di Maria Cristina Di Martino

Un excursus veramente mirabile, da record di apnea, quello in cui il prof. Guerrini, in "AIB Notizie" n. 11/97, ha sintetizzato "vizi e virtù" del XLIII Congresso dell' Associazione, ospitato dalla città di Napoli.
Un resoconto in cui il collante dell'ironia è riuscito ad amalgamare in un saporoso impasto oratorio le innumerevoli – ahinoi! – disfunzioni riconducibili alle più diverse responsabilità.
In rigoroso ordine gerarchico:

• il Padreterno (e in sua vece S. Gennaro), che ha dimenticato di "appendere" il tradizionale sole in occasione dei fatidici tre giorni;
  
• la Ministra per le Pari opportunità trattenuta da sopraggiunti impegni o messa in fuga "dall'incauta presidentessa campana", forse non ancora avvezza all'emancipazione femminile, quella terminologica, s'intende (ma chi avrà messo in fuga politici e amministratori dai precedenti congressi?);
  
• il comitato scientifico ancora timoroso di condurre la nave AIB fuori dalle acque territoriali;
  
• gli organizzatori campani, schiacciati tra tirannie di budget, contraddizioni cittadine e sacrosante esigenze di ospiti abituati a godere di inappuntabili servizi congressuali e paracongressuali: servizio di shuttle a intervalli ravvicinati; sede congressuale centrale e comunque raggiungibile in "tempo reale" da qualsiasi punto dell'area metropolitana; sistemazione in alberghi centrali, confortevoli e economici; servizio di ristorazione, che per L. 27.500 garantisca uno standard ottimale per un numero variabile da 80 a 350 ospiti e senza preavviso; segreteria congressuale attrezzata per telecomunicazioni (e perché no, in era Internet, anche online).