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IFLA '97 Conference of Copenaghen

di Mauro Guerrini


Dal 31 agosto al 5 settembre si è tenuta a Copenaghen la IFLA '97 Conference. In realtà i termini cronologici sono stati più ampi perché i membri di numerose commissioni e gruppi di lavoro si sono riuniti anche nei giorni precedenti e successivi. Circa 1.500 i nomi che compaiono nella lista dei partecipanti (purtroppo piena di errori e inesattezze) e altrettanti, forse il doppio, coloro che si sono iscritti in ritardo o direttamente al congresso, chi per uno e chi per più giorni. Numerosi anche i newcomers, riuniti la mattina del primo giorno nell'Auditorium per essere istruiti sullo svolgimento dei lavori e la sera alla Main Public Library di Copenaghen per fare conoscenza durante il ricevimento offerto dal suo direttore. Discreta ed efficace la regia della presidenza dell'IFLA che presenta il medesimo cerimoniale in tutti i congressi, con minime varianti dovute a esigenze locali. Efficiente la gestione del Bella Center, un contenitore enorme, a una decina di chilometri dal centro e ad esso ben collegato tramite shuttlebuses e buses di linea, con numerosi ristoranti, negozi, ufficio postale. Efficiente e cordiale la numerosa schiera dei volontari (oltre un centinaio), quasi tutti bibliotecari danesi, a disposizione dei partecipanti per informazioni generali e prenotazioni di visite guidate alle biblioteche, momento integrante di ogni congresso IFLA.
Ampia e ben organizzata la exhibition, con oltre trecento espositori. Gli italiani iscritti (ovvero coloro che lavorano in Italia, nella Città del Vaticano e in organismi internazionali con sede in Italia) sono risultati 32, a cui vanno aggiunti altri due membri che operano in istituzioni internazionali fuori d'Italia. L'IFLA Conference ha uno svolgimento che può apparire dispersivo: sei, sette, addirittura dieci commissioni o gruppi di lavoro si riuniscono contemporaneamente in sale diverse a discutere di catalogazione, di pubblicazioni ufficiali, di management, di biblioteche per ragazzi, di editoria, di storia delle biblioteche, ecc.; lavori che iniziano alle 9 e proseguono ininterrottamente fino alle 17 o alle 18, quindi ricevimenti serali dal ministro della cultura, dal sindaco, dal direttore della biblioteca nazionale, ecc., con cene talvolta ricche e talvolta piuttosto parche. Grande occasione di incontro e di conoscenza personale con bibliotecari famosi e meno noti, in un clima di grande cordialità e solidarietà, nella consapevolezza di appartenere a una comunità che gioca un ruolo sociale determinante. Gli statunitensi e i britannici partecipano a tutte le commissioni e ricoprono i principali incarichi negli Standing Committees e negli Executive Committees; seguono i francesi, quindi gli australiani, i canadesi, i tedeschi; più distanziati i russi, i membri dei paesi minori dell'Europa del Nord e dei paesi dell'Europa dell'Est, i giapponesi, gli spagnoli, i portoghesi, i membri dei paesi africani, asiatici e dell'America latina. E gli italiani? Una relazione di un dirigente regionale, una presentazione di un progetto internazionale da parte di un docente, una presentazione di un commerciante di servizi per biblioteche. Assenti dagli Standing Committees (nessun presidente, nessun segretario, solo una bibliotecaria ha ricoperto questo incarico qualche anno fa), assenti dal progetto authority control, assenti dall'UBCIM Programme, assenti dai dibattiti pubblici delle commissioni (i più motivati vanno "a sentire" ciò che si dice), assenti dalla Exhibition, nessun ricevimento all'ambasciata italiana.
Cosa fare? Il punto 6 del programma "Per la biblioteca del cittadino ..." è molto chiaro: "L'AIB deve rafforzare le sue relazioni con l'IFLA", istituendo "una speciale task force" per "sostenere le biblioteche che intendano partecipare ai programmi europei" e, direi, internazionali. C'è molto da lavorare: l'Italia – membro del G7, quinto o sesto paese più industrializzato del mondo – non ha una politica bibliotecaria internazionale, non partecipa da troppo tempo in modo attivo e continuato ai programmi IFLA. L'assenza di una politica internazionale dipende certamente dall'assenza del sistema bibliotecario nazionale (un arcipelago, piuttosto che un sistema, com'è stato definito) e dalla debolezza della nostra associazione. Se vogliamo che il congresso del 2003 si svolga in Italia è indispensabile dimostrare che la professione, nelle sue varie ramificazioni, sta cercando di fare un salto di qualità anche nelle relazioni internazionali.


GUERRINI, Mauro. IFLA '97 Conference di Copenaghen: brevi considerazioni a margine. «AIB notizie», 9 (1997), n. 9, p. 3.
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Copyright AIB, ultimo aggiornamento 1997-10-23 , a cura di Andreas Zanzoni