di Elisabetta Poltronieri
Con il seminario organizzato a Firenze il 26 giugno scorso, il
GRIS (Gruppo di ricerca sull'indicizzazione per soggetto) ha segnato
il suo primo appuntamento del '97 all'insegna di un cammino in
progress che dal progetto approda all'applicazione. L'incontro,
organizzato dalla sezione Toscana dell'AIB e destinato a focalizzare
una iniziativa di rilevante portata scientifica, si è qualificato
innanzitutto come tappa storica del Gruppo, giunto al suo secondo
seminario nazionale; evento che sottintende un percorso avviato
fin dal 1992, anno al quale risale il primo seminario votato alla
presentazione del progetto. Le premesse per un confronto ancora
più articolato sulle tematiche proposte dal GRIS sono state
avvalorate per un verso dall'illustrazione delle varie applicazioni
del metodo e per l'altro dalla recente pubblicazione della Guida
all'indicizzazione per soggetto, presentata a Trieste in occasione
dell'ultimo convegno dell'AIB. Non a caso, infatti, l'arco di
tempo intercorso tra l'uscita della Guida nel novembre scorso
e l'incontro di giugno ha maturato la riflessione e supportato
l'indagine critica sia degli assunti metodologici che dei risvolti
operativi delle linee guida fornite dal GRIS.
Un primo significativo traguardo del lavoro intrapreso è stato sottolineato da
Luigi Crocetti nell'intervento di apertura dal titolo emblematico
Usare Gris. L'allusione è al riconoscimento di una naturale
evoluzione dell'entità di GRIS da "soggetto"
ad "oggetto", per rifarci ai termini correntemente usati
nella Guida per designare le funzioni logiche dei concetti; il
che significa attestare il materializzarsi di una energia intellettuale
in contenuti prescrittivi In un breve excursus della sua vicenda
professionale, Luigi Crocetti ha tratteggiato la genesi del GRIS
quale metodo ufficiale di indicizzazione che ha preceduto l'elaborazione
di un corredo di stringhe. L'iter si sarebbe perciò rovesciato,
pur riconoscendo le distanze tra i due diversi strumenti, rispetto
a quanto avvenuto con il Soggettario del 1956, fondato sull'uso
di voci già coniate e utilizzate dalla Nazionale di Firenze
a partire dal 1925. Chiusa la parentesi evocativa, Crocetti ha
raccolto e rilanciato l'invito alla costituzione di un archivio
di stringhe, un campionario molto vasto da impiegare in una sperimentazione
guidata.
Alberto Cheti, coordinatore del GRIS, ha inaugurato il
ciclo degli interventi mirati a delineare la norma nei suoi molteplici
aspetti. La sua esposizione ha riguardato i principi che ispirano
la politica di indicizzazione del GRIS e le finalità dell'approccio
delineato dal Gruppo. Si è puntato in particolare sulla
definizione dell'analisi categoriale, caposaldo della metodologia
proposta che permea trasversalmente le tre fasi cardine del processo
di indicizzazione: l'analisi concettuale dei documenti, la costruzione
delle stringhe di soggetto e il controllo terminologico L'essenza
dell'analisi categoriale viene identificata in una relazione logica
di appartenenza che riconduce i singoli concetti a categorie generali.
Questa operazione di base si pone come pietra miliare della moderna
teoria dell'indicizzazione propugnata dal GRIS, volta a ridefinire
i requisiti del linguaggio di indicizzazione soprattutto in favore
di un impianto precoordinato e di soluzioni analitico-sintetiche.
In linea con gli indirizzi della moderna analisi per soggetto,
si situa dunque l'obiettivo di normalizzare il linguaggio chiamando
in causa l'applicazione di quei principi che rendano inattaccabile
uno strumento di indicizzazione da incongruenze e difficoltà
di impiego. Normalizzare si traduce quindi nel riflettere coerenza
e predittività, dove l'una assicuri conformità dell'indicizzazione
a regole esplicite e organiche e competenza dell'indicizzatore
nell'applicazione di tali regole, e l'altra introduca la necessità
di un'adesione del linguaggio a moduli espressivi coincidenti
con quelli formulati dall'utente in fase di ricerca. Proseguendo
sul filo delle proprietà relazionali tra termine e concetto,
Cheti ha illustrato infine le tre diverse accezioni in cui si
modula il principio di specific entry: specificità dei
concetti (grado di precisione con cui un concetto è espresso
in un linguaggio di indicizzazione), coestensione delle stringhe
(grado di precisione con cui il soggetto del documento è
espresso nella stringa) ed esaustività dell'analisi (relazione
tra enunciato di soggetto e contenuto concettuale del documento.
Il rigore logico osservato anche nella "stringa" degli
interventi ha individuato come successivo ambito di trattazione
quello della sintassi, corrispondente all'ordine di citazione
dei concetti nella stringa di soggetto. Il relatore, Stefano Tartaglia,
ha tracciato un quadro di riferimento teorico estremamente utile
ad assegnare giustificazione piena e valore certo di originalità
alle scelte proposte dal GRIS. Nell'alveo di una tradizione autorevole
che aveva già consacrato con Cutter il metodo dell'analisi
categoriale, il GRIS ha assecondato l'evoluzione della teoria
della soggettazione verso il riconoscimento delle proprietà
logico-sintattiche che legano i concetti. Vale a dire che da una
sintassi incline a privilegiare le relazioni semantiche tra i
termini ci si è volti a considerare l'ordine dei concetti
nella stringa sulla base della loro valenza logica in una determinata
frase, espressa da singoli ruoli di entità, azione, oggetto,
agente, beneficiario, ecc.
Fatta propria la centralità dei
rapporti logici tra i diversi elementi concettuali di una stringa,
il GRIS è passato a enumerare i quattro principi gerarchicamente
concatenati cui tener fede nella costruzione del soggetto: la
precedenza degli elementi nucleari (concetti chiave di un soggetto)
rispetto a quelli extranucleari (concetti utili a contestualizzare
gli elementi nucleari) nell'ordine di citazione, la relazione
uno a uno (principio di contiguità che tiene uniti i concetti
in forte relazione logica), la costruzione passiva (ordine dei
concetti in sequenza inversa rispetto a quella attiva, propria
del linguaggio naturale) e la dipendenza dal contesto (citazione
dell'ambito di riferimento di un concetto prima di enunciare il
concetto stesso). È utile precisare che proprio in virtù
di tali principi la filosofia del GRIS può inserirsi a
pieno titolo nelle elaborazioni teoriche più recenti, da
Ranganathan al Classification Research Group, nel comune intento
di riaffermare la significatività dei concetti sul piano
della loro dinamica logica nella frase.
Esaurita la trattazione
dei principi generali, dell'analisi concettuale e della sintassi,
gli ultimi due interventi della mattina si sono concentrati sugli
aspetti legati al controllo terminologico, riguardanti la forma
dei termini (morfologia) e la struttura del vocabolario. Andrea
Fabbrizzi si è soffermato sull'applicazione dei principi
morfologici affrontando, dopo aver offerto la definizione di termine
(rappresentazione di un concetto o riferimento ad una entità
individuale, come nel caso dei nomi propri), le tre aree critiche
relative all'uso del singolare e del plurale, alla scomposizione
dei termini composti e alla disambiguazione degli omografi. Particolare
approfondimento ha richiesto il tema dell'analisi dei componenti
strutturali dei termini composti, al fine di verificare la natura
delle relazioni che li legano e stabilire di conseguenza delle
regole di scomposizione. Eguale rilevanza ha assunto il trattamento
dei nomi propri, riguardo la scelta e l'ordine degli elementi
nella stringa, fermo restando il richiamo alle modalità
osservate per la compilazione delle voci nel catalogo per autori.
Daniele Danesi ha illustrato infine la parte strutturale del vocabolario,
sottolineando l'apporto normativo offerto dal GRIS sul piano della
morfologia, eletta ad elemento di raccordo tra il controllo terminologico
in cui rientra a pieno titolo e l'organizzazione semantica del
vocabolario stesso. Quest'ultima parte, riservata alla formalizzazione
delle relazioni semantiche (gerarchiche, associative, di equivalenza),
non ha trovato definitivo svolgimento nella elaborazione del GRIS,
ma prelude già all'applicazione di un modello di linguaggio
strutturato come il thesaurus, privilegiato rispetto al soggettario
per le caratteristiche di maggiore ricchezza e flessibilità
nella rappresentazione delle relazioni. Del resto, la metodologia
GRIS ha già guadagnato al suo attivo l'edizione di uno
strumento che sembra ormai aver superato gli scogli della sperimentazione:
il Thesaurus realizzato dalla biblioteca della Giunta regionale
toscana.
Delineato il disegno complessivo del GRIS da parte dei
suoi diretti artefici, il dibattito si è aperto prendendo
spunto da alcune delle stringhe di soggetto riportate a titolo
esemplificativo nella Guida e dalle motivazioni che ne hanno determinato
la formulazione in un senso piuttosto che in un altro. Si è
quindi reso evidente il margine di interpretazione che il singolo
indicizzatore si riserva di adottare nella costruzione delle stringhe,
adducendo plausibili ragioni anche in favore di scelte dissimili
da quelle "ufficiali". Sollecitato dall'orientamento
della discussione, Diego Maltese è intervenuto con una
nota tecnica sulle radici storiche del GRIS riconducibili alla
filosofia degli operatori di ruolo previsti dal PRECIS; ha inoltre
ritenuto attuabile e giustificata l'inversione di ordine nella
stringa tra beneficiario ed oggetto di una data attività,
scostandosi da un rigoroso rispetto dell'ordine di citazione,
pur sempre assicurando piena intelligibilità all'enunciato
di soggetto. La proiezione della metodologia GRIS nella pratica
del lavoro effettivo di indicizzazione ha trovato pieno riscontro
in un discreto numero di biblioteche dell'area toscoemiliana.
Si è costituito in tal modo un certo feedback utile a sostanziare
gli sviluppi dell'elaborazione teorica. Nel repertorio delle realizzazioni
attuate per esteso o parzialmente, particolare rilievo assume
la sperimentazione in programma presso la Biblioteca nazionale
centrale di Firenze, delineatasi in base ad accordi fissati con
il Gruppo. L'attività interesserà un certo numero
di monografie acquisite per diritto di stampa, al fine di ricavare
un archivio di stringhe di soggetto e correrà parallelamente
al lavoro istituzionale della BNI basato sull'utilizzo degli strumenti
tradizionali già in uso (normativa ISO e Soggettario).
In tal modo sarà favorita la valutazione critica del metodo
GRIS anche in rapporto alle modalità della soggettazione
tradizionale.
Variamente articolati i contesti di applicazione
della norma nelle altre biblioteche aderenti al circuito della
sperimentazione. Il servizio bibliotecario senese, comprendente
un nutrito gruppo di biblioteche di facoltà, documenta
un'attività seminariale di formazione del personale che
ha favorito la costituzione di gruppi di lavoro attivi nella discussione
sulle stringhe da adottare (18.000 quelle attualmente censite
nell'archivio bibliografico). L'esperienza nell'ateneo senese
prelude inoltre ad un'analisi dell'impatto esercitato sull'utenza
da una ricerca per soggetto secondo le specifiche GRIS. Sempre
sul versante universitario, ma su posizioni ancora distanti da
una sperimentazione ufficiale, si collocano le biblioteche dell'ateneo
fiorentino in cui la resistenza all'adozione del GRIS si è
manifestata, in quelle di area umanistica, in nome della fedeltà
alla soggettazione tradizionale. A determinare questo effetto
frenante che non ha escluso comunque un esercizio di riflessione
sulle ragioni innovative della norma, è stata soprattuto
la scelta sintattica propugnata dal GRIS. Rimane tuttavia la volontà
di aprirsi al confronto dimostrata anche da iniziative intraprese
di recente, come lo studio sull'efficacia dei linguaggi precoordinati.
Una situazione di confine viene definita quella vissuta dalle
biblioteche dell'università di Bologna non ancora entrate
nella sperimentazione, ma partecipi di esperienze formative sui
temi della cooperazione e della indicizzazione automatizzata.
La condivisione delle tesi sostenute dal GRIS scaturisce dal riferimento
ai concetti di precoordinazione, di specificità e di combinazione
dei ruoli. A non agevolare invece l'adozione di un nuovo codice,
restano la tipologia composita delle biblioteche (universitarie
e di ente locale) e un certo fronte di conservatorismo. Fattori
di ordine tecnico, inoltre, non consentono al software che regola
l'OPAC di visualizzare in maniera soddisfacente le relazioni tra
i termini, senza contare che un patrimonio rassicurante attestato
già su 110.000 stringhe difficilmente potrà piegarsi
a nuovi criteri di formulazione. Di ambiente GRIS integrato si
parla invece a proposito della biblioteca della Giunta regionale
toscana che ha beneficiato della sperimentazione parallelamente
alla stesura della normativa confluita nella Guida. Si è
trattato di una biblioteca laboratorio che ha registrato al suo
attivo oltre 10.000 stringhe firmate GRIS. Altre testimonianze
sono giunte da singole biblioteche sempre dell'area toscana. La
Forteguerriana di Pistoia ha effettuato un innesto di soggetti
stile GRIS su un corpus di voci di vecchia fattura improntato
ai criteri del Soggettario di Firenze, denunciando conseguenti
problemi di compatibilità. Da segnalare inoltre, nella
medesima biblioteca, l'estensione del nuovo modello di indicizzazione
alle raccolte di carattere locale.
La biblioteca di Scandicci
infine ha prospettato la possibilità di applicare la tecnica
dell'indicizzazione per soggetto al materiale d'archivio, tradizionalmente
ordinato per istituzioni e non per materie. Il progetto intende
utilizzare il GRIS come struttura e il Soggettario di Firenze
come vocabolario, traendo sostegno da un'esperienza analoga condotta
presso l'archivio storico del Comune di Firenze che ha interessato
60.000 fascicoli.
Le osservazioni da trarre a margine delle esperienze
riferite riguardano l'esistenza di un raccordo tra vecchi strumenti
e nuovi sistemi di indicizzazione, la validità dell'esercizio
critico sulle esperienze condotte e la coesione nel lavoro di
gruppo come forma vincente di crescita professionale. Di particolare
impulso nell'istituzione di un comportamento attivo verso le problematiche
della catalogazione semantica è stata inoltre l'azione
delle biblioteche universitarie. In chiusura di giornata, Alberto
Petrucciani ha ripercorso le linee politiche del progetto GRIS
e gli sviluppi del dibattito apertosi a seguito degli interventi,
ricavandone in primis la necessità di considerare l'accesso
per soggetto all'informazione come un aspetto fondante del servizio
al pubblico. Fissato questo indirizzo, si impone il consolidamento
delle procedure standard cui uniformare l'attività di indicizzazione,
per garantire l'impiego di una metodologia economica e collaudata
che costituisca un patrimonio di esperienze diffuse e condivise.
In questa direzione confluiscono le aspettative per gli esiti
della sperimentazione presso la Biblioteca nazionale centrale
di Firenze, utili a delineare il corso ulteriore della ricerca
e a proporre nuovi modelli di applicazione. Il discorso si estende
quasi inevitabilmente al tema della professione che sta maturando
nuovi interessi e crescente sensibilità di fronte ai mutamenti
in atto. Lo dimostra il clima di comprensione suscitato in risposta
a problematiche comuni nella pratica di lavoro e la consapevolezza
del ritardo tecnologico e della povertà di risorse che
purtroppo condizionano ancora le scelte di molte biblioteche.