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30 ottobre, ore 15: presiede Loredana Vaccani

di Letizia Tarantello


Nella sessione pomeridiana di giovedì 30 ottobre, coordinata da Loredana Vaccani, il tema del congresso è stato approfondito attraverso contributi assai densi, tutti con connotazioni europee.
Tommaso Giordano ha sviluppato il tema dell'accesso all'informazione e dei diritti degli utenti tracciando una sintesi dei punti più significativi del dibattito sul copyright sviluppatosi in ambito europeo e internazionale. L'approccio solo tecnico ed economico allo sviluppo delle tecnologie dell'informazione è preoccupante: una questione così importante non può essere lasciata solo alla regolamentazione del mercato.
Le polemiche tra editori e biblioteche sul copyright esprimono soprattutto un disagio degli editori rispetto al ruolo delle biblioteche, fondamentale per la salvaguardia della varietà e qualità del patrimonio culturale. Di fronte al bisogno di affermare la gratuità dell'accesso all'informazione di base qualunque tariffa è una barriera. Non è un caso se l'Enciclica Centesimus Annus di Giovanni Paolo II identifica nell'accesso all'informazione il discrimine tra i poveri e gli altri.
Tra editori/produttori e utenti/biblioteche/consumatori si sono posti nuovi problemi: l'estrema facilità di manipolazione dei prodotti editoriali su supporto elettronico pone problemi di autenticità delle fonti, di affidabilità e di conservazione. é pure vero che per realizzare un prodotto multimediale sono necessarie molte competenze in più rispetto ai prodotti editoriali tradizionali. é in questo quadro che va riconsiderata la normativa e la politica sul copyright per tutelare il diritto d'autore, centrale nello scenario non solo europeo. Giordano ne ha ricordato le tappe fondamentali nell'Unione Europea:

Dalla necessità delle biblioteche di tutelare i loro interessi nasce l'associazione Eblida come interlocutrice di fronte agli organi dell'Unione Europea.
Nell'inasprimento dello scontro tra interessi della produzione (tutelare con il copyright la creatività degli autori) e necessità delle biblioteche (garantire la circolazione e fruizione dei prodotti), negli Stati Uniti (nel 1995 in occasione del rapporto della Commissione Lemann che rassicurava gli interessi delle industrie multimediali) e a Ginevra (nella Conferenza di fine dicembre 1996 durata ben 15 giorni dove sono stati rimessi in discussione i principi stessi della Convenzione di Berna) si è rivelata determinante la politica delle associazioni bibliotecarie come IFLA, Eblida, ALA, per difendere il ruolo di base delle biblioteche.
Lo scenario complesso della nuova società del 2000 impone alle associazioni bibliotecarie, secondo Giordano, l'adozione di una politica propositiva: neanche la biblioteca più forte può farcela da sola, per negoziare con gli editori bisogna pensare a un network per la gestione centralizzata delle licenze. Al di sopra delle singole biblioteche occorre ipotizzare un'agenzia che possa negoziare livelli di sconto e contrattare centralmente l'acquisto e l'uso dei networks: in Italia, questo ruolo propositivo dalla parte delle biblioteche dovrebbe essere assunto anche dalla nostra Associazione.
L'ambito del cofinanziamento dei fondi strutturali europei per progetti inerenti alla biblioteca ha costituito il focus del dettagliatissimo contributo di Rossella Caffo.
Dopo i grandi progetti di ricerca che hanno costituito l'ossatura del IV Programma quadro fornendo utili esperienze di riferimento, esistono altre possibilità di spazio progettuale per le biblioteche nel V Programma quadro dell'Unione Europea? Sì, ma la grande sfida e la grande occasione è ora inserire le biblioteche e i loro progetti a livello di sistema nei progetti finanziati con i fondi strutturali europei per ridurre il divario di sviluppo tra le diverse regioni europee.
Gli obiettivi prioritari dei fondi strutturali sono cinque. I tre obiettivi con caratteristiche territoriali sono: aiuto alle regioni in ritardo di sviluppo (obiettivo 1, per l'Italia, tutto il Sud e le isole); aiuto per la riconversione delle regioni interessate dal declino industriale (obiettivo 2); aiuto alla conservazione e allo sviluppo delle aree rurali (obiettivo 5b). A questi obiettivi sono stati destinati 165 miliardi di ECU nel periodo 1994-1999. I due obiettivi che interessano tutto il territorio dell'Unione sono: aiuto per combattere la disoccupazione di lunga durata e facilitare l'inserimento professionale dei giovani e l'integrazione dei lavoratori esposti al rischio di esclusione dal mercato del lavoro (obiettivo 3); aiuto per facilitare l'adattamento dei lavoratori alle mutazioni industriali e all'evoluzione dei sistemi di produzione (obiettivo 4). A questi due obiettivi sono stati destinati 14 miliardi di ECU nel periodo 1994-1999.
Questo tipo di fondi può costituire un'importante fonte di finanziamento, tuttavia va registrato un cambiamento negli orientamenti recenti delle politiche comunitarie. Il punto di partenza del crescente interesse per la cultura è costituito dal Libro bianco di Delors e dal Consiglio di Essen sulle strategie per l'occupazione dove il settore dei beni culturali è stato riconosciuto come uno dei nuovi possibili bacini di sviluppo dell'occupazione, ambito potenziale, purché le linee di azione siano incluse negli obiettivi territoriali.
Un altro punto di riferimento importante è costituito dal Rapporto sulla presa in considerazione degli aspetti culturali nelle azioni della UE. Il quadro complessivo di tutte le possibili linee d'azione riguardanti le biblioteche comprende:

Parallelamente, volendo esemplificare, i contenuti progettuali possono riguardare: ristrutturazione di edifici, attività di aggiornamento professionale, creazione di servizi, interventi che introducono innovazioni tecnologiche.
La programmazione per accedere ai fondi si attua attraverso una serie di procedure che vengono sviluppate sia a livello nazionale, dove soggetto titolare è il MBCA, che regionale, dove soggetto titolare è la Regione che presenta programmi operativi inerenti il territorio di pertinenza. Al momento, non avendo il MBCA presentato alcun piano operativo nel 1993 (quando è partito il piano comunitario per le azioni del periodo 1994-99), si è nella fase di riprogrammazione dei fondi non utilizzati dalle regioni, con una strategia di cooperazione a tutto campo per elaborare progetti utili. Il programma 1999 è l'obiettivo attuale per il quale c'è un anno utile di tempo per prepararsi.
L'AIB e l'OPIB possono avere un ruolo importante nella realizzazione di questi obiettivi collaborando insieme per favorire la cooperazione di tutti i soggetti pubblici e privati che vogliono presentare progetti cofinanziati con i fondi strutturali.
Paolo Traniello ha approfondito il tema dello stesso significato di biblioteca pubblica riferendolo all'organizzazione dei sistemi bibliotecari nei paesi europei. In Europa si possono differenziare due significati:

1) la concezione della biblioteca intesa come complesso di beni, biblioteca patrimoniale nella tradizione italiana come "bene culturale" (che si riflette nella denominazione stessa del MBCA e dei corsi di laurea), e lo sviluppo successivo del significato di biblioteca pubblica come servizio informativo;
2) la biblioteca connessa a esigenze territoriali, dipendente da realtà locali e con rilevanza locale è un servizio nato alla fine dell'Ottocento, originariamente da imposte locali istituite ad hoc, come medium dell'autonomia locale. Da questa connessione con l'autonomia locale si può guardare ai sistemi di organizzazione bibliotecaria in Europa e distinguere i sistemi europei di biblioteche pubbliche in tre gruppi fondamentali:

Il fenomeno più significativo nella situazione italiana delle biblioteche pubbliche è - secondo Traniello - il fatto che si registrano un'estrema vivacità produttiva e l'esigenza da parte dei servizi pubblici di mantenere standard elevati a fronte di contributi regionali talvolta irrisori rispetto a ciò che riescono a esprimere le autonomie locali con forte rilevanza economica. Da questa diminuzione di importanza della funzione regionale traspare la necessità di una vera e profonda riforma dell'ordinamento regionale, nonché forse il bisogno di interventi di riequilibrio - tra lo sviluppo bibliotecario nelle diverse regioni - da parte dello Stato centrale. é auspicabile un progetto che connetta saldamente su basi locali il servizio bibliotecario. A questo proposito Traniello, denunciando ancora una volta l'anacronistica appartenenza al MBCA delle biblioteche "pubbliche" statali, ha auspicato la creazione di sistemi bibliotecari postcoordinati piuttosto che precoordinati, in modo che possano trovare spazio i requisiti dello sviluppo di una reale autonomia locale in campo bibliotecario: le entrate autonome, l'elaborazione progettuale, i raccordi chiari per la cooperazione tra le diverse competenze istituzionali.
Il Programma promosso dal Governo in Portogallo dal 1987 per la creazione e lo sviluppo di moderne biblioteche pubbliche a livello municipale è stato illustrato da Maria Josè Moura, responsabile dell'Instituto Portugue~s do Livro e das Bibliotecas. Il piano è basato sulla condivisione di responsabilità e oneri finanziari tra enti locali, cui compete il 50% dei finanziamenti, e Stato, cui compete l'altro 50% oltre al supporto tecnico. Le linee guide su cui l'istituto statale ha impostato il piano non sono esattamente standard ma cercano di supportare sia valori quantitativi, sia valori qualitativi, principi guida per il funzionamento delle biblioteche quali la efficace collocazione delle biblioteche nel tessuto urbano, l'articolazione di sezioni per adulti e per ragazzi, la varietà delle raccolte in tutti i formati, in modo da riflettere le indicazioni del Manifesto Unesco sulle biblioteche pubbliche.
Alla fine di ottobre 1997 sono state inaugurate 68 biblioteche pubbliche, mentre altre sono in costruzione e si sta programmando il completamento del sistema di biblioteche pubbliche in modo da coprire l'intero territorio nazionale. Le nuove linee di azione sono ora dirette a stimolare sia la creazione di biblioteche regionali organizzate in sistemi capaci di servire le comunità più disseminate sul territorio sia a implementare il progetto di rete tra i cataloghi bibliotecari per espandere i servizi delle biblioteche pubbliche.
Rispetto alle iniziative del CNEL (Consiglio nazionale di economia del lavoro) in attuazione delle direttive comunitarie per il riconoscimento delle professioni, Sergio Ammannati ha evidenziato la necessità di collegamento tra l'AIB (rappresentativa di un soggetto debole) e il CNEL. Quest'ultimo è l'organismo costituzionale dove i soggetti forti (lavoratori, imprese, economisti, ecc.) sono rappresentati per proporre leggi in materia di economia e lavoro. Se l'incapacità di utilizzare i fondi europei è diventata nella situazione italiana un sintomo generale di debolezza, la capacità di spendere si configura sempre più in ambito europeo come una vera e propria discriminante. Dall'Unione Europea deriva anche l'esigenza di un obbligo di certificazione. In questo ambito, all'Associazione si pone l'esigenza di poter svolgere un ruolo preciso: stabilire le regole, descrivere il percorso fomativo, le modalità di formazione e aggiornamento continuo e infine diventare un soggetto giuridico che stipula le convenzioni.


TARANTELLO Letizia. Speciale congresso. «AIB Notizie», 9 (1997), n. 12, p. 4-6.
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Copyright AIB, ultimo aggiornamento 1998-01-24 , a cura di: Andreas Zanzoni