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Dizionario bio-bibliografico dei bibliotecari italiani del XX secolo

[Ritratto]

Fea, Pietro

(Torino 26 novembre 1849 – Roma 27 aprile 1932)

Figlio di Leonardo, già bibliotecario della Camera dei deputati dal 1848 al 1870, e di Angiola Ponzio, concluse a Firenze gli studi liceali iniziati a Torino e poi frequentò, tra il 1868 e il 1870, alcuni corsi dell'Istituto di studi superiori pratici e di perfezionamento, senza prendere il diploma. Per il resto, fu autodidatta, come il padre, che accompagnava spesso in Biblioteca, a Palazzo Vecchio, dove studiò soprattutto storia e lingue straniere.
Quando il padre morì e la Biblioteca fu affidata a Giovanni Battista Scovazzi, fu assunto, su domanda, fra il personale della Biblioteca della Camera con il grado di applicato di terza classe, dal 1º luglio 1870. In questa veste si occupò del trasloco della Biblioteca della Camera da Firenze a Roma, al secondo piano di Palazzo Montecitorio. Dal 1º aprile 1877 fu promosso segretario di seconda classe e dal 1º luglio 1879 divenne vicebibliotecario. In questo periodo, sotto le direttive di Filippo Mariotti, membro della Commissione di vigilanza sulla Biblioteca della Camera dal 1878 al 1887, diede un contributo decisivo al suo sviluppo e alla sua riorganizzazione.
Fu poi direttore della Biblioteca della Camera dal 1º gennaio 1889 al 30 giugno 1920. La sua direzione seguì le linee di sviluppo disegnate da Filippo Mariotti che volevano fare della Biblioteca della Camera, in un'ottica positivista, un luogo simbolico della cultura nazionale ma anche una raccolta delle fonti più vive e aggiornate della cultura contemporanea in tutti i settori d'interesse parlamentare. In questa direzione, l'impegno principale di Fea fu la costruzione di un catalogo analitico delle riviste, il cosiddetto Catalogo metodico degli scritti contenuti nelle pubblicazioni periodiche italiane e straniere, uno dei più interessanti strumenti catalografici delle biblioteche italiane dell'Ottocento, continuato, sotto varie forme, fino agli anni Sessanta del Novecento. Il lavoro comportò la costruzione di un ampio schema di classificazione, che fu progressivamente elaborato nel corso di circa dieci anni fino alla sua forma definitiva, che contava 21 classi suddivise in 1156 sottoclassi. Dal 1894 al 1906 applicò lo stesso schema, con alcune modifiche, anche al patrimonio monografico della Biblioteca, costruendo un Catalogo metodico che comprendeva anche gli spogli delle opere poligrafe e che fu utilizzato dalla Biblioteca della Camera fino ai primi anni Cinquanta del Novecento.

Durante il periodo della sua direzione scrisse una sorta di diario burocratico, continuato per alcuni anni dal suo successore Antonio Rovini: Libro dei ricordi, anni 1889-[1926], il cui manoscritto è conservato presso la Biblioteca.
Dopo gli anni del padre e di Giovanni Battista Scovazzi, Fea rappresentò il passaggio a una gestione professionale della Biblioteca della Camera e godette di grande prestigio nell'ambiente parlamentare dell'Italia di fine secolo e dell'età giolittiana. Ebbe rapporti stretti con numerosi uomini politici, tra i quali, oltre a Mariotti, Domenico Berti, Ruggiero Bonghi, Ettore Ciccotti, Ferdinando Martini, Gaetano Mosca, Vittorio Emanuele Orlando, Luigi Rava, Giuseppe Micheli, ecc., e un rapporto di particolare stima e confidenza con Luigi Luzzatti, a lungo presidente della Commissione di vigilanza sulla Biblioteca.
Fu anche un attivo pubblicista politico, schierato per la causa della conciliazione tra cattolicesimo e liberalismo, nel nome della difesa dell'unità nazionale monarchica. In questa veste, quasi sempre firmandosi con pseudonimi, fu un assiduo collaboratore della «Rassegna nazionale» di Manfredo Da Passano, con il quale ebbe una ricca corrispondenza conservata nell'Archivio Da Passano presso l'Archivio di Stato di Genova.
Dopo la pensione continuò un'intensa attività in campo bibliografico come principale redattore della grande bibliografia dell'editoria pubblica nazionale Pubblicazioni edite dallo Stato o col suo concorso (1861-1923), voluta da Alberto De Stefani ministro delle finanze del primo governo Mussolini.
Collaborò, come traduttore dall'inglese e dal tedesco, alla collana «Biblioteca di scienze politiche» diretta da Attilio Brunialti. Scrisse tra l'altro una Storia dei bersaglieri (1879) e una biografia di Alessandro Farnese, duca di Parma (1886).

Fernando Venturini

Chi è?: annuario biografico italiano... compilato a cura di Guido Biagi. Roma: Romagna e C., 1908, p. 117.

Giuseppe Micheli. Gr. cord. Pietro Fea. «Archivio storico per le provincie parmensi», n. s., 33 (1933), p. XLIX-LXIV.

Pietro Fea. Biografia di Leonardo Fea (1810-1870); Cenni autobiografici (1849-1932). Tivoli: Officine grafiche Mantero, [1935]. 112 p., con una fotografia. Contiene anche l'Elenco delle pubblicazioni di Pietro Fea, p. 103-110.

Ornella Confessore. Conservatorismo politico e conformismo religioso: la "Rassegna nazionale" dal 1898 al 1908. Bologna: Il Mulino, 1971. XII, 466 p.

Guido Fagioli Vercellone. Fea, Pietro. In: Dizionario biografico degli italiani. Vol. 45. Roma: Istituto della Enciclopedia italiana, 1995, p. 543-545.

Enzo Bottasso. Dizionario dei bibliotecari e bibliografi italiani dal XVI al XX secolo, a cura di Roberto Alciati. [Montevarchi]: Accademia valdarnese del Poggio, 2009, p. 187-188 (con inesattezze sulla carriera).

Fernando Venturini. Libri, lettori e bibliotecari a Montecitorio: storia della Biblioteca della Camera dei deputati. Milano: Wolters Kluwer CEDAM, 2019, p. 101-159 e passim.



Copyright AIB 2020-05-24, ultimo aggiornamento 2020-05-24, a cura di Simonetta Buttò e Alberto Petrucciani
URL: https://www.aib.it/aib/editoria/dbbi20/fea.htm

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