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Dizionario bio-bibliografico dei bibliotecari italiani del XX secolo

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Di Benedetto, Filippo

(Catania 1º marzo 1922 – Firenze 23 dicembre 2012)

Conseguì la maturità classica nel 1940 e poi, nonostante l'impegno militare che lo allontanò da Catania dal 2 febbraio 1943 al 15 luglio 1946, ma che gli valse una croce al merito di guerra, si laureò in lettere nel 1946. Nello stesso anno divenne assistente volontario alla cattedra di Glottologia nell'Università di Catania per assumere poi, dal 1947 al 1951, l'incarico dell'insegnamento di Grammatica latina e greca nella Facoltà di lettere.
Dal 1º giugno 1951 al 30 aprile 1956 diresse le Biblioteche riunite Civica e Ursino Recupero di Catania. In questa veste curò il riordinamento dei quotidiani politici siciliani dei secoli XIX-XX e, in occasione della Settimana del libro del 1952, allestì una Mostra del libro antico.
Dal 1º maggio 1956, vinto il concorso per le biblioteche governative, fu bibliotecario presso la Biblioteca universitaria di Messina, della quale assunse la direzione il 1º luglio 1959, subentrando a Ernesto Giangrasso che andò a dirigere la Biblioteca nazionale di Napoli. Nella biblioteca messinese curò il riordinamento degli incunaboli e delle cinquecentine, correggendo e integrando il relativo catalogo. Questo lavoro gli fece scoprire un ignoto manoscritto di Conti di antichi cavalieri, del quale dette notizie in «Accademie e biblioteche d'Italia» (30, 1962, p. 225-226) e nel «Giornale italiano di filologia» (15, 1962, p. 345-363). Effettuò, inoltre, la revisione del catalogo generale degli autori e dei soggetti e, in occasione dell'XI Congresso dell'Associazione italiana biblioteche, tenuto a Taormina, Catania, Messina e Siracusa nel 1957, curò una mostra di codici greci. Dell'AIB era socio dal 1954 e fece parte del Comitato regionale della Sezione della Sicilia orientale dal 1957 al 1962.
La sua passione per la paleografia e i manoscritti lo portò a chiedere il trasferimento alla Biblioteca Medicea Laurenziana di Firenze. Lasciata la direzione messinese a Giampietro Tinazzo, dal 15 ottobre 1962, con la qualifica di bibliotecario di 1ª classe (conseguita esattamente un anno prima, il 16 ottobre 1961), fu responsabile della Sezione Manoscritti della biblioteca fiorentina.
In occasione del 650º anniversario della nascita di Giovanni Boccaccio curò l'allestimento e il catalogo di una mostra di manoscritti e documenti (1963) e, sempre in riferimento all'illustre certaldese, si deve a lui il restauro testuale della prima redazione dell'egloga Faunus (Considerazioni sullo Zibaldone laurenziano del Boccaccio e restauro testuale della prima redazione del Faunus, «Italia medioevale e umanistica», 14, 1971, p. 91-129). Per il 700º anniversario della nascita di Dante Alighieri curò una mostra di codici danteschi, il cui catalogo fu pubblicato da Olschki nel 1966.

Nella grave circostanza dell'alluvione del 1966 fu sollecito a rispondere all'appello del suo grande amico Emanuele Casamassima, direttore della Biblioteca nazionale di Firenze, che gli affidò l'incarico di organizzare l'asciugatura di alcuni volumi affidati a una fabbrica nel Valdarno.
Dal 16 febbraio 1971 fu trasferito presso la Sezione Manoscritti della Biblioteca nazionale centrale di Firenze, dove rimase fino al collocamento a riposo (1º marzo 1973), con la qualifica di dirigente generale.
La sua preparazione lo portò successivamente a insegnare Bibliografia e biblioteconomia prima, e Paleografia greca poi, nella Facoltà di lettere dell'Università di Firenze, con una breve parentesi (dal 1984 al 1986) alla Scuola vaticana di musica "Tomas Luis de Victoria" per insegnare Paleografia musicale e all'Università di Trento (1988/89) per l'insegnamento di Paleografia latina.
Numerosi i suoi scritti di carattere epigrafico e filologico, elencati nel volume di scritti in onore Vetustatis indagator offertogli dagli allievi nel 1999.
Dal 1962 fu socio aggregato dell'Accademia Peloritana di Messina e nello stesso anno curò gli indici dei primi cinquant'anni dell'«Archivio storico per la Sicilia orientale».
Nel 2021 la famiglia ha donato le sue carte di lavoro al Centro internazionale di studi umanistici dell'Università di Messina.

Antonio Giardullo

Francesco Barberi. Schede di un bibliotecario (1933-1975). Roma: Associazione italiana biblioteche, 1984, p. 228 («Rigore e passione codicologica di Filippo Di Benedetto, strappato con provvedimento ministeriale dai suoi codici della Laurenziana. Furore e dolcezza di siciliano: ha baciato il Virgilio, tornato da una mostra»).

Vetustatis indagator: scritti offerti a Filippo Di Benedetto, a cura di Vincenzo Fera e Augusto Guida. Messina: Centro interdipartimentale di studi umanistici, Università degli studi, 1999. XI, 446 p.: tav., 1 ritratto. (Percorsi dei classici; 1). In testa al frontespizio: Università degli studi di Messina, Centro interdipartimentale di studi umanistici; Biblioteca Medicea Laurenziana, Firenze. Contiene anche la Bibliografia di Filippo Di Benedetto, p. IX-XI.

Walter Lapini. Ricordo di Filippo Di Benedetto. «Sileno», 41 (2015), n. 1/2, p. 403-408. Pubblicato nel 2016.

Angelo Fabrizi. Filippo Di Benedetto: un filologo ostinato, in Tre cammei: Filippo Di Benedetto, Franco Longoni e Marco Sterpos. «La parola del testo», 25 (2021), n. 1/2, p. 181-197: 181-187.

Si ringrazia la famiglia Di Benedetto per alcune notizie e la fotografia.


Copyright AIB 2013-02-24, ultimo aggiornamento 2022-12-12, a cura di Simonetta Buttò e Alberto Petrucciani
URL: https://www.aib.it/aib/editoria/dbbi20/dibenedetto.htm

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