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Una legge per le biblioteche italiane

di Rossella Caffo


Non è la prima volta che l'Associazione pensa a una legge per le biblioteche. Già nel 1991, dopo un'elaborazione durata due anni, venne presentato un progetto di legge quadro. In quegli anni l'affermarsi, a livello governativo, della politica dei piccoli passi fece sì che il progetto venisse accantonato.
Oggi il clima politico sembra riproporre le condizioni favorevoli per questa iniziativa. L'attuale fase sembra essere caratterizzata dalla intenzione di riformare e razionalizzare l'organizzazione e l'amministrazione della Stato, attraverso una serie di iniziative che mirano sia al riordino e all'accorpamento di competenze centrali, sia al decentramento di una serie di funzioni esercitate finora a livello centrale. In particolare vorrei sottolineare l'importanza della legge Bassanini n. 59 del 15 marzo 1997, Delega al governo per il conferimento di funzioni e compiti alle regioni ed enti locali, per la riforma della Pubblica amministrazione e per la semplificazione amministrativa, appena approvata in via definitiva, che prevede una radicale riforma dello Stato italiano e costituisce un quadro di riferimento fondamentale per qualunque altra riforma o provvedimento riguardi anche singole parti o funzioni specifiche che attengono in qualche modo alla pubblica amministrazione. Ma è anche importante il disegno di riforma della legge 142 (n. 2564, Misure urgenti per lo snellimento dell'attività amministrativa e dei procedimenti di decisione e di controllo), così come il progetto di riformare l'attuale Ministero per i beni culturali e ambientali per dare vita a un nuovo Ministero per i beni e le attività culturali.
Siamo quindi in presenza di una forte volontà di rinnovare lo Stato. Ci sembra pertanto arrivata la "grande occasione" anche per le biblioteche di inserirsi in questo più vasto e generale processo di riforma per tentare di dare finalmente assetto all'intero sistema bibliotecario nazionale alla luce delle nuove tendenze e dei nuovi criteri guida del decentramento e dell'autonomia, di una chiara definizione dei compiti e delle funzioni del livello centrale, delle regioni e degli enti locali.
Ma quali sono oggi gli obiettivi che una legge quadro per le biblioteche può ragionevolmente porsi ?
Il primo fra tutti è la realizzazione di una effettiva integrazione funzionale tra le biblioteche. La nostra storia ci ha abituati alla separatezza fra le istituzioni. La concezione della biblioteca come possesso, come patrimonio porta alla accentuazione delle individualità, la concezione della biblioteca come accesso, come servizio informativo porta con sé il superamento della separatezza e la necessità di lavorare in rete, laddove per rete non si intende solo la rete telematica.
Una legge quadro deve prima di tutto affermare che tutte le biblioteche, indipendentemente dalla loro appartenenza istituzionale, fanno parte di un tutto, di una rete, di un sistema bibliotecario, dove per sistema non si intende un'istituzione ma l'insieme delle biblioteche italiane coordinate tra loro in funzione del servizio. D'altra parte è su questo concetto di base che fondiamo l'identità professionale e l'unità della professione, pur con tutte le diverse sfaccettature e specializzazioni.
L'altro principio fondamentale che la legge deve affermare è il diritto all'informazione. In questa direzione deve creare le condizioni perché tutti i cittadini possano avere accesso in maniera semplice e amichevole alle fonti informative. Deve essere definito chiaramente che la missione principale delle biblioteche è il servizio informativo accanto alla promozione della lettura e alla diffusione della cultura.
In presenza dello sviluppo delle reti informative, della trasformazione dei modi di diffusione e di circolazione di informazioni e documenti le biblioteche, tradizionalmente impegnate nella mediazione informativa, devono affermarsi come protagoniste di questo cambiamento.
Al raggiungimento di questi obiettivi devono concorrere tutte le biblioteche, ciascuna realizzando la propria missione specifica. In relazione alla tipologia di appartenenza vanno infatti definiti chiaramente i compiti e le funzioni di ciascuna.
E' indubbio che la struttura portante del sistema è costituita dalle biblioteche pubbliche, quelle tradizionalmente vicine al cittadino e più capillarmente diffuse sul territorio. Per storia e cultura in Italia questo settore ha conosciuto uno sviluppo lento e stentato. L'istituzione delle regioni con il conseguente trasferimento ad esse delle competenze in materia di biblioteche di ente locale e di interesse locale (d.P.R. 3/1972) ha determinato una più diffusa presenza di biblioteche nel territorio. Tuttavia la situazione attuale registra, accanto a un nucleo forte di qualche centinaio di biblioteche pubbliche che si attestano a livello europeo, una grande maggioranza che versa in condizioni di debolezza e precarietà.
Per poter funzionare al meglio, un sistema, quale auspichiamo che sia quello bibliotecario, ha bisogno di sviluppare un buon livello in tutte le sue componenti. Si impone, accanto al rilancio delle biblioteche pubbliche, uno sviluppo efficace delle biblioteche scolastiche, oggi fortemente trascurate, un potenziamento delle strutture per lo studio e la ricerca, per la tutela e la valorizzazione del patrimonio bibliografico italiano antico e di pregio, uno dei più ricchi del mondo. Ma anche il potenziamento dei servizi e delle funzioni nazionali sono, come dicevamo, condizioni indispensabili per rilanciare e riorganizzare il sistema bibliotecario italiano.
La legge dovrebbe sopperire a un'altra carenza tipica della situazione italiana: la mancanza di una politica nazionale sulle biblioteche e quindi di un organismo di livello nazionale che rappresenti tutte le tipologie bibliotecarie ed eserciti le funzioni di indirizzo, coordinamento e controllo. Questo organismo, che potrebbe configurarsi come il Consiglio superiore delle biblioteche, dovrebbe essere una struttura fortemente caratterizzata in senso tecnico-scientifico.
La politica nazionale va perseguita anche attraverso istituti di cooperazione e collaborazione interistituzionale tra tutti gli enti che hanno competenza in materia di biblioteche, secondo il principio della sussidiarietà.
L'organizzazione dell'intero sistema bibliotecario richiede che vengano equilibrate le esigenze di coordinamento e programmazione con quelle di decentramento della gestione basata su più moderni principi di comunicazione e collaborazione fra lo Stato, le regioni, gli enti locali, secondo il modello proposto dalla legge Bassanini che prevede una suddivisione di responsabilità e un coordinamento tra lo Stato, le regioni, le province, le città.
Accanto al decentramento e alla cooperazione interistituzionale l'autonomia rappresenta un altro importante criterio guida. L'autonomia, gestionale e scientifica, sia pur con varie modulazioni, riguarda tutte le biblioteche, indipendentemente dall'amministrazione di appartenenza. Dal momento che si vogliono definire degli standard di servizio, si ritiene di dover anche indicare un modello gestionale che consenta la realizzazione di obiettivi e standard definiti, che dia la possibilità alle biblioteche di compiere una serie di scelte riguardanti i servizi e l'impiego delle risorse in relazione ai piani e ai progetti prefissati. L'autonomia è anche un modo per avvicinare il servizio agli utenti con la responsabilizzazione diretta di chi concretamente gestisce il servizio. Potranno in questo modo essere identificate con chiarezza le responsabilità, riconosciuti i meriti, scoperte le negligenze.
Infine una legge quadro sulle biblioteche deve affrontare l'annoso problema del riconoscimento della professione. La legge può costituire uno strumento importante per descrivere e definire i contenuti della professione e indicare i requisiti culturali e professionali e per l'accesso.
Il documento che verrà presentato nell'incontro del 23 aprile prossimo rappresenta un contributo per l'elaborazione di una proposta dell'AIB, contributo che tiene conto del dibattito interno che si è andato sviluppando su questo tema a partire dalle tesi di Viareggio.
I prossimi mesi dovranno vedere l'Associazione impegnata nella elaborazione di un testo da proporre al governo perché se ne faccia promotore. Riteniamo infatti che l'iniziativa governativa abbia maggiore forza rispetto all'iniziativa parlamentare. Bisognerà comunque seguire attentamente i tempi della attuazione della legge Bassanini per non rischiare di perdere l'importantissima opportunità di inserire la nostra proposta, o parti di essa, nel vasto processo di riforma che la suddetta legge si propone di realizzare.


CAFFO, Rossella. Una legge per le biblioteche italiane. «AIB notizie», 9 (1997), n. 4, p. 1-2.
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Copyright AIB, ultimo aggiornamento 1997-05-08 , a cura di: Andreas Zanzoni