di Nicoletta Longo Campus
Maria Sciascia. Ci ha lasciato il giorno 8 agosto
1996. Per lunghi anni era stata Soprintendente bibliografica in
Liguria e poi per il Lazio e l'Umbria, dal 1959 al 1981. Molti
dei meno giovani ricorderanno il suo fattivo entusiasmo, la sua
viva personalità, che si traduceva in spontanea cordialità
di dialogo, e traspariva anche dallo sguardo acuto e sempre eloquente,
severo e critico, o ridente e arguto. La passione per il suo lavoro
di bibliotecaria, per la promozione della lettura, per il significato
sociale della professione ed insieme l'orgoglio del "conservatore"
hanno sotteso tutta la sua vita, ne hanno motivato l'impegno mai
stanco, sorretto dall'ottimismo della volontà anche quando
deprecava lucidamente il disinteresse delle amministrazioni, il
peso della burocrazia e tanta diffusa sordità per la cultura
del libro. Allegra, comunicativa, partecipe, aveva speso ardimento
e fantasia anzitutto nell'amatissima Liguria, dove promosse l'apertura
di molte biblioteche e trovò la più piena risposta
al suo operare, lasciando un duraturo affettuoso ricordo nei bibliotecari
liguri.
Dalla sede romana si prodigò anche per la valorizzazione
delle biblioteche dell'Umbria, in particolare le ecclesiastiche
con i loro preziosi patrimoni storici, e, nel Lazio, incrementò
la fondazione delle biblioteche comunali, il cui numero era esiguo,
e si impegnò con ferma energia nella formazione dei sistemi
bibliotecari di Latina e di Viterbo. Guidò poi la difficile
transizione della Soprintendenza dallo Stato alla Regione, trasformando
anche la "285" in una messe di occasioni valide. Collaborò
alla rinascita - e potremmo dire alla fondazione - del sistema
bibliotecario della città di Roma. Intraprese una campagna
di catalogazione delle cinquecentine, curò pubblicazioni,
riservò notevole attenzione alla tutela dei fondi antichi
ed alla formazione dei bibliotecari, che, dopo tanti anni, ancora
la rammentano con affetto, gratitudine e simpatia, non meno peraltro
di alcuni amministratori ancora in attività.
Il riconoscimento
e l'onore che le si devono tributare e la memoria della sua immagine
amica che molti richiameranno con sentimenti commossi, non saranno
certo diminuiti se al pensiero di lei affianchiamo quello di altri
bibliotecari di forte personalità che hanno operato nel
Lazio e ci hanno lasciati negli ultimi anni: il direttore della
biblioteca di Sabaudia, Feliciano Iannella, punto di riferimento
per i colleghi della provincia, instancabile tessitore di tante
iniziative nelle quali si intrecciavano cultura ed impegno sociale
e l'attenzione al territorio pontino; e Gianni Vaccaro, creatore
a Latina del più importante centro audiovisivo comunale
del Lazio, realizzato con caparbietà ed orgoglio, e modello
per varie altre strutture. Gianni Vaccaro, men che cinquantenne,
se n'è andato improvvisamente, nel maggio 1995, lasciando
un vuoto finora non colmato là dove operava ed il ricordo
della sua intelligenza, polemica ma vitalissima, e della fede
nel suo mestiere.