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Gli standard tecnici

di Elisabetta Poltronieri


In una sessione laterale del Congresso, nel pomeriggio del 30 ottobre, si è tenuto un incontro dedicato agli standard tecnici, rivolto ad illustrare la normativa di interesse per la professione, codificata negli standard nazionali e internazionali. Animatore dell'iniziativa è stato un Gruppo di lavoro coordinato da Eugenio Gatto, di cui fanno parte anche Alessandro Corsi, Stefania Manzi e Antonio Scolari, concordi nel richiamarsi alla costituzione del tutto informale del Gruppo stesso e intesi a condividerne lo spirito a favore di una larga informazione su una materia di emergente attualità (Library and information science standards). L'intento è quello di utilizzare le modalità di presentazione del Web, nell'ambito del sito dell'AIB, per offrire degli "esempi di lavoro", vale a dire delle schede informative riservate ai singoli standard di interesse biblioteconomico. È sembrato questo il modo più efficace per domare l'intricata materia della normativa tecnica: distenderla nel suo habitat più naturale, tra quei fili del Web annodati a guisa non tanto di simmetrica ragnatela, quanto di corposo groviglio.
I contenuti delle schede (le prime quattro già disponibili in rete all'indirizzo https://www.aib.it/aib/lis/std/) sono organizzati in una griglia di "campi" corrispondenti al nome dello standard, (trattato in forma acronimata e per intero) allo scopo, alla descrizione, alle applicazioni e a una bibliografia specifica. Come tentativo iniziale di inquadramento tematico delle schede è stato introdotto lo schema di classificazione della letteratura professionale italiana (LPI) utilizzato dal «Bollettino AIB».
Ad ottenere gli onori di una presentazione per esteso nel corso dell'incontro è stato il Dublin Core Metadata, uno standard catalografico di crescente interesse costituito da quindici elementi descrittivi, concepito per un'agile catalogazione delle risorse in rete. Si tratta di uno strumento di codifica semplice e flessibile che ben testimonia l'esigenza di identificare, ordinare e recuperare in modo circostanziato l'informazione in Internet. Il profilo innovativo di questo standard, di facile impiego soprattutto per i produttori dell'informazione, non necessariamente esperti in campo catalografico, si riconosce nella sua identità intermedia tra la rigorosa impalcatura del formato MARC e la generica catalogazione delle risorse fornita dai motori di ricerca in rete. Il discorso sul Dublin Core si è prestato inoltre a introdurre il concetto di metadati, cioè dell'informazione riferita ad altra informazione come è nella natura stessa dell'attività catalografica, diretta questa volta a incasellare e strutturare in una veste meno formale i flussi informativi digitali. Senza alcuna volontà di travolgere la pratica della catalogazione tradizionale, i dati contemplati dallo standard vanno a ricalcare alcuni di quelli comunemente noti al catalogatore, come, ad esempio, il titolo, l'autore, il soggetto, l'editore, integrati da campi inediti come quello riservato al copyright o ai caratteri univoci di identificazione della risorsa (URL). A proposito di quest'ultimo elemento della descrizione, è stato accennato a due linee di sviluppo: l'individuazione di una sintassi generica e la costituzione di un indirizzo permanente delle pagine in rete (PURL=Persistent URL).
Le altre schede redatte finora riguardano, oltre Dublin Core, ISBD (ER), UNIMARC e Z39.50, solo le prime di un archivio che gli autori del Gruppo espressamente invitano a incrementare, auspicando tra gli interessati una forma attiva e continua di collaborazione.
Proseguendo nell'articolazione dello spazio Web così come è stato concepito dal Gruppo, si incontrano un indice alfabetico di acronimi e alcune tavole riassuntive che raggruppano in una suddivisione ancora di massima le diverse sezioni (vocabolari, rappresentazione grafica del linguaggio, bibliografia e documentazione, ecc.) entro cui si trova riportata l'indicazione dei vari standard descritti nelle schede analitiche.
Sembra naturale concludere che l'azione pilota di questo Gruppo di lavoro contribuirà a destare le motivazioni della professione bibliotecaria nei confronti di un dominio, quello degli standard tecnici, tradizionalmente assicurato all'intervento degli informatici.


POLTRONIERI, Elisabetta. Gli standard tecnici. «AIB Notizie», 9 (1997), n. 11, p. 8.

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Copyright AIB, ultimo aggiornamento 1998-01-08 , a cura di: Andreas Zanzoni