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Ipotesi di una legge quadro per le biblioteche

Riportiamo una sintesi dei contenuti del documento conclusivo del Gruppo di lavoro sulla legge quadro, che era formato da Rossella Caffo, che lo coordinava, Gianni Lazzari, Anna Maria Mandillo, Igino Poggiali e Giovanni Solimine


Premessa
La legge Bassanini 59/1997 ha definito le procedure per un'incisiva trasformazione della pubblica amministrazione, mantenendo alla competenza statale solo pochi settori non delegabili (come la difesa, la politica estera, la moneta, la tutela dei beni culturali ecc.). Tra i decreti delegati che il Governo dovrà emanare entro pochi mesi, ci sarà anche quello che ordina il settore dei beni culturali e delle biblioteche. La riforma delle biblioteche non potrà non essere contestuale allo stabilizzarsi del quadro normativo ed istituzionale: la stessa idea di legge quadro, per la quale da tempo l'AIB si batte, potrà essere assorbita nei decreti delegati.
Ma la legge dovrà essere un'occasione per sistemare e razionalizzare l'esistente, per mettere ordine nello sgangherato sistema delle biblioteche italiane e ridefinire la funzione delle diverse tipologie di biblioteche nella società italiana? Oppure contenere i presupposti di un piano di sviluppo, per esempio riguardo all'edilizia, alle infrastrutture telematiche, all'uso delle reti e dei servizi di circolazione dei documenti, ai servizi nazionali e alla cooperazione, e fissare standard e requisiti minimi per le varie biblioteche? Ovviamente, più sono numerose le questioni implicate e più diviene ampio il lavoro di concertazione che andrebbe svolto coinvolgendo nella preparazione dell'articolato i vari soggetti istituzionali.

Princìpi generali
La legge deve ribadire il diritto alla conoscenza, alla formazione permanente, all'informazione e alla cultura, definendo le condizioni di esercizio di questi diritti, nonché le funzioni e i compiti delle biblioteche. Scopo della legge è quindi la disciplina degli strumenti e delle forme in cui la Repubblica garantisce tali diritti.
Tutte le biblioteche, a prescindere dalla loro appartenenza istituzionale, sono parti di un insieme organico e unitario. Parlare di "sistema" non vuol dire che si intende dar vita ad un nuovo organismo (una sorta di Ministero delle biblioteche), cui le biblioteche debbano afferire e che abbia qualcosa da gestire direttamente, mentre la legge si propone di raccordare le funzioni di servizio e di sviluppare l'autonomia delle singole strutture.

Assetto del sistema
Vanno definiti i confini di un sistema bibliotecario "allargato". Bisogna decidere, quindi, se le strutture che concorrono al raggiungimento degli obiettivi della legge sono solo le biblioteche e i servizi di documentazione, oppure se vanno esplicitamente citati altri servizi di informazione (uffici comunali per le relazioni col pubblico, reti civiche, centri informagiovani, ecc.).
Non va taciuta o annacquata la diversità delle strutture che fanno parte del sistema, ma bisognerebbe porre l'accento più sulla distinzione tra le funzioni che sulle pure e semplici tipologie (che potrebbero essere confuse con l'appartenenza istituzionale). La spina dorsale del sistema è costituita dalle strutture che i cittadini incontrano per prime nel momento in cui cercano di accedere alle informazioni e ai documenti, vale a dire le biblioteche pubbliche di ente locale.
Da questo assunto nasce un'altra questione molto delicata: se ai sistemi locali compete la programmazione e lo sviluppo dei servizi, ciò va armonizzato con le ipotesi di decentramento attualmente allo studio per le strutture del MBCA e con l'autonomia delle varie biblioteche.

Servizi nazionali
Uno dei settori su cui la legge non può limitarsi a raccordare l'esistente ma deve anche fare da motore dello sviluppo è certamente quello dei servizi nazionali. I servizi nazionali sono "per tutti", e sono proprio le biblioteche più piccole, più deboli e più periferiche ad avere maggiormente bisogno di una bibliografia nazionale completa e tempestiva, di cataloghi collettivi, di infrastrutture di rete, di servizi di fornitura delle registrazioni bibliografiche e di circolazione dei documenti, ecc.

Funzioni e servizi delle biblioteche
Fatte salve le competenze legislative e l'autonomia dei diversi soggetti, la legge dovrà stabilire alcuni princìpi generali, che tutti sono tenuti a rispettare e che vanno fissati in una "carta dei servizi": gratuità del servizio, imparzialità, pari opportunità per tutti, ecc. Per avvicinarsi ad un livello il più possibile omogeneo dal punto di vista qualitativo, bisognerà indicare quali sono le prestazioni che le biblioteche assicurano: collegando il discorso agli standard e ai requisiti minimi, si può anche pensare ad una certificazione e a un marchio di qualità.

Modalità di gestione e autonomia
Il principio dell'autonomia si applica a tutte le biblioteche, indipendentemente dall'amministrazione di appartenenza, perché è generale l'esigenza di superare la complessità e la rigidità di leggi e regolamenti, soprattutto quelli contabili, che rendono difficile una gestione agevole e soddisfacente dei servizi agli utenti.
Le ipotesi sulle quali riflettere vanno da un'autonomia piena e completa, comprensiva anche della gestione del personale, all'autonomia amministrativo-contabile che consente agli istituti di muoversi con agilità nella gestione delle risorse e nell'organizzazione dei servizi.
La proposta dovrà comunque acquistare credibilità e forza dall'individuazione chiara di criteri di scelta, legati sia alle dimensioni e alla tipologia delle biblioteche, sia agli standard e ai livelli di servizio (quantità e qualità) che le biblioteche stesse avranno raggiunto. Sono interessanti gli spazi offerti dall'art. 21 della legge Bassanini, dove per le istituzioni scolastiche è prevista la personalità giuridica e l'autonomia sulla base di "individuati requisiti dimensionali ottimali".

Organismi centrali
Si propone l'istituzione di un Consiglio superiore per le biblioteche, che non dovrebbe avere compiti di gestione diretta, ma solo di indirizzo e programmazione, e dovrebbe caratterizzarsi come organo tecnico scientifico. Esso è un organismo super partes, equidistante dalle varie amministrazioni che esercitano competenze in materia di biblioteche, che si occupa di programmare le grandi linee dello sviluppo del servizio bibliotecario, di formulare proposte e raccomandazioni in ordine ai percorsi formativi per i bibliotecari, i conservatori, i documentalisti, di seguire direttamente le attività interistituzionali e cooperative, di garantire il consolidamento delle infrastrutture dell'organizzazione bibliotecaria italiana e l'erogazione dei servizi nazionali, di coordinare i rapporti internazionali, di promuovere attività di studio e ricerca per la predisposizione di strumenti e progetti finalizzati all'espletamento dei propri compiti istituzionali.
Al Consiglio dovrebbero far capo la Conferenza Stato/Regioni (che dovrebbe diventare anche Stato/Città), la Conferenza permanente dei Rettori, i Comitati SBN e tutti quei comitati istituiti finora presso il MBCA con compito di concertazione delle politiche per le biblioteche e di studio di questioni che hanno una ricaduta su biblioteche di diversa titolarità. L'operatività del Consiglio è assicurata dal fatto che ad esso afferiscono direttamente tutti gli organismi che esercitano compiti di raccordo o funzioni nazionali (ICCU, ICPL, Discoteca di Stato, Biblioteche nazionali centrali, OPIB, Divisione Editoria, ISRDS, Commissione UNI-DIAM, ecc.).
Il Consiglio superiore può essere semplicemente il luogo in cui questi diversi organismi collaborano alla definizione di una politica nazionale per le biblioteche, la lettura, l'informazione e la documentazione. Altrimenti, in modo più efficace, può divenire un'unica grande agenzia organizzata in dipartimenti, in modo anche da superare la parziale sovrapposizione riscontrabile oggi fra alcuni di questi organismi. La legge Bassanini offre a questo proposito molti spunti interessanti, prevedendo, al fine della razionalizzazione amministrativa, sia l'accorpamento di enti o uffici che svolgono funzioni identiche o complementari, sia l'istituzione di organismi autonomi o amministrazioni centrali ad ordinamento autonomo.
All'interno del Consiglio - o accanto ad esso - potrebbe trovare posto una amministrazione autonoma della tutela, formata da un corpo di soprintendenti e ispettori. Pur trattandosi di una funzione di interesse nazionale, la tutela va esercitata in modo decentrato, attraverso organi tecnici con una chiara competenza territoriale: è questo un altro passaggio particolarmente delicato, tenuto conto del ruolo delle Regioni, del modo in cui esse hanno finora esercitato tali compiti e del fatto che la Bassanini ribadisce le competenze statali in materia di tutela dei beni culturali.

Strumenti per la cooperazione
In considerazione della molteplicità di enti e istituzioni da cui dipendono le biblioteche, e al di là della natura che avranno il Consiglio superiore e le sue funzioni di raccordo, si avverte la necessità di raccomandare nella legge il ricorso a convenzioni, accordi di programma e protocolli d'intesa, come strumenti per poter sviluppare e realizzare con la collaborazione e la cooperazione di tutti una gestione efficace dei servizi bibliotecari. Anche in questo caso è d'obbligo il richiamo alla legge Bassanini, la quale prevede l'individuazione di procedure e strumenti di raccordo strutturali e funzionali, anche in via permanente, tra i diversi livelli di governo e di amministrazione.
Ma il richiamo alla cooperazione non può essere soltanto una enunciazione di principio. Per evitare che il tutto rimanga affidato solo alla buona volontà dei cooperanti e per rendere efficace il ricorso a questi strumenti, ad essi andranno collegate forme di incentivazione, anche ma non solo finanziarie.

Personale
Va colta l'occasione per introdurre anche norme relative al personale. E non per opportunismo, ma nella convinzione che una legge quadro debba fissare anche i contenuti della professione - in tutte le diverse sfaccettature che essa assume, compresi gli aspetti più innovativi e le figure professionali emergenti - e le modalità con cui vi si accede. Sarà necessario un confronto tra le varie amministrazioni, allo scopo di aggiornare e riordinare in modo omogeneo i profili professionali esistenti e di definire i confini delle nuove professionalità richieste dal settore. Ciò anche come presupposto per poter prevedere in modo esplicito la mobilità tra amministrazioni diverse.


Ipotesi di legge quadro per le biblioteche. «AIB notizie», 9 (1997), n. 5, p. 2-3.
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Copyright AIB, ultimo aggiornamento 1997-05-22 , a cura di: Andreas Zanzoni