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Come cambia il lavoro nella società dell'informazione

di Tommaso Giordano


Con l'arrivo del ciclone Internet negli anni Novanta le tecnologie dell'informazione hanno registrato un enorme salto di qualità. Nei prossimi anni la prevista convergenza tra computer e audiovisivo e lo sviluppo della comunicazione satellitare introdurranno ulteriori e radicali mutamenti sia nel mondo del lavoro che nella vita quotidiana degli individui. Quali scenari si prevedono per il mercato del lavoro? Quali i settori di sviluppo? Quali le professionalità emergenti? E ancora: come il sistema di formazione pubblico e privato si prepara ad affrontare le sfide del prossimo millennio? Quali prospettive per i professionisti dell'informazione?
Sono queste alcune delle numerose questioni sulle quali si è incentrata la tavola rotonda coordinata dallo scrivente sul tema Come cambia il lavoro nella società dell'informazione e sulla quale si sono cimentati i quattro esperti intervenuti. Vincenzo Tagliasco, docente dell'Università di Genova, con una densa e stimolante relazione su Le basi del cambiamento: da Borges a Memex è entrato subito nel vivo del problema facendo emergere, attraverso un efficace quadro dell'evoluzione delle tecnologie dell'informazione negli ultimi cinquant'anni, i due aspetti fondamentali della funzione della biblioteca in quanto nodo cruciale del circuito di comunicazione della conoscenza e istituzione responsabile della tutela e valorizzazione dell'eredità culturale per le generazioni future. In questo quadro assume particolare rilievo una figura professionale di bibliotecario in grado di organizzare e distribuire conoscenza facendo particolare attenzione alla qualità e all'affidabilità delle fonti. La questione del rapporto biblioteca/utente nella società dell'informazione, con particolare riferimento ai comportamenti dell'utenza accademica, è stata riproposta dalla testimonianza di Ruggero Pierantoni, ricercatore del CNR oltreché Assessore alla cultura del Comune di Genova. Prendendo spunto da una situazione molto avanzata sul piano tecnologico come quella rappresentata dalla biblioteca dell'Università di Toronto, Pierantoni ha messo in evidenza le luci e le ombre (per non dire vere e proprie distorsioni) che caratterizzano i nuovi servizi di accesso all'informazione e il loro impatto sulle attitudini dell'utenza scientifica.
D'altra parte, siamo appena agli inizi di un'epoca di cambiamenti e anche le più accreditate previsioni in questo campo rischiano di essere clamorosamente smentite. Tuttavia, nel mercato del lavoro alcune tendenze sembrano ormai abbastanza consolidate. Nel suo intervento dal titolo Quale formazione per il lavoro che cambia, Andrea Ranieri, Segretario generale della Federazione Formazione-Ricerca CGIL, ha delineato un quadro aggiornato delle tendenze in atto offrendo molti spunti di riflessione. La fine dei capi gerarchi intermedi, i nuovi ruoli caratterizzati dalla capacità di coordinare e integrare le varie competenze, autonomia e assunzione diretta di responsabilità nel quadro di un efficace sistema di comunicazione aziendale, sono questi alcuni importanti fattori alla base dei processi di riorganizzazione in corso. Di fronte a un mercato del lavoro caratterizzato da una crescente mobilità e flessibilità, dalla rapida obsolescenza di alcuni profili professionali e dalla domanda di nuove competenze, la formazione e l'aggiornamento professionale giocano un ruolo decisivo.
Ma allora quali orientamenti stanno maturando in questo campo? Quali programmi si stanno approntando a livello nazionale ed europeo? Giuseppe Vitiello (Consulente scientifico New Book Economy, Germania) con una relazione dal titolo Formazione unificata per gli specialisti dell'informazione: come si costruiscono in Europa le alleanze per il cambiamento ha offerto un sostanzioso e puntuale contributo alla riflessione sulle questioni sopra accennate. Partendo da una solida esperienza maturata nell'ambito dei programmi europei (prima alla Commissione europea e poi al Consiglio d'Europa), Vitiello ha presentato alcune delle conclusioni cui è giunto il progetto Nuova economia del libro, e che possono essere adottate come punti di riferimento e indicazioni di metodo per un approccio più complessivo al problema dell'individuazione di nuovi profili professionali e ai bisogni di formazione in ambito sia europeo che nazionale. Su quest'ultimo punto è affiorato ancora una volta il ritardo storico del nostro paese in tema di formazione professionale di base e continua la strozzatura tra università e mondo del lavoro. Questi temi sono stati al centro della seconda fase del dibattito – nel quale sono intervenuti alcuni autorevoli colleghi presenti in sala – e dove, tra l'altro, è stato posto l'accento sulla necessità di rendere più rispondenti alle tendenze del mercato del lavoro i programmi universitari dei corsi di laurea in beni culturali e di stabilire un collegamento diretto tra scuola-università e mondo del lavoro, anche attraverso periodi di tirocinio. Ma a monte rimane l'esiguità di investimenti nel settore biblioteche, diretta conseguenza di una scarsa consapevolezza politica della questione della biblioteche e del loro ruolo nella società di oggi e di domani.
Le notizie sulla tanto attesa riforma del Ministero per i beni culturali e sul decentramento non sono incoraggianti; si fa strada addirittura l'idea che possa maturare una convergenza tra centralismo burocratico ottocentesco (le biblioteche come uffici periferici) e cultura spettacolo, dove le biblioteche, essendo per loro natura poco attraenti sul piano dell'immagine, faranno la parte della cenerentola. Insomma sembra che la politica delle biblioteche italiane navighi lontano dall'Europa e comunque su una rotta molte miglia a sud delle bianche scogliere di Dover. Ai membri del governo ammiratori di Tony Blair consigliamo di dare un'occhiata al rapporto New library: the people's network (sul ruolo della biblioteca pubblica nella società dell'informazione) redatto nel luglio dello scorso anno da una commissione del Dipartimento cultura del governo britannico. Ma servirà a qualcosa?


GIORDANO, Tommaso. Come cambia il lavoro nella società dell'informazione. «AIB Notizie», 10 (1998), n. 5, p. 12-13.
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Copyright AIB, ultimo aggiornamento 1998-07-01 , a cura di: Andreas Zanzoni