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Senza confini. Formazione e azione educativa del bibliotecario scolastico

di Antonella Braga ed Ermelinda Anzaldi


Il 13 e il 14 dicembre scorsi si è svolto a Padova un convegno internazionale di studi dal titolo "Senza confini: Scuola, Escuela, Ecole, School, Schule, Szkola. Formazione e azione educativa del bibliotecario scolastico", organizzato dal Dipartimento di Scienze dell'educazione dell'Università degli studi di Padova e dal Gruppo di ricerca sulle Biblioteche scolastiche, con il patrocinio e la collaborazione della Regione Veneto, dell'Assessorato ai Beni culturali della Provincia di Padova, dell'Assessorato alla Cultura e all'istruzione del Comune di Padova e dell'Associazione italiana biblioteche.
L'incontro è stato l'occasione per confrontare le diverse realtà delle biblioteche scolastiche di alcuni paesi europei e i percorsi formativi in essi vigenti per i bibliotecari scolastici.
Gli organizzatori, sotto la guida di Donatella Lombello, sono riusciti a riunire a Padova alcuni dei maggiori esperti del settore. Dalle relazioni degli ospiti europei è venuta ancora una volta la conferma dell'arretratezza della situazione italiana nel settore delle biblioteche scolastiche.
Mentre in Italia non esiste ancora una legge che stabilisca la costituzione delle biblioteche scolastiche, in altri paesi europei la legislazione scolastica prevede ormai da anni la presenza obbligatoria della biblioteca nelle scuole. In Polonia le prime leggi riguardanti le biblioteche scolastiche risalgono alla fine del '700. In Francia la normativa ministeriale per la costituzione dei CDI (Centri di documentazione e informazione) negli istituti di grado secondario è del 1962, mentre l'istituzione delle BCD (Biblioteche centri documentari) nelle scuole di primo grado è più recente. In Danimarca la legislazione scolastica del 1973 ha reso obbligatoria la presenza di una biblioteca in tutte le scuole di ogni ordine e grado. In Norvegia la riforma è più recente ed è partita dalle scuole primarie.
In Spagna la situazione è invece più simile a quella italiana, tuttavia, pur non esistendo ancora una legge o disposizione giuridica che contempli l'esistenza di biblioteche scolastiche, alcune comunità autonome (la Catalogna, le Canarie, la Galizia ed altre) hanno recentemente assunto iniziative per la costituzione e la promozione delle biblioteche scolastiche nel loro territorio. Nel 1995, inoltre, il Ministero dell'Educazione ha dato avvio a un programma di sviluppo delle biblioteche nelle comunità scolastiche da esso direttamente dipendenti (Madrid, Aragona, Castiglia-La Mancha, Castiglia-Le&#ograven). La situazione è, quindi, molto differenziata da zona a zona e in via di profonda trasformazione.
Per quanto riguarda il ruolo e i compiti attribuiti alla biblioteca scolastica - se si eccettua la Spagna dove la situazione è ancora in fase di assestamento - negli altri paesi europei si è ormai affermata la consapevolezza del ruolo didattico-pedagogico della biblioteca scolastica e della sua centralità nel processo d'innovazione della scuola. In Francia, ad esempio, tale ruolo è stato sancito a livello normativo sin dal 1962 ed è stato ulteriormente ribadito nel 1973. Un'analoga disposizione è stata assunta in Danimarca con la riforma della legislazione scolastica del 1993.
La definizione del ruolo non solo informativo e documentario, ma anche pedagogico, della biblioteca scolastica ha comportato la creazione di un nuovo profilo professionale per il bibliotecario scolastico e, di conseguenza, la progettazione di percorsi formativi specifici per tale professionalità.
In Francia, i bibliotecari scolastici sono tenuti a svolgere il doppio ruolo di responsabili di un centro di risorse multimediali e di insegnanti della "didattica della biblioteca", per avviare gli studenti alla ricerca documentaria. In Gran Bretagna, si insiste molto sulle competenze organizzative e manageriali del bibliotecario per la promozione e la gestione del servizio di informazione. In Germania e Danimarca al bibliotecario scolastico viene attribuita una pluralità di compiti. Nelle scuole tedesche gli addetti al servizio devono possedere insieme le caratteristiche del bibliotecario e quelle dell'educatore scolastico, partecipare al programma di lettura della scuola, organizzare iniziative culturali di vario genere, conoscere a fondo la letteratura infantile e giovanile, possedere buone competenze amministrative e pedagogiche per fare della biblioteca un luogo funzionalmente ed esteticamente tale da invogliare gli studenti a frequentarlo. I bibliotecari danesi devono, inoltre, essere "innovatori pedagogici" e operare come consulenti degli insegnanti per la progettazione dei programmi scolastici e la scelta dei libri di testo, fornendo informazioni bibliografiche aggiornate. In Norvegia si pone molta attenzione alle competenze nel campo delle nuove tecnologie informatiche e alle capacità del bibliotecario di "rendere visibile" la biblioteca, promuovendone l'immagine di "porta aperta sul mondo". A sostegno di tali iniziative, è stata svolta anche una propaganda pubblicitaria a livello nazionale, con manifesti murali e spots televisivi, per diffondere la consapevolezza dell'importanza delle biblioteche scolastiche.
Per quanto riguarda la formazione professionale, in Francia, nel 1989, è stato creato il "CAPES", un certificato di attitudine all'insegnamento secondario che ha conferito ai documentalisti uno statuto di insegnanti al pari dei loro colleghi delle discipline tradizionali. Nel 1991 sono stato istituiti gli IUFM (Istituti universitari di formazione degli insegnanti) che rappresentano il quadro istituzionale nel quale si effettua, nei due anni di corso, la formazione scientifica, didattica e pedagogica dei futuri documentalisti. In Gran Bretagna gli addetti alle biblioteche scolastiche devono possedere una specifica formazione biblioteconomica e documentalistica conseguita in corsi post laurea della durata di 3 anni o più e avere svolto un tirocinio nei luoghi di lavoro. In Norvegia esistono due possibili percorsi di formazione. Il primo, organizzato a Oslo, è un programma specifico per i bibliotecari scolastici della durata di circa due anni che prevede anche dei periodi di tirocinio nelle scuole. Il secondo, meno accurato, è offerto da alcuni enti locali che promuovono corsi più brevi e part-time per insegnanti sulla gestione della biblioteca. In Danimarca gli insegnanti che si occupano di biblioteca scolastica sono tenuti a frequentare un corso di base di 188 ore presso l'Istituto superiore di studi pedagogici di Copenhagen. Molto interessante è l'itinerario formativo dei bibliotecari scolastici in Germania che si svolge nelle università e nei colleges e che è stato modellato in modo specifico sui compiti e gli obiettivi attribuiti a tale professione.
In Spagna, invece, i corsi per bibliotecari scolastici non sono ancora stati istituzionalizzati. Tuttavia, sono stati promossi alcuni brevi corsi di formazione (30-60 ore) dall'Associazione professionale dei bibliotecari, dall'Associazione degli insegnanti o dalle biblioteche pubbliche. Anche la Scuola per bibliotecari di Barcelona, istituita nel 1925, non prevede una formazione specifica per bibliotecari scolastici, ma solo nozioni di letteratura infantile e scolastica.
Dalle relazioni sono emerse alcune difficoltà tuttora presenti anche nei contesti più avanzati.
In primo luogo, in quasi tutti i paesi esaminati, esistono ancora differenze significative fra le biblioteche delle scuole secondarie e quelle delle scuole primarie. In Francia, mentre l'organizzazione dei CDI può dirsi conclusa, quella delle BCD è ancora in via di completamento. Anche in Germania, sono ancora poche le scuole primarie dotate di biblioteca. Solo in Norvegia, la situazione è migliore nelle scuole primarie rispetto a quelle secondarie.
In secondo luogo, la percentuale di bibliotecari scolastici qualificati non è ancora del tutto soddisfacente. Secondo una recente indagine, in Gran Bretagna, solo il 40% degli attuali addetti possiede una formazione specifica. Il restante 60%, concentrato soprattutto nelle scuole primarie, risulta non adeguatamente preparato. Esistono, inoltre, differenze locali, fra regione e regione, in tutti i paesi esaminati.
Un ulteriore problema è dato dalla pluralità dei compiti attribuiti ai bibliotecari scolastici nelle diverse realtà europee. Come ha osservato giustamente Marisa Trigari, sarebbe necessario stabilire una gerarchia di priorità per evitare di costruire una figura professionale con "competenze universali".
Infine, molti relatori hanno rilevato l'esistenza di alcuni problemi legati alla gestione dei rapporti fra docenti e bibliotecari scolastici. Si è pertanto espressa l'esigenza di formare gli insegnanti alla consapevolezza del ruolo decisivo della biblioteca scolastica nel processo d'innovazione didattico-pedagogica.
Per quanto riguarda la situazione italiana, oltre a Donatella Lombello e Annamaria Bernardinis del Dipartimento di Scienze di educazione di Padova sono intervenuti: Luisa Marquardt, coordinatrice della Commissione nazionale Biblioteche scolastiche dell'AIB, Marisa Trigari della Biblioteca di documentazione pedagogica di Firenze, Rosanna Ghiaroni in rappresentanza del Ministero della pubblica istruzione, Giorgio Montecchi, docente di bibliografia e biblioteconomia dell'Università degli studi di Milano, Fausto Rosa, dell'Esecutivo nazionale AIB e Maria Luisa Ricciardi, responsabile del contratto stipulato dall'AIB con la Commissione europea nell'ambito del Programma IMPACT che impegna l'AIB in qualità di National Awareness Partner a organizzare una serie di iniziative per sostenere lo sviluppo del mercato dei prodotti e dei servizi di informazione elettronica. Sono state, infine, presentate alcune realtˆ locali, tra cui il Progetto Abbabourg dell'ITC "Abba" di Brescia (Claudio Bianchi), il rapporto fra biblioteche scolastiche e il sistema bibliotecario territoriale a Modena (Rita Borghi) e a Pescara (Dario d'Alessandro), la biblioteca del Liceo scientifico "Alvise Cornaro" di Padova (Marina Bolletti) e la Scuola per bibliotecari IAL di Brescia (Luigi Paladin).
In generale, pur riconoscendo la validità di alcune recenti disposizioni ministeriali, tutti i relatori hanno ribadito la necessità di interventi non sporadici e frammentari, finalizzati a una concreta iniziativa legislativa che preveda, anche in Italia, la presenza sistematica della biblioteca nelle scuole e un profilo professionale ben definito per i bibliotecari scolastici. La preside Rosanna Ghiaroni ha, inoltre, annunciato l'intenzione del Ministero di promuovere una nuova indagine conoscitiva sulle biblioteche scolastiche a livello nazionale nel corso del prossimo anno.
Per concludere è utile ribadire che, per continuare a partecipare a pieno titolo all'Unione Europea, il nostro paese non deve riordinare solo i conti pubblici, ma avviare anche profonde riforme istituzionali e culturali in alcuni settori strategici - primo fra tutti quello dell'istruzione - per consentirci di affrontare le sfide del XXI secolo con la stessa preparazione degli altri cittadini dell'Unione.


BRAGA, Antonella - ANZALDI, Ermelinda. Senza confini. Formazione e azione educativa del bibliotecario scolastico. «AIB Notizie», 9 (1997), n. 2, p. 10-12.
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Copyright AIB, ultimo aggiornamento: 1997-03-04 , a cura di: Andreas Zanzoni