AIB-logoAssociazione italiana biblioteche. AIB Notizie 1/98
Costruire una biblioteca universitaria

di Monica Tomasi


Il 13 e 14 novembre si sono svolte a Trento due giornate di studio attorno al tema "Costruire una biblioteca universitaria: sinergie per il progetto" organizzate dalla Biblioteca di Ateneo in collaborazione con la Facoltà di Ingegneria dell'Università degli studi di Trento.
L'idea di far incontrare un gruppo di professionisti qualificati a discutere dello spazio-biblioteca è nata dalla necessità di costruire una nuova biblioteca universitaria con funzioni di biblioteca centrale per la carenza di spazi di cui essa, come molte altre biblioteche italiane, soffre condividendo l'attuale sede con la Facoltà di Sociologia. Tali problemi non potranno che aumentare in futuro: considerando lo sviluppo del patrimonio bibliografico, che annualmente si aggira, fra monografie e periodici, attorno alle 17.500 unità, si può prevedere ragionevolmente, entro venticinque anni, una consistenza di quasi il doppio dell'attuale. D'altra parte, questa biblioteca fornisce già un buon servizio all'utenza grazie a una serie di elementi: partecipazione al sistema bibliotecario provinciale trentino, organizzazione e gestione centralizzate, autonomia contabile, dimensioni relativamente ridotte e, non ultimo, risorse finanziarie adeguate.
Ai promotori dell'iniziativa è sembrato importante aprire un confronto tra progettisti, responsabili tecnici dell'esecuzione, informatici e bibliotecari, per elaborare con spirito di collaborazione il progetto della nuova biblioteca universitaria, concepita non come semplice deposito di libri ma come centro culturale per la città e l'intera comunità e come supporto fondamentale per la ricerca scientifica e la didattica. Questo intendimento si presenta come una vera e propria sfida per tutti, bibliotecari e progettisti, soprattutto alla luce del fatto che le biblioteche universitarie, insieme alle altre biblioteche di ricerca, sono in prima linea nell'uso sempre più massiccio del formato elettronico e dei servizi di reti telematiche che comportano non poche conseguenze a livello di organizzazione del lavoro e conseguentemente di organizzazione degli spazi fisici.
L'impianto del convegno prevedeva tre momenti. Una prima parte ha ospitato gli interventi di bibliotecari specializzati nei progetti di gestione e controllo della realizzazione di biblioteche, anche per quanto riguarda la definizione dei bisogni, del rapporto funzioni/spazi e degli standard di riferimento, cui il progettista deve essere vincolato; una seconda parte è stata dedicata agli aspetti progettuali in senso stretto con relazioni di architetti specializzati nella progettazione di biblioteche; infine la sessione conclusiva sulla realtà specifica della Biblioteca di Ateneo di Trento, all'interno della quale ha trovato spazio una tavola rotonda, concepita come momento conclusivo delle due giornate di studio nell'intento di raccogliere delle indicazioni operative preziose.
La prima sessione, intitolata "Il percorso dell'ideazione: dall'analisi delle esigenze al progetto" e coordinata dal direttore della Biblioteca di Ateneo di Trento, Paolo Bellini, è stata aperta da Marie-Françoise Bisbrouck, responsabile della Commissione per la costruzione di biblioteche universitarie del Ministero francese per l'Educazione nazionale, la ricerca e le nuove tecnologie. Autrice di numerose pubblicazioni sull'argomento, Bisbrouck si è occupata dei metodi e dei criteri di lavoro per attuare la rigorosa programmazione che, necessariamente, deve precedere la fase progettuale vera e propria. L'analisi dell'esistente da cui bisogna prendere le mosse, la definizione degli obiettivi di sviluppo, lo studio dei vincoli tecnici inerenti alla costruzione, la valutazione degli spazi utilizzati dal pubblico, ma anche dal personale, sono solo alcune fasi dell'impegnativo lavoro di preparazione che, a prima vista, può sembrare oneroso ma che, alla lunga, è fondamentale per evitare sprechi ed errori ben più costosi. Ovviamente ciò presuppone che tale lavoro di preparazione, meglio se portato avanti da una vera e propria équipe, venga recepito dall'architetto che deve attuare un progetto rispettoso dei bisogni individuati.
L'arduo compito di delineare alcune linee di tendenza nel possibile sviluppo delle tecnologie dell'informazione è stato svolto da Susanna Peruginelli, consulente in automazione delle biblioteche, la quale ha sottolineato come la progettazione dello spazio architettonico della futura biblioteca deve tenere conto, fra le tante cose, della centralità dell'utente, dell'equilibrio fra il possesso e l'accesso all'informazione, della figura del bibliotecario come mediatore, del crescente ruolo della biblioteca nell'insegnamento dell'utilizzo delle nuove tecnologie. Tutti questi elementi presuppongono un superamento della tradizionale organizzazione piramidale a vantaggio di un'organizzazione del lavoro per gruppi funzionali che tenda anche a ridurre la burocrazia. La rivoluzione organizzativa ci interessa in questa sede perché essa si riflette forzatamente sull'organizzazione architettonica mettendo in discussione le tradizionali suddivisioni fisiche tra spazi per il pubblico, per la collezione e per il personale.
Inken Feldsien-Sudhaus, responsabile della Baukommission del Deutsches Bibliotheksinstitut e direttrice della Biblioteca della Technische Universitat Hamburg-Harburg, ha illustrato l'esperienza tedesca facendo rimpiangere ai bibliotecari italiani presenti la mancanza in Italia di un'analoga commissione tecnica per l'edilizia bibliotecaria con il compito di svolgere una funzione di coordinamento e fornire un sostegno fattivo a coloro i quali si cimentino in una tale impresa.
La proiezione di un video originale, curato da Luciano Testa, docente all'Istituto Universitario di Architettura di Venezia, sull'immagine della biblioteca offerta dal cinema internazionale ha, invece, aperto la seconda sessione dal titolo "Luogo-Architettura", coordinata da Antonio Frattari, ordinario di Architettura tecnica presso la Facoltà di Ingegneria dell'ateneo trentino. L'attenzione è stata concentrata sulla costruzione di un edificio ex novo più che sul recupero di edifici storici, intervento molto frequente in Italia, di cui, per altro, si è occupato l'architetto Maurizio Nardi, responsabile dell'Ufficio tecnico per l'edilizia bibliotecaria presso il Ministero per i beni culturali.
La relazione di Jan Meissner, architetto e membro dell'IFLA, è stata seguita con interesse dai bibliotecari che hanno potuto cogliere nelle sue osservazioni sulla programmazione architettonica, frutto di una lunga esperienza nella progettazione di biblioteche di varie università e centri di ricerca specialmente nell'Est europeo e nel Sud del mondo, le possibilità di collaborazione sinergica tra il progettista e il bibliotecario. Cosa di non poco conto viste le difficoltà oggettive di tradurre in realtà le necessità, da un parte, del bibliotecario, che vorrebbe una biblioteca ideale per le raccolte dei libri e di facile accesso per gli utenti, e dall'altra dell'architetto, che deve saper conciliare l'aspetto estetico e quello funzionale. Meissner ha ricordato come la costruzione di ogni singola biblioteca richieda un programma specifico e originale che deve adattarsi alle particolari caratteristiche di quella biblioteca, della sua organizzazione e funzionamento, del luogo scelto per la sede, dei testi regolamentari in vigore, tale da farne insomma un qualche cosa di unico.
Renato Bocchi, docente di Composizione architettonica presso l'Istituto Universitario di Architettura di Venezia, ha analizzato l'evoluzione della ricerca architettonica in questo ambito. Con una panoramica su recenti esempi di realizzazioni di biblioteche universitarie, a partire dai progetti di tipo monumentale di Giorgio Grassi per la biblioteca universitaria del Politecnico di Milano e di Josè Ignacio Linazasoro per l'Universitaria di Madrid, l'architetto ha presentato esempi della concezione di una biblioteca come nucleo di spazio urbano quali il progetto della biblioteca californiana del campus di Irvine, redatto da James Stirling e Michael Wilford, e quello, per altro poco felice, della Bond University Library nel Queensland in Australia, opera di Arata Isozaki. La biblioteca di Aveiro del portoghese Alvaro Siza e la Woolworth a Princeton, New Jersey, dello spagnolo Juan Navarro Baldeweg, concepite come luoghi di aggregazione della comunità, sono esempi di un'architettura accogliente grazie alla luce naturale diffusa, cos“ come anche il progetto presentato al concorso per l'Università di Jussieux a Parigi da Cruz e Ortiz, il più apprezzato dagli esperti bibliotecari della giuria. Progetti architettonici innovativi sono, per aspetti diversi, la Biblioteca di Scienze mediche di Helsinki o quella del Cranfield Institute of Technology in Gran Bretagna o il progetto di Toyo Ito per la già citata Università di Jussieux, per ricordarne solo alcuni.
Tra i progetti più significativi di questi ultimi anni spicca senz'altro la biblioteca universitaria di Alessandria d'Egitto, il cui progetto è stato illustrato dettagliatamente dall'architetto Craig Dykers, direttore tecnico per il gruppo norvegese Sn¿hetta, vincitore nel 1989 del concorso internazionale. Dykers, nell'intento di evidenziare gli elementi universali che caratterizzano le biblioteche, ha presentato anche la biblioteca di Fjaler in Norvegia, molto diversa dalla prima anche perché situata in una zona scarsamente abitata vicino al polo Nord.
Dopo gli interventi, tenuti da relatori di formazione e provenienza molto varia ma accomunati dalla caratteristica di occupare una posizione di confine tra professionalità diverse, le già alte aspettative esistenti attorno alla costruzione della nuova Biblioteca di Ateneo di Trento non potevano che aumentare. Come ha sottolineato Paolo Bellini, il progetto dovrà essere concepito in modo tale da poter migliorare il funzionamento della biblioteca per quanto riguarda l'organizzazione del personale e il rapporto bibliotecari/ utenti. Tale concezione si concretizza nell'immagine eloquente, evocata anche dagli altri oratori, di una biblioteca "trasparente" che faciliti al massimo l'interazione fra bibliotecari e utenti.
Tutti gli intervenuti hanno riconosciuto la difficoltà di definire per il futuro la fisionomia della biblioteca universitaria in un momento, come quello presente, di transizione e incertezza, dovendo anche far fronte alle esigenze di un'utenza in continua evoluzione. La biblioteca dell'immediato futuro, infatti, in attesa che si completi "la rivoluzione digitale", vedrà coesistere le collezioni di tipo tradizionale accanto alle fonti e agli strumenti per l'accesso remoto all'informazione. Essendo allo stato attuale difficile prevedere lo sviluppo futuro delle biblioteche, la parola d'ordine che ha visto concordi bibliotecari e progettisti è, dunque, flessibilità.


TOMASI, Monica. Costruire una biblioteca universitaria: sinergie per il progetto. «AIB Notizie», 10 (1998), n. 1, p. 4-5.
AIB-WEB | AIB Notizie | Sommario fascicolo 1/98
Copyright AIB, ultimo aggiornamento 1998-02-11 , a cura di: Andreas Zanzoni