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Di tutto un po'


Lettera aperta ai colleghi dell'AIB e a quanti credono nella biblioteca come servizio pubblico

La recente approvazione nella Commissione Cultura della Camera dei Deputati del disegno di legge, che modifica radicalmente la normativa vigente sul deposito obbligatorio degli stampati (Atti Camera n. 3610), ha imposto, sia al personale che alla parte più avvertita e sensibile dell'utenza una riflessione sul ruolo e sulle funzioni della Biblioteca Centrale Giuridica, culminata in un vero e proprio scatto di orgoglio.
La proposta legislativa, infatti, nel trasformare l'istituto del deposito obbligatorio degli stampati in norme relative al deposito legale dei documenti d'interesse culturale destinati all'uso pubblico, intende privare la Biblioteca di quello che è stato per più di un secolo (con alterne vicende) il canale principale di incremento delle sue raccolte. Infatti, è stato grazie alla legislazione vigente (legge n. 374/1939 e successive modificazioni) e alla particolare vigilanza (a partire dagli anni Novanta) sull'adempimento degli obblighi di legge, che il patrimonio librario della BCG ha potuto significativamente rappresentare la produzione giuridica nazionale degli ultimi cinquant'anni e soprattutto la più recente. In più, facendo ricorso alla straordinaria liberalità di molti editori è stato possibile incrementare le raccolte anche con tipologie di prodotti – soprattutto CD-ROM giuridici – finora escluse dall'obbligo del deposito.
Fintanto che la BCG è stata ospite dei locali del Ministero in via Arenula, l'angustia della sede ha fortemente condizionato anche l'utilizzo del patrimonio; ma l'allestimento della nuova sede presso il palazzo di Giustizia di piazza Cavour ha rappresentato l'occasione propizia per un autentico salto di qualità.
L'inaugurazione, avvenuta nell'aprile 1996, è stata anche l'occasione per concludere il lungo periodo di chiusura al pubblico esterno (resosi indispensabile per predisporre il trasloco e avviare l'ammodernamento dei servizi) e per affermare con maggiore consapevolezza il ruolo e la funzione di uso pubblico dell'istituzione.
I circa 5000 mq in cui si articola la nuova struttura sono oggi a disposizione non solo di tutti gli operatori del diritto (magistrati, funzionari pubblici, docenti universitari, avvocati, ecc.) e degli iscritti agli ordini professionali, ma anche degli studenti universitari laureandi, categoria quest'ultima in grande crescita numerica (nel 1997 rappresentavano il 21% dell'utenza).
Il patrimonio bibliografico, che rappresenta, come già detto, una delle maggiori risorse nazionali in campo giuridico, annovera un pregevole fondo antico – basti citare la bella raccolta di legislazione degli Stati preunitari – oltre 200.000 volumi monografici (tra cui un cospicuo nucleo di materiale giuridico straniero), circa 1000 periodici correnti, dei quali circa 160 stranieri e 1300 periodici spenti nonché un nutrito numero di banche dati giuridiche su CD-ROM italiane e straniere.
é prevista altresì a breve la possibilità di interrogare il catalogo della BCG utilizzando il sito Internet del Ministero di Grazia e Giustizia (www.giustizia.it.). Nell'intento di offrire servizi volti alla soddisfazione delle esigenze degli studiosi delle discipline giuridiche sono state operate scelte che, sebbene impegnative, hanno manifestato sulla distanza indubbia efficacia. Tra le altre vanno segnalate: l'apertura con orario ininterrotto nei giorni di marted“, mercoled“ e giovedì dalle ore 9 alle 18,30, e nei restanti giorni dalle ore 9 alle 14; la disponibilità per l'utenza di consultare varie tipologie di cataloghi, anche on-line; l'allestimento di sale di consultazione costantemente arricchite e aggiornate (attualmente sono 5000 i volumi ivi collocati), organizzate secondo lo schema della Classificazione decimale Dewey ove sono direttamente consultabili un'ampia varietà di strumenti indispensabili per la ricerca giuridica ; l'erogazione di un servizio continuo di informazione (anche via fax e prossimamente e-mail), assistenza e orientamento nelle ricerche giuridiche nei confronti di tutti gli utenti, compresi altri organi istituzionali (banche, amministrazioni centrali dello Stato, enti locali, uffici giudiziari periferici, Corte costituzionale, università, ecc.).
Particolarmente meritevole di considerazione appare la politica adottata nel settore dell'automazione. Nell'ottica di integrazione e cooperazione interbibliotecaria essa ha aderito al Servizio bibliotecario nazionale a partire dal 1991, ridando vita al Polo giuridico romano assieme alla Biblioteca del Consiglio di Stato, a quella del Ministero dell'Interno e del CED della Corte di Cassazione. Ad integrazione dei servizi automatizzati, sono state di recente messe a disposizione del pubblico alcune postazioni per l'interrogazione semplificata della banca dati del Polo mediante il software Sebina. Sebina consente inoltre di arricchire la banca dati locale con descrizioni bibliografiche relative ad alcune particolari tipologie di documenti (letteratura grigia, tesi di laurea, spogli, ecc.) e di gestire il prestito locale nonché le operazioni di accesso degli utenti (tessere, carte d'entrata, ecc.) e le statistiche. I rilevamenti statistici, effettuati sin dalla riapertura al pubblico, presentano dati numerici in crescente aumento: le presenze rilevate nel 1996, anno della riapertura, sono state pari a 20.000, salite a oltre 30.000 nel 1997 e già in evidente crescita nel 1998. Particolare affezione verso l'istituzione manifestano gli studenti e i praticanti delle professioni forensi che rappresentano rispettivamente il 21% ed il 40% del totale.
La comprensione delle esigenze dell'utenza e conseguentemente il miglioramento dei servizi resi è stata la motivazione di un Questionario per il rilevamento della soddisfazione dei servizi diffuso recentemente; l'analisi del campione ha posto in evidenza la generale soddisfazione dei lettori: il successo maggiore lo raccoglie la possibilità di trovare tanto materiale per le proprie ricerche (87,8 %).
Le vicende fin qui ricordate sono sufficienti ad evidenziare la particolare posizione della BCG nel panorama delle biblioteche amministrative ministeriali. Nell'introduzione ad un volume apparso alcuni anni orsono (Le biblioteche dell'amministrazione centrale dello Stato italiano, Roma, 1990) Madel Crasta presentava le conclusioni di una ricerca condotta dalla Commissione biblioteche speciali dell'Associazione italiana biblioteche e si domandava se l'argomento "biblioteche dei ministeri" potesse mai superare le secche del "diffuso quanto comprensibile scetticismo" e "trovare un terreno concretamente operativo, oltre le analisi e le denunce". Ebbene: gli sforzi del personale della BCG di quest'ultimo decennio sono andati silenziosamente e tenacemente in questa direzione fattuale e i risultati raggiunti, grazie anche ad un insieme di circostanze favorevoli, sono motivo di orgoglio e sprone per ulteriori traguardi.
L'approvazione definitiva del disegno di legge licenziato dalla Camera dei deputati, in tempi di tagli di bilancio per la pubblica amministrazione, ridimensionando il ruolo della BCG e la ricchezza delle sue raccolte, provocherà non solo un oggettivo danno all'utenza, ma avrà effetto anche sulle altre istituzioni territoriali che finora potevano contare sulle nostre risorse umane e materiali.
Last but not least, si deve ricordare che è grazie alla legge sul deposito obbligatorio degli stampati che più di quaranta istituzioni da decenni fruiscono del cospicuo e prezioso materiale non trattenuto: non solo le biblioteche di carceri, scuole di diverso ordine e grado ed associazioni di volontariato operanti in particolari situazioni, ma soprattutto la Biblioteca Nazionale di Napoli, la Biblioteca Universitaria di Pavia, la Biblioteca di Archeologia e Storia dell'arte, la Biblioteca Medica statale, la Biblioteca del Conservatorio di musica Santa Cecilia, il Centro sistema bibliotecario del Comune di Roma. Dunque, nel caso della BCG, il deposito obbligatorio degli stampati non ha costituito un mero, antiquato privilegio: ne traggono beneficio i cultori del diritto e, grazie allo sforzo profuso, una costellazione di istituti bibliotecari.
La nostra principale preoccupazione è che tutto ciò sia almeno attentamente considerato: a tutto questo giova, hic et nunc, rinunciare? Molti sono convinti che sia necessario, per cambiare la "mentalità" insita nel deposito obbligatorio. Se ne può discutere, ma, almeno, si prospettino onestamente gli scenari che deriverebbero dall'approvazione definitiva del disegno di legge licenziato dalla commissione Cultura della Camera dei deputati: in tempi di tagli di bilancio per la pubblica amministrazione, non solo saranno ridimensionati il ruolo della BCG e la ricchezza delle sue raccolte, con danni oggettivi a un'utenza chiamata a compiti di responsabilità (magistrati, funzionari e impiegati pubblici, professionisti, avvocati), ma si avranno pesanti effetti anche sulle altre istituzioni territoriali che finora potevano contare sulle nostre risorse umane e materiali.
Anna Maria Pellino - Cristina Bonini, Biblioteca centrale giuridica, Roma


Di tutto un po'. «AIB Notizie», 10 (1998), n. 6, p. 24.
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