AIB-logoAssociazione italiana biblioteche. AIB Notizie 1/98

AIB attività delle sezioni - notizie dalle regioni

Lazio

Una biblioteca per l'ambiente

Da circa due anni è stato attivato presso l'AMA un centro di documentazione aziendale presso il quale vengono svolte anche attività tradizionalmente affidate alla biblioteca.
Presso il Centro, il cui funzionamento è stato sancito anche attraverso l'approvazione di un Regolamento e di uno Statuto (delibera 263/95), vengono realizzati i seguenti scopi:
– mettere a disposizione tutti i supporti informativi necessari per aggiornare la preparazione culturale e professionale di tutti gli utenti esterni ed interni;
– garantire la custodia, l'integrità e il godimento pubblico tramite il prestito e la consultazione del materiale bibliografico presente sotto varie forme (carta, online, CD-ROM, Internet, ecc.);
– offrire strumenti di ricerca specifici per alcune discipline scientifiche come l'ambiente;
– promuovere opportuni accordi con altre biblioteche e centri tecnico-scientifici di enti vari e/o centri universitari al fine di costituire cataloghi collettivi e scambio di informazioni come già avviene con l'Enea;
– curare e soddisfare tutte le esigenze informazionali che provengono dal mondo della scuola mirate all'educazione ambientale attraverso tutti gli strumenti di cui sopra e l'ausilio di un'apposita videoteca, di prossima costituzione;
– diffondere tutti gli strumenti editoriali quali bollettini e notiziari promossi dalla biblioteca medesima.
I suddetti obiettivi intendono costruire un sistema documentale per la realizzazione di un possibile polo informativo nel campo dell'ambiente e dell'igiene urbana nella nostra città e nel quale possono confluire tutte le forze istituzionali, le associazioni ambientaliste che hanno contribuito alla sensibilizzazione e alla soluzione di tanti problemi legati all'ambiente e alla protezione del nostro pianeta.
La nostra biblioteca in questi due anni è stata frequentata, oltre che da numerosi utenti interni, da una utenza esterna ormai consolidata (ricercatori, studenti, laurendi, scuole, ecc.) che ha trovato in esso un patrimonio informativo qualificato usufruibile anche attraverso strumenti non tradizionali quali quelli informatici e che consentono di soddisfare le più svariate esigenze in maniera più veloce e precisa.
Il centro sarà dotato entro breve tempo di locali più ampi che consentiranno la compresenza di svariati utenti ai quali attualmente, nonostante difficoltà logistiche, l'accesso è consentito tutti i giorni dalle ore 9 alle ore 18; durante tale permanenza gli utenti godono di una assistenza informazionale aperta a tutti i suggerimenti e desiderata provenienti dai nostri frequentatori.
Tale spazio rappresenta per noi uno spazio nella città.
(AMA - Biblioteca, via Calderon de la Barca, 87 - Roma. Tel. 06/51692333/ 2348; fax 51692491; e-mail www.cisab@uni.net).
Caterina Isabella


Toscana

Biblioteche e archivi nel 2000

Il resoconto

Il primo dicembre scorso si è svolto presso il Consiglio regionale toscano l'incontro sul tema "Biblio-teche e archivi nel 2000", promosso dal gruppo consiliare del Partito democratico della sinistra. L'iniziativa segue una presa di posizione pubblica dello stesso gruppo PDS contro la concessione all'esterno della Biblioteca dei servizi bibliografici della Regione Toscana, e cade all'interno della discussione sulla nuova legge regionale su biblioteche e archivi.
Dopo una breve introduzione di Marisa Nicchi, è seguita la relazione di Simonetta Pecini, Presi-dente della Commissione del Consiglio regionale che sta attualmente discutendo la proposta di legge.
La Pecini ha decisamente ammesso la grave difficoltà in cui versa tutto il sistema toscano delle biblioteche pubbliche, riprendendo quanto emerso dall'indagine condotta e recentemente pubblicata dalla sezione toscana dell'AIB sullo stato del servizio: le performances sono insoddisfacenti in quasi tutti i settori e aumenta il distacco con le regioni settentrionali, che pure in un recente passato avevano guardato alla Toscana come a un modello.
C'è – sempre a parere della Pecini – urgenza di ricostruire una politica per archivi e biblioteche, e questa non può venire da nuove leggi, per buone che siano, e quella proposta dalla Giunta regionale al Consiglio suscita più di una perplessità, per l'assenza degli archivi, il sostanziale disimpegno della Regione, la confusione di competenze.
Sulla stessa lunghezza d'onda la relazione di Susanna Giaccai, che ha tratteggiato ruolo e peso delle biblioteche pubbliche in Europa, e quindi le potenzialità che esse avrebbero in Italia a fronte del gap che si sta aprendo anche verso paesi che eravamo abituati a considerare in ritardo (è il caso del Portogallo).
Alle relazioni introduttive è seguita una discussione vivace e appassionata, e nelle parole degli oratori vi sono stati accenti critici verso la proposta di legge regionale e l'affidamento all'esterno della Biblioteca dei servizi bibliografici, che viene visto come uno smantellamento de facto della struttura. In particolare si lamenta lo scarsissimo coinvolgimento degli operatori nella predisposizione di un disegno di legge decisivo, contrariamente a quanto avvenne, evidentemente in circostanze che oggi non si ripetono, in occasione della legge del 1976.
Nelle conclusioni l'on. Paolo Bagnoli ha condiviso e fatte proprie le preoccupazioni, rivendicando il diritto-dovere di una forza politica al rapporto critico con le istituzioni anche dove è parte della maggioranza.
Dobbiamo salutare favorevolmente l'iniziativa del PDS, che ha avuto il merito di riportare in una sede politica la discussione su biblioteche e archivi, e auspichiamo che anche altri partiti vogliano creare occasioni di attenzione verso il tema; suscita semmai perplessità l'assenza quasi totale di amministratori pubblici, che nemmeno in altre occasioni sono intervenuti a proporre il proprio punto di vista.
Speriamo comunque che l'iniziativa del PDS serva finalmente a suscitare un autentico confronto pubblico su argomenti finora trattati solo in parzialissime consultazioni ufficiali.
Carlo Paravano

Il commento

L'incontro organizzato sui temi della proposta di legge regionale per biblioteche e archivi dal gruppo consiliare PDS della Regione Toscana ha visto la partecipazione di un centinaio di operatori del settore e la quasi totale assenza degli amministratori. Sulla base dei risultati della recente indagine della Sezione AIB Toscana, fatti propri dal gruppo e distribuiti nella cartella di tutti i partecipanti, è stato rilevato in vari interventi come la situazione delle biblioteche pubbliche toscane si dimostri assai carente e, dietro una generica impressione di stasi nello sviluppo, nasconda invece una fase di deciso arretramento. é stato da alcuni fatto notare anche che non sarà l'approvazione di una nuova legge a determinare il segno di una ripresa, ma certamente, se è vero che quel che è mancato negli ultimi decenni, come qualcuno ha detto, è stata la collaborazione, lo scambio di esperienze, il confronto, si può cominciare a sperare fin dall'occasione di questo pomeriggio che dalla proposta di legge possa se non altro nascere un nuovo dibattito. Che di questo vi sia necessità lo hanno dimostrato gli stessi interventi, legati tutti da un unico filo conduttore: l'interrogativo sull'identità e le funzioni proprie della biblioteca pubblica nel Duemila. Sono stati ricordati il ruolo di laboratorio delle culture contemporanee, il rapporto con gli archivi storici e la documentazione della cultura locale, la funzione informativa e il problematico rapporto con gli URP e gli Informagiovani, e, ovviamente, in una fase in cui tutto il mondo si chiede quali mutamenti è in grado di introdurre Internet, si è parlato anche delle trasformazioni che stanno investendo il settore dell'informazione, lasciando intravedere, anche per le biblioteche, cambiamenti che oggi non possiamo ritenerci in grado di dominare. Se i bibliotecari sentono viva l'esigenza di interrogarsi sul ruolo della biblioteca pubblica, un ruolo che la sensibilità verso la cultura contemporanea invita a riconoscere come non possa affatto darsi per scontato, diventa allora più comprensibile, ma non giustificabile, l'assenza degli amministratori, probabilmente scoraggiati e demotivati rispetto a un problema che ha ancora un lungo percorso da maturare.
In effetti, risulta ormai abbastanza chiaro a tutti che quel che manca fondamentalmente è un progetto di politica culturale. Scartato evidentemente nella sostanza, almeno in Toscana, il modello della public library, forse perché sentito estraneo alla nostra tradizione, nell'immaginario collettivo le fondamenta di quel che residua in questo vuoto progettuale sembrano poggiare ancora su due modelli della nostra tradizione storica: da una parte il prestigioso istituto culturale, dall'altra la vecchia idea di biblioteca popolare. Modelli chiaramente troppo poco convincenti per decidere di investirvi. Nel 1994 in Toscana almeno il 33% dei volumi ingressati sono doni: se questo dimostra da un lato il riconoscimento diffuso verso il valore del libro e della biblioteca, dall'altro mette ancora più in evidenza le carenze dal punto di vista degli acquisti, ovvero di quelle dotazioni documentarie sufficientemente nuove e aggiornate da poter rappresentare un interesse di attualità culturale o di applicabilità pratica a esigenze della vita familiare o lavorativa. Sulla scorta poi di una abitudine professionale che al massimo ci ha fatto rilevare la statistica dei prestiti, si è vista la biblioteca ridotta al solo servizio di prestito, come se questo ne potesse esaurire di fatto il significato principale, o a supporto dell'attività scolastica. Con queste premesse, prima ancora che alle riduzioni di finanziamento per gli acquisti, si è assistito all'assorbimento degli operatori verso altre funzioni, mentre le biblioteche venivano lasciate a personale privo di formazione specifica, a volte a soli obiettori, volontari.
Così l'investimento che nel tempo ha permesso di realizzare in Toscana una presenza diffusa di servizi bibliotecari e la raccolta di un ingente patrimonio documentario ha oggi come risultato una percentuale di popolazione servita troppo bassa (non si arriva al 10%), un costo per prestito troppo alto.
Probabilmente a livello di politica governativa, ma certamente a livello di politica regionale, la biblioteca pubblica non è ancora apprezzata come biblioteca del cittadino nei programmi di riforma dello stato sociale, e, sebbene la Toscana dedichi da tempo la massima attenzione ai problemi della disoccupazione, non è riconosciuta come strumento di formazione continua lungo tutto l'arco della vita. Accade cos“ che se ne disinteressi il Sindaco che non investe nella qualificazione professionale del personale, che sperimenta forme nuove di istituzione o concessione senza un progetto culturale specifico, che scambia la cessione al volontariato con la valorizzazione della partecipazione sociale, che applica le riduzioni di bilancio prioritariamente sulla biblioteca piuttosto che su altri settori dell'intervento sociale.
Ma, oltre a una carenza di progettualità politico-culturale, bisogna riconoscere che vi sono carenze anche di progettualità tecnico-biblioteconomica. Innanzitutto mancano ancora in Toscana occasioni di confronto e l'aggiornamento professionale, già notevolmente carente, con le recenti riforme legislative ha perduto completamente una sede istituzionale di riferimento. E poi chi altri se non i responsabili tecnici in particolare della Regione dovevano far rilevare che le biblioteche dei comuni più piccoli, pur spendendo per libri di più delle altre in proporzione agli abitanti, disponendo di maggiore superficie al pubblico, sempre in proporzione alla popolazione, e compiendo uno sforzo economico proporzionalmente maggiore per dotarsi di personale adeguato, hanno invece una media di ore di apertura settimanale molto più bassa e un risultato in termini di prestiti per abitante più basso, in generale un risultato di servizio assolutamente insufficiente? Chi altri ha il compito di lavorare a un progetto che indichi chiaramente la cooperazione come l'unica via per lo sviluppo, se non la Regione con i dati alla mano? Chi altri potrà dimostrare con la prova anche dei casi concreti che i servizi bibliotecari hanno bisogno di continuità negli investimenti sia in termini finanziari che di personale, senza i quali si creano unicamente sprechi e disservizi? E invece la Regione risponde alle richieste anche dell'AIB con un elenco di quanto non le competa, secondo una certa interpretazione delle recenti riforme legislative, oppone difficoltà persino ad assumere la responsabilità di un'attività di monitoraggio costante.
La Toscana è la prima regione che affronta un disegno di legge di seconda generazione: questa occasione può essere il segno della ripresa di un dibattito che è stato troppo a lungo assente e di un nuovo confronto con gli strumenti della biblioteconomia da un lato e della programmazione politica dall'altro, che auspichiamo possa essere fecondo per tutti. Nell'ampia e partecipata discussione sviluppatasi durante il pomeriggio organizzato dal gruppo consiliare PDS vogliamo cogliere la prima manifestazione di una volontà di incontrarsi, fra tecnici e politici, per collaborare a costruire, oltre le esigenze di approvazione di una nuova legge, un progetto culturale. La Sezione Toscana AIB riconosce in questo un segnale dalle premesse assai positive, e per questo intende assumere l'impegno di contribuire a creare ulteriori momenti di incontro.
Elena Boretti


Emilia Romagna

"Evasione in biblioteca" in diretta alla RAI

Dopo la presentazione in dicembre alla Casa Matha di Ravenna del volume promosso dalla provincia di Ravenna Evasione in biblioteca, catalogo della biblioteca della Casa Cir-condariale di Ravenna (il primo in Italia redatto da un detenuto-bibliotecario col software SEBINA, (utilizzato dalle biblioteche "esterne" alla realtà carceraria), l'operatività di questa e delle altre precedenti iniziative, sorte in base all'accordo di programma fra Ministero di grazia e giustizia e Provincia di Ravenna e attuate nelle case circondariali della Romagna, è stata oggetto di dibattito nel corso dello speciale Zerouno cultura andato in onda l'8 gennaio e che ha visto la partecipazione del Ministro di grazia e giustizia Flick. Sono intervenuti M. Angela Barlotti del Servizio biblioteche provinciale di Ravenna, curatrice del catalogo presentato, e Antonio, ex-detenuto e collaboratore del programma "Biblio-teche e carceri". Sulla scorta del racconto fatto da quest'ultimo dell'importanza che hanno avuto i libri nella propria "ricostruzione" personale, il Ministro Flick, ricordando l'esistenza di esperienze, come Porto Azzurro, dove esiste una biblioteca retta da un detenuto e da un educatore, ha ribadito che non manca la volontà di ampliare la possibilità di creare biblioteche nelle carceri, dove in altri tempi non era consentito l'ingresso di libri dall'esterno. Per questo, ha aggiunto, con una circolare è stato rivolto un invito ad editori e librai perché facciano donazione di fondi e giacenze.
ÇNon inviate nelle carceri i libri che non volete nemmeno voiÈ ha scritto nella lettera, che viene letta in trasmissione e che chiude il catalogo Morino, il detenuto bibliotecario redattore, Çanche a noi piacciono i buoni libriÈ.
Ma ai detenuti, sottolinea M. Angela Barlotti, piace soprattutto scegliere le letture. Grazie all'esperienza del prestito interbibliotecario, ora possibile nelle case circondariali della Romagna in collegamento online con il Servizio bibliotecario nazionale sul sito Internet "RACINE" della Provincia di Ravenna, i libri vanno in carcere per chi ne fa richiesta e poi tornano alle biblioteche esterne, con un maggior risparmio e possibilità di scelta.
ÇIl problema – ha aggiunto la Barlotti – è la mancanza del bibliotecario in carcere come figura definita in pianta organica, che anima la biblioteca, presenta scrittori, organizza gruppi di lettura e la stesura del catalogoÈ.
Da parte del Ministro Flick c'è stata la promessa di continuare a promuovere le biblioteche in carcere anche per ciò che riguarda la loro formazione multiculturale.
Da segnalare infine che il Servizio Biblioteche della Provincia di Ravenna invita a donare anche un solo libro alle biblioteche delle case circondariali, perché Çi libri restano liberi anche dentro le muraÈ. Per informazioni: Angela Barlotti, Unità operativa biblioteche, tel. 0544/34289; 462303).
Marcello Tosi


AIB attività delle sezioni - notizie dalle regioni. «AIB Notizie», 10 (1998), n. 1, p. 24-26.
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Copyright AIB, ultimo aggiornamento 1998-02-11 , a cura di: Andreas Zanzoni