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AIB attività delle sezioni - notizie dalle regioni

Friuli-Venezia Giulia

Incontro di studio sui fondi musicali

di Margherita Canale

L'Italia da sola possiede il cinquanta per cento della documentazione musicale mondiale: di come far conoscere questo patrimonio agli studiosi, ricercatori, musicisti italiani e stranieri si è occupato un qualificato incontro di studio sui fondi musicali, organizzato dalla Biblioteca Civica di Trieste in collaborazione con l'Associazione per la ricerca delle fonti musicali nel Friuli-Venezia Giulia, che ha visto la presenza di importanti studiosi nazionali di queste problematiche nel pomeriggio di venerdi 29 novembre presso la Sala Imperatore dell'Hotel Savoia a Trieste.

Numerosa la partecipazione di bibliotecari musicali, archivisti e operatori del settore, intervenuti da tutta Italia per l'occasione.

Dopo i saluti delle autorità, che hanno visto in rappresentanza del Comune di Trieste l'assessore Franco Degrassi e dell'Ufficio tutela Beni librari della Regione autonoma Friuli Venezia Giulia, Andrea Balanza, hanno introdotto i lavori la direttrice della Biblioteca Civica Anna Rosa Rugliano e la presidente dell'Associazione per la ricerca delle fonti musicali, Margherita Canale.

La prima tornata di lavori, presieduta da Claudia Parmeggiani, responsabile del settore musica dell'ICCU (Istituto Centrale per il Catalogo Unico) di Roma, è stata aperta da Massimo Gentili Tedeschi, che ha parlato della banca dati Musica SBN: un catalogo centrale della musica, esemplificando al computer i meccanismi dei programmi di catalogazione nazionale.

E' seguita la relazione di Alessandra Chiarelli sulle varie tipologie di biblioteche con fondi musicali. Infine Federica Riva, bibliotecaria del Conservatorio di Parma, ha approfondito le questioni relative ai problemi e all'utilità di un censimento sistematico dei fondi musicali: l'Italia nella nuova edizione del RISM, Repertorio internazionale delle biblioteche musicali.

Sono seguite una serie di comunicazioni sui fondi musicali a Venezia (progetto europeo "Cantate") e nel Friuli Venezia Giulia, con particolare attenzione ai nuovi progetti di catalogazione.

E' seguita poi una tavola rotonda, presieduta da Roberto Giuliani (Roma) sul problema aperto della formazione dei bibliotecari musicali in rapporto al contenuto del corso di studi e agli sbocchi professionali. Sono intervenuti Pietro Zappalà sulle conoscenze specifiche relative alla figura del bibliotecario musicale e Marco Salvarani sul ruolo delle Associazioni regionali per la ricerca delle fonti musicali, che spesso giungono dove le Istituzioni pubbliche non arrivano. E' stata inoltre discussa la relazione presentata da Mario Piantoni, docente del Corso di laurea in Beni musicali attivato dall'Università di Udine nella sede di Gorizia.

La tavola rotonda si è conclusa con una mozione aperta per l'istituzione nei conservatori e nelle biblioteche pubbliche della figura professionale del bibliotecario musicale.

Conferenza europea delle biblioteche d'arte

Dal 2 al 5 dicembre 1996 si è svolta in Italia, a Trieste, presso il Civico Museo Revoltella la conferenza europea delle biblioteche d'arte "I cataloghi dei musei".

Il convegno è stato organizzato con il patrocinio della Regione autonoma Friuli-Venezia Giulia, con la collaborazione di BiArte e della sezione regionale del Friuli-Venezia Giulia dell'Associazione italiana biblioteche.

Il Museo Revoltella è stato proposto come sede dell'iniziativa in occasione dell'incontro promosso dall'IFLA nell'agosto 1995 a Istanbul. La città è stata scelta come luogo simbolico di incontro tra le culture europee dell'est e dell'ovest e il Museo come spazio in cui questo incontro è già avvenuto.

Frits Keers, dello Stedelijk Museum, partendo dalla storia del Museo è approdato ad una storia del catalogo di museo entro i limiti dell'Ottocento in Europa. Come possibile capostipite di quelli attuali ha citato il catalogo del Louvre del 1793, divenuto per molti paesi il modello di una produzione ancora attiva. Keers ha compiuto un'ampia ricerca bibliografica in questo campo, e non a caso concludeva il suo intervento con una viva esortazione a lavorare a buone bibliografie di cataloghi di museo, come passo preliminare per la conoscenza del problema.

Nicol Picot, della bibliothèque et Archives des Musées nationaux français di Parigi, dopo aver presentato la sua prestigiosa istituzione (leader della rete di biblioteche dei 27 musei nazionali francesi), ha condotto un'analisi sulla ricca produzione catalografica storica del Louvre, arrivando fino ai nuovi strumenti informatici che ci guidano al Museo. Elisabeth Kirwan, della Irish national library di Dublino, ha parlato della vasta e varia documentazione iconografica posseduta dalla sua biblioteca. Silvana Barni, del CID Arti visive del Centro per l'arte contemporanea Luigi Pecci di Prato, ha illustrato efficacemente l'articolata base dati del CID. Jarmila Okrouhl¡kova, del Decorative Arts Museum di Praga, Tibor Cs¡k e Katalin Varga del National Educational Library and Museum di Budapest, Mikica Mastrovic della National and University Library di Zagabria, hanno illustrato patrimoni bibliografici, thesauri, sistemi informatici, progetti di collaborazione e problematiche linguistiche. Le diversità del loro vocabolario rispetto alle terminologie occidentali rendono necessarie approfondite riflessioni sulle traduzioni più appropriate per inserirsi in un panorama internazionale, modifiche che in alcuni casi divengono vere e proprie integrazioni dei thesauri di ogni singola collezione. Giovanna Lazzi, della Biblioteca Riccardiana di Firenze, ha presentato il progetto di digitalizzazione delle immagini dei manoscritti miniati riccardiani. Geert-Jan Koot del Rijksmuseum di Amsterdam ha analizzato storicamente il catalogo di museo. Koot ha potuto lavorare su un corpus compatto ed assai ampio, stante che il Rijksmuseum conta un centinaio di cataloghi usciti dal 1808 ad oggi. E' indubbiamente un insieme molto appropriato per valutare l'evoluzione del catalogo, sia nella forma (anche grafica e tipografica, secondo un interesse molto vivo in Olanda) che nel contenuto. I multimedia, l'interattività, i CD-ROM, sono tutti strumenti per una nuova comunicazione che vede protagonista per eccellenza il supporto informatico il quale è sempre più avvicinato per le sue potenzialità di aggiornamento continuo e anche perché‚ permette una più vasta rete di scambi d'informazione in tempo reale. Qui si inserisce il discorso di Jean Paul Oddos del Service de documentation du Mus‚e national d'art moderne, Centre de creation industrielle, Centre Georges Pompidou di Parigi. Jan van der Starre del Netherlands Institute for Art History dell'Aja ha presentato Van Eyck che sta per Visual Arts Network for the Exchange of Cultural Knowledge, un progetto di software per PC che si rivolge a chiunque si occupi di arte a qualsiasi livello. E' un programma di accesso semplificato a diverse basi dati che non richiede di conoscere particolari linguaggi. Pierre Piccotti, dell'Istituto universitario di architettura di Venezia, ha presentato Easy Web, un software di integrazione fra sistemi multimediali, mirato alla ricerca bibliografica e documentale. Grazie ad Anna Tonicello dell'Archivio Progetti dell'IUAV di Venezia si è potuto vedere Easy Web in azione. Carlo Sisi, della Galleria d'arte moderna di Palazzo Pitti di Firenze, l'unica voce a parlare du cot‚ dei curatori di Museo, e Rossella Todros, della Biblioteca Marucelliana di Firenze, hanno trattato del particolare rapporto tra le due istituzioni fiorentine e della collaborazione tra direttore di museo e bibliotecario che spesso si trovano ad interagire nei loro percorsi di lavoro. Sono emerse luci ed ombre, ma anche potenzialità, intoppi ed ostacoli tra un'efficace gestione del museo ed il quadro normativo entro il quale lo stesso deve muoversi. Infine Roberto Macellari dei Civici Musei di Reggio Emilia ha parlato delle attività editoriali e di scambio librario della sua istituzione.

A conclusione del convegno, nello spirito di collaborazione, di scambio e di cooperazione tra l'Europa dell'Est e dell'Ovest è stata organizzata una visita a Ljubljana, capitale della vicina Repubblica Slovena, città di grande fascino architettonico e vivace centro culturale. Dopo la visita alla Moderna Galerija, dove i convegnisti hanno visitato la collezione permanente e l'esposizione "Sarajevo 2000" e alla Narodna Galerija dove sono stati guidati ad una mostra sulle edizioni della Bibbia in Slovenia, i convegnisti sono stati accompagnati da una guida d'eccezione, Peter Krecvic, direttore del Arhitekturni Muzej Gran Fusine di Ljubljana, ad una visita a quella che è considerata la "città di Plecvnik".

(Dal comunicato stampa divulgato da Maria Masau Dan, direttore del Civico Museo Revoltella)


Lazio

Parole note

di Carmela Marocchini

"Parole note. Itinerari tra letteratura e musica" è un progetto complessivo di promozione alla lettura curato dal Sistema bibliotecario provinciale di Roma e diretto ad utenti giovani e adulti delle biblioteche comunali.

Sul modello di precedenti iniziative finalizzate allo sviluppo della sezione ragazzi su temi di grande attualità come la multicultura e l'ambiente (Libri senza frontiere, La biblioteca del bosco), anch'esso ruota attorno a una mostra bibliografica itinerante, affrontando un argomento di forte interesse al momento, sul quale raccoglie oltre un centinaio di documenti di recente pubblicazione.

Dal titolo semanticamente ambiguo, Parole note ci conduce attraverso la complessa storia delle relazioni antiche tra letteratura e musica, limitandone tuttavia il campo d'indagine all'800 e 900, con alcuni dovuti ed inevitabili rimandi all'indietro. L'ottica trasversale del tema esplora le due diverse sezioni, narrativa e musica, ambedue presenti in biblioteca, con l'ambizioso proposito di forzare gli ambiti specialistici in cui il nostro sapere è ripartito, fino ad essere confinato per necessità di approfondimento, ma anche per distorsione metodologica ed interpretativa di vecchia data.

Libri, CD e video allora ci portano, attraverso quattro sezioni all'insegna del continuo segnale del doppio, sul crinale dei due linguaggi, per quello che ciascuno ha prestato, mutuato, assimilato dall'altro.

L'idea di affrontare il tema prescelto è nata non a caso dalla lettura di un grande romanzo: Doktor Zivago, in qualche modo riscoperto nell'anno in cui veniva celebrato il centenario della nascita dello scrittore, inizialmente combattuto tra l'interesse per la letteratura e quello per la musica, al cui studio si applicò per alcuni anni. Il Museo degli strumenti musicali, dove ancora nel 1992 si eseguivano concerti, celebrava appunto Pasternàk attraverso l'esecuzione di sue composizioni originali, facendone scoprire un aspetto ignoto a molti e tanto più ad un pubblico italiano, meravigliandolo di una versatilità che sempre dà la misura del genio.

L'iniziativa certo non è la prima del genere. Una serie di eventi assimilabili continuano infatti a sottolineare la contiguità di due ambiti evidentemente più vicini di quanto possa apparire. Tra quelli di cui ci è giunta notizia si può ricordare: una rassegna di qualche anno fa di concerti (a cura del comune di Cento) di musiche scritte da personaggi più noti come filosofi o letterati, premi letterari ad autori-cantanti e, non ultima, la proposta di Nobel a Bob Dylan, grande testimone ed interprete della cultura del nostro tempo, fatta di sogni, desideri, immagini, pensieri, parole oltre che di canzoni.

L'interesse, evidentemente diffuso nell'opinione pubblica, la novità di affrontare il tema attraverso il gioco della multimedialità e, comunque, la centralità data in primo luogo al libro e alla lettura nel suo forte collegamento anche con l'ascolto, hanno spinto, nel caso del progetto proposto dal Sistema bibliotecario provinciale, una serie di biblioteche, enti ed istituzioni a partecipare, sviluppando singoli aspetti della complessiva ricerca.

L'iniziativa è venuta così crescendo nel corso del tempo ed ha coinvolto inizialmente sei comuni della provincia di Roma, Bellegra, Genazzano, Labico, Olevano Romano, Palestrina, S. Vito Romano, i quali hanno accolto entusiasticamente l'idea di base, arrivando a dedicare parte della quota in bilancio per la cultura. Tale condivisione ha permesso la realizzazione di un convegno che si è svolto, in collaborazione con la Discoteca di Stato, in due mattine di ottobre e novembre 1996, con lo scopo di far conoscere il progetto, presentare la mostra e il suo apparato bibliografico e parlare con i bibliotecari dei comuni, delle scuole e con il pubblico convenuto degli inestricabili rapporti tra i due ambiti artistici, uniti in Un matrimonio felice, alludendo all'intervento di Sandro Cappelletto, che ha aperto i lavori, fino al Caleidoscopio di possibilità delineato da Emilia Pantini, tra gli interessanti interventi che si sono succeduti tra la prima e la seconda giornata.

Il progetto complessivo ha preso l'avvio dai concerti decentrati nei comuni anzidetti, eseguiti dalle prestigiose orchestre del Teatro dell'Opera di Roma e dell'Accademia Nazionale di S. Cecilia, eventi di grossa portata che hanno costituito forte cassa di risonanza per le iniziative che, a livello locale, la biblioteca comunale ha elaborato. I programmi eseguiti per lo più nelle chiese, che hanno rimediato alla mancanza, con qualche eccezione, di strutture più idonee a manifestazioni musicali e peraltro hanno costituito godibilissima cornice, hanno avuto da subito la finalità di evocare collegamenti con pagine di uno Shakespeare del Sogno di una notte di mezza estate di Mendelsshon Bartholdy e di Beaumarchais per i due Figaro di Rossini e Mozart. Nel procedere delle molteplici adesioni, il progetto è venuto sviluppando, da semplice iniziativa a sostegno della lettura, un ulteriore significato di generale educazione alla biblioteca, come conoscenza oltre che uso, per la possibilità data a persone lontane dalla grande città di avere il panorama delle diverse tipologie di biblioteca, secondo cui la comunale ha un posto di tutta dignità, alla pari della storica Casanatense, della specializzata biblioteca del Conservatorio di S. Cecilia, della nazionale centrale Vittorio Emanuele II.

Tali biblioteche, oltre a dare la propria disponibilità a visite guidate per classi di studenti o gruppi di utenti, hanno ospitato, o in collaborazione elaborato, iniziative proprie: la Nazionale ha allestito in dicembre, durante l'annuale Fiera del libro, una piccola mostra di libri e documenti riguardanti la Bohème nel suo percorso dal romanzo all'opera, riservando successivamente l'organizzazione di una giornata sullo stesso tema. La biblioteca del Conservatorio, oltre che collaborare con la Nazionale, ha curato nella bella sala della Casanatense e assieme a quest'ultima, l'esecuzione tra splendidi arredi e mostra di libri antichi, di due concerti, il primo in dicembre, il secondo il 12 febbraio 1997, preceduti entrambi da una breve conversazione sui fondi musicali casanatensi dai quali sono tratte alcune composizioni in programma.

In questo caso, oltre che dalla disponibilità delle due biblioteche, l'organizzazione dei concerti è stata possibile grazie all'adesione di bravi gruppi musicali quali l'Associazione Choro Romani Cantores, Camerata Strumentale Romana e, a febbraio, dell'Ensemble Oktoechos.

Il panorama delle iniziative in programma fino a maggio 1997 prevede ancora, nel mese di aprile, un corso sulla catalogazione dei materiali sonori a favore dei bibliotecari dei comuni della provincia di Roma per lo sviluppo della sezione musicale.

Il Museo degli strumenti musicali e il Teatro dell'Opera di Roma, per alcuni versi, ambedue luoghi per la musica di memoria storica e sempre rinnovatesi, accolgono visitatori dai comuni e dalle scuole in gruppi organizzati, su richiesta.

Il progetto ha avuto bisogno di un grosso lavoro organizzativo per ottenere il convergere di forze diverse e soprattutto per realizzare un ponte che rendesse possibile l'offerta anche scambievole tra periferia e centro, tra comuni nell'ambito di un medesimo possibile bacino d'utenza e nello stesso comune da parte di forze diverse presenti al suo interno.

La difficoltà di contrastare una disaffezione, per così dire, storica e culturale nei confronti della biblioteca ha portato al tentativo di amplificare una iniziativa che, anche se ricca di valenze e significati, da sola poteva rischiare di cadere nel vuoto. Così anche debordare da un unico spazio, occupandone altri contigui, ha avuto più di una motivazione: la biblioteca di base, è non solo luogo deputato alla lettura, non solo è aperto a nuove possibili ipotesi culturali, ma spesso, e tanto più nei piccoli comuni, costituisce l'unica struttura potenzialmente o fattualmente aggregativa, dove convivono molteplici funzioni o generiche occasioni di stimolo culturale. In questo senso, la multimedialità offerta dalla mostra dà la possibilità di mettere in campo all'interno della biblioteca strumenti diversi finalizzati ad una unica strategia di cattura del lettore, che, tanto più se giovane, è soprattutto fruitore di musica. Da una ricerca sul consumo musicale fatta qualche anno fa, ma, visti i risultati del recente primo Salone della Musica di Torino, sicuramente i dati vengono più che confermati, il totale delle preferenze di fruizione da parte degli intervistati tra letteratura e musica andava senz'altro alla seconda, superando di un buon venti per cento il gradimento di letteratura, così come i dati relativi alla durata media tra ascolto e lettura davano al primo maggiore spazio. In più, rispetto a qualche anno fa, è senz'altro aumentata da parte dei giovani la conoscenza diretta della musica con il formarsi di gruppi musicali a diversi livelli di dilettantismo, così come, da parte delle stesse biblioteche, sono stati organizzati in più occasioni corsi per l'apprendimento di strumenti.

La multimedialità offerta e soprattutto l'ottica trasversale che ne è alla base costituiscono un ponte che la biblioteca, sofferente per una emarginazione culturale storicamente perpetuatesi e, di conseguenza, di solito limitata nella sua azione per problemi finanziari e di personale, lancia nei confronti delle altre iniziative che si svolgono all'interno dello stesso comune, fornendo un quadro di lettura (ancora una volta) per le iniziative musicali che animano la vita delle comunità locali e che rimangono scollegate da un unico discorso che investa tutta la storia della cultura.

La biblioteca comunale ha dunque messo in piedi un panorama articolato di iniziative coinvolgendo sia singoli cittadini esperti nell'uno o nell'altro campo, insegnanti, scuole e associazioni musicali, gruppi di volontari. Nel comune di Labico, addirittura il centro anziani si è messo in movimento andando a rispolverare qualche organetto e canzoni popolari dimenticate.

Fino a maggio la mostra rimane nel circuito di tali comuni e successivamente può essere richiesta alla Provincia di Roma, Sistema bibliotecario provinciale, via di Villa Pamphili, 84 - 00153 Roma. Tel.: 06/ 58567320, 06/58567342; fax: 58567221.


AIB attività delle sezioni - notizie dalle regioni. «AIB Notizie», 9 (1997), n. 1, p. 22-25.
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Copyright AIB, ultimo aggiornamento: 1997-02-09 , a cura di: Andreas Zanzoni