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Nota biografica di Angela Vinay

a cura di Carmela Perretta

Angela Pietra nasce il 9 giugno 1922 a Pavia, in una grande famiglia che girava per l'Italia al seguito del padre e nella quale vigevano regole di vita ben fisse e un po' severe, con molta attenzione anche alla vita intellettuale e politica, attenzione che in Angela Vinay doveva diventare impegno politico sia durante il periodo della Resistenza e del dopoguerra, sia durante tutta la sua attività di bibliotecaria che la vide, tra l'altro, presente all'interno della CGIL e che la portò ad affiancare, a volte anche criticamente, il PCI. Il suo impegno politico fu però sempre scevro da ogni tentazione dogmatica, e si concretò invece sul piano della sua attività professionale, come affermazione di quella cultura della democrazia e della libertà che costituiscono il filo conduttore del suo essere bibliotecaria.

Dopo la maturità classica conseguita nel liceo E. Q. Visconti di Roma, frequentò la Facoltà di lettere e filosofia, prima presso l'Università di Roma e poi presso quella di Pavia, dove si laureò con una tesi sul movimento cattolico liberale poi pubblicata nel 1948 dell'editore Vallardi con il titolo Storia del movimento cattolico-liberale: la prima generazione 1815-1870.

Conclusi gli studi universitari e vinti quasi contemporaneamente tre concorsi, Angela Vinay si trovò di fronte alla scelta tra l'assistentato universitario, l'insegnamento nelle scuole e la carriera di bibliotecario e, dopo aver svolto per un certo periodo (dal 1947 al 1949) attività di assistente della cattedra di Storia del Risorgimento della Facoltà di lettere dell'Università di Pavia, scelse di lavorare nelle biblioteche, probabilmente perché il mondo delle biblioteche le offriva la possibilità di condurre una attività al tempo stesso fattiva e concreta, ma nella quale si poteva tracciare un progetto di lunga portata.

Comincia così, nel 1950, la carriera di Angela Vinay, dapprima presso la Biblioteca universitaria di Pavia dove si occupò, nell'ambito dell'ufficio catalogazione, di revisione e normalizzazione dei cataloghi.

È del 1955 il suo matrimonio con Gustavo Vinay, all'epoca direttore della Biblioteca universitaria di Pavia e poi docente di Storia medievale, e del 1956 è il suo trasferimento, a domanda, presso la Biblioteca nazionale Vittorio Emanuele II di Roma.

Nella Biblioteca nazionale di Roma Angela Vinay lavorò per quasi venti anni, dal 1956 al 1973, ed in questo periodo si occupò con passione dell'organizzazione e della ristrutturazione accurata di settori come gli uffici dell'accessionamento del libro, della collocazione, dei periodici, rivolgendo una attenzione particolare alla gestione dei magazzini, troppo spesso trascurata dai bibliotecari e perseguendo sempre con decisione una linea d'intervento che si caratterizzava per la modernità delle scelte.

Si impegnò con la consueta passione professionale e civile del recupero del materiale librario danneggiato dall'alluvione che nel 1966 aveva duramente colpito la Biblioteca nazionale di Firenze, organizzando nel Palazzo della Civiltà del lavoro all'EUR a Roma un Centro di pronto soccorso per il restauro dei libri che venivano trasportati da Firenze a Roma.

Diventata vicedirettore (nel 1968), Angela Vinay gestì in prima persona il complesso trasferimento della Biblioteca nazionale dalla sede del Collegio romano al nuovo edificio, appositamente costruito al Castro Pretorio.

In quella occasione impostò uno studio per la razionalizzazione dei sistemi e delle procedure gestionali, convinta che quello fosse il momento di tentare l'avvio di un processo evolutivo che potesse fare della Biblioteca nazionale di Roma una istituzione veramente nazionale, inserita in un sistema nazionale di biblioteche. Uno degli aspetti da lei particolarmente seguito fu la realizzazione dell'automazione di alcuni servizi.

Nell'analisi dell'articolazione della biblioteca, nella formulazione delle proposte di una nuova organizzazione coinvolse tutti i bibliotecari della Nazionale, impegnando tutte le sue energie e soprattutto suscitando quelle degli altri, come era suo modo di operare.

Non poté concludere questo tentativo perché, contrariamente alle aspettative che la vedevano incaricata della direzione della Biblioteca nazionale, in applicazione della nuova legge sulla dirigenza (che le fu attribuita nel 1971), nel 1973 le venne affidata la direzione della Biblioteca Alessandrina che mantenne fino al giugno 1976. In quegli anni tra i più duri dell'Ateneo romano, nel clima destabilizzante del terrorismo, degli scontri politici, della contestazione studentesca, Angela Vinay riuscì comunque a portare la Biblioteca a livelli di servizio mai raggiunti, con l'iniziativa, tra l'altro, del prolungamento dell'orario di apertura fino alle 23.

Dal 1º luglio 1976 le fu conferito l'incarico di dirigere l'Istituto centrale per il catalogo unico delle biblioteche italiane e per le informazioni bibliografiche, alla cui direzione rimase fino al 17 luglio 1986.

Nei dieci anni e più della sua permanenza alla direzione dell'Istituto centrale per il catalogo unico Angela Vinay poté avviare, immediatamente dopo l'istituzione nel 1975 del Ministero per i beni culturali e ambientali e superata la polemica regionalista seguita alle leggi sul decentramento delle competenze alle Regioni (1972), la realizzazione del suo disegno di costruire un sistema nazionale per le biblioteche.

Vi riuscì, dedicando tutta la sua intelligenza e le sue energie a costruire il nuovo Istituto centrale per il catalogo unico, a dare sostanza agli obiettivi che il legislatore aveva appena tracciato, ad avviare una sperimentazione veramente innovatrice. Fu essenziale l'aver capito che occorreva trovare sul terreno dell'organizzazione dei servizi a livello nazionale la ricomposizione dei ruoli e delle competenze, favorendo e suscitando interventi la cui qualità contribuì alla crescita dei bibliotecari italiani che impararono a lavorare in un'ottica di cooperazione superando egoismi ed esasperazioni autonomistiche.

La coraggiosa decisione di interrompere la pubblicazione del Primo catalogo collettivo delle biblioteche italiane, il coinvolgimento delle Regioni chiamate a collaborare nel censimento delle edizioni italiane del XVI secolo nel quale furono finalmente presenti più di mille biblioteche italiane, l'approfondimento della tematica della catalogazione perché questa diventasse reale strumento di informazione, il potenziamento del settore delle informazioni bibliografiche con la sperimentazione del collegamento con basi dati, l'obiettivo di promuovere la diffusione di standard catalografici: per mezzo di queste ed altre iniziative Angela Vinay portò l'Istituto a rivestire un ruolo di referente sia a livello internazionale che a livello nazionale per i bibliotecari.

In quegli stessi anni in cui si avvertiva sempre più il problema dell'automazione nelle biblioteche, Angela Vinay volle evitare che il mezzo prendesse il sopravvento sui fini senza che si potesse garantire un controllo scientifico.

Nella progettazione del Servizio bibliotecario nazionale, SBN, che avviò fin dal 1980, promuovendo la costituzione di una Commissione ministeriale, Angela Vinay vide la possibilità di far passare una concezione organizzativa che puntava al miglioramento dei servizi, fu consapevole che poteva essere raggiunto un obiettivo per lei fondamentale: quello di fare una scelta di politica bibliotecaria che coinvolgesse tutte le realtà del paese, superando campanilismi di area, di alleanze, di tradizioni, secondo uno spirito di libera cooperazione, finalizzato alla realizzazione di un servizio in cui le biblioteche italiane potessero diventare interlocutori di un sistema informativo a livello internazionale.

Accanto all'impegno del lavoro svolto all'interno delle biblioteche e dell'ICCU Angela Vinay dedicò gran parte delle sue energie all'Associazione italiana biblioteche, della quale fu socia almeno dal 1954 e divenne socia d'onore nel 1988.

Nella sua attività di socio Angela Vinay venne a contatto con i soci di biblioteche diverse per molti dei quali divenne punto di riferimento e per i quali l'incontro con lei fu occasione di riflessione e di crescita professionale. I momenti di incontro associativi, non solo congressuali, contribuirono alla formazione di un tessuto professionale sul quale poterono svilupparsi meglio la discussione e la consapevolezza delle scelte alla base della cooperazione nelle biblioteche in generale e nel Servizio bibliotecario nazionale in particolare.

Eletta presidente dell'AIB nel 1975 e confermata fino al 1981, Angela Vinay ha portato nella sua gestione la stessa indipendenza e lo stesso spirito di servizio con i quali svolgeva i suoi compiti di funzionario pubblico, facendo vivere all'Associazione un periodo di notevole incremento e sviluppandone l'azione e la penetrazione nell'ambiente culturale e politico, in linea sempre con due parole d'ordine: partecipazione e cooperazione.

Nel 1982 le venne affidata la direzione del «Bollettino d'informazioni» (che tenne fino al 1990) che sotto il suo impulso, anche attraverso la formula dei numeri monografici, è venuto qualificandosi come uno degli strumenti indispensabili per l'aggiornamento professionale dei bibliotecari.

Accanto alle gravose e non indifferenti responsabilità del suo lavoro nelle biblioteche Angela Vinay affrontò numerosi impegni, i più significativi dei quali furono la partecipazione alla discussione sulle Commissioni Franceschini e Papaldo, a momenti legislativi quali il riassetto delle carriere statali (1970), il decentramento regionale (1972), l'istituzione del Ministero per i beni culturali e ambientali (1975); la partecipazione alla elaborazione di progetti di normativa sul diritto di stampa, sulla legge di tutela, sulla legge quadro. Fu anche componente del Consiglio nazionale del Ministero per i beni culturali e ambientali per il Settore dei beni librari, Presidente del Comitato di settore per i beni librari e gli istituti culturali, membro del Comitato 08 del CNR (Scienze storiche filosofiche e filologiche), della Commissione ministeriale per il nuovo codice delle regole di catalogazione (istituita nel 1968, la commissione fu operativa fino al 1976) ed ebbe anche una esperienza di insegnamento universitario alla Scuola speciale per archivisti e bibliotecari dell'Università di Roma nel 1975-1976 come docente di Biblioteconomia.

La linea d'intervento di Angela Vinay nelle biblioteche era dominata dalla componente di servizio - per lo Stato e per la società - perno di tutta la sua personalità ed evidente nel suo essere funzionario pubblico che, pur polemizzando spesso con l'amministrazione, aveva messo la sua cultura e la sua professionalità al servizio dello Stato.

Angela Vinay si spense, dopo una lunga e dolorosa malattia, il 28 maggio 1990 a Montichiari di Brescia.


Nota biografica di Angela Vinay, a cura di Carmela Perretta. In: Angela Vinay e le biblioteche: scritti e testimonianze. Roma: ICCU: Associazione italiana biblioteche, 2000, p. 17-21.


Copyright AIB 2001-06-11, ultimo aggiornamento 2001-06-11, a cura di Simonetta Buttò e Alberto Petrucciani
URL: https://www.aib.it/aib/editoria/dbbi20/vinay2.htm

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