di Elisabetta Forte
Il XLIII Congresso dell'Associazione
italiana biblioteche ha avuto, nei tre giorni del suo svolgimento,
motivi forti per richiamare ad una attenta e attiva partecipazione,
nonostante alcune defezioni di politici e amministratori: verrebbe
però quasi voglia di sottolineare che l'uditorio, privato
di alcuni interventi, quindi senza l'obbligo o il rischio di soggiacere
a eventuali saluti di circostanza, ha potuto essere immediatamente
portato al cuore del problema. Resta comunque il rammarico per
la mancata risposta di alcuni amministratori locali (il sottosegretario
La Volpe previsto per la prima giornata ha comunque poi raggiunto
il congresso) alle domande contenute nella relazione del presidente
dell'Associazione, Igino Poggiali, ma anche a quelle del presidente
della Sezione Campania, ospitante, Maria Cristina Di Martino.
Una relazione quest'ultima che ha rivendicato la valenza nazionale
e complessiva del risveglio del Mezzogiorno e di Napoli in particolare:
un risveglio che è partito proprio dalla cultura e che
non può vedere escluse le biblioteche che, anzi, attraverso
e grazie al piano d'azione "Mediateca 2000", devono
partecipare e vincere la scommessa di lunghi anni di gap
strutturale con il Nord facendo il futuro, presente. Il 29 ottobre,
in una Napoli percorsa da condizioni meteorologiche difficili,
anzi tempestose, in un clima che induceva a restare insieme nella
sede della Mostra d'Oltremare, dopo Maria Cristina Di Martino,
si è passati all'ampia, articolata, politica, relazione
del presidente Igino Poggiali.
Una relazione per punti che
ha aperto la tradizione congressuale di un direttivo che si pone
obiettivi impegnativi e che chiede all'Associazione e ai soci
un pronunciamento e una presenza attiva nelle sedi di lavoro,
nelle realtà locali e nazionali, con autonomia propositiva
e consapevolezza del ruolo nelle strutture di cui si è
parte, per i compiti assegnati al bibliotecario: primo fra tutti
quello di intermediario di informazione, di conoscenza e infine
di cultura.
Della relazione del presidente
sono stati dati in sede di editoriale ampi stralci, che consentiranno
anche ai bibliotecari non presenti a Napoli di conoscerla ed eventualmente
di esprimersi anche nella speranza che ciò diventi occasione
di un colloquio fattivo a più voci.
Ritornando al resoconto della
prima giornata congressuale corre l'obbligo di ricordare la presenza
di Renato Nicolini, assessore all'Identità del Comune di
Napoli, il cui intervento, sicuramente "nell'alveo"
nicoliniano, non ha fatto mancare una voce sensibile alla cultura.
La mattina del mercoledì
si è conclusa con l'intervento di Pier Giorgio Perotto
della Sogea che, fin dal titolo, ha associato all'ormai consueto
"biblioteche e nuove tecnologie", un sottotitolo: "centri
di sapere per il nuovo millennio", sottolineando il valore
aggiunto delle nuove tecnologie associate alla diminuzione dei
costi dei supporti di archiviazione. Perotto si è soffermato
principalmente sulle reti di comunicazione e telecomunicazione
esistenti e possibili e sulla necessità di una sempre maggiore
codificazione dell'informazione veicolata dalle stesse reti. Le
reti esistono e insistono su schemi di linguaggi che oggi trasferiscono
ancora, principalmente, dati da una struttura e che sono in realtà
la stessa struttura trasferita: il domani, già in parte
oggi, renderà oggetto e soggetto della comunicazione la
sola informazione, nucleo della più volte citata biblioteca
virtuale. Il pensiero corre a Internet ma Perotto va oltre e pensa
alla NGI annunciata da Clinton, la Next Generation Internet Initiative,
una rete del tutto nuova e di possibile utilizzazione bibliotecaria.