Le Web-barriere
l'accessibilità dei siti della Pubblica Amministrazione

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Considerazioni finali: qual'è lo stato dell'arte?

Dalla presente analisi, effettuata a fine marzo 2002, emerge un quadro dei siti della Pubblica Amministrazione centrale piuttosto disomogeneo; il caos di cui parlava il CENSIS lo scorso anno ne Il Pentagono della Qualità è ancora presente nonostante in questi dodici mesi siano stati emanati due importanti documenti, la Direttiva Bassanini e la Circolare dell'AIPA, che avrebbero dovuto (e potuto) avere anche nel breve periodo un maggiore impatto.

I problemi di accessibilità riscontrati nei siti della PA italiana

Inanzitutto premetto che solo nel 21,2% dei casi (cioè in 7 dei 33 siti analizzati) è disponibile una versione accessibile del sito; la percentuale scende al 9% (3 casi su 33) per quanto riguarda la possibilità di personalizzazione della pagina da parte dell'utente. Rimandando per un maggior dettaglio ai report dei singoli siti, è risultato inoltre che spesso vi sono link gestiti mediante javascript, link grafici non commentati, link gestiti da mappe usemap non correttamente codificate; solo nel 35,7% dei casi viene fornito un testo alternativo, mentre per la maggioranza di essi non sono previste versioni alternative o equivalenti. Solo nel 45,4% dei casi l'uso dell'attributo ALT per il commento alle immagini è fatto in maniera funzionale. Nel 36,4% dei casi (10 su 33) non è disponibile un collegamento alla mappa del sito; mentre nel 30,3% non è disponibile un motore di ricerca interno; talvolta, inoltre, questi due importanti collegamenti non sono accessibili in quanto vengono usate immagini prive di equivalente testuale. Nel caso di uso di frame (in 6 siti) non viene mai dichiarato correttamente il contenuto del <noframe>; quando è presente riporta il più classico "il browser in uso non supporta i frame" senza fornire alcuna indicazione sulla struttura della pagina o fornire alternative agli utenti. In alcuni casi (30,3%) il testo descrittivo dei link è poco funzionale; spesso è troppo sintetico, altre volte è ridondante. Solo nel 22,2% dei casi (8 siti su 33) l'intestazione del documento è completa di tutte le informazioni più importanti; nella maggioranza dei casi invece o sono eccessivamente scarne o sono del tutto inesistenti; inoltre, quasi mai viene fornito l'attributo di identificazione del linguaggio naturale usato.

La lettura di questi dati conferma che "le Istituzioni dello Stato stanno andando sul web in ordine sparso con punte di eccellenza accanto ad imbarazzanti ritardi" (Il Pentagono della qualità, CENSIS 2001); sono state infatti rilevate grandi differenze di implementazione dei principi di accessibilità: si va da situazione di eccellenza (il sito del Ministero per l'Innovazione Tecnologica) a situazioni veramente sconfortanti (il sito del Ministero per le Attività Produttive che risulta non solo inaccessibile ma vecchio, mal strutturato e poco navigabile). Tra questi due estremi c'è una grande varietà di situazioni che però lasciano trasparire che il tema dell'accessibilità non è per il momento entrato tra le priorità della Pubblica Amministrazione centrale. Molte Istituzioni hanno risposto comunque con tempismo, forse perché maggiormente sensibili alla tematica (l'INPS con il suo sito accessibile e l'INAIL con il portale SuperAbile), e si cominciano quindi a vedere degli ottimi esempi di siti accessibili. Un passo avanti inoltre è stato fatto con l'emanazione dei documenti precedentemente citati che hanno dato un quadro di riferimento chiaro e inequivocabile.

Un miglioramento della situazione si dovrebbe ottenere con la realizzazione del sito PubbliAccesso dell'AIPA; il sito dovrebbe infatti divenire un punto di riferimento per tutta la Pubblica Amministrazione favorendo la comunicazione tra tutti gli attori interessati alle tematiche dell'accessibilità. Ma il problema fondamentale rimane la formazione di coloro che realizzano i siti; questo richiede infatti un'investimento di risorse che va dall'aggiornamento all'acquisto di software. L'INPS, per esempio, ha risposto costituendo un gruppo che costantemente si occupa di formazione, ricerca e consulenza su queste tematiche. Per quanto riguarda il software, stimolati anche dall'emanazione della Sezione 508, l'equivalente americano dei Criteri dell'AIPA, le case produttrici di editor di sviluppo per il web si stanno muovendo: sia la Macromedia che la Microsoft, per citare due grandi colossi del mercato, hanno sviluppato e integrato nei loro programmi delle estensioni che aiutano web designer in ogni fase di sviluppo di un sito; questi software hanno ovviamente un costo che però la Pubblica Amministrazione dovrebbe mettere in preventivo.

Alcune considerazioni sulle versioni alternative

Quando si pensa di dover realizzare un sito accessibile la prima idea che viene in mente è quella di un sito di solo testo che risolva tutti i problemi; l'uso di queste siti "paralleli" garantisce sicuramente una maggiore accessibilità ma siamo sicuri che a trarne i maggiori benefici siano gli utenti e non piuttosto gli sviluppatori dei siti che si vedono sgravati di un lavoro supplementare? Come ho cercato di illustrare in questa ricerca, è possibile, con un po' di accortezza rendere qualsiasi sito accessibile: le tabelle possono essere linearizzate, le immagini corredate di un equivalente testuale, i grafici fornire anche altre modalità di fruizione. Si dovrebbe ricorrere a versioni alternative di un sito solo nel caso in cui sia realmente impossibile renderlo accessibile; una versione alternativa del sito comporta infatti il rischio di avere due siti diversi con problemi di sincronizzazione e aggiornamento dei contenuti.

Un ulteriore problema riguarda inoltre la riconoscibilità degli indirizzi di questi siti; nel caso dei Ministeri è abbastanza semplice trovarne l'indirizzo del sito web, ma per quanto riguarda le versioni accessibili? Allo stato attuale, non esistono precise direttive in tal senso ne un criterio univoco di scelta del nome; come è possibile rilevare dalla lettura degli indirizzi, ogni Ente ha compiuto le proprie scelte senza tener conto di quelle fatte dagli altri. Credo che anche questo aspetto confermi che il lavoro da fare per un pieno e totale superamento delle barriere che ostacolano, anche sul web, la vita dei disabili è ancora tanto! Questa critica potrebbe sembrare forse eccessiva ma come ha detto Franco Bompressi (Responsabile di SuperAbile.it) in un convegno sui "Diritti dei disabili" (HandyLab, Roma 2002) "non partiamo dai livelli minimi ma dal massimo impegno!".

Giudizio sintetico (le analisi sono state effettuate il 29 e 30 marzo 2002)

Siti accessibili:

Siti poco accessibili

Siti non accessibili