell'azione concertata PUBLICA è stato condotto uno studio nei vari paesi dell'UE dal titolo "Public libraries and the information society". L'AIB ha partecipato allo studio per la parte italiana.

Un altro importante ambito di interesse per le biblioteche, che in quest'ultimo anno ha conosciuto un significativo sviluppo, è quello dell'editoria elettronica. Diverse sono le iniziative comunitarie organizzate per lanciare e sostenere l'editoria elettronica nei paesi dell'UE. Prima si ricordava il programma INFO 2000 i cui obiettivi principali sono: stimolare la domanda e l'utilizzazione dei contenuti multimediali, creare condizioni favorevoli allo sviluppo dell'industria europea dei contenuti multimediali; contribuire allo sviluppo professionale, sociale e culturale dei cittadini dell'Europa. Questi obiettivi vengono perseguiti con azioni mirate a valorizzare l'informazione del settore pubblico grazie al multimedia e a sfruttare il potenziale dei beni multimediali europei. Le biblioteche sono, come dicevo, doppiamente interessate e coinvolte in questi processi. Sono interessate in quanto contenitori di patrimoni che possono contribuire a sostanziare la politica dei contenuti multimediali, ma sono anche coinvolte nella definizione e sperimentazione delle modalità di diffusione e fruizione dei multimedia, ancora una volta intermediarie tra documenti elettronici ed utenti. Più precisamente il documento su: "Editoria elettronica e biblioteche" predisposto dalla Presidenza italiana del Consiglio dell'Unione Europea, presentato e approvato durante la riunione dei Direttori generali del libro e delle biblioteche dei paesi dell'UE, svoltasi a Roma nel marzo scorso, individua una serie di contributi che le biblioteche possono offrire per favorire la produzione, la circolazione e l'uso su vasta scala di tali documenti. Nel documento si afferma che le biblioteche avranno un ruolo attivo nella produzione, svolgeranno la funzione di autenticazione e certificazione dell'integrità dei testi elettronici. Coopereranno inoltre con gli editori per sviluppare un'industria europea dei contenuti multimediali, per trovare la soluzione di problematiche comuni quale in particolare la tutela del diritto d'autore e dei diritti connessi, dal momento che la produzione elettronica e multimediale moltiplicherà la gamma dei titolari dei diritti ed i problemi connessi alla tutela del copyright. Tra le altre iniziative volte a sostenere l'editoria elettronica abbiamo altre volte ricordato il progetto "Nuova economia del libro", presentato nell'ambito del programma comunitario ADAPT, finanziato con fondi strutturali, che affronta il problema dal punto di vista della formazione. Il proponente del progetto è l'Ufficio centrale dei beni librari, le istituzioni culturali, l'editoria del Ministero per i beni culturali e ambientali, che ha promosso l'iniziativa al fine di contribuire, attraverso attività di formazione incentrate sull'editoria elettronica, allo sviluppo dell'intero settore del libro, nonchè di favorire l'aggiornamento e la riqualificazione professionale dei bibliotecari e degli altri operatori del settore per un maggiore utilizzo delle nuove tecnologie dell'informazione e della comunicazione, sia per la produzione online che offline. I partner italiani sono: il consorzio Amitiè, ente gestore e coordinatore del progetto, l'AIB, l'AIE, l'Associazione Galassia Gutemberg, lo Studio Staff, l'Editrice Bibliografica, l'AIB Toscana come partner regionale, e inoltre il Consiglio d'Europa per il coordinamento delle attività transnazionali e di collegamento con gli altri partner olandesi e tedeschi. "Nuova economia del libro" presenta una caratteristica peculiare che ne rappresenta anche il punto di forza, quella di considerare nel suo complesso tutta la catena del libro puntando sulla cooperazione di tutte le professionalità coinvolte. Per realizzare la nuova economia del libro è necessario, come è indicato negli obiettivi del progetto, in primo luogo progettare un sistema di integrazione tra i vari operatori, che possa raggiungere una ottimizzazione del lavoro dei soggetti che operano nel settore del libro. Le azioni sono infatti rivolte a tutti gli attori della catena del libro (autori, traduttori, editori, librai, bibliotecari). La partecipazione al progetto costituisce per l'AIB e per i bibliotecari un'occasione concreta di collaborazione con il mondo dell'editoria in vista dei grandi cambiamenti che l'applicazione delle nuove tecnologie apporterà nella produzione editoriale, nella conservazione, diffusione e fruizione dei nuovi prodotti multimediali. In questo scenario nuove competenze verranno richieste sia agli editori che ai bibliotecari, è quindi strategico che il cambiamento venga affrontato insieme da tutte le categorie coinvolte con il contributo delle esperienze maturate da ciascuna.

Se possiamo esprimere soddisfazione per i risultati raggiunti in alcuni settori importanti e significativi, tuttavia ancora molto c'è da fare per far uscire le biblioteche italiane dalla situazione di debolezza in cui si trovano e creare le condizioni per migliorare e sviluppare l'intero sistema bibliotecario adeguandolo agli standard dei paesi dell'UE. Nonostante il numero delle biblioteche (un recente censimento indica in 13.000 il numero delle biblioteche in Italia) e la ricchezza delle collezioni storiche la qualità dei servizi erogati non è paragonabile a quella dei principali paesi europei e a quella dei paesi dei G7. Le ragioni di questa situazione sono molteplici, prima di tutto gli scarsi investimenti nel settore, l'arretratezza organizzativa e normativa, il mancato aggiornamento del personale, ma anche la scarsa sensibilità della classe politica e degli amministratori. Occorre pertanto creare le condizioni per migliorare e sviluppare l'intero sistema bibliotecario nazionale per adeguarlo agli standard dei paesi dell'UE. Per il raggiungimento dell'obiettivo indicato è essenziale ripensare il ruolo delle biblioteche e la loro organizzazione nei termini di una moderna rete informativa integrata e diffusa su tutto il territorio nazionale, è essenziale che l'obiettivo sia perseguito attraverso una politica nazionale sulle biblioteche di ampio respiro. L'esperienza di questi anni ha dimostrato che la politica dei piccoli passi non sortisce effetti significativi, partendo con una politica di basso profilo spesso non si riescono a fare nemmeno i piccoli passi. Riteniamo che siano diventate inderogabili iniziative forti: pensiamo al progetto di riforma del Ministero per i beni culturali e ambientali, annunciata più volte dal Ministro Veltroni, e pensiamo anche che i tempi siano maturi per riproporre una legge quadro per le biblioteche che definisca la struttura del sistema bibliotecario, i compiti e le funzioni delle varie tipologie di biblioteche e dei modelli di collaborazione interistituzionale. Siamo convinti anzi che le due iniziative siano strettamente connesse tra loro e vadano portate avanti insieme. In un recente incontro con il Ministro Veltroni abbiamo avuto modo di presentare le linee principali della proposta che l'AIB sta elaborando, sintetizzandone i punti più significativi. Discutendo del ruolo dello Stato e delle Regioni nel sistema bibliotecario italiano si è sottolineata la necessità di una politica bibliotecaria nazionale che interessi non solo gli istituti del Ministero, ma l'intero complesso delle biblioteche italiane. Si è voluta puntualizzare l'esigenza di delineare e definire un modello istituzionale di organizzazione del servizio bibliotecario nel quale vengano equilibrate le esigenze di coordinamento e programmazione con quelle di decentramento della gestione basata su più moderni principi di comunicazione e collaborazione fra lo Stato, le Regioni, gli Enti locali.

I compiti e le responsabilità che, nella riorganizzazione del sistema bibliotecario in Italia, devono caratterizzare l'amministrazione centrale a nostro avviso sono: - la tutela propriamente detta rivolta alle raccolte storiche e di pregio, pubbliche e private, da attuarsi con un'opera costante di indirizzo e mediante l'emanazione di direttive e l'elaborazione di metodologie a seconda della tipologia degli interventi (es. sorveglianza sulle raccolte private, notifiche, diritto di prelazione nelle vendite, piani di prevenzione, conservazione e restauro); - la conservazione dei patrimoni librari e documentari nel loro complesso mediante piani di coordinamento a carattere nazionale che comprendano anche progetti di riproduzione su supporti digitali o comunque tecnologicamente avanzati; - il coordinamento e il potenziamento dei servizi bibliografici nazionali mediante l'utilizzo della rete SBN, la produzione della Bibliografia nazionale su diversi supporti, la regolare diffusione di standard nazionali, elaborati sulla base degli standard internazionali, non solo per il trattamento del materiale e la catalogazione, ma anche per l'erogazione di servizi che consentano un accesso facilitato ai documenti ( il prestito, il document delivery); - il coordinamento delle acquisizioni delle pubblicazioni al fine di ottimizzare le risorse sulla base di piani di acquisto suddivisi tra alcune biblioteche per filoni di interesse nelle varie discipline e costituire così in tali biblioteche la "collezione nazionale"; - il coordinamento dei rapporti internazionali soprattutto rispetto agli organismi comunitari, in modo da assicurare al sistema bibliotecario italiano un necessario ed utile scambio con gli altri paesi europei nella predisposizione di progetti, nella pianificazione di attività, nella mobilità del personale scientifico italiano. Attualmente svolge questo ruolo l'Osservatorio dei progetti internazionali per le biblioteche, costituito con apposito provvedimento legislativo presso l'Ufficio centrale per i beni librari, le istituzioni culturali, l'editoria, che andrebbe comunque potenziato; - la predisposizione e la realizzazione di progetti finalizzati alla creazione di raccolte nazionali digitalizzate in accordo e in collaborazione con i progetti in tal senso delle altre nazioni dell'UE e in accordo al progetto di biblioteca elettronica lanciato, tra gli altri progetti strategici, dai paesi del G7 nel febbraio 1995, come veniva prima ricordato; - rapporti stabili con i diversi settori della produzione editoriale per la soluzione di problematiche comuni (la tutela del diritto d'autore e dei diritti connessi, i meccanismi di produzione e distribuzione); - piani di promozione della lettura e di diffusione della cultura.

L'organismo centrale che potrebbe svolgere i compiti su delineati dovrebbe essere una struttura del Ministero fortemente caratterizzata come organo tecnico scientifico e modellato su istituzioni similari di altri paesi europei, ad esempio il Conseil national des bibliothèques in Francia. Nell'ambito delle funzioni del livello nazionale inoltre sarebbe da considerare, oltre la gestione dei due suddetti Istituti centrali, anche quella della cosiddetta "Biblioteca nazionale virtuale" costituita dalle due biblioteche nazionali centrali e da biblioteche che custodiscono raccolte di particolare rilevanza nazionale. Riteniamo comunque che la politica per le biblioteche vada impostata sul rilancio e l'investimento piuttosto che sul mero trasferimento, e quindi occorre promuovere la crescita organica di tutte le parti, statale, regionale, locale. Le Regioni dovranno quindi tutte dotarsi in modo omogeneo di effettive strutture e di personale tecnico specifico per lo svolgimento di attività di valorizzazione, promozione e intervento, stringendo accordi diretti con gli enti locali.

Inoltre in considerazione della molteplicità di enti e istituzioni da cui dipendono le biblioteche si avverte la necessità di definire strumenti ulteriori per poter sviluppare e realizzare con la collaborazione e la cooperazione di tutti una politica nazionale per le biblioteche. Pensiamo alla predisposizione di accordi di programma e di importanti progetti nazionali. Un esempio molto positivo in questo senso è costituito dall'accordo di programma fra il Ministero per i beni culturali e ambientali e il Ministero della pubblica istruzione per definire le modalità di una collaborazione interistituzionale mirata a rilanciare la biblioteca scolastica e a promuovere nel mondo della scuola la conoscenza e l'uso del sistema bibliotecario. All'interno della Commissione paritetica istituita per dare realizzazione alle finalità previste dall'accordo l'AIB ha potuto dare il suo contributo collaborando alla predisposizione di due progetti. Il primo, dal titolo "A scuola di biblioteca" si propone di lanciare un piano di formazione rivolto a insegnanti e bibliotecari scolastici con l'obiettivo di raggiungere gli studenti, destinatari finali. La finalità principale è la formazione dei docenti e del personale utilizzato a vario titolo nelle biblioteche scolastiche perché possano avvicinare gli studenti all'uso delle biblioteche e sviluppare negli studenti le capacità di ricerca e apprendimento autonomo. Il secondo progetto, che pensiamo di presentare nell'ambito del programma comunitario Socrates, mira, sempre attraverso azioni di formazione, alla realizzazione della "biblioteca scolastica multimediale" in accordo alle linee guida dell'IFLA, considerata come centro informativo-documentario e spazio per l'apprendimento, modello didattico, ma anche un modello di servizi, "sportello" anche telematico per l'aggiornamento professionale, per l'orientamento scolastico. Come modello di progetto nazionale ideato e lanciato a livello centrale, ma realizzato con l'apporto e la collaborazione di tutte le istituzioni da cui dipendono biblioteche (Stato, Regioni, Università, Enti locali) si può citare il progetto SBN, la più grande rete pubblica di biblioteche esistente in Italia e promossa dal Ministero per i beni culturali e ambientali che oggi conta 509 biblioteche e 3.000.000 di notizie bibliografiche relative a libri, periodici, musica, manoscritti.

Il presupposto per la riorganizzazione e il rilancio del sistema bibliotecario è soprattutto un aumento dei finanziamenti, che per il settore delle biblioteche possono essere considerati dei veri e propri investimenti nelle infrastrutture. Recita infatti il Manifesto dell'UNESCO sulle biblioteche pubbliche: "la biblioteca deve costituire una componente essenziale di ogni strategia a lungo termine per la cultura, per la diffusione dell'informazione, dell'alfabetismo e dell'istruzione". Su base locale i finanziamenti da destinare al sistema bibliotecario potrebbero essere quantificati secondo dei parametri percentuali sul bilancio comunale in rapporto agli abitanti, lasciando, anzi incentivando la possibilità di alzare il tetto oltre il minimo standard definito dalle Raccomandazioni dell'IFLA. Per quanto riguarda la forma si potrebbe pensare ad un modello di finanziamenti per progetti sulla base dell'istituzione di un fondo cultura. In questo quadro vanno inoltre previsti finanziamenti per rilanciare l'edilizia bibliotecaria.

Un altro principio inderogabile è per le biblioteche l'autonomia. La richiesta di una reale autonomia amministrativa é avanzata concordemente da tutte le biblioteche, indipendentemente dalla loro appartenenza istituzionale. E' una condizione indispensabile se la rapportiamo soprattutto all'organizzazione e gestione dei servizi. Le biblioteche infatti, grazie all'utilizzo delle tecnologie informatiche e dei nuovi mezzi della società dell'informazione, possono rispondere in modo ampio e differenziato alle esigenze reali e potenziali degli utenti più diversi. Per raggiungere tale obiettivo é necessario che esse possano disporre di un bilancio su un unico capitolo a loro destinato, possano acquisire direttamente risorse da fonti diverse d'introito (proventi derivanti dai servizi aggiuntivi, come da altri servizi gestiti direttamente, da attività tecnico-scientifiche, da finanziamenti di enti e privati) e possano quindi gestire consapevolmente e responsabilmente tali risorse. Un lavoro di analisi del problema é stato già svolto dall'AIB che ha contribuito alla preparazione di proposte di legge presentate nelle precedenti legislature.

Non è pensabile costruire un sistema bibliotecario efficace senza prevedere la formazione, l'aggiornamento e il riconoscimento professionale dei bibliotecari. Andrebbe predisposto un piano per la formazione e la riqualificazione del personale e la definizione di criteri e requisiti per il riconoscimento della professione da perseguire o con l'istituzione di un albo professionale o con specifici articoli inseriti nella legge quadro o altro strumento legislativo. A questo proposito vorrei ricordare l'impegno che in questi anni l'Associazione ha dedicato al problema dell'aggiornamento professionale e della formazione, della ricerca biblioteconomica e della produzione di strumenti per la professione. Tra le altre iniziative abbiamo aperto un dialogo con il mondo universitario per discutere insieme della formazione dei bibliotecari, strada maestra per il riconoscimento della professione. In alcuni importanti appuntamenti, come il Congresso di Brescia e il Convegno organizzato a Viterbo in collaborazione con gli archivisti e con l'Università della Tuscia nell'aprile di quest'anno abbiamo illustrato ai referenti istituzionali le nuove esigenze di formazione di una professione in continuo cambiamento ed evoluzione.

Queste le richieste e le proposte che abbiamo presentato al Ministro e queste le linee ispiratrici della proposta di legge quadro che stiamo elaborando, riprendendo e aggiornando quella già presentata nel 1991. Durante l'incontro abbiamo tuttavia percepito la marginalità, nell'ambito ministeriale e negli interessi del Ministro, del settore delle biblioteche nei confronti dei settori storico-artistico ed archeologico, e la difficoltà di far comprendere la peculiarità delle funzioni delle biblioteche nelle quali la tutela è strettamente connessa al servizio informativo.

Per rispondere all'esigenza di evidenziare la funzione informativa della biblioteca in una più ampia prospettiva di ripensamento del ruolo che essa svolge nell'ambito di una comunità abbiamo dedicato questo Congresso al rapporto tra la biblioteca e la città, indagato nella duplice direzione dell'offerta di servizi al cittadino e della percezione che l'opinione pubblica ha della biblioteca. Si è voluta inoltre sottolineare l'importanza e la necessità di integrare i servizi bibliotecari sul territorio, ma anche la centralità della biblioteca pubblica come biblioteca al servizio del cittadino, strumento per la realizzazione di alcuni compiti fondamentali come quello di garantire il diritto all'informazione a tutti i cittadini, quello di garantire il diritto all'educazione permanente al fine anche di combattere il degrado sociale e l'analfabetismo di ritorno, quello di provvedere alla alfabetizzazione informatica per un uso diretto e consapevole dell'informazione elettronica. Biblioteche per la città, biblioteche nella città, queste le parole chiave su cui si snoda il tema del Congresso.

A sostegno della biblioteca pubblica si registra un segnale positivo costituito dal programma che ha intenzione di avviare il Sottosegretario per i beni culturali, on. Alberto La Volpe, a cui è stata conferita dal Ministro la delega per le biblioteche e gli archivi. Il progetto mira a rafforzare, in collaborazione con le Regioni e gli Enti locali, il tessuto delle biblioteche pubbliche in Italia, in particolare nelle regioni del Mezzogiorno dove maggiormente si avverte la carenza di tali strutture. Il modello di biblioteca che si intende sviluppare è una biblioteca pubblica che, in accordo con le linee di indirizzo comunitarie, mette a disposizione di tutti i cittadini, oltre ai tradizionali materiali della biblioteca, le risorse informative di rete, i prodotti dell'editoria elettronica, i multimedia. L'Associazione è stata invitata dal Sottosegretario a collaborare alla stesura e alla realizzazione del progetto.

Durante questo appuntamento congressuale portiamo a compimento un altro importante impegno che avevamo assunto l'anno scorso a Brescia: quello di predisporre, con il nuovo statuto, le condizioni perchè l'AIB possa ottenere il riconoscimento giuridico come passo indispensabile per un maggiore riconoscimento del proprio ruolo. Il modello a cui ci si ispira è quello di altre associazioni europee di bibliotecari, ad esempio l'ABF (Association des bibliothècaires français), che è definita per legge ente di pubblica utilità, in quanto è stato riconosciuto il ruolo importante che svolge sia per la formazione e l'aggiornamento dei bibliotecari francesi, sia per l'opera che presta per lo sviluppo delle biblioteche in Francia. A questo proposito va inoltre segnalata un'iniziativa molto interessante avviata dal CNEL che ha preso in considerazione l'ipotesi di un disegno di legge per il riconoscimento delle associazioni rappresentative delle professioni non regolamentate. L'iniziativa dà attuazione alle direttive comunitarie 89/48 e 92/51 che definiscono la regolamentazione delle attività professionali necessaria per poter accedere al sistema del mutuo riconoscimento ai fini della libera circolazione dei professionisti nell'Unione Europea. Si intende quindi avviare un meccanismo di riconoscimento delle associazioni professionali, per affidare loro il compito di garanti dei percorsi formativi e delle competenze professionali. I requisiti che le associazioni professionali devono possedere per poter svolgere questa funzione di regolazione della professione cui appartengono i loro iscritti, secondo il disegno di legge, sono: - la rappresentatività dell'associazione rispetto all'ambito professionale di competenza; - il ruolo svolto dall'associazione nelle attività di formazione e di aggiornamento professionale con rilascio di attestazione; - l'effettivo potere dell'associazione in ordine alla regolamentazione ed al controllo delle modalità di esercizio della professione da parte degli iscritti, in particolare per quel che riguarda la definizione e il rispetto delle regole di etica e di deontologia professionale. Ci sembra un importante progetto da seguire e da approfondire, qualora venga realizzato, perchè rappresenta una possibile soluzione, in linea con le direttive comunitarie, al problema del riconoscimento della nostra professione.

Nel concludere questo triennio di lavoro e di impegno vorrei sintetizzare quali ritengo siano i futuri campi di azione dell'Associazione. Mi riferisco in particolare alla legge quadro per le biblioteche, allo sviluppo delle biblioteche scolastiche, al rilancio delle biblioteche pubbliche in attuazione del Manifesto dell'UNESCO, al riconoscimento della professione, anche percorrendo strade nuove come si diceva prima, alla formazione dei bibliotecari sviluppando il dialogo aperto in questi anni con il mondo universitario. Si dovranno inoltre mantenere e allargare i rapporti di collaborazione con le istituzioni che hanno competenza in materia di biblioteche, e rafforzare i rapporti con gli organismi comunitari e con l'Europa, con la consapevolezza che qualunque azione sulle biblioteche italiane dovrà muoversi nel più ampio quadro dell'Unione Europea e tenere costantemente conto delle direttive e degli indirizzi comunitari per una effettiva integrazione europea.


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