di Mauro Guerrini
Si è concluso il XLIII
Congresso: partecipazione ampia, tempo inclemente (freddo, pioggia
e Grecale: eravamo a Napoli?), contenitore bisognoso di restauro
radicale, sala di Bibliotexpo buona e in posizione ottimale, impossibilità
di inviare un fax o una e-mail, bar decente, ristorante
non proprio esemplare di una capitale culinaria come Napoli, con
apertura dalle 14 alle 16, ma con possibilità di infilzare
qualcosa dalle 14,05 alle 14,25 e con un menu imposto a L.27.500,
cena di gala decente (ottimo il babà, ma ha ancora senso
una cena formale?); collocazione negli alberghi molto variegata:
chi ha potuto godere lo stupendo centro e potuto rientrare in
albergo a piedi e chi ha potuto godere lo stupendo centro e dovuto
rientrare in albergo in taxi, giacché il servizio di bus
partenopeo per le scuderie di Agnano cessava dopo "un'incerta
ora", nessun servizio di shuttle, inizio dei lavori
del primo giorno alle 11,43 (avevo letto alle 10); applausi convinti
alla relazione del presidente, paragonata da un socio d'onore
a quelle di Renato Pagetti, gestione impeccabile ed efficace dell'assemblea
dei soci, che finalmente ha approvato a larghissima maggioranza
il codice deontologico, il codice di comportamento e il regolamento
di disciplina con almeno quarantacinque anni di ritardo (ma il
primo congresso risale al 1931), piacevole la mostra sul Primo
congresso mondiale delle biblioteche e di bibliografia (Roma,
Firenze, Venezia, 1929) ed efficace la cartolina con il logo Roma
for IFLA 2003; assenza di delegazioni ufficiali di associazioni
professionali di altri paesi (ad eccezione della Svizzera), presenza
contenuta dei bibliotecari delle biblioteche statali per l'oramai
annoso problema della mancata concessione del nulla
osta ministeriale, nessuna visita programmata alle biblioteche
partenopee e campane, assenza della ministra per le pari opportunità,
probabilmente defatigata dall'entusiasmante discussione che si
è svolta sul video degli aib-curisti oppure offesa dalla
presidentessa della sezione campana che, in apertura dei lavori,
l'ha incautamente qualificata al maschile - così come compariva
nel programma ufficiale (la presidentessa sarà richiamata
ai valori del politically correct dalla probamulier
Susanna Giaccai, assente giustificata); convinzione finale di
poter contare su un gruppo dirigente qualificato, determinato,
unito, consapevole dell'incarico ricoperto e in grado di condurre
la nave AIB in mare aperto e in acque internazionali (magari dopo
averla sottoposta a un rimessaggio profondo) e in grado di inibire
navi pirata anche solo da ipotesi di abbordaggio palese o camuffato;
ringraziamento sincero ai soci campani per la fatica organizzativa,
in una città che sta lottando per un futuro che si ricolleghi
al suo grande passato.
Vorrei che il congresso di
Genova inaugurasse uno stile mutuato da quelli di altre associazioni
europee, dell'ALA e dell'IFLA. Il partecipante dovrebbe sapere
a chi rivolgersi dal momento in cui decide di intervenire al momento
in cui rientra alla propria sede, avere informazioni su come raggiungere
l'albergo assegnato, trovare il calendario dei lavori ben esposto
in albergo, all'ingresso del palacongresso, nei pressi della segreteria
e di ciascuna sala, disporre di uno spazio in cui incontrare colleghi
per discutere temi particolari, chi partecipa per la prima volta
e il non socio dovrebbero trovare materiale specifico in cartella
(ad esempio, lo statuto, il codice deontologico, ecc.). Gli interventi
dovrebbero essere contenuti entro i quindici minuti e consegnati
alla segreteria per essere distribuiti a richiesta, le sedute
dovrebbero durare non oltre due ore. I lavori dovrebbero svolgersi
per commissioni, l'assemblea plenaria, di norma, dovrebbe
riunirsi in apertura e in chiusura. Le commissioni dovrebbero
dare prova di responsabilità, relazionando sul lavoro svolto
e illustrando lo stato dell'arte nel settore di loro pertinenza
(ad es., per la catalogazione: AACR2 in italiano, ISBD(ER), draft
di ISBD(M) concise edition, traduzione di DDC 21, DDC 13, sviluppo
di GRIS, Voci di soggetto: aggiornamento 1986-1996, ...):
quante commissioni hanno lavorato davvero in questi ultimi anni?
A chi hanno dato conto dell'attività svolta? Sono inoltre
convinto che questa formula favorirebbe la partecipazione al dibattito,
assente da tempo (consenso silenzioso o indifferenza al tema trattato?).
Momento d'informazione potrebbero essere anche incontri collaterali
promossi da agenzie commerciali, case editrici e riviste che si
rivolgono al mondo bibliotecario. OCLC, ad esempio, da anni promuove
ai congressi IFLA un incontro per illustrare i propri progetti
editoriali che incontra l'interesse di molti bibliotecari. Il
congresso si configurerebbe così come un'occasione di informazione
e di incontro fra persone che condividono un progetto, quindi
come un'occasione di crescita professionale. Ciò non significa
che il congresso non abbia un tema specifico su cui invitare al
confronto soci ed esperti. Considero, inoltre, indispensabile
un maggiore contatto con il territorio e la valorizzazione di
iniziative locali. La presidenza vorrebbe scegliere in futuro
come sede congressuale una città in cui sia stata aperta
o ristrutturata di recente una biblioteca: mi sembra una buona
idea. Ritengo necessario, infine, una maggiore raccordo con le
associazioni europee che dovrebbero essere invitate regolarmente
(e, di converso, la nostra associazione dovrebbe partecipare istituzionalmente
ai loro congressi; quest'anno l'AIB era presente per la prima
volta al congresso dell'associazione slovena). Nessuna imitazione
pedissequa di comportamenti altrui, bensì la volontà
di parlare lo stesso linguaggio dei colleghi internazionali, nello
stile come nei contenuti, così come fece oltre due secoli
fa Carlo III di Borbone quando volle costruire il Palazzo Reale
di Caserta, progettato da Luigi Vanvitelli con l'occhio rivolto
a Versailles e alla tradizione alta dell'architettura italiana.