di Giulia Visintin
Nel corso del secondo Salone della Musica di Torino
il gruppo italiano dell'Associazione internazionale delle biblioteche,
archivi e centri di documentazione musicali (IAML-Italia) ha organizzato
una tavola rotonda intitolata Dalla biblioteca alla mediateca:
nuovo rapporto tra editoria e biblioteca musicale alla luce della
nuova legge sul deposito legale. L'incontro si è svolto
nel pomeriggio del 20 ottobre scorso: ha visto una ridottissima
presenza di pubblico, ma una inversamente proporzionale concretezza
nei discorsi degli intervenuti, che induce a considerarlo un primo
fattivo passo per un'azione comune fra editori e bibliotecari.
Il punto di partenza della discussione era la proposta di legge
sul deposito obbligatorio attualmente in discussione al Parlamento,
in particolare per quel che riguarda la musica a stampa. Date
le dimensioni della riunione, il tono del dibattito ha preso subito
l'andamento pacato di una conversazione, nella quale ha perso
senso la distinzione fra oratori ufficiali e interventi del pubblico.
Hanno fatto sentire la propria voce due musicologi: Alberto Basso,
che figurava come moderatore e che può vantare una lunga
esperienza di bibliotecario presso il Conservatorio di Torino,
e il compositore Gilberto Bosco. Per il mondo dell'editoria hanno
parlato Cristiano Ostinelli di Casa Ricordi, Gianni Rugginenti
dell'editrice omonima, Giorgio Vitali e Nandi Ostali della Casa
musicale Sonzogno. Per il mondo delle biblioteche, infine, sono
intervenuti tre membri del gruppo IAML Italia: Agostina Zecca
Laterza, Massimo Gentili Tedeschi e Federica Riva.
Per quel che riguarda la proposta di legge in senso
stretto è stata apprezzata la riduzione della quantità
di copie da depositare, da cinque a tre, ma sono state espresse
differenti valutazioni sulle sedi più adatte ad ospitarle.
La destinazione della copia per l'archivio nazionale del libro
alla Nazionale di Firenze ha offerto il destro per considerazioni
amare sulle difficoltà per un'unica istituzione di custodire
documenti eterogenei e bisognosi di speciali cure. Sulla terza
copia, invece, si sono prospettate soluzioni differenti, accomunate
dal desiderio di riservare alla musica stampata sedi che garantiscano
del pari la prossimità agli studiosi del settore e un trattamento
che non si perda nel limbo del materiale minore al quale le biblioteche
generali spesso relegano questi documenti.
Ma il punto su cui si sono incentrati quasi tutti
gli interventi è stato il bisogno, sentito in misura uguale
da editori e bibliotecari, di migliorare la diffusione delle informazioni
sulla produzione musicale corrente e di aumentare la circolazione
dei documenti. La produzione, la distribuzione e la circolazione
della musica stampata hanno caratteristiche assai particolari,
non ultima quella di rivolgersi a un pubblico di dimensioni piuttosto
limitate, specialmente per quanto riguarda la musica contemporanea.
Anche se non sono stati menzionati con questo nome, i temi del
controllo bibliografico e della disponibilità dei documenti
sono ricorsi in molti interventi come una necessità sentita
- secondo i rispettivi punti di vista - tanto dagli studiosi e
dai bibliotecari quanto dagli editori. Si è espressa dunque
l'intenzione di presentare insieme alcuni suggerimenti di modifica
alla proposta di legge. E una prospettiva lungo la quale indirizzare
l'inizio della collaborazione fra biblioteche ed editoria musicali
è stata proposta nella cooperazione bibliografica, con
l'allestimento di cataloghi e repertori on line. Questi
strumenti renderebbero meglio conoscibile il lavoro degli editori,
anche al pubblico estraneo al ristretto novero degli esecutori
musicali che si rivolgono direttamente alle case editrici, e faciliterebbero
il lavoro di mediazione e recupero dei documenti da parte delle
biblioteche musicali.
VISINTIN, Giulia. Biblioteche musicali ed editori: preludio a una cooperazione. «AIB Notizie», 9 (1997), n. 11, p. 23.